Vai al contenuto

Puglia: Meraviglie da scoprire

Torna al sommario

Seadoo

Lanciata dalla Camera di Commercio di Bari nell’ambito del progetto Themis, finanziato dal programma Interreg V-A Grecia-Italia 2014-2020, SEADOO è un’iniziativa che mira a supportare un turismo innovativo basato su esperienze in grado di coinvolgere emotivamente, intellettualmente e fisicamente il turista facendogli scoprire un nuovo volto di quella straordinaria regione che è la Puglia. Oltre alla Camera di Commercio di Bari, il progetto vede impegnati nel partenariato anche l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale (Lead Partner), l’Autorità portuale di Corfù, il Comune di Gallipoli e il Comune di Paxos.

Nell’ambito dell’iniziativa è stato lanciato un bando di concorso che ha coinvolto circa cento aziende aggregate in 18 network, le cui proposte sono state poi giudicate da un’apposita commissione per giungere a decretare i cinque vincitori di cui nelle pagine a seguire vi illustreremo le proposte. Si tratta di esperienze da vivere nell’arco di una singola giornata, che spaziano su tematiche varie, ma che hanno in comune un nuovo modo di vivere la realtà turistica pugliese, anche e soprattutto perché in ogni situazione ci sarà il supporto di una guida professionale che arricchirà, e non poco, il valore dell’esperienza. Un particolare obiettivo nell’elaborazione dei progetti è stato sicuramente il mondo del diporto, dello yachting di alto livello, e del crocierismo di lusso, a cui le coste pugliesi possono offrire varie ed interessanti possibilità soprattutto in porti come quelli di Bari, Brindisi, Barletta, Gallipoli, Manfredonia e Monopoli, che possono diventare punto di partenza per le esperienze di cui parleremo.
Nello scenario competitivo globale, in cui il turista è sempre meno alla ricerca di un turismo inteso come mero servizio e desidera invece immergersi in esperienze memorabili e da raccontare, la Puglia risulta una delle destinazioni preferite a livello nazionale ed internazionale per le sue indiscusse bellezze naturalistiche e per il patrimonio di tradizioni e vestigia storiche.

Andria e Puglia imperiale

Sulle orme di Federico

Nel ricordo di spade e di croci, uno straordinario personaggio del passato ci fa rivivere le magìe di un’epoca attraverso alcune delle sue più significative opere
di fortificazione. Decisamente più attuale il fascino di una tradizionale masseria dove vivere emozioni gastronomiche di primo livello.

Ci sono personaggi che segnano la storia di un luogo sia esso una città, una regione o una nazione. Nel caso della Puglia e di Bari, difficile non pensare a Federico II di Svevia, colto nipote del Barbarossa, uomo di cultura (parlava sei lingue) filosofo, astrologo, architetto, naturalista, matematico, generoso mecenate e appassionato scienziato. Insomma, uno che nella storia non passò inosservato, tanto da essere soprannominato “Stupor mundi”.
Per la Puglia Federico ebbe un amore particolare, e la disseminò di castelli e cattedrali di cui ci restano ancora oggi straordinari esempi, e non c’è dubbio che la sua presenza sia rimasta impressa nelle memorie architettoniche dell’area che circonda Trani.

Proprio Trani è quindi base di partenza del programma studiato dalla Federiciano Travel per creare un’esperienza diversa, dove alla storia vissuta ammirando la bellezza di castelli e cattedrali, si affianca la tradizione delle antiche danze, in particolare di quella “pizzica” che raccoglie lo spirito allegro della Puglia, senza dimenticare quell’ospitalità contadina rivista, corretta e vissuta nelle tante masserie che circondano Trani.
Da queste parti seguire le orme di Federico II non è difficile, difficile è avventurarsi verso i suoi castelli senza però aver prima ammirato la più classica icona di Trani, quella candida cattedrale che domina il porto con la sua imponenza innalzando il suo campanile fino a 59 metri d’altezza. Costruita con quella pietra calcarea tipica del territorio e capace di sfidare il tempo senza ombra di corrosione (parliamo di una roccia organogena marina risalente a 110 milioni di anni fa), con il suo stile romanico-pugliese la cattedrale di Trani è una star internazionale, ed è indubbiamente la regina delle chiese pugliesi. Come molte altre simili basiliche coeve, figlie di una certa essenzialità romanica, toglie il respiro all’esterno, per poi spiazzarti all’interno, dove le navate possono apparire un po’ spoglie, salvo ammirare il transetto con i suoi mosaici sormontato dal grande rosone, dove in tempi recenti è stato inserito un monumentale organo dotato di una sofisticata anima elettronica.

Già la cattedrale che domina il piccolo ma grazioso porto della cittadina s’impone come una piccola meraviglia di architettura romanica, ma a poca distanza a dare il benvenuto al turista c’è proprio il castello svevo di Federico II, anzi per la precisione uno dei tanti castelli che questo affascinante personaggio disseminò nella regione. E fra questi ce n’è uno indiscusso protagonista del nostro itinerario, Castel del Monte, che domina il paesaggio di Andria, che da Trani dista solo 30 km. Buffo pensare quanto questo affascinante maniero sia stato per anni sotto i nostri occhi senza che ce ne accorgessimo, eppure sulla facciata “B” delle monete da 1 centesimo, oggi praticamente obsolete, è proprio riprodotto lui: il Castel del Monte, sito Unesco dal 1996.

Appollaiato sul sommo di una collina in posizione militarmente strategica, il castello domina a 360° il paesaggio circostante, anche se più che postazione militare sembra essere stata una residenza di caccia o una sorta di dimora filosofale per gli interessi del sovrano, tanto da mancare del classico fossato difensivo. Ad accoglierci in prima battuta sarà l’allegra “pizzica” di Benedetta Lusito, ballerina e cantante ben conociuta, che con le sue dolci movenze ci rimanda alle più radicate tradizioni pugliesi. Per gli addetti ai lavori Castel del Monte mantiene tuttavia qualche velo di mistero.

È ad esempio singolare questa ripetuta simbologia dell’otto, in quanto alla pianta ottagonale si affiancano le otto torri anch’esse ottagonali. Da considerare poi anche l’ipotesi, sostenuta non casualmente da molti, che esistesse un tunnel sotterraneo che portasse direttamente al porto di Trani, scalo di grande importanza nel medioevo. E perché non parlare delle speculazioni esoteriche che circondano questo luogo? Sembra ad esempio che il castello sia un riconosciuto punto energetico in grado di collegarsi per “linee sincroniche” con altri punti simili, fra cui le piramidi di Giza. Senza tralasciare che l’otto è simbolo di numerosi richiami esoterici, che Federico II ebbe stretti rapporti epistolari con Fibonacci e che (non poteva mancare) si vocifera di un tesoro sepolto da qualche parte intorno al castello. Unito alla bellezza del luogo un pizzico di mistero non può che aggiungere altro fascino.
Dai misteri esoterici alla semplicità rurale. Anche l’Agriturismo “Sei Carri” domina dal sommo di una collina una dolce vallata verde di ulivi e querce, ed è il regno di Ippolita e della sua famiglia che da generazioni gestisce questa masseria, prima seguendo i ritmi della transumanza, oggi dedicandosi all’accoglienza di un turismo amante delle cose vere e genuine.

L’agriturismo “Sei Carri” (per la cronaca il nome indica solo un’antica misura della proprietà), ultima tappa dell’itinerario della Federiciano Travel vissuto sotto la guida esperta di Rossella, non ha cambiato molto delle antiche strutture se non dando una presenza piacevole e moderna a finiture un po’ troppo rustiche. Identico è rimasto anche il senso di ospitalità proprio di gente abituata a vivere a contatto con la natura, e qui di natura ce n’è veramente tanta. Siamo nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, nei boschi che circondano la proprietà vivono specie rare e protette, e piante aromatiche assolutamente autoctone nutrono le greggi che pascolano tranquille dando al latte, e ai formaggi prodotti dalla fattoria, un sapore intenso e particolare. A vegliare sulla tranquillità delle pecore, dato che da queste parti sono fortunatamente tornati i lupi, ci sono cinque possenti pastori maremmani, quelli a quattro zampe ovviamente. Sotto la regia di Ippolita prendono vita le migliori specialità della cucina locale, abbinando l’arte gastronomica alla qualità dei prodotti, tutti rigorosamente a chilometri zero.
Per informazioni: Federiciano Travel – Tel. +39 080 96 44 466 /+39 331 54 34 444 – Mail: info@federicianotravel.it – Web: www.federicianotravel.it

Monopoli e costa adriatica

Sapore di mare e di storia

C’è molto mare nel sangue della Puglia, e rivivendo il mestiere dei pescatori se ne percepisce il senso. Ma c’è anche una storia vissuta nei secoli dei secoli, oggi testimoniata da antiche e nobili rovine archeologiche, che nulla perdono se affiancate da un resort perfettamente integrato nel paesaggio.

Puglia, terra di sole, ma soprattutto di mare, quel mare che la circonda e la protegge, ricco di vita e di splendidi paesaggi, ricchezza ancora poco conosciuta dai circuiti del granturismo internazionale. Proprio per questo il progetto della Serapia ha puntato a valorizzare una costa e un modo di viverla del tutto originale, fondendo i valori di antichi mestieri marinari come quello dei pescatori, con quelli di un turismo desideroso di idee nuove e originali.

Ed ecco allora il pescaturismo, un termine nuovo ma sempre più diffuso, che consente un’interazione fra il turista desideroso di vivere nuove esperienze, e una barca professionale nella quale pescatori di mestiere questa esperienza sono in grado di offrirla. In più, quando la situazione lo consente, è anche possibile calare delle canne per una pescata a bolentino. Essere coinvolti nell’azione di pesca vera e propria, ovvero calando e soprattutto recuperando le reti, vuol dire avere un assaggio in prima persona di un mestiere antico e faticoso, ma anche affascinante. E dato che rivoltando il proverbio a volte è il monaco che fa l’abito, va detto che questa esperienza acquista maggior valore anche grazie alla simpatia e alla capacità comunicativa dei pescatori che gestiscono queste barche, profondi conoscitori del loro mare.

A Monopoli troveremo infatti il “Leonardo I°” e il suo omonimo proprietario Leonardo Lattarulo, un ragazzo di 24 anni che ha voluto riabbracciare il mestiere dei suoi nonni, ha comprato un piccolo peschereccio di 12 metri, ed ha affiancato al lavoro delle reti quello di un turismo innovativo. Maria Lucrezia, guida turistica ma anche biologa, accompagna l’uscita approfondendo il discorso sia sulla parte naturalistica che su quella paesaggistica delle coste lungo cui si naviga. Poco più a sud, nel porticciolo di Savelletri, si trova l’”Angelo” l’altra barca che offre un’esperienza analoga. Simile al Leonardo, è gestita da Aldo e Adriano, due fratelli pescatori di mestiere, che anche in questo caso affiancano la simpatia e l’accoglienza tipici della gente del sud alla profonda conoscenza del loro mare.

Qui c’è però qualcosa in più, dato che ogni anno all’inizio dell’estate entra in porto una grande tartaruga (Caretta caretta) ormai abituata a passare sotto le barche dei pescatori per razzolare i rifiuti delle reti, e nell’acqua trasparente del porto se ne può ammirare il suo lento incedere. Il mare, purtroppo, non offre più ciò che offriva una volta, e anche il mestiere del pescatore si è fatto più duro, ma sia Leonardo che Aldo e Adriano, con la speranza che il mare torni Mare praticano una pesca sostenibile sia nell’adozione di reti a maglia larga, sia nell’aver bandito sulle loro barche ogni forma di plastica. Al turista viene poi fatta un’ulteriore concessione, perché se il mare è stato generoso il pescato delle reti sarà il miglior ricordo da portare a casa.

Anche Monopoli, come altre cittadine della costa, ha profonde radici storiche che risalgono al V° secolo a.C. per passare poi attraverso le tante dominazioni succedutesi nei secoli. Il centro, cinto dalle antiche mura conserva, oltre a numerose chiese, imponenti testimonianze del passato cittadino, come il castello angioino di Carlo V°, costruito in riva al mare e molto ben conservato: una costruzione tanto poderosa e ben difendibile da aver scoraggiato persino i turchi. Ma se vogliamo immergerci nel profondo passato di questa terra, niente di meglio che seguire il programma di Serapia per raggiungere le rovine di Egnazia, antica città greco-romana affacciata sul mare, cosa che potremo fare, dato il sole ormai in discesa e una temperatura più confortevole, con una bella biciclettata che ci porterà poi attraverso uliveti e masserie. L’area archeologica di Egnazia, che si estende per 15 ettari, raccoglie testimonianze che risalgono al XV° secolo a.C., è il più esteso esempio di città romana della Puglia e testimonia la continuità della vita in questo importante centro commerciale del mondo antico. Le rovine sono molto varie ed estese, si possono ammirare i resti di tombe affrescate e testimonianze di antichi culti, di edifici pubblici e di teatri, e mentre l’acropoli si spinge sulle rive del mare, il museo raccoglie i numerosi e pregevoli reperti raccolti durante gli scavi. Difficile poi non notare i resti lastricati della Via Traiana, fatta costruire dall’omonimo imperatore fra il 108 e il 110 d.C. per collegare Brindisi a Benevento.

Per rilassarsi un po’, e prima di riprendere a pedalare, graditissima una sosta all’Archeolido, un resort polivalente in grado di offrire un appetitoso saggio delle migliori specialità gastronomiche locali in un ambiente elegante e vario. Dove “vario” sta nella possibilità di sedersi al ristorante o sdraiarsi in riva al mare, apprezzare un gradevole sottofondo musicale, o scegliere gli ampi spazi che si estendono anche oltre la parte strutturale fino ai confini della proprietà, dove sorge ciò che resta di un antico muro. Attenzione, guardate con rispetto questo rudere, segnava il limite e la difesa dell’antico porto e sta lì a sfidare il mare da millenni. Prima di lasciare le biciclette, percorrendo l’antica via Francigena del Sud fino all’Albergabici, antica casa cantoniera riadattata ad ostello per appassionati di biking, si potrà poi fare una visita al Parco Dune Costiere, dove fra colline di sabbia finissima e zone umide frequentate da numerosi uccelli, sarà possibile trarre ottimi spunti di fotografia naturalistica.
Per informazioni: Società Cooperativa Serapia A.R.L. – Tel.+ 39 328 6474719 – Mail: info@cooperativaserapia.it – Web: www.cooperativaserapia.it

Otranto e Salento

Dei luoghi, delle persone, dell’anima

Un’esperienza intensa, che affianca artigianato artistico, gustosa gastronomia “street” e panorami mozzafiato.
Fino ad un massaggio yoga fra ulivi, musiche mistiche e aromi naturali. Ed è subito benessere prenatale.

È un gioco d’incontri in cui luoghi e persone si fondono nel creare un’esperienza ricca di sorprese ed emozioni: questo l’obiettivo con cui Tourango ci accompagna lungo un percorso che ci porta in prima battuta a scoprire le bellezze del centro storico di Otranto, e poiché parliamo di cose ma anche di persone, il primo sorprendente incontro avviene proprio appena passato l’ampio arco del Castello Aragonese. Qui nell’atelier di Roberta Risolo, ci si ritrova in una piccola fucina di idee e creatività orafa messa al servizio di un’esperienza tecnica maturata in dieci anni di studio nel cuore pulsante dell’oreficeria artistica: Vicenza. Un po’ artigiana un po’ artista, come ama definirsi, Roberta non solo crea gioielli con una tecnica antica di millenni, la microfusione a cera persa, ovviamente personalizzata e messa al servizio di materiali legati al territorio, ma nel suo piccolo laboratorio a vista vi farà anche vedere come nasce un gioiello. Evidente nelle creazioni di Roberta il legame al territorio, sia nelle forme che nei materiali utilizzati, prevalentemente metallo povero (ottone o bronzo) con eventuali inserti dorati, o in qualche caso legno di ulivo. Fra le varie collezioni realizzate, quella denominata “Abbracci” evidenzia non solo la bellezza del gioiello, ma anche significati profondi legati alla sua terra, che Roberta sarà felice di spiegarvi.

Mentre la nuova collezione “Onde” ci riporta al mare e al desiderio di libertà, accanto ai gioielli nel piccolo ma ricco atelier, sarà possibile ammirare delle vere e proprie creazioni artistiche che evidenziano la tecnica e la capacità espressiva di Roberta, il cui unico cruccio è che oggi la passione per l’artigianato d’arte si stia perdendo, con i giovani sempre più attratti da altri interessi, ed anche per questo Roberta, che giovane è, ama mettere la sua esperienza al servizio dell’insegnamento. Per muoversi nei vicoli del centro storico, ma anche per visitare i dintorni di Otranto, niente di meglio di un mezzo vintage, agile e divertente, come l’ape calessino, che sembra riportarci indietro nel tempo. Sotto la guida di Angela, scopriremo così che il borgo antico offre diversi spunti d’interesse, a partire dal Castello Aragonese e dalle tante chiese che segnano la grande devozione cristiana del paese, a seguire con palazzi d’epoca, scalinate, cortili e scorci di una vita che aveva un tempo ben altra dimensione. Il nostro mezzo vintage ci porterà poi a scoprire un tratto di costa salentina, che più ci si spinge verso sud più diventa alta e rocciosa, offrendo anche qualche ridosso temporaneo ad uso e consumo dei diportisti di passaggio.

In uno di questi si può ammirare a Punta Palascìa il faro di Capo D’Otranto, bello e imponente, ma soprattutto importante perché segna il punto più a levante della Puglia, ovvero dell’Italia: di fronte a meno di 50 miglia ci sono le coste dell’Albania. L’esperienza studiata da Maria Alba Pandolfini, titolare di Tourango (gioco di parole per Tour an’ go), all’insegna di “incontri e racconti lungo la costa d’Otranto”, ha puntato molto sull’originalità dei personaggi, e decisamente originale è il personaggio che si incontra con il suo “Salento Pizza&Food”, definito anche “Food Truck Gourmet”: un mezzo e una storia che meritano una spiegazione. Dopo aver girato un po’il mondo, Davide Potente, “Mastro Pizzaiolo”, ha deciso di inventarsi qualcosa di nuovo ed ha trasferito la sua esperienza in una sorta di camper gastronomico, in realtà la riproduzione di un mitico pulmino Volkswagen dei bei tempi andati, montata su un carrello da barca facilmente trainabile su strada. A bordo c’è una vera e propria cucina mobile iperattrezzata (forno, griglie, impastatrice, cappe aspiranti e via dicendo) con cui Davide realizza un’ampia serie di street food assolutamente (testimonianza personale) di alto livello, e legati ai prodotti tipici del Salento: ecco allora la pizza, i panzerotti, la puccia, le carni grigliate, e tutta una serie di panini gourmet realizzati usando prodotti locali a chilometro zero.

Molto suggestiva anche la location in cui Tourango ha previsto l’incontro con il Food Truck di Salento Pizza&Food, e dove con lo sfondo dell’estremo levante d’Italia (il faro di Capo D’Otranto) viene organizzato un pic-nic in cui allo show cooking di Davide si affiancherà il ritmo della “pizzica”, la tipica danza salentina interpretata da Moana Casciaro dell’Associazione Ulia Te Cantu. Sarà sempre la nostra ape calessino a portarci verso l’ultimo incontro, forse anche il più suggestivo, che ci consentirà di assorbire tutte le emozioni della giornata in un momento che affianca misticismo a benessere.

In un paesaggio dominato dai secolari ulivi della “Tenuta Centoporte”, circondati da un silenzio appena rotto dalle voci della natura, entrano in gioco Il Flying Yoga Dance e il maestro Cristian Bevilacqua, che ha inventato questa particolare disciplina. Già l’atmosfera invita alla meditazione, ma per creare un distacco più netto Cristian si avvale di particolari amache che abbracciano e sospendono il corpo liberandolo da ogni peso.

Controllando respiro e movimento attraverso un massaggio guidato, si arriva ad un totale e benefico rilassamento che consente di scaricare tutte le tensioni della colonna vertebrale, ed è qui che entrano in gioco Simone Gatto e i suoi strumenti di antica sapienza orientale: campane tibetane, gong, tamburi sciamanici, e via dicendo, che con le loro particolari vibrazioni entrando in risonanza con le nostre cellule cerebrali creano un massaggio sonoro che favorisce il rilassamento e la sincronia fra i nostri emisferi cerebrali.
Per informazioni: Tourango, Tel. 080 37 43 273 – Mail: marialba@tourango.it – Web: www.tourango.it

Taranto e arco ionico

Un affascinante passato

Nessuna meraviglia, in una terra di confine come la Puglia, che un passato polietnico sia sempre dietro l’angolo pronto a sorprenderci. Ma ad emozionare
può essere anche il presente, quando riesce a trasformare un’antica masseria in un raffinato wine resort.

Per la ricchezza della sua terra, per la sua favorevole morfologia, per la posizione strategica come porta d’entrata per tutto ciò che arrivava dall’oriente: sono molte le ragioni per le quali la Puglia si trascina dietro un passato ricco di storia, in cui popoli e dominatori si sono alternati per millenni, e sono tante le testimonianze che possiamo oggi trovare in quella che è una delle più grandi regioni d’Italia. Testimonianze storiche ed antiche tradizioni che sono oggi preziose chiavi di lettura per capire il nostro passato, e che hanno suggerito il particolare programma proposto da Meeting Planner.

Centro del progetto è Taranto, una città spesso considerata più commerciale che turistica, ma che può regalare esperienze emozionali e culturali di primo livello. La prima, ci sentiamo di dire in ordine d’importanza, è il suo Museo Archeologico Nazionale (MArTA), che non è un mero susseguirsi di reperti difficilmente comprensibili, ma un’esposizione recentemente restaurata (2016) nei minimi dettagli per essere chiara, intuitiva, gradevole, e affascinante in ogni risvolto. Il museo raccoglie svariati secoli o piuttosto millenni di storia, dai primi ritrovamenti paleolitici ai reperti medioevali, e se la bellezza di alcuni oggetti è decisamente mozzafiato, altri sorprendono per la loro particolarità facendoci entrare nella vita quotidiana di quelle antiche popolazioni.

Per vivere nell’attualità dell’oggi la storia di ieri verrete poi accompagnati da una guida specializzata nel centro storico di Taranto, un intrico di vicoli in cui le epoche si sono susseguite e ammonticchiate in modo disordinato, alternando sorprendenti sovrapposizioni architettoniche a momenti fortemente suggestivi. Uno di questi è sicuramente il duomo, la più antica cattedrale pugliese, dedicata a S.Cataldo, protettore della città. Dietro la sua facciata barocca la basilica nasconde antiche origini bizantine risalenti al X° secolo, ma è in epoca rinascimentale che si arricchisce maggiormente di cappelle, affreschi e dipinti, continuando ad arricchirsi e svilupparsi nei secoli successivi. Una testimonianza di questo work in progress è quella che è indubbiamente la sua più imperdibile caratteristica: il cosiddetto “Cappellone di S.Cataldo”, iniziato nel 1151 e portato a termine nella sua versione attuale solo verso la fine del settecento. Chiamato “Cappellone” per la sua imponente bellezza artistica, è un policromo trionfo barocco in cui marmi intarsiati, che nell’altare si arricchiscono di madreperle e lapislazzuli, si alternano alle statue di importanti santi, il tutto sotto lo sguardo ieratico di S.Cataldo, la cui statua in argento racchiusa in una nicchia domina la scena. Taranto è città antica e ricca di sorprese.

Una di non poco conto deve averla sicuramente vissuta il dottor Marcello Bellacicco dopo aver acquistato il palazzo Beaumont Bonelli. Nella fase di restauro si trovò infatti davanti una sorta di scantinato pieno di detriti di ogni tipo, che man mano che venivano rimossi lasciavano intravedere un ipogeo ampio e complesso che nelle varie stratificazioni sembrava risalire i secoli fino ad arrivare alla fondazione di Taranto, ma che riportava strato per strato le testimonianze di tutte le epoche successive: in altre parole dall’arrivo degli Spartani alla costruzione del palazzo nel XVII° secolo. Un’attenta analisi ha poi rilevato che sotto il palazzo si trovavano le cave utilizzate dagli Spartani (che non dimentichiamolo furono i fondatori di Taranto) per costruire i loro templi, ed oggi quest’incredibile sito riportato allo stato delle sue origini è stato trasformato dalla famiglia Bellacicco in un singolare museo-ipogeo, suddiviso in quattro sale per un’estensione di circa 700 mq, spesso sede di eventi artistici e culturali.

La Puglia custodisce probabilmente il maggior patrimonio di masserie esistente in Italia, e quelle che erano un tempo semplici costruzioni rurali vengono oggi sempre più spesso ristrutturate e trasformate in eleganti resort, senza per questo rinunciare alle attività originali. Lo si capisce bene quando sotto la guida di Paola, ideatrice di questo itinerario, arriverete alla Masseria Amastuola, a Crispiano, oggi una raffinata struttura di ricevimento che abbina l’attività turistica alla produzione di pregiati vini biologici. E per capire cosa intendiamo per raffinata, basti ricordare che la disposizione dei vigneti è stata modificata seguendo il progetto di Fernando Caruso, paesaggista spagnolo di fama internazionale, per formare delle onde a richiamo del vicino mare. Il tutto immerso in una distesa di ulivi secolari, a volte impressionanti per il diametro e i contorsionismi dei loro tronchi.

La masseria dell’Amastuola, che si estende su 150 ettari, può ospitare sia gruppi in visita al vigneto con possibilità di degustazione e ristorazione, sia ospiti più stanziali con la disponibilità di 18 camere. Da non dimenticare poi il fascino, in Puglia sempre vivo, del sito archeologico preesistente alla masseria: qui, ad esempio, sono stati ritrovati alcuni dei famosi “Ori di Taranto” visibili al MArTA. Per chiudere la giornata ci si trasferirà a Grottaglie, nota anche come “Città della Ceramica”, proprio in una bottega di lavorazione, quella di Mimmo Vestita, dove oltre a vedere dal vivo la lavorazione dei vari prodotti scoprendone tutte le particolarità (e volendo cimentandosi nel creare al tornio un vaso o un “pomo”), si potrà scoprire un’altra di quelle sorprese che in Puglia sono sempre dietro l’angolo. Lo stesso Mimmo vi accompagnerà infatti a visitare la sua villa, quasi un rudere acquistato per una strana combinazione, ma dentro cui in fase di restauro furono scoperte diverse antiche cisterne e pavimenti millenari. Il che è ben poca cosa di fronte al ritrovamento di una sala ipogea al tempo totalmente nascosta da pietre e detriti accumulati nei secoli.

Quando fu liberata apparve un antico forno (1300 d.C. circa) semidistrutto e sorprendentemente mai usato, dietro il forno apparve un muro, e quando la sovrintendenza archeologica venne a dare un’occhiata e provò ad aprire una nicchia nel muro l’archeologa che si affacciò torcia in mano quasi svenne: dietro il muro si aprivano tre splendide nicchie affrescate con le immagini di S.Barbara, del Cristo al centro, e di S.Nicola a sinistra, mentre sulla volta, incisa nella roccia, dominava l’antica croce dei Templari.
Per informazioni: Meeting Planner, Tel. 080 9905360 – +39 3332818180 – Mail: info@meeting-planner.it – Web: www.meeting-planner.it

Bitonto e terra di Bari

Fra vicoli, ulivi, e frantoi

Bitonto prima sorprende con un centro storico da cartolina, poi ci apre il suo scrigno di tesori golosi e antiche tecniche produttive. Dal dolce bocconotto alla cucina tradizionale barese, fino all’oro verde: l’olio extravergine d’oliva.

In una regione grande ed estesa come la Puglia, dietro le più note bellezze è facile si nascondano realtà ancora tutte da scoprire e valorizzare. Spesso a parlare è la natura, ma altre volte a polarizzare la nostra attenzione è la storia, e lungo queste coste strategicamente posizionate di fronte all’antico “oriente”, di storia ce n’è tanta. Bitonto, ad esempio, una cittadina oggi di 56.000 abitanti ai margini dell’altopiano della Murgia, ma a soli 7 chilometri dal mare, di storia da raccontare ne ha tanta, e visitarne il borgo antico è un must da non perdere, tanto da essere la prima tappa del progetto elaborato dalla Lauretana Viaggi.

Fra antiche chiese e palazzi nobiliari i suoi stretti vicoli lastricati di antiche pietre sono una continua fonte di sorprese. Si può incontrare un forno antico di secoli ma ancora oggi perfettamente attivo e gestito da un gruppo di ragazzi, o soffermarsi di fronte all’inquietante Chiesa del Purgatorio dove figure apparentemente macabre ricordano ai passanti che alla morte nessuno può sfuggire, anche se un tempo il messaggio era più soft e invitava più che altro a pregare per i propri defunti. Quasi inaspettatamente si scopre poi il grande piazzale che ospita la cattedrale, un imponente edificio in stile romanico risalente al XII° sec.: all’interno tante le particolarità, fra cui un sorprendente mosaico scoperto quasi per caso sul pavimento della cripta di una chiesa sottostante, che mostra un grifo alato: perfetta la conservazione, ma enigmatico a tutt’oggi il significato.
La Puglia è anche una continua scoperta di sapori, indifferentemente dolci o salati, e al “Quarto Storto”, ristorante molto ricercato in pieno centro storico, dopo aver assaggiato il meglio dei piatti tradizionali sarà possibile sotto la guida di Amedeo, il titolare, visitare l’annesso laboratorio artigianale, il “Boccabò”. Qui Amedeo ci svelerà la sua ricetta per realizzare il bocconotto, dolce tradizionale a base di ricotta, che volendo potremo provare ad impastare con le nostre mani.

Una certa superficialità, figlia della globalizzazione e di un fuorviante bombardamento pubblicitario, ci impedisce a volte di scoprire il fascino di un mondo che pure abbiamo sotto i nostri occhi. Sotto il mare di millenari uliveti che accompagnano per chilometri il pianeggiante territorio della Puglia, vive una storia antica ed allo stesso tempo attuale che certifica l’eccellenza del prodotto: l’oro verde di questa splendida regione, l’olio d’oliva. Solo che quello che acquistiamo magari al supermercato e versiamo a volte distrattamente nelle nostre pietanze, potrebbe avere poco a che fare con il vero olio d’oliva extra vergine.

Per scoprirne la storia e i segreti si può allora entrare nel cuore di un’azienda, come l’Azienda Agricola Cuonzo, e farseli raccontare da chi profondamente innamorato di questo mondo ne conosce ogni piccola sfumatura. Ed è bello vedere ancora una volta quanto i giovani possano restare attaccati alle antiche tradizioni: Letizia Cuonzo, ad esempio, ha rilevato dal padre l’antico frantoio e ne ha fatto la sua ragione di vita sviluppando un amore e una competenza per il suo lavoro veramente notevoli. Non affrontate con lei l’argomento olio, perché potreste rimanere per ore ad ascoltare affascinati questa deliziosa quarantenne che pur laureata in tutt’altra materia si dedica da anni a produrre un olio biologico di assoluta eccellenza.

Normale che dopo aver conosciuto quanta storia e quanta attualità si nascondono dietro una semplice bottiglia d’olio, venga la voglia di vedere da vicino da dove nasce questo oro verde che accompagna la nostra civiltà da oltre 3000 anni. Per questo il progetto della Lauretana ha previsto, dopo un’approfondita visita del frantoio e una degustazione quasi religiosa accompagnata da uno spuntino di tipiche specialità pugliesi, di addentrarsi negli uliveti della proprietà.

E per farlo niente di meglio di un mezzo ecologico come la bicicletta. Pedalando in pieno relax si passano allora in rassegna alberi da guardare in molti casi con grande rispetto, perché per quanto sia difficile crederlo questi tronchi contorti hanno visto passare fra i loro rami secoli e secoli di storia, e continuano ancora oggi ad offrirci i loro frutti.
Per informazioni: Lauretana Viaggi, Tel. 080 37 43 273 – Mail: damiano@lauretanaviaggi.com – Web: www.lauretanaviaggi.com<p style=”text-align: center;”></p>

Leggi anche