Sardegna, la costa sud: Tropico nostrano
Da Villasimius a Carloforte, una crociera alla scoperta della Sardegna meridionale, tra baie turchesi e lunghe spiagge di sabbia zuccherina, un paio di isole intitolate a santi e la bella città di Cagliari affacciata sul profondo Golfo degli Angeli all’ombra della Sella del Diavolo.
Per chi è solito fare rotta verso le famose location della Costa Smeralda e zone limitrofe – splendide ma assai frequentate – il Sud Sardegna si rivelerà una vera sorpresa. Vi troverà infatti analoghe baie da sogno – entrambe non hanno nulla da invidiare ai lidi tropicali –, ma inserite in un contesto naturale più “selvaggio”, con un’infinità di spiagge e calette appartate, porti meno dispendiosi e un turismo contenuto. La nostra crociera “one way” di una settimana, con destinazione Isola di San Pietro, inizia da Cagliari, dove ai moli di Portus Karalis ci aspetta un Oceanis 35.1 di Carloforte Sail Charter. Sbrigate le procedure per prenderne possesso, abbiamo tempo per visitare il centro storico a due passi.

Cagliari, capoluogo della Sardegna
Cagliari “si alza ripida, ripida, dorata, accatastata nuda verso il cielo dalla pianura all’inizio della profonda baia senza forme. È strana e piuttosto sorprendente, per nulla somigliante all’Italia. La città si ammucchia verso l’alto, quasi in miniatura, e mi fa pensare a Gerusalemme: senza alberi, senza riparo, che si erge spoglia e fiera, remota come se fosse indietro nella storia, come una città nel messale miniato da un monaco”. Così la descrive nel libro “Mare e Sardegna” lo scrittore inglese D.H. Lawrence che ebbe modo di visitarla nel gennaio del 1921.
A vederla dal largo l’immagine evocata le calza ancora a pennello, con il Castello, l’abitato più antico, aggrappato alle pendici del colle calcareo – uno dei sette su cui è adagiata – cinto da mura, bastioni e torri e coronato dalla splendida cattedrale di Santa Maria, sintesi di più stili a partire dal romanico pisano. Dal meandro di vicoli e stradine che si infilano tra vecchie abitazioni, edifici signorili, botteghe e musei, si scende dabbasso nell’animato quartiere Marina – fondato dai pisani nel 1200 per ospitare magazzini e case dei portuali (ma già abitato in età romana) – che si affaccia sul porto con la Palazzata in stile eclettico di Via Roma, il cosiddetto salotto buono della città, continuum di eleganti edifici porticati con negozi, ristoranti e caffè.
Rotta a Sud-Est
Mollati gli ormeggi al mattino presto, iniziamo a navigare nell’immenso Golfo di Cagliari. Così bello che una leggenda vuole ne siano rimasti affascinati anche Lucifero e i suoi diavoli tanto da volersene impadronire, ma Dio per scacciarli gli inviò contro l’arcangelo Michele al comando delle milizie celesti che, in una mitica battaglia tra bene e male, li sconfissero. Lucifero, disarcionato da cavallo, perse in mare la sua sella che pietrificandosi all’istante divenne il promontorio di Sant’Elia o Sella del Diavolo.
Una cresta calcarea dalla curiosa forma arcuata che domina il porticciolo turistico di Marina Piccola e la spiaggia di Cagliari per antonomasia, il Poetto, una fascia di dune sabbiose con alle spalle gli stagni di acqua salata del Parco naturale Molentargius – Saline, dove nidificano stabilmente i fenicotteri rosa che nel Sud Sardegna hanno trovato il loro habitat ideale. Li rivediamo infatti zampettare nello stagno dietro la favolosa spiaggia di Notteri, a 16 miglia, profumata dai ginepri e lambita da un’acqua così azzurra e cristallina che sembra di dar fondo nel nulla. Si trova appena doppiato il promontorio di Capo Carbonara, estremità orientale del Golfo di Cagliari, una zona bellissima – a sei chilometri dalla città di Villasimius – dove si “rischia” di voler trascorrere buona parte della crociera.
Capo Carbonara
Il Capo si trova al centro dell’omonima Area Marina Protetta, che si estende per 86 chilometri quadrati da Capo Boi all’isola di Serpentara. Comprende Punta Molenti – una ciclopica lancia di granito conficcata a guardia della sua candida spiaggia lunata –, e l’isola dei Cavoli, nelle cui acque è custodita la statua della Madonna del Naufrago di Pinuccio Sciola, meta a luglio di una solenne processione. È solo uno dei tanti possibili punti di immersione nascosti nel blu dove si fluttua in mezzo a nuvole di pesci in uno scenario fantastico di praterie di posidonia oceanica, dove prospera la pinna nobilis, e si fa lo slalom tra i pinnacoli e le fenditure delle secche tappezzate di gorgonie rosse e margherite di mare gialle.

Per trascorrere la notte si può optare per il porticciolo di Villasimius, sul versante Ovest del promontorio, proprio accanto alla scintillante spiaggia del Riso, un arco di piccoli granelli di quarzo bianco tra lisci massi di granito.
Tornando verso Cagliari per un bagno lungo via non c’è che l’imbarazzo della scelta tra un’infinità di insenature di acqua azzurro cielo tra spiagge di finissima sabbia e una quinta di colline ricoperte di profumata macchia mediterranea.

Sfilano a dritta Campus, Solanas, Marongiu e Mari Pintau – così bella da sembrare dipinta – tanto per citarne alcune delle più appetibili dove dare fondo prima di raggiungere Capo Pula, a 25 miglia, unica sporgenza del versante occidentale del Golfo degli Angeli.
La costa Ovest del Golfo degli Angeli
Il promontorio, su cui si erge la seicentesca Torre del Coltellazzo, è collegato alla terraferma da una lingua di sabbia dorata con cui forma la baia di Nora, un ottimo ridosso dal Nord-Ovest dove trascorrere la notte. In alternativa si può ancorare sul versante opposto, in un’insenatura fiancheggiata da pini marittimi e palme, il Porto di Agumu.

Senza mancare di visitare il celebre Parco Archeologico di Nora che custodisce i resti di una ricca città fenicia fondata tra il IX e l’VIII secolo a.C., poi passata ai cartaginesi e infine diventata un importante Municipium romano.

Il nuovo giorno prevede 30 miglia di navigazione con varie “soste”. Si inizia con un tuffo nell’acqua spettacolare del litorale di Chia, un lungo cordolo di sabbia borotalco che piccole prominenze rocciose frammentano in amabili spiagge, come quella di Su Giudeo – la più bella – dove si può ancorare a ridosso dell’omonima isoletta e dare un’occhiata al retrostante stagno di Spartivento, un’oasi naturalistica popolata da numerose specie di uccelli.
Di Capo in Capo verso Ponente
Doppiato Capo Spartivento, su cui è piantato un faro ottocentesco, la costa, alta e rocciosa, si frastaglia in mille insenature di cangiante acqua azzurra che addentano la terraferma dando vita a paesaggi spettacolari.

Memorabile quello di Tuerredda – uno degli emblemi della Sardegna – dove alle pendici di un arco di colline immacolate si allunga un’abbagliante spiaggia bianca puntata verso l’isoletta che ha davanti, posata su una “piscina” di turchese chiarissimo.
Un luogo magico dove ancorare, protetto dal selvaggio Promontorio di Capo Malfatano dietro cui si apre il vasto Golfo di Teulada, chiuso a Ovest dalla lunga e sinuosa penisola di Corte Arresi che, “appesa” alla terraferma, fende il blu con le strapiombanti falesie di Capo Teulada. Un’area purtroppo Poligono Militare Nato – e quindi vietata –, ma di recente alcune meravigliose insenature, come Cala Zafferano e Porto Scudo, sono tornate fruibili nei mesi estivi (meglio però informarsi prima…).

Piscinnì, Cala di S’Ortixeddu e Porto Tramatzu, posto davanti all’Isola Rossa, sono tutte baie incantevoli – senza divieti – perfette per stare alla fonda. E c’è anche un grazioso marina, il Porto di Teulada.
Da Porto Pino all’isola di San Pietro
Doppiato nel pomeriggio il Capo, si raggiunge l’insenatura di Porto Pino, per dare fondo in una baia arcuata con una spiaggia di sabbia che dall’omonimo promontorio, coperto di querce, ginepri e pini d’Aleppo, si allunga per sei chilometri, trasformandosi nell’ultimo tratto in un deserto di soffici dune dal candore abbagliante, alte anche 30 metri, chiamato Is Arenas Biancas. Un ambiente unico dove camminare significa affondare – letteralmente – i piedi nei rilievi sabbiosi che scintillano al sole. Al largo si staglia il profilo di Sant’Antioco, un’isola (o meglio penisola visto che un istmo la collega alla terraferma) a forma di cuore.

Ripreso il mare, doppiamo Capo Sperone, per risalire il versante occidentale, perlopiù lineare ma con alcune invitanti calette dove infilarsi se non soffia il maestrale, come Cala Longa, un interminabile calanco di acqua azzurra che finisce con una spiaggetta di sabbia. Poi si fa rotta per l’isola di San Pietro – situata al di là dell’omonimo canale – per dormire nell’abbraccio delle sue baie più famose, come Cala Guidi e La Bobba, protette dal Maestrale, o la Caletta, con lo Scirocco.
Il periplo di San Pietro
Il settimo giorno di crociera lo dedichiamo al periplo dell’isola che porge al mare una costa bellissima e sempre diversa. Sabbia chiara e acqua smeraldo, che invitano perentorie a un tuffo, caratterizzano le baie a Sud-Est, Girin, Punta Nera, Guidi e La Bobba, che confina con la suggestiva Punta delle Colonne, estremo Sud isolano. Quest’ultima si riconosce dai due faraglioni di basalto posti davanti alla falesia che dopo Punta Grossa si piega a formare un arco perfetto.
È il Golfo della Mezzaluna, specchio d’acqua profonda blu cobalto – raggiungibile solo dal mare – in cui si tuffa a picco l’alta scogliera che le intemperie hanno impreziosito con grotte, archi e tortuose colonne.

Dolce è invece il paesaggio della baia La Caletta, con l’unica spiaggia di sabbia del versante Ovest dell’isola, che ritorna subito dopo selvaggio e inaccessibile. Meteo permettendo si può dare fondo nella baia di Capo Rosso – alle pendici del Promontorio di Capo Sandalo, su cui troneggia il potente faro costruito nel 1864 –, oppure lungo la frastagliata costa Nord, nella solitaria Cala Vinagra, un angolo di paradiso intorno all’omonima isoletta.
Passata la Tonnara di La Punta, ancora attiva – situata di fronte a quella dell’isola Piana (dismessa negli anni Settanta) – si raggiunge infine Carloforte, l’unica città dell’isola, i cui abitanti discendono dai pescatori di corallo originari di Pegli, ai quali Carlo Emanuele III di Savoia donò l’isola nel 1738, dopo averli liberati da schiavitù a Tabarka.

Sul bel lungomare che costeggia il porto non mancano ristoranti gourmet nei cui menu trionfa – ovviamente – il Thunnus Thynnus, il delizioso tonno rosso. Dopo una notte in porto si lascia infine la barca nella base nautica della Carloforte Sail Charter. Ma prima di partire l’isola ci fa un ultimo regalo, con uno stormo di fenicotteri rosa in volo verso le Saline di Carloforte.
NOTIZIE UTILI
Charter
Carloforte Sail Charter (Loc. Girin, Carloforte, Isola di San Pietro, tel. 347 2733268; info@carlofortesailcharter.it; www. csailcharter.it – Basi nautiche: Marinatour, Corso dei Battellieri, Carloforte; Portus Karalis, Cagliari). L’accreditata società di charter di Stefania Gorgerino e Nicola Napoli, professionisti del settore, dispone di una flotta composta da 13 barche a vela dai 10 ai 16 metri dei migliori cantieri nautici (Beneteau, Dufour ecc.). Le imbarcazioni si possono noleggiare bareboat o con skipper e viene proposta anche la formula One Way che consente di effettuare lo sbarco in un porto differente da quello di partenza (con transfer da o per l’aeroporto/porto a cura della Carloforte Sail Charter). In relazione alla pandemia di Covid-19 sono rigorosamente rispettate tutte le misure adottate dal Governo, a partire dal severo controllo del personale che lavora per Carloforte Sail Charter e che verrà a contatto con i clienti.
Inoltre, la società provvederà a un accurata pulizia e alla sanificazione con ozono di ogni imbarcazione prima dell’arrivo dei clienti, i quali troveranno a bordo gel igienizzante, copriscarpe, biancheria sterilizzata sigillata, vademecum Covid-19 relativo alle modalità di riconsegna dell’imbarcazione e, su richiesta, la cambusa per evitare di recarsi al market. Una settimana prima dell’inizio del charter verrà inviato al cliente un video in cui vengono fornite nel modo più semplice e sintetico possibile tutte le informazioni generalmente richieste al momento del check-in. Il check-out viene fatto solo quando tutti i clienti sono sbarcati.
Tra le varie proposte: One Way da Cagliari a Carloforte (extra 150 Euro) 11/07 – 18/07 con Oceanis 35.1 (3 cab + 1 wc) anno 2019, prezzo listino 2.600 Euro + 100 Euro (pulizia finale); One Way da Cagliari a Carloforte 1/08 – 8/08 (extra 150 Euro) con Oceanis 48 (5 cab + 3 wc) anno 2017, prezzo listino 6000 Euro + 150 Euro (pulizia finale).
Porti e marina
Marinatour (Porto di Carloforte, Isola di San Pietro, tel. 0781 854110; www.marinadicarloforte.com; VHF Canale 9). Dispone di due marina all’interno del porto di Carloforte: Marina Fronte Nautico (entrando in porto a sinistra), che può ospitare fino a 200 barche – con club house, toilette e docce, lounge bar, lavanderia – e Marina Mamma Mahon (a destra) che offre fino a 150 posti barca. Entrambe dispongono di assistenza all’ormeggio 24/24, assistenza tecnica di cantiere, vigilanza 24/24 e wi-fi. Carburante nel Porticciolo Pescatori.
Portus Karalis (Molo Dogana, Porto di Cagliari, tel. 070 653535; www.portuskaralis.com – VHF Canale 9). Situato all’interno del porto di Cagliari, a due passi dal centro città. Dispone di due ampie darsene che possono ospitare yacht e superyacht fino a 90 metri di lunghezza, per un totale di 118 posti barca, servizi igienici e docce, guardianaggio e wi-fi. Distributore di carburante nel porto.
Marina di Teulada (SP 71, km 2,175 (bivio), Teulada, tel. 070 9283705; www.marinaditeulada.com – VHF Canale 09). Dispone di 250 ormeggi con acqua e corrente elettrica per barche fino a 35 metri. Tra i servizi: videosorveglianza 24/24h, servizi igienici e docce, distributore di carburante, noleggio bici e auto.
Marina di Villasimius (Via degli Oleandri 10, località Porto, Villasimius, Cagliari, tel. 070 7978006; www.marinadivillasimius.it – VHF Canale 09). Situato nel contesto unico dell’Area Marina Protetta “Capo Carbonara” il più grande e moderno porto turistico della costa Sud-Est della Sardegna offre 840 posti barca attrezzati con acqua e corrente elettrica per imbarcazioni fino a 60 metri. Distributore di carburante in banchina.
Ristoranti
Su Cumbidu (Via Napoli 13, Cagliari, tel. 070 670712). A due passi dal porto, ristorante di vera cucina sarda a conduzione familiare. Nel bel locale con pareti in pietra si possono gustare dai culurgiones (ravioli) con salsa di pomodoro e basilico alle sebadas (dolce con pecorino e miele).
Malfatano Beach (tel. 340 9004069). Ristorante sulla spiaggia di Capo Malfatano con un menù basato sul pescato del giorno. Tra le specialità, l’antipasto con bottarga di muggine e fichi neri, gli spaghetti con cozze e bottarga e l’aragosta alla catalana.
Sa Tiria (SS 195 Km 67.500, Teulada, tel. 070 9283704). Agriturismo a 10 minuti di auto dalla costa, con un menù di piatti della più antica tradizione teuladina con carne e formaggi prodotti in azienda, accompagnati da pasta fresca, pane e dolci fatti in casa.
Da Nicolo (Corso Cavour 32, Carloforte, tel. 0781 854048; www.ristorantedanicolo.com). Le migliori specialità della cucina carlofortina – mix di tradizioni liguri e tunisine, di Nicolo Pomata situato sul lungomare diventato una tappa obbligata tra i diportisti.
Da Andrea “Osteria della Tonnara” (Corso dei Battellieri 36, Carloforte, tel. 0781 855734). Una cucina che rispetta ed esalta le antiche tradizioni culinarie carlofortine – basate in primis sul tonno di corsa – è quella proposta dallo chef Andrea Rosso che per i suoi piatti utilizza solo materie prime di altissimo livello.
Sardegna Turismo sardegnaturismo@regione.sardegna.it – www.sardegnaturismo.it
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