Prova di navigazione del Cap Camarat 10.5 CC
Abbiamo provato il Cap Camarat 10.5 CC di Janneau
CONDIZIONI – Vento: forza 3 – Mare: 3 – Carichi liquidi: carburante 70% – Acqua 100% – Persone: 5 – Pulizia dell’opera viva: buona. RILEVAZIONI – Velocità minima di planata flap a 0: 17 nodi – Velocità minima di planata flap estesi: 15 nodi – Velocità massima: 42 nodi – Velocità al 90% del numero di giri massimo: 33 nodi – Fattore di planata: 2,47 (elevato). MISURAZIONI – Area pozzetto: mq 4,50 – Altezza massima interna (zone transitabili): m 1,90 – Altezza minima interna (zone transitabili): m 1,30 – Larghezza minima passavanti: m 0,51 – Altezza timoneria: m 2,05.
Descrizione della barca
Un walkaround molto versatile, buono per la pesca o per le veloci uscite giornaliere ma con un corredo di attrezzature e arredi che possono spingerlo verso crociere a medio raggio.
Impressione di navigazione n. 1877
Il Cap Camarat 10.5 CC è una barca molto interessante da tanti punti di vista: versatile, un piano di coperta molto articolato, piuttosto sportiva nella conduzione. Partiamo quindi dalla nota che ci è sembrata, almeno in parte, leggermente stonata, ossia la dinette interna un po’ angusta.
Diciamo “in parte”, perché le sue dimensioni dipendono dalla nota che suona invece cristallina in coperta, ossia la sua configurazione walkaround, che regala una grande mobilità ma che necessariamente riduce di molto l’altezza interna. Una dinette che ha lo stesso carattere di versatilità di tutta la barca, con il tavolino abbattibile che consente di ricavare una cuccetta doppia.
E visto che siamo sottocoperta, volgiamo lo sguardo verso poppa dove è stata ricavata una vera e propria cabina con un letto matrimoniale di buone dimensioni. E infine il locale toilette, questo sì, sorprendentemente grande e con doccia separata. Insomma, quanto basta per mettere a disposizione un daysailer in grado di passare anche più di una notte in rada.
Note tutte positive in coperta, a partire dal pozzetto in cui tutte le sedute intorno a un tavolino amovibile possono essere chiuse nelle murate e nello specchio di poppa in modo da lasciare uno spazio completamente libero per muoversi se impegnati in battute di pesca. A ttività cui sono destinati i portacanne collocati sull’hardtop e per la quale è prevista la possibilità di installare una vasca per il pescato.
Inoltre, anche il portello laterale sulla murata di sinistra permette, oltre che di fissare una scaletta per l’accesso dal mare, di portare a bordo più agevolmente le prede. E proprio sotto l’hardtop pulsa il cuore del Cap Camarat. Rivolto verso poppa, troviamo un blocco cucina molto ben attrezzato che sul lato opposto sostiene le tre sedute della plancia di comando.
La postazione di governo è davvero ben concepita: occupa tutta la lunghezza della sovrastruttura – la porta di accesso agli interni è sul lato sinistro – e accoglie due monitor Garmin e il dislplay Yamaha per il totale controllo delle funzioni di navigazione. A prua, infine, un secondo living all’aperto con una doppia chaise longue sotto la quale si cela un accesso diretto alla dinette interna.
Anche questa zona, così come il pozzetto, può essere coperta da un tendalino montabile velocemente su leggeri pali di sostegno. Mezzo metro d’onda ci ha permesso di testare al meglio la carena di questo progetto Jeanneau promuovendola a pieni voti. Non solo per la velocità raggiunta grazie ai due Yamaha V8 da 425 HP – 42 nodi con un’onda al mascone piuttosto ripida – ma anche per la buona stabilità, il mantenimento degli assetti nelle diverse andature rispetto alla direzione delle onde e l’assenza di rumori e cigolii anche negli impatti più duri con il mare.
Elettronica complessa, quella messa a bordo del Cap Camarat 10.5 che interviene in automatico con immediatezza rendendo la conduzione molto facile. E quando si lavora manualmente con trim e flaps, è di grande soddisfazione vedere come la barca reagisca prontamente alle regolazioni.
Optional di lusso, ma certamente molto apprezzabile in rada o fermi per pescare, è lo stabilizzatore giroscopico Seakeeper. Se manca, niente di drammatico, ma quando è in funzione la differenza si sente.
Scheda tecnica
Costruzione e allestimento
Materiali: scafo realizzato in sandwich di vetroresina vinilestere – Tipo di stratificazione: manuale – Geometria della carena: V profonda – Elementi di ventilazione: pattini longitudinali – Piani mobili: flap e trim – Stabilizzatore: Seakeeper (optional).
Valutazioni
Allestimento tecnico della coperta: ricco e versatile.
Allestimento del pozzetto: buono per la crociera, più che sufficiente per la pesca.
Sistemazione zattera autogonfiabile: gavone sotto il tavolo in pozzetto.
Trattamento antisdrucciolo: tappeto Infinity in vinilestere, grip molto efficace, non scalda, qualche dubbio sul piano estetico.
Vani di carico: sufficienti e ben distribuiti.
Ergonomia della plancia: molto buona.
Visuale dalla plancia: buona.
Articolazione degli interni: essenziale e un po’ angusta la dinette, buona l’altezza e le dimensioni della toilette.
Finitura: buona.
Cucina: esterna, ben attrezzata.
Toilette: a centro barca, buona altezza e doccia separata.
Rumorosità e vibrazioni: nella norma la rumorosità, vibrazioni assenti.
Risposta timone: molto buona, precisa e immediata.
Risposta correttori d’assetto: ottima in funzione automatica.
Stabilità direzionale: molto buona.
Raggio di accostata: eccellente in dislocamento, due lunghezze in assetto di planata.
Stabilità in accostata: molto buona.
Manovrabilità in acque ristrette: molto buona con joystick.





