Australia, Queenisland, le isole Whitsundays
Con spettacoli naturali unici al mondo, decine di accoglienti baie, spiagge da sogno e porti turistici di ottimo livello, questo splendido arcipelago composto da settantaquattro isole “continentali” situate tra la costa del Queensland e la Grande Barriera Corallina è una delle più famose mete nautiche dell’Australia.
Situata dall’altra parte del pianeta, l’Australia è ancora in gran parte una terra primordiale e selvaggia con un cuore ferroso – l’Outback – tanto arido e inospitale quanto affascinante, animali da cui tenersi alla larga, come alcuni ragni tra le 2000 specie che vi abitano, serpenti non sempre innocui e un paio di meduse letali, ma che può vantare anche tra le sue peculiarità una delle più incredibili meraviglie della natura: la Grande Barriera Corallina.

La Great Barrier Reef (GBR)
Iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità (World Heritage List) dall’Unesco nel 1981, la Grande Barriera Corallina è il più vasto sistema di formazioni coralline al mondo con 3000 reef singoli di varia forma e dimensione collegati tra loro e composti da 340 specie di coralli duri e 60 di coralli morbidi, perfetto habitat per 1.500 varietà di pesci, 4.000 tipi di molluschi e una grande varietà di spugne, anemoni e crostacei.
Questo immenso organismo vivente dalla straordinaria biodiversità, si allunga per oltre 1000 miglia al largo della costa del Queensland, da Fraser Island, a Sud, fin oltre Cape York, a Nord, coprendo un’area di 350.000 chilometri quadrati sul lato esterno della piattaforma continentale australiana.

A imbattercisi per primo fu il navigatore britannico James Cook nel 1770, al comando dell’HM Bark Endeavour – maneggevole brigantino a palo di 32 metri costruito in solido legno di quercia – due anni dopo la sua partenza da Plymouth per una spedizione scientifica nell’Oceano Pacifico finanziata dalla Corona Britannica con la finalità – ufficiale – di registrare il transito di Venere davanti al Sole da Tahiti (un rilievo che incrociato con quelli di oltre 150 astronomi posti in varie parti del mondo avrebbe permesso di misurare con precisione le distanze dei pianeti – Terra inclusa – dal Sole). L’intento segreto era invece quello di cercare la Terra Australis, vagheggiata da Aristotele e inserita da Tolomeo (cartografo greco del I secolo d.C. che la riteneva piena di tesori) – nelle sue mappe riscoperte nel Rinascimento.

Cook non la raggiunse, ma in compenso trovò la Nuova Zelanda e mappò con precisione la costa orientale dell’Australia, allora chiamata Nuova Olanda, scovando Botany Bay (nei cui pressi fu poi fondata nel 1788 una colonia penale, oggi Sidney), le Isole Whitsunday e, appunto, la Grande Barriera Corallina che ebbe modo di studiare nelle sette settimane che ci vollero per riparare la sua nave incagliata sui bassi fondali nei pressi dell’odierna Cooktown, da cui la Grande Barriera Corallina dista solo una quindicina di chilometri.
Le Isole Whitsunday
Fanno parte dell’area protetta della Grande Barriera Corallina ben 900 isole tra lingue di sabbia, rigogliosi isolotti e lembi di terra come le Whitsundays, un arcipelago di 74 isole verdeggianti contornate da spiagge spettacolari e vasti reef vibranti di vita. Al contrario di quanto potrebbe sembrare, però, le Whitsundays – separate dalla terraferma dal Whitsundays Passage, un braccio di mare profondo tra i 50 e 100 metri – non sono isole coralline ma “continentali”, costituendo la parte emergente di una catena montuosa costiera che è stata sommersa quando, alla fine dell’ultima era glaciale, il livello del mare è salito.
Un paesaggio magnifico, con le sagome scure e appuntite delle isole che si stagliano maestose sullo sfondo luminoso dell’orizzonte, frastagliate coste rocciose che celano baie pennellate di scintillante sabbia bianca e un mare dai colori cangianti dal turchese chiarissimo allo zaffiro, mentre sotto la superficie dell’acqua brillano iridescenti barriere coralline.
Se a ciò si aggiungono le centinaia di anse riparate dove dare fondo e i porti turistici della regione che complessivamente ospitano il più grande numero di flotte charter bareboat del Pacifico del Sud, non è difficile capire come le Whitsundays siano considerate un vero paradiso per diportisti.
Sette giorni tra le isole
Le Whisundays – nome in origine attribuito solo a uno dei 5 gruppi (gli altri sono Lindeman, Sir James Smith, Anchor Islands e Repulse Islands) in cui fu suddiviso l’intero arcipelago battezzato Isole Cumberland da Cook – fronteggiano la costa tra le cittadine di Bowen e Mackay, allungandosi per un centinaio di miglia perfette per scorrazzare in barca anche per mesi.

Ottima base di partenza è Airlie Beach, frizzante località balneare situata poco a Nord di Mackay e raggiungibile da Brisbane – la capitale del Queensland, situata 900 chilometri più a Sud – con un volo di un’ora e mezzo (si atterra nell’aeroporto di Prosepine, collegato da un servizio navetta). Verdi parchi sul lungomare, spiagge ombreggiate da palme e una grande quantità di negozi, caffè e ristoranti offrono un piacevole diversivo prima di mollare gli ormeggi dal porto turistico classificato 5 Gold Anchor Platinum del Coral Sea Marina Resort.

La prima tappa è Nara Inlet sulla costa meridionale di Hook Island, una baia riparata e tranquilla che, simile a un fiordo, si inoltra per un paio di miglia tra colline boscose abitate per oltre 8000 anni dal popolo Ngaro, una tribù aborigena con una propria lingua e cultura. Ne è testimone la suggestiva grotta decorata con vivaci e indecifrabili disegni situata lungo il percorso interattivo del Ngaro Cultural Centre, che vale la pena di visitare.
Per le spiagge si raggiunge la contigua Macona Inlet, mentre sul versante occidentale dell’isola si ormeggia alle boe della vasta – quanto famosa – baia di Stonehaven per dedicarsi allo snorkeling lungo la barriera corallina che costeggia le pendici rocciose e godersi uno splendido tramonto spesso in compagnia di giocosi delfini che vengono a curiosare tra le barche.

Dirimpetto si può dar fondo davanti alla lunghissima lingua di candida sabbia della piccola e rigogliosa Langford Island, adagiata su un esteso reef poco profondo e ricco di vita che abbraccia anche la minuscola Bird Island, mentre più a Nord offre un rilassante soggiorno l’InterContinental Hayman Island Resort, una lussuosa isola con porto turistico (solo per gli ospiti), scenografica piscina, raffinate camere, ottimi ristoranti e una ritemprante Spa.

A poche miglia si erge la frastagliata Whitsunday Island, l’isola più grande dell’arcipelago, orlata da una delle spiagge più belle e fotografate al mondo, Whitehaven Beach, oltre tre miglia di finissima sabbia di pura silice bianca in cui è delizioso affondare i piedi, che finisce all’imboccatura dell’Hill Inlet, una profonda insenatura dal fondo sabbioso dove la bassa marea crea un fantastico caleidoscopio di colori.
La si apprezza appieno dallo spettacolare Tongue Point, un balcone panoramico sul promontorio che divide l’Hill Inlet dall’azzurra Tongue Bay, un altro valido ancoraggio da cui parte il sentiero per raggiungerlo. Ad Hamilton Island si può prenotare anche un volo panoramico per ammirarlo insieme alla vicina Grande Barriera Corallina che appare come un immenso ricamo sull’oceano di cui è l’emblema Heart Reef, una particolare formazione corallina a forma di cuore.

L’isola, dotata di un efficiente porto turistico con avveniristico Yacht Club, è una sosta strategica per fare carburante e rifornire la cambusa, ma anche per dedicarsi al golf nell’isola “dependance” di Dent Island con un curatissimo campo a 18 buche e Clubhouse. Per l’eventuale soggiorno poi non mancano alberghi e resort per tutti i gusti. Sulla via del ritorno, infine, accoglie i diportisti con qualsiasi meteo Cid Harbour, un vasto golfo racchiuso tra l’isola di Cid Island e la sinuosa costa orientale di Whitsunday Island nelle cui pieghe si nascondono splendide baie come Sawmill bay da cui si può salile fino al Whitsunday Peak (437 metri) per un ultimo sguardo sull’arcipelago prima di rientrare ad Airlie Beach.
Notizie utili
L’Australia è al momento un paese Covid free con la maggior parte della popolazione vaccinata. Sono però ancora in atto restrizioni alle frontiere che variano in relazione alla situazione della pandemia nel mondo. Per informazioni in tempo reale sulla possibilità di ingresso, consultare il sito ufficiale del Governo australiano: www.health.gov.au e dello Stato del Queensland: https://www.qld.gov.au/health/conditions/health-alerts/coronavirus-covid-19.
Come arrivare
I voli internazionali raggiungono tutte le città australiane. Si può quindi raggiungere le Whitsundays (Whitsunday Coast/Proserpina Airport) sia da Sydney sia da Melbourne o Brisbane.
I voli diretti in partenza da Brisbane, la capitale del Queensland impiegano circa un’ora e mezza e sono effettuati dalle compagnie aeree Jetstar, Tiger Airways, Qantas e Virgin Blue.
Meteo
Situato nel Tropical North Queensland, Il clima delle Isole Whitsunday si divide in stagione umida (primavera – estate), che va da gennaio a marzo, con temperature più elevate e brevi piogge, e stagione secca – la migliore – che va da aprile ad agosto con una media di 22-25 gradi. Cicloni tropicali possono interessare la zona da novembre ad aprile. I venti provengono da Sud, Sud-Est eccetto durante il periodo delle piogge quando virano a Nord, Nord-Est. Le isole offrono comunque molte baie protette su entrambi i versanti se il vento dovesse diventare troppo forte e le distanze tra una baia e l’altra sono brevi.
Charter
Dream Yacht Charter (Coral Sea Marina, Airlie Beach; www.dreamyachtcharter.it). Accreditata società internazionale di charter nautico, dispone in Australia di una flotta composta da 25 catamarani a vela, 3 a motore e 12 barche a vela. La base nautica si trova nel Coral Sea Marina, 10 minuti a piedi dal centro di Airlie Beach.
Alberghi e marine
Hamilton Island (Whitsunday Islands; www.hamiltonisland.com; www.qualia.com). Isola “resort” con porto turistico e avveniristico Yacht Club, situata ai margini della GBR. Dispone di una serie di ottime strutture ricettive di vario livello tra cui il romantico Beach Club Boutique – 57 camere con giardino o balcone privato affacciate sulla spiaggia di Catseye – e l’esclusiva “qualia”, con due piscine a sfioro, due ristoranti, una Spa e 60 padiglioni extralusso dotati di piscina privata. Prestigioso campo da golf nell’isola di Dent Island (a 10 minuti in barca) e una infinita possibilità di attività sportive ed escursioni in barca, aereo o idrovolante sulle Whitsundays e la GBR.
Coral Sea Marina Resort (Ocean View Avenue, Airlie Beach, Queensland; www.coralsearesort). Situato lungo la passerella del Bicentenario, il Resort – recentemente ristrutturato – si affaccia sul suo strategico porto turistico, hub crociere nelle Whitsundays, che offre oltre 300 posti barca. Dispone di piscina, ristorante, bar e un nuovissimo centro benessere con vista sull’oceano.
InterContinental Hayman Island Resort (Whitsunday Island, Queensland; www.ihg.com). Questo lussuoso resort si trova su un’isola privata dalla rigogliosa vegetazione e con spiagge di sabbia bianca nel cure della GBR. Dispone di eleganti camere e suite con balcone, una grande piscina, centro benessere e fitness, campo da tennis e 5 ristoranti con scelta tra cucina italiana, asiatica o australiana. Si organizzano immersioni, snorkeling e battute di pesca.
Tourism Australia www.australia.com<p style=”text-align: center;”></p>

