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OCEANO INDIANO, ISOLA DI MAURITIUS

Isola di Mauritius

Sommario Nautica 695 – Marzo 2020

“Terra odorosa che il sole accarezza”

Definisce così Mauritius, nella sua prima composizione dedicata all’isola, il poeta francese Charles Baudelaire, che visitò questo sperduto angolo di mondo nel 1841.

Una destinazione che con 300 chilometri di candide spiagge protette dalla barriera corallina, un entroterra selvaggio e un piccolo arcipelago di amene isolette da esplorare ammalia chiunque vi approdi.

Situata al largo delle coste orientali dell’Africa, 430 miglia a Est del Madagascar, l’isola di Mauritius (58 x 47 km), di origine vulcanica, con i suoi eccezionali paesaggi naturali non ha ispirato solo Baudelaire – che vi arrivò ventenne a bordo di una nave commerciale dove il patrigno lo aveva fatto imbarcare a forza come punizione per la sua condotta sconveniente (debiti e donne) – ma anche altri poeti e scrittori che dal 1700 al 1900 hanno avuto modo di conoscerla viaggiando verso le Indie Orientali.

Tamarin Bay, Rivière du Rempart, costa Sud-Ovest di Mauritius

Joseph Conrad, che nel 1888 – allora giovane capitano del veliero Otago – vi restò un paio di mesi per un carico di zucchero, la descrisse nel libro “Un briciolo di fortuna” come “una perla che distilla grande dolcezza sul mondo”. Mark Twain, invece – che vi si fermò nel 1896 durante un lungo tour di conferenze nelle colonie britanniche – nel diario di viaggio “Seguendo l’Equatore” gli dedicò diverse pagine annotando che “tutto di Mauritius è bellissimo”, le ampie distese ondulate di canna da zucchero, le fitte foreste ombrose attraversate da limpidi ruscelli, i pittoreschi picchi montuosi e gli scorci di mare increspato da bianchi riccioli d’onda…

Mauritius
Ampia insenatura di Grande Baie a Nord Ovest

Un salto nella storia

Conosciuta già nel X secolo dai marinai arabi, Mauritius, da loro chiamata “Dina Airobi” (isola abbandonata), fu scoperta nel Vecchio Continente solo nel XVI secolo grazie all’apertura della cosiddetta “Rotta delle Spezie” da parte del navigatore portoghese Vasco da Gama che fu il primo europeo a raggiungere le Indie Occidentali doppiando il Capo di Buona Speranza nel 1498. Due anni dopo Diogo Dias – un altro portoghese – avvistò l’isola che nel 1502 finì col nome arabo sulla mappa del cartografo italiano Alberto Cantino. Ilha do Cerne (Isola dei Cervi) fu invece il nome scelto dai portoghesi, che per parecchio tempo furono gli unici a frequentarla – oltre ai pirati – per rifornirsi di acqua e viveri.

Ciò fino al settembre 1598, quando cinque navi olandesi al comando dell’ammiraglio Wybrandt van Warwijck – che battezzò l’isola Mauritius in onore dello statholder Maurits van Nassau – approdarono nell’odierna baia di Grand Port sulla costa sud-orientale.

La colonizzazione olandese ebbe inizio 40 anni dopo – nel frattempo l’isola venne utilizzata solo come scalo per le loro spedizioni ma rimase disabitata – quando la Compagnia Olandese delle Indie Orientali decise di fondarvi un insediamento. E non fu una scelta fortunata. Nel 1638 arrivarono i primi coloni ma lo sfruttamento delle foreste di ebano che in particolare avevano ingolosito la Compagnia si rivelò assai più difficile del previsto.

Frequenti e devastanti cicloni, invasioni di topi – causa di epidemie – e di voraci locuste capaci di distruggere ogni coltura, oltre alle frequenti fughe degli schiavi africani che quell’ebano dovevano tagliarlo, portò gli olandesi – dopo un ulteriore tentativo – ad abbandonare definitivamente l’isola nel 1607.

Fu poi la volta della Francia (che già controllava la vicina isola di Bourbon, l’attuale Réunion), in nome della quale nel settembre del 1715 Guillaume Dufresne d’Arsel – sbarcato nella baia di Port Louis sulla costa occidentale – prese possesso dell’isola che chiamò Ile de France.

I coloni – stavolta composti da una popolazione multietnica proveniente dall’India, Madagascar, Europa, Africa e Cina – incontrarono gli stessi problemi. Solo l’arrivo nel 1735 di Bertrand-Francois Mahé de La Bourdonnais, con la carica di governatore, cambiò radicalmente le cose.

Sotto la sua guida vennero create piantagioni di zucchero, indaco, cotone e tabacco, il villaggio di capanne di Port Louis fu trasformato in una vera città con un fiorente scalo marittimo, case in pietra, ospedali, fortezze, caserme, mercati e strade.

All’inizio del 1800 l’economia prosperava grazie all’esportazione di spezie, ebano e tessuti ai cui proventi si aggiungevano le ingenti somme di denaro procurate dai corsari – di base in loco – soliti saccheggiare le navi mercantili inglesi in tutto l’Oceano Indiano.

La posizione strategica di Mauritius non poteva però sfuggire alle mire espansionistiche della Gran Bretagna che, dopo aver paralizzato più volte con le sue navi gli scambi commerciali dell’isola, decise di appropriarsene definitivamente.

Nel novembre del 1810 raggiunsero Mauritius con una flotta di 70 navi con a bordo 10.000 soldati. I francesi di soldati ne avevano solo 2.000 e il 3 dicembre capitolarono.

Le condizioni di resa furono però generose: leggi, costumi, religioni, proprietà privata, libero commercio e anche la lingua francese vennero infatti rispettati.

L’Ile de France tornò a chiamarsi Mauritius. Sotto l’egida della corona inglese l’agricoltura venne modernizzata con l’introduzione di macchine e la coltivazione della canna triplicò tra il 1817 e il 1827: una vera “età dell’oro” che iniziò a declinare solo nel 1860.

Nel contempo nel 1833 la schiavitù venne abolita e i proprietari delle piantagioni fecero arrivare lavoratori indiani per sostituirli (i loro discendenti oggi rappresentano il 70 per cento della popolazione). Infine – dopo quattro secoli di dominio europeo – il 12 maggio 1968, Mauritius dichiarò la sua indipendenza e dal 1992 è una Repubblica di cui fanno parte anche l’isola di Rodriguez, le isole Agalega e l’arcipelago di Cargados Carajos.

Isola di Mauritius
Flat Island con le sue attraenti lingue di sabbia bianca a Nord di Mauritius

Mauritius la costa occidentale

Se a Mauritius le baie dove ancorare abbondano, lo stesso non si può dire dei porti turistici, che attualmente sono solo due, entrambi lungo la costa occidentale: Marina di Caudan, all’interno della baia che ospita la capitale Port Louis e, più a Sud, il Balise Marina situato all’interno di un complesso residenziale nella baia di Grande Riviere Noire, che si apre all’estuario dell’omonimo fiume protetta da una maestosa catena montuosa.

La crociera inizia con la scoperta di questa meravigliosa insenatura dove è facile incontrare stenelle, tursiopi, capodogli e, da luglio a settembre, le megattere.

Il reef che la protegge lascia spazio, a meridione, all’incantevole laguna di Le Morne dove ammirare con maschera e pinne i rigogliosi giardini di corallo intorno all’isolotto Crystal – un pezzetto di reef tondeggiante lambito da acque verde smeraldo –, e prendere il sole sull’isola di Benitiers, una disabitata lingua di sabbia corallina lunga un paio di chilometri e ricoperta di palme da cocco.

Isola di Mauritius
Al centro dell’immagine si nota la spettacolare “cascata sottomarina”, un’illusione ottica creata da una brusca variazione del fondale e dai depositi di sabbia generati dalle correnti sottomarine.

Sullo sfondo, alla ventosa estremità sud-occidentale di Mauritius, spicca la spettacolare penisola di Le Morne Brabant (Unesco), ornata da una bellissima spiaggia e sovrastata da un massiccio blocco di basalto alto 556 metri, famoso non solo perché spettacolare ma anche per una triste vicenda del passato: alcuni schiavi fuggiaschi, che si erano nascosti sulla sua cima, reagirono all’avvicinarsi dei soldati, che il 1 febbraio 1835 volevano comunicargli la fine della schiavitù, lanciandosi nel vuoto credendo che volessero catturarli.

Proseguendo il periplo in senso orario, prua a Nord, si può dare fondo nella baia di Tamarin, che prende il nome da uno dei due fiumi che vi sfociano – l’altro è il riviere du Rempart, piacevole da risalire in kayak e molto pescoso –, un’ottima base per raggiungere accattivanti spiagge come Flic en Flac – una distesa di soffice sabbia bianca orlata da alberi di casuarina, particolarmente amata dai mauriziani che vi si riversano nel week end – e per fare immersioni in uno dei tanti memorabili diving point come “la Cattedrale”, un labirinto di corallo tappezzato di gorgonie dove trovano riparo aragoste e pesci di barriera.

Isola di Mauritius
La Cattedrale, uno dei più bei siti di immersione di Mauritius.

Port Louis, capitale multietnica

Poche miglia più a Nord, in una grande baia protetta dalla catena montuosa di Moka – riconoscibile da due picchi che superano gli 800 metri, Pieter-Both, con all’apice una gigantesca formazione rocciosa somigliante a una testa umana, e Pouce, a forma di pollice – è cresciuta la capitale Port Louis. Città fondata nel 1735, emblema di un’isola in cui convivono in perfetta armonia etnie, culture e religioni diverse fra componenti africane, europee e asiatiche, retaggio della sua storia.

Isola di Mauritius
Port Louis, Le Caudan Waterfront

Il cuore pulsante della città, miscela di eleganti edifici coloniali e moderni grattacieli, è Le Caudan Waterfront, lungomare su cui si affacciano hotel, bar e ristoranti oltre a un casinò e un centro commerciale, mentre alle sue spalle si trova il movimentato Central Market che, organizzato su due piani, è una festa di profumi e colori dove trovare dai generi alimentari agli oggetti di artigianato, tessuti, monili, spezie e l’ottimo tè delle piantagioni mauriziane.

Isola di Mauritius
Artigianato locale

Merita una visita anche l’Aapravasi Ghat (Unesco), complesso di edifici che riunisce quanto rimane dell’originario centro di raccolta dove alloggiavano gli immigrati indiani appena sbarcati, prima di essere “smistati” nelle piantagioni di zucchero dove avrebbero dovuto lavorare per 5 anni quasi in condizioni di schiavitù.

Da Nord a Est di Mauritius

Oltrepassata la bella Baie aux Tortues, la baia delle Tartarughe (possibile ancoraggio) dotata di un magnifico litorale adiacente al Parco Marino, si arriva a Grand Baie, una vasta insenatura ben protetta dal vento e famosa per gli sport d’acqua oltre che per la pletora di ristoranti, resort, negozi e locali che la animano. Non a caso si è guadagnata il titolo di “St. Tropez dell’isola di Mauritius”.

Da qui si raggiunge in un attimo la vicina estremità settentrionale di Mauritius, Cap Malheureux (Capo Infelice), che deve il nome ai numerosi naufragi avvenuti in loco, come pure allo sbarco degli inglesi nel 1810, che dalla sua bella spiaggia partirono per impossessarsi definitivamente dell’isola.

Simbolo del Cap è la candida chiesa con il tetto rosso dell’omonimo villaggio, che si lascia a poppa mentre si naviga verso le attraenti isole disabitate più a Nord. Di singolare bellezza è l’antico cono vulcanico basaltico di 76 ettari chiamato Gunner’s Quoin (o Coin de Mire), una riserva naturale (non si può scendere a terra) dove si può dar fondo sotto le sue alte scogliere per uno snorkeling d’eccezione, mentre un vero piccolo eden, a una manciata di miglia, è l’Ile Plate, con una laguna immacolata protetta dalla barriera corallina che condivide con l’Ilot Gabriel, anch’esso impreziosito da spiagge fantastiche dove starsene in santa pace. Sicuramente uno dei luoghi più incantevoli di Mauritius.

Isola di Mauritius
L’ile aux Cerfs, contigua all’Ilot Mangenie che è l’isla privata dello Shngri-Là’s Le Touessrok Resort & Spa, costa Est di Mauritius

Che fa concorrenza a l’Ile aux Cerfs, sinuosa e verde isoletta posta a metà della costa orientale, orlata da lingue di morbida sabbia bianca che si protendono nell’acqua turchese dove sguazzare a ridosso della barriera corallina. Più a Sud si può ancorare nella baia di Grand Port, cui fa capo la cittadina di Mahébourg dove apprezzare belle architetture, luoghi di culto di tutte le confessioni e un Museo Navale in ricordo della battaglia del 1810 tra la marina inglese e quella francese.

La più grande barriera corallina dell’isola si trova qui ed è protetta nel Parco Marino di Blue Bay, il sito più gratificante dove fermarsi per lo snorkeling prima della ruggente costa meridionale che, priva della protezione del reef, regala fenomeni naturali come Le Suffleur (i getti di acqua). Si doppia quindi Le Morne Brabant per tornare nella baia di Grande Rivière Noire, un ottimo punto di partenza anche per esplorare il selvaggio entroterra di Mauritius.

Il cuore verde dell’isola

Dietro le coste mauriziane si estende un magnifico territorio con un’infinità di luoghi da visitare e almeno tre da non perdere. A Nord, gli affascinanti Giardini Botanici di Pamplemousses che, creati nel 1767 da Pierre Poivre, ospitano 500 specie di piante esotiche, giganteschi fiori di loto Victoria Regia, ninfee giganti dell’Amazzonia e 80 varietà di palme oltre a centinai di fiori e frutti tropicali.

Isola di Mauritius Sette Terre Colorate
Le cosiddette “Sette Terre Colorate” di Chamarel, a Sud di Mauritius.

A Sud, le “Sette Terre Colorate” di Chamarel, un luogo unico al mondo dove granelli di sabbia rossi, marroni, viola, verdi, blu, azzurri e gialli ricoprono un terreno ondulato di 7500 metri quadrati e oltretutto i suoi colori anche dopo essere stati mischiati dalle intemperie tornano in breve tempo a separarsi. Ultimo must, il Parc National des Gorges de Rivière Noire (Parco Nazionale delle Gole del Fiume Nero), una riserva naturale di oltre 6000 ettari che protegge un’infinita distesa di colline tondeggianti, fitte foreste, profonde gole e magnifiche cascate.

Notizie Utili

Come arrivare sull’isola di Maurtius

L’unico volo diretto per l’isola di Mauritius – l’Aeroporto Internazionale Sir Seewoosagur Ramgoolam (MRU) è situato 45 km dalla capitale Port Louis – è operato da Alitalia (www.alitalia.com) tre volte a settimana con partenza da Roma Fiumicino. Tra le varie alternative, la compagnia di bandiera Air Mauritius (www.airmauritius.com), in collaborazione con Emirates, Air France e Klm, offre voli giornalieri via Parigi, Dubai e Amsterdam con partenza dai principali aeroporti italiani. La durata del volo è di 10-11 ore, cui bisogna aggiungere i tempi per lo scalo.

Documenti

Per entrare nel Paese è necessario essere in possesso di passaporto con validità residua di almeno 6 mesi al momento della partenza da Mauritius, oltre che di biglietto di ritorno e prenotazione del soggiorno.

Fuso orario, lingua, valuta

Le lancette dell’orologio vanno spostate tre ore in avanti rispetto all’Italia, due quando vige l’ora solare. La lingua ufficiale è l’inglese, ma si parla anche francese, creolo e hindi.
La moneta è la Rupia Mauriziana (MUR) e sono accettate le principali carte di credito (Visa, Mastercard ecc.).

Clima

Il clima è tropicale, reso piacevole dall’aliseo sudorientale che soffia tutto l’anno, specialmente durante l’inverno, caldo e secco, che va da maggio a novembre, mentre l’estate è più calda e umida con possibilità di piogge frequenti e cicloni in particolare nei mesi di febbraio e marzo. I periodi migliori per visitare l’isola vanno da aprile a giugno e da settembre a dicembre.

Resort

Dinarobin Beachcomber Golf Resort & Spa (Le Morne Peninsula; www.beachcomber-hotels.com). Alle pendici del monte Le Morne, si affaccia sulla spiaggia questo elegante resort 5 stelle circondato da lussureggianti giardini tropicali. Dispone di eleganti suite, due piscine, centro benessere, palestra, 4 ristoranti e campo da golf a due minuti di auto.
Shangri-La’s Le Touessrok Resort & Spa (Coastal Road, Trou d’Eau Douce; www.shangri-la.com/mauritius). Lussuoso resort 5 stelle situato su una spiaggia ombreggiata da palme sulla costa Est. Offre camere e suite con vista sull’oceano, spa e centro benessere, campo da golf da 18 buche, piscine all’aperto, 5 ristoranti e un’isola privata, l’Ilot Mangenie con stabilimento balneare e maggiordomi in loco.
The Oberoi Beach Resort (Baie Aux Tortues, Balaclava; www.oberoihotels.com). Cinque stelle sulla spiaggia di Turtle bay, costa Ovest. Le sue lussuose suite con tradizionali tetti in paglia sono adagiate in un giardino tropicale di 8 ettari. A disposizione degli ospiti, 3 piscine, spa e centro benessere, ristoranti e attività sportive.

Charter

Seafarer Cruising & Sailing Holidays (La Balise Marina, Riviere Noir; www.seafarersailing.co.uk). Crociere di una settimana – con equipaggio – a bordo di un catamarano Lagoon 440 che dispone di 4 cabine con bagno privato e di attrezzature sportive per praticare dallo snorkeling al kayaking.
Elite Voyage Mauritius (www.elite-voyage.com). Tour operator mauriziano offre una crociere con lussuosi catamarani con equipaggio, oltre a uscite di pesca ed escursioni nell’entroterra dell’isola.

Mauritius Tourism Promotion Authority
c/o Aviareps Srl
Piazza della Repubblica 32 – 20124 Milano
Tel. 02 43458377
www.tourism-mauritius.mu

Le foto del servizio sono di LY Hoang Long,
Amit Mehra, Yamashita, Pascal Kobeth (sub), Bamba Sourang / MTPA.

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