Grecia: un mare da vivere
Foto di Stefano Navarrini e Ente Turismo Ellenico
Innamorarsene è facile, così come restare vittime di una nostalgia che non tarderà a riportarci più volte tra le sue migliaia di isole.
Perché è difficile trovare un altro mare in grado di offrire al diportista lo stesso seduttivo piacere del navigare.
Secondo il governo greco, comprendendo anche isolotti e scoglietti vari, sono 9.835.
Sulla stessa considerazione di base, Wikipedia scende a circa 6.000, mentre forse più realisticamente il National Geographic si ferma a 1400 fra Ionio ed Egeo. Tutte isole che, andando a formare un mega arcipelago con uno sviluppo costiero di circa 17.500 km, a rigor di ellenica etimologia potremmo tranquillamente chiamare Polinesia (πολλά νησιά = molte isole).

Aggiungiamoci che siamo nel Paese culla della nostra civiltà, dove ad ogni passo ti ritrovi davanti la storia e tutti i nomi conosciuti sui libri di scuola; dove puoi navigare per settimane o mesi puntando su mete sempre diverse con traversate di poche miglia, con la tranquillità che qualunque siano le condizioni meteo avrai sempre un ridosso a portata di timone; dove l’incontro con i locali ha nel codice genetico quel senso di ospitalità che ci riporta a ricordi omerici.
E mettiamoci pure strutture ricettive nautiche cresciute negli anni e oggi molto accoglienti. Certo non tutti sono d’accordo su questa ultima nota, nel senso che c‘è chi preferiva quella vecchia Grecia dove andar per mare era un po’ un’avventura, dove l’acqua per riempire il serbatoio la facevi con la manichetta della taverna mentre bevevi il tuo ouzo con feta e olive, e dove, se ti diceva, bene il carburante te lo portava un triciclo con sopra un bidone.
Certo, per i più nostalgici qualcosa di quella vecchia Grecia è rimasto nelle isole meno nobili, ma la realtà di un compromesso offerto da porticcioli ben attrezzati e da strutture turistiche efficienti offre forse un quadro più appetibile. Anche perché ciò che è rimasto inalterato è la bellezza di tutto quel che si incontra, a terra fra vestigia storiche e sorprendenti bellezze naturali, ma soprattutto in mare.
Un insieme di cose che, senza voler spendere banali superlativi, è comunque difficile trovare altrove. Ed è proprio questa seduttiva situazione che crea una forma di dipendenza per la quale poi, anno dopo anno, ci si ritrova in queste stesse acque, come a dire che così come esiste il mal d’Africa esiste anche il mal di Grecia.
Grecia: come e dove
In altre parole, quale mare potrebbe offrire di più a un diportista, sia esso in cerca di una vacanza mordi e fuggi o di una crociera long range, considerando anche il non trascurabile dettaglio che la Grecia è vicina.
Quanto vicina? 85 miglia nel tratto minimo fra Otranto e Corfù (o Kerkyra che dir si voglia), su una rotta piuttosto frequentata da traghetti e navi commerciali ma che in estate, imprevedibile medicane a parte (il cosiddetto ciclone tropicale mediterraneo), dal punto di vista meteo è piuttosto tranquilla. In pratica, andando a vela parti all’alba e arrivi al tramonto; se invece vai a motore dipende dai cavalli che hai a bordo, perché potresti metterci anche meno di tre ore.
C’è però anche un’altra possibilità che, considerando di dover comunque arrivare a Otranto partendo magari da Venezia, semplifica non poco il problema, ed è quella di caricare su un traghetto macchina e barca, ovviamente carrellabile, e ritrovarsi in Grecia con la possibilità di raggiungere rapidamente la propria meta lontana magari qualche centinaio di chilometri. Per capirci, ho personalmente incontrato gommoni battenti bandiera italiana anche fra le più sperdute isolette del Dodecanneso.

Il noleggio
In realtà, per vivere in modo ottimale il mare della Grecia esiste ancora un’altra soluzione, la più logica e pratica a meno che non siate felici pensionauti con qualche mese di vacanza a disposizione: il charter, ma di questo riparleremo più avanti.
Risolto il problema del come, resta tuttavia da risolvere quello del dove. Con oltre mille tra isole e isolotti sparsi fra l’Egeo e lo Ionio, la Grecia può creare seri imbarazzi. Diamo per scontata la conoscenza geografica del Paese e su questa base suggeriamo una prima considerazione. Se navighiamo a vela, il vento sarà il nostro principale motore… purché sia dalla nostra parte perché in caso contrario potrebbero essere dolori. È un dettaglio da considerare con attenzione, soprattutto se si naviga su una barca in charter che a fine vacanza va riportata al porto di partenza nella data di fine contratto.

Il meteo
Diciamo comunque che in Grecia il vento non manca mai, più dolce e gentile nella parte ionica, un po’ più scontroso in Egeo, notoriamente patria del meltemi. Anche chi conosce bene questo vento, inclusi i pescatori locali, sa che non sempre risponde a regole precise, salvo il fatto di essere prevalentemente un vento estivo, di spirare da N-NO e di soffiare con una media di 15-20 nodi ma a volte con raffiche ben superiori. Sul fatto che – come si vorrebbe – cali a sera, diciamo…a volte sì, a volte no; il che fa il paio sulla sua durata: a giorni dispari come tutti i venti da Nord che si rispettino? Uno, tre, cinque?
È anche capitato – amarcord personale – di aver passato un’intera settimana bloccati a ridosso di un’isola, per la cronaca Astipalea, isola di norma accogliente e gentile come poche. Per cui l’itinerario va studiato con attenzione tenendo presente che le zone elettive del meltemi sono le Cicladi e il Dodecanneso, mentre le Sporadi sono l’arcipelago meno soggetto anche se non del tutto indenne. Il che non toglie che, se siete in gamba e amate la bolina, il meltemi può anche diventare il migliore amico per vivere forti emozioni.
Un’altra considerazione, tutt’altro che secondaria, riguarda il tipo di vacanza su cui avete puntato: cercate un contatto più diretto possibile con la natura? Preferite navigare tranquilli fra porticcioli e ridossi sicuri? Amate navigazioni brevi per godervi di più il mare e magari fare qualche escursione a terra? Siete disposti a traversare l’Egeo bordeggiando come foste in regata?
O magari avete voglia di una vacanza mondana tutta shopping e nightclub? Difficile rispondere esaurientemente a tutte queste domande. La Grecia può soddisfare ogni esigenza, ma in poche righe non possiamo che rispondere con un breve tour rappresentativo.

Una scelta di base
Per un contatto diretto con la natura possiamo come prima opzione suggerire le isole più a Nord delle Sporadi, come Pelagos (Kyra Panaghia), dove l’unico approdo è una sorta di lago iperprotetto, ovvero un ridosso a prova di uragano non a caso chiamato Planiti…e non preoccupatevi se a guardia dello stretto passaggio di accesso c’è un isolotto chiamato “Sphika”: questo non presenta pericoli e all’interno i suei fondali sono sicuri.
Per un contatto ancora più aspro, sempre puntando a N-O delle Sporadi, potete fare un day cruising alle vicine isole di Yioura e Psathura: un inaccessibile massiccio di roccia riservato alle sole capre, la prima; un pianeggiante cappello di roccia che si stende ai piedi di un alto faro e circondato di bassi fondali, la seconda.
In entrambi i casi nessuna possibilità di ridosso sicuro. Siamo comunque nel regno della foca monaca e se sulla carta siete attratti dalla non lontana Piperi, lasciate stare: non solo perché anch’essa priva di ridossi, ma soprattutto perché trattasi di inaccessibile riserva naturale dedicata appunto alla protezione della foca di cui sopra. Le stesse Sporadi possono però offrivi un pizzico di mondanità, soprattutto a Skiathos, dove fra l’altro è stato girato il celebre “Mamma mia”, con angoli di sogno i cui gettare l’ancora essendo questo il più verde arcipelago dell’Egeo.
Se preferite navigazioni brevi e tranquille, meltemi a parte, le Cicladi sono un perfetto compromesso: porti sicuri e ben organizzati, bellezze naturali di primo livello come quelle di Milos e di Santorini, il top della mondanità come a Mykonos, e una situazione archeologica di straordinario interesse offerta dall’isolotto di Delos, di cui restano splendide rovine. Senza dimenticare che, fra leggenda e realtà, in questi mari potrebbero celarsi i resti di Atlantide.

La navigazione
Per una navigazione più suggestiva, in quanto pur essendo in piena Grecia si bordeggia costantemente con la Turchia a poche miglia, le migliori basi di partenza sono Rodi, Kos, o anche Samos: siamo in pratica nel Dodecanneso – per inciso, un tempo non lontano appartenuto all’Italia – ovvero una lunga catena di isole che si snoda lungo l’estremo levante dell’Egeo seguendo un confine di solo mare.
Rodi, soprattutto dal punto di vista nautico, ne è l’assoluta capitale e base privilegiata delle principali compagnie di charter. Prima di mettersi in viaggio verso Nord, volendo dedicarle almeno un paio di giorni, da non perdere la vicina isola di Karpathos, un gigantesco muraglione di sbarramento alle onde del meltemi (ma il vento arriva lo stesso) sulla cui sommità, in uno dei suoi punti più suggestivi, sorge un villaggetto che sembra rimasto fermo a un paio di secoli fa: Olympos, un must da non perdere.
Da notare che lungo le coste di Karpathos, porto a parte, mancano del tutto possibilità di ancoraggio sicuro salvo per una sorta di fiordo pressoché disabitato e quasi invisibile dal mare, Tristomo, al quale si accede con un canale largo all’ingresso una decina metri (inaccessibile con il meltemi), che all’interno si apre e si allunga per un paio di miglia in situazione di assoluta sicurezza.

Prua a Nord
Tanto per dare un’idea di possibile itinerario, navigando invece verso Nord, da non perdere la deliziosa Symi con i suoi tanti ridossi e un porticciolo ben organizzato. A poche miglia Nisiros è un alto cono vulcanico ancora attivo con scarse possibilità di approdo, mentre Kalymnos è l’isola dei pescatori di spugne che oggi ha perso un po’ del suo fascino. A Kos, infine, oltre a poter disporre di un porto e di un marina di primo livello, potrete sfogarvi fra shopping, ristoranti e serate in piena allegria: tutto un fremito di vita. Tenete però presente che, oltre alle zone circostanti il porto, le coste di Kos sono piuttosto anonime.
Procedendo ancora verso Nord si incontra un mini arcipelago tutto da vivere, con una quantità di ridossi, deliziose isolette con i loro villaggi a misura d’uomo (Leros, Lissos, Arki, Fourni) e soprattutto Patmos, isola vulcanica ma luminosa, e soprattutto sede del monastero di San Giovanni, il più sacro dell’Egeo. L’ultimo Nord di questa catena di isole è forse un po’ più difficile da raggiungere ma va comunque tenuto in considerazione.
Se Samos, anche in forza della sua vicinanza alla Turchia, con la quale è collegata per mezzo di un intenso viavai di traghetti, è isola piuttosto frequentata, altre come Lesbos, Kios, e Limnos sono un po’ ai margini del turismo internazionale, ma forse proprio per questo valgono una visita.
Cambiando mare, a due passi dalle nostre coste, le Isole Ionie sono una Grecia un po’ diversa da quella della tradizionale iconografia turistica. Le coste di queste sette sorelle sono assai più simili a quelle del nostro meridione.
Navigare in questo arcipelago è decisamente piacevole e tranquillo; male che vada, ovvero in caso di improvvisi e sgradevoli rinforzi, ci sono sempre porti e ridossi a disposizione, soprattutto sui versanti orientali, perché quelli occidentali sono in genere i più aspri e inaccessibili. Corfù è la capitale nautica e turistica dell’arcipelago, con la grande marina di Gouvià ad accogliere anche i principali operatori charter della Grecia.
Tuttavia è bene tener presente che in estate l’isola raggiunge anche in mare una densità turistica poco incoraggiante. A Paxos e Antipaxos il mare assume già un altro aspetto, mentre Lefkada ospita a Nord un’altra importante marina e sul suo versante orientale offre il grande e riparato golfo di Nydri, con ampie possibilità di ancoraggio e di ormeggio in banchina.
Da non mancare ovviamente, per omerico omaggio, una visita a Itaca, anche se un po’ anonima e non straordinaria dal punto di vista paesaggistico, che però ospita una splendida marina (Vathy). Altra storia Cefalonia, alta e montuosa, verde quanto e più di Lefkas, e altrettanto inospitale lungo la costa ovest salvo per il piccolo e poco sicuro ma delizioso approdo di Assos; al contrario, il suo versante est offre una quantità di porti e ancoraggi fra cui, all’estremo sud, il grande fiordo di Argostoli.
La vera chicca di Cefalonia resta comunque Fiskardo, all’estremo nord dell’isola, un villaggio di poco più di 200 residenti dotato di un porticciolo con una trentina di posti barca pressoché inaccessibili in estate (attenzione ai bassifondali), ma con un’atmosfera gradevole e coinvolgente, quasi elitaria in certi casi, con un’ampia scelta di ristoranti affacciati sul porto a un passo dal mare e uno shopping ricercato.
Zante, fior di levante, segna l’estremo sud dell’arcipelago, isola con alcuni spot da non perdere ma anche povera di porti e ancoraggi sicuri. Povera anche di architettura tradizionale a causa dei numerosi e devastanti terremoti, l’isola affida le sue più iconiche immagini alle tartarughe, alle Blue Caves poste a estremo nord, ma soprattutto all’incredibile relitto del Panayotis, un piccolo cargo ad uso contrabbando sbattuto dalla furia del mare sulla spiaggia a qualche decina di metri dalla battigia, in una baia di rara bellezza.
Purtroppo è meta costante di barconi turistici pur restando comunque, soprattutto fuori stagione, una visione da guerre stellari. Zacinto dedica alle tartarughe, qui particolarmente presenti, la baia di Laganà con annesso isolotto di Marathonisi, ovvero un ampio parco marino nella zona sud dell’isola. Teoricamente, l’ancoraggio – per altro sicuro – sarebbe vietato, ma in assenza di controlli e con l’andirivieni dei barconi turistici, le tartarughe e gli eventuali diportisti hanno ben altro di cui lamentarsi.

Bella e quasi impossibile
Creta è un’isola meravigliosa, la più grande della Grecia, verde e montuosa, ricca di storia e con un mare splendido. Ciò nonostante, volendola visitare (opinione del tutto personale), preferirei farlo via terra per apprezzarne ogni risvolto in tranquillità e sicurezza. Non perché manchino porti e ridossi, anche se pochi rispetto all’estensione dell’isola, ma per un ragionamento in fondo abbastanza semplice.
La Grecia è la massima ambizione del diportista, che qui può spaziare in libertà fra centinaia di isole con uno zapping vario e divertente. Creta è un enorme muraglione posto quasi perpendicolarmente ai venti dominanti: da capo a capo, sono circa 260 km in linea d’aria che, dovendoli trasformare in miglia di navigazione con tutte le deviazioni del caso, diventano già per un solo versante una distanza enorme. In altre parole, se si sceglie Creta sarà Creta e basta.
Considerando anche che i pochi approdi sono al 90% sul versante settentrionale – quello più esposto al meltemi – e che la parte più interessante, anche se un po’ selvaggia, è quella sul versante sud, tutto sommato è un’isola che non si presta molto a quel diporto itinerante che è una delle cose più belle del navigare in Grecia.
La scelta più pratica
Oggi che la merce più preziosa a disposizione è il tempo, il charter resta, anche per chi possiede una barca propria, il modo più semplice per godersi una vacanza in Grecia.
Il discorso non è passato inosservato alle grandi compagnie locali e internazionali, tanto che in pochi decenni il Paese ha sviluppato un’organizzazione di primo livello con un’offerta di barche quanto mai varia: dai piccoli monoscafi, che per i meno esperti possono viaggiare in flottiglia assistita con percorsi brevi ma comunque affascinanti e ben studiati, ai cabinati di medie o grandi dimensioni noleggiabili con o senza skipper, lasciando ad un altro contesto i grandi yacht con equipaggio.
Non mancano, per gli appassionati del genere, i catamarani, che fra i mille ridossi delle isole hanno gioco facile. Le barche sono in genere molto curate, affidabili ed efficienti, con manovre velisticamente facilitate da rollafiocco e rollaranda e una buona dotazione di strumentazione elettronica.
Alcune agenzie consentono di prendere la barca in un’isola e poterla poi lasciare – magari con un piccolo sovrapprezzo – in un’altra, facilitando così itinerari a lungo raggio. L’assistenza, anche in caso di avarie, è molto efficiente.
Tuttavia, nello studiare l’itinerario, gli imprevisti – inclusi quelli meteo – vanno sempre ben calcolati tenendo conto della riconsegna della barca nei tempi contrattuali: da un lato, perché in caso contrario ci sono delle sanzioni da pagare; dall’altro, più umanamente, perché in banchina c’è già un altro equipaggio in attesa di partire. A proposito: non dimenticate mai che il segreto di una bella vacanza in barca – e la Grecia non fa eccezione – è quello di scegliersi l’equipaggio giusto.

Tremila anni di storia
A concepirlo fu in primis Periandro, tiranno di Corinto nel 602 a.C.; poi ci provò anche Nerone che, pur avendo a disposizione 6000 schiavi, non portò a termine l’opera. A terminarlo furono infine proprio i Greci, nel 1893. Lungo 3,4 miglia, il Canale di Corinto si presenta come un’impressionante ferita nella roccia che raggiunge i 79 metri di altezza e può accogliere navi fino a un massimo di 24,60 metri di larghezza, che transitano a senso unico alternato quasi sfiorandone le sponde.
Il canale, che consente di bypassare il Peloponneso risparmiando centinaia di miglia, è tuttavia accessibile anche alle imbarcazioni da diporto, con procedure tutto sommato semplici salvo l’eventualità di dover attendere qualche ora prima di avere il via al passaggio. Il costo del pedaggio, che varia a seconda della lunghezza della barca, è considerato uno dei più alti al mondo in rapporto al percorso da fare: per una barca di 12 metri si parla orientativamente di 200-220 euro.
Aperto h24 tutti i giorni, salvo il martedì dalle 17,00 alle 20,00, il canale ha due stazioni di pedaggio ai due ingressi ed è in costante ascolto sul canale 11 VHF. Al di là dei costi e del vantaggio di abbreviare non di poco il passaggio fra Ionio ed Egeo, va detto che l’attraversamento del canale di Corinto con la propria barca è un’emozione che resta ben impressa nella memoria.



