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Prova di navigazione dell’Aquila 42 Yacht

Aquila-42-yacht-catamarans

Abbiamo testato l’Aquila 42 Yacht di Aquila Power Catamarans

Ottima manovrabilità in mare e in porto e un livello di comfort eccellente per una barca di 13 metri. L’Aquila 42 conferma nel test le qualità mostrate in banchina al suo debutto nei saloni di Miami e Cannes. E dopo gli States ora punta al mercato mediterraneo

Impressione di navigazione n. 1905

CONDIZIONI

  • – Vento: forza 2
  • – Mare: 1
  • – Carichi liquidi: carburante 50% – Acqua 60%
  • – Persone: 5
  • – Pulizia dell’opera viva: buona

RILEVAZIONI

  • – Velocità minima di planata flap a 0: 16,8 nodi
  • – Velocità massima: 21 nodi
  • – Velocità al 90% del numero di giri massimo: 19 nodi
  • – Fattore di planata: 1,25 (basso)

MISURAZIONI

  • – Area pozzetto: mq 16,00
  • – Altezza massima interna (zone transitabili): m 2,04
  • – Altezza minima interna (zone transitabili): m 1,80
  • – Larghezza minima passavanti: m 0,50
  • – Altezza Sala macchine: m 1,18

 

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Il pregiudizio sorto all’annuncio del nuovo progetto Aquila 42 si è infranto già nella prima visita a bordo durante lo scorso salone di Cannes: il nuovo catamarano a motore realizzato da Aquila Power Catamarans non era una semplice copia in grande del precedente 36 piedi.

Le maggiori dimensioni erano in effetti la proiezione di una crescita in più direzioni: rifiniture, attrezzature, organizzazione degli spazi a disposizione e qualche interessante elemento di innovazione.

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La prova in mare condotta nelle acque di fronte a Cannigione, nel Nord della Sardegna, dove ha sede FC-Yacht, azienda del gruppo Free Charter di Cagliari che commercializza in Italia gli scafi Aquila, ha permesso di rilevare anche le qualità in navigazione: prestazioni più che soddisfacenti e consumi contenuti in un quadro definito da un’ottima stabilità e tanto comfort.

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Partiamo prima di tutto dagli spazi esterni. Il cantiere che costruisce Aquila 42 è statunitense e nasce dalla partnership fra Sino Eagle Group e il colosso Marine Max. A dare la forte impronta mediterranea che connota il design esterno di questo multiscafo, ha contribuito decisamente lo studio francese di progettazione VPLP, che ha concepito la barca per essere vissuta soprattutto all’aperto.

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E non solo grazie alla disponibilità di superfici fruibili, ma anche e soprattutto per gli elementi che le caratterizzano. Partiamo, ad esempio, da uno dei meno eclatanti collocato all’estrema poppa: i due scafi sono collegati da una sorta di ponte che crea così un’area in più per il relax a livello del mare.

Struttura fastidiosa in navigazione? Dubbio legittimo fugato durante il test in acqua, durante il quale la zona pontata non ha mai toccato il mare ed è rimasta asciutta anche in un arresto brusco della barca.

È vero, non l’abbiamo testata in condizioni di mare grosso a poppa, ma la sua altezza sull’acqua non dovrebbe creare problemi di impatti con le onde.
E se l’organizzazione del pozzetto è abbastanza classica, con un divano in pianta a “C” e tavolo da pranzo, interessante è il “collegamento” con il living interno, che si configura con una sorta di banco bar con sgabelli che si affaccia sulla cucina.

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Tre le zone all’aria aperta dedicate agli ospiti. Oltre al pozzetto, attraverso i passavanti si raggiunge la prua, arredata con due chaise lounge in mezzo alle quali è stato realizzato un passaggio che conduce direttamente alla terza zona esterna, ossia il fly. Completamente protetto da un hard-top, questo spazio non solo è enorme ma è anche ben arredato: alle spalle della plancia di comando è stato installato un bel mobile cucina oltre al quale si trova un divano con tavolo da pranzo. Il fly si raggiunge naturalmente anche dal pozzetto.

Ulteriore e importante caratteristica degli spazi esterni è costituita dai passaggi sempre molto protetti e comodi e dalla presenza di tientibene e strutture di sostegno e protezione sovradimensionate.

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Tre anche le versioni disponibili per gli interni, con due, tre, o quattro cabine. In comune, i diversi layout hanno il living che occupa tutti i 6,40 metri del baglio massimo: tanta ergonomia e attrezzature in cucina di stampo casalingo.

Consumi e prestazioni

La motorizzazione standard è affidata a due Volvo Penta D4 da 230 HP con trasmissione in linea d’asse. La barca che abbiamo testato montava invece la motorizzazione massima: stessi motori ma diverso rating per ottenere 300 HP. Dieci nodi di grecale sempre in prua e mare piatto non sono certo le condizioni per “stressare” una barca in prova. Detto questo, abbiamo navigato in una dimensione di comfort estremo, apprezzando la stabilità di rotta di Aquila 42.

È uno stile di navigazione, quello proposto da questa barca, che coniuga ottimi consumi con prestazioni da crociera dislocante, anche se spingendo le manette oltre i 3200 giri si raggiungono i 20 nodi. Ma a che pro? A 2000 giri la navigazione è un piacere.

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Si sfiorano i 10 nodi con un consumo di 21 litri l’ora. È questo il regime ideale, oltre il quale i consumi, seppure contenuti, raddoppiano senza un significativo incremento di velocità a meno di non continuare a salire con il numero di giri e dei consumi.

Le accostate più strette comportano una perdita di qualche nodo di velocità che vengo recuperati in pochi secondi. Non percepiamo gli effetti della presenza dei due bulbi prodieri costruiti sugli scafi. Teoricamente dovrebbero ridurre l’altezza delle onde risultanti in navigazione e ridurre l’energia richiesta per far avanzare la barca.

La loro funzione sul piano della sicurezza è però certa. Non essendo strutturali, in caso di urto possono addirittura staccarsi proteggendo lo scafo da danni gravi. Arrivati all’ormeggio, blocchiamo il timone e apprezziamo la manovrabilità in acque ristrette: poco vento al traverso in avvicinamento al posto barca, che diventa dritto sulla prua una volta allineati, non crea alcun problema ai due scafi di Aquila 42, che governiamo con i due motori senza quasi utilizzare le eliche di prua.


Scheda tecnica Aquila 42 Yacht

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Costruzione e allestimento

– Materiali: scafi e coperta in vetroresina vinilestere
– Tipo di stratificazione: infusione sottovuoto
– Piani mobili: flap


Valutazioni

Allestimento tecnico della coperta: ottimo.
Allestimento del pozzetto: classico, completo. Buona la comunicazione con il living interno.
Sistemazione zattera autogonfiabile: apposito gavone sotto l’alloggiamento del tender a poppa.
Trattamento antisdrucciolo: punta di diamante, molto efficace.
Vani di carico: abbondanti e ben distribuiti.
Ergonomia della plancia: molto buona.
Visuale dalla plancia: ottima dal fly bridge.
Articolazione degli interni: ben pensata, con ottimi livelli di privacy.
Finitura: molto buona.
Cucina: completa e ben attrezzata quella interna.
Toilette: spaziose e ben attrezzate.
Rumorosità e vibrazioni: nella norma la rumorosità, assenti le vibrazioni.
Risposta timone: molto buona, precisa e immediata.
Stabilità direzionale: molto buona.
Raggio di accostata: eccellente in dislocamento, due lunghezze e mezzo in assetto di planata.
Stabilità in accostata: molto buona.
Manovrabilità in acque ristrette: eccellente.

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