Noleggio: estate in barca. Si charter chi può!
La voglia di mare e di barca è tanta, e, fra le varie possibilità, il charter è decisamente una soluzione interessante.
In una situazione in cui le cose cambiano di giorno in giorno, è difficile fare previsioni anche per il futuro più prossimo, come ad esempio quello dell’estate e delle vacanze che aspettiamo tutti con grande ansia.
Difficile al momento dire come sarà la nostra estate. Le cose cambiano di giorno in giorno, ma di sicuro saremo più liberi anche se non potremo dire di aver archiviato il problema. Perché “lui” c’è, c’è ancora, quindi determinate precauzioni andranno sempre tenute presenti anche nelle nostre future vacanze.
Andranno evitati assembramenti, frequentati a stretto contatto solo familiari conviventi o comunque persone note e di certificata salute, cercati ambienti salubri e lontani da possibili contaminazioni, e vivere preferibilmente esperienze che ci riportino quel senso di libertà e di contatto con la natura che abbiamo dovuto sacrificare in questi mesi: praticamente il ritratto di una vacanza in barca.
Ma se la barca non ce l’hai? E se hai un gommone per grande che sia ma ti piacerebbe fare una crociera di un paio di settimane? E se la barca ce l’hai a Venezia e vorresti scoprire le meraviglie della costa sarda? Tante domande una sola risposta: il charter.
Noleggiare una barca è una soluzione che si va sempre più diffondendo, e non a caso, poiché offre una quantità di plus e decisamente pochi minus.
Il charter è al fuori delle vostre possibilità?
Dipende. Se siete una coppia e volete affittare per due settimane uno yacht a motore di 18 metri necessariamente con equipaggio, la vacanza vi costerà sicuramente più di un albergo a cinque stelle. Se però siete due coppie di amici e noleggiate una barca a vela di dieci metri dividendovi le spese, spenderete di certo meno che in un buon albergo e vi divertirete sicuramente molto di più.
Non credete di avere le capacità per gestire autonomamente un’imbarcazione? Poco male. Non solo, volendo, potreste noleggiare una barca con skipper, ma, per rendere le cose ancora più semplici ed economiche oltre che più divertenti, potreste programmare una vacanza in “flottiglia”.
In altre parole gruppi di barche gestiti da una barca-madre con a bordo un valido skipper, che viaggiano di conserva guidate e assistite da personale di grande esperienza.
Dunque, se questi erano i pregiudizi, come visto del tutto superabili, restano quei plus senza prezzo per chi ha già avuto la fortuna di viverli, e tutti da sperimentare per chi si appresta ad una nuova esperienza.
Via dalla pazza folla. È la prima meravigliosa e inebriante sensazione, lasciandosi alle spalle litorali gremiti di sdraio e ombrelloni, la stressante pressione del traffico, il caldo soffocante della città. Davanti a noi un orizzonte lontano, la leggera brezza dell’alto mare e la sensazione di essere in un’isola felice che cammina… anzi naviga.
Quando poi si raggiunge la meta, gettata l’ancora nella baia più accogliente e fatto un tuffo nell’acqua più blu, si pensa con commiserazione a quel nostro amico che nello stesso momento sta imprecando per trovare parcheggio nei pressi dello stabilimento dove ha lasciato moglie e figli a soffocare sotto l’ombrellone.
Poi, mentre ci si asciuga al sole o si sorseggia uno spritz ghiacciato all’ombra del tendalino, mentre l’acqua per lo spaghetto è già sul fuoco, si fanno programmi sulla prossima rotta, si legge, si ascolta musica, si chiacchiera: tutto nello spazio ristretto ma immenso della nostra isola navigante. Cosa chiedere di più?
L’arte di convivere
Naturalmente non sono tutte rose e fiori, ma in questo caso il problema non è il mezzo, ma chi ci sta sopra. I problemi di una vacanza in barca sono peraltro ben noti e uno dei principali è di certo rappresentato dalla capacità di convivenza a bordo. Per questo, dovendo organizzare un charter in barca, la prima cosa da valutare sono le caratteristiche dei compagni di viaggio. Soprattutto se parliamo di un charter bareboat, ovvero senza equipaggio, efficienza e caratterialità sono i primi parametri da valutare nel decidere con chi condividere la vita di bordo.
A partire dalla considerazione che su una barca i parabordi esistono e hanno la loro funzione, inutile quindi imbarcarne altri a due gambe! Come dire che ognuno in barca deve essere in grado nel suo piccolo di dare una mano e, di certo, le possibilità non mancano.
Se non si è in grado di aiutare nelle manovre (meglio evitare se non si è sicuri di quel che si fa), si può dare una mano in cucina e, se si è negati anche ai fornelli, ricordarsi che la rapidità con cui una barca si sporca è impressionante.
Insomma, datevi da fare. In ogni caso, a proposito dell’organizzazione dell’equipaggio e della suddivisione dei compiti, sarà lo skipper, o comandante che dir si voglia, o comunque il capo riconosciuto per esperienza, a decidere.
Ricordando che, se in questo caso specifico, egli può essere serenamente contraddetto, durante le manovre a vela, soprattutto se impegnative e con mare formato, la sua parola è legge e non può essere contraddetta.
Dato che il tutto va necessariamente moltiplicato per il numero delle persone presenti a bordo, ognuno faccia le sue valutazioni. Senza arrivare all’eccesso che uno è poco ma due sono troppi, chiaro che più numeroso è l’equipaggio, più numerosi potrebbero essere i problemi.
Fra questi uno dei più comuni fra chi è alle prime esperienze è sicuramente il mal di mare, ma diciamo che entro certi limiti può essere trascurabile. Non solo perché al di là di infagottarsi di gallette e alici in salamoia esistono oggi una quantità di rimedi, ma anche perché nella maggior parte dei casi è una questione di adattamento vestibolare e, dopo qualche giorno, in genere ci si adatta al moto ondoso senza problemi.
In ogni caso sarà bene ricordare, in caso di emergenza, di scegliere sempre il lato sottovento e il punto più basso della barca, ma anche di sporgersi mantenendo sempre una solida presa: meglio vomitare su una falchetta che finire a mare.
Accettare un regime che in certi casi può apparire militaresco è però solo questione di carattere, per questo la valutazione di ogni singola personalità è della massima importanza.
In barca si finisce sempre per litigare? Diciamo che le possibilità sono piuttosto alte, ma vero anche che se ben selezionato un equipaggio può divertirsi e vivere felice la propria esperienza anche nelle condizioni più dure. Tenendo presente che il carattere in uno spazio ristretto e nell’inevitabile promiscuità della vita in barca può subire preoccupanti variazioni, diciamo che alla base sono auspicabili un buono spirito di adattamento, propensione all’allegria, disponibilità, educazione, discrezione, e un pizzico di umiltà, ovvero la capacità di ascoltare chi ne sa di più.
Troppa roba? Non è vero, questa è la normale dotazione di ogni persona equilibrata… a terra. È il mantenerla in mare che non è facile!
L’organizzazione di una vacanza in barca
È il cinquanta per cento della riuscita di una vacanza in barca, soprattutto di una barca in charter, ovvero una barca della quale non si ha diretta e approfondita conoscenza. Organizzazione che parte dalla programmazione della rotta, da studiare con un’attenta valutazione della meteo presente e futura e in base alle caratteristiche del proprio equipaggio.
Non tutti sono in grado o hanno piacere di affrontare una bolina di 40 miglia e non tutti hanno la stessa visione di vacanza: chi vuol solo navigare, chi ama restare in rada, chi ogni sera vuol mettere la poppa in banchina, chi ama sentire musica tutto il giorno e chi ama solo il silenzio delle stelle e lo sciabordio dell’acqua che sfiora la carena, chi vuole pescare o fare immersioni, chi vuol fare shopping, chi la sera vuol andare a ballare, e via dicendo. Sono tutte cosa da chiarire prima della partenza arrivando ad una scelta condivisa ed equilibrata, tenendo bene a mente che una barca può offrire certe cose, ineguagliabili, e non altre che potrete in ogni caso fare in altri momenti.

Cosa portare assolutamente in barca
L’organizzazione investe anche il benessere e la funzionalità della vita di bordo, che vuol dire anche l’essenzialità del bagaglio, che spesso sfugge a chi non ha avuto precedenti esperienze, ma che dev’essere attentamente studiata. Ci sono cose che all’atto pratico si rivelano del tutto superflue e altre di cui non si può assolutamente fare a meno.
Ne cito alcune apparentemente banali ma la cui mancanza potrebbe lasciare il segno.
Una giusta dose di creme solari è utile non solo alle ladies di bordo, ma soprattutto a chi ha problemi di “pelata”, a cui consigliamo comunque una buona dote di cappellini (col vento volano a mare che è un piacere). Il sole, ahimè, non è più quello di una volta e il danno non è solo l’ustione in grado di rovinare la vacanza, ma anche quei danni di cui la pelle paga poi lo scotto negli anni.
Altra dotazione fondamentale: la cerata. Se preferite navigare piuttosto che restare in porto, state certi che arriverà il momento di usarla e, quando vi capiterà, potreste pentirvi amaramente di aver portato solo un leggero K-Way perché… tanto è estate!
Programmazione di una rotta
Due cose sono comunque di fondamentale importanza nella programmazione di una rotta. In primis le varie possibilità di rifornimento scadenzate secondo le miglia per quanto riguarda non soltanto il carburante, ma anche l’acqua e i viveri. A ciò si affianca la necessità di liberarsi dei rifiuti (solo in barca ci si rende realmente conto di quanti ne accumuliamo). Altro punto fondamentale è calcolare sì il percorso di andata, che potrà essere facoltativo, ma soprattutto considerare quello di ritorno, che sarà invece obbligato: un contratto charter prevede una precisa data di partenza e un’altrettanto precisa data di riconsegna, pena il pagamento di una penale.
La scelta della barca
È un po’ come trovarsi davanti il catalogo dell’Ikea. Le possibilità, in un settore che mette a disposizione decine di migliaia d’imbarcazioni sparse in tutto il mondo, sono infinite, ma il campo può essere rapidamente ristretto. Innanzi tutto tenendo conto che prima della barca – e quest’estate più che mai – va scelta l’agenzia da cui noleggiarla.

L’affidabilità della barca sulla quale spenderemo le nostre preziosissime vacanze dovrà essere totale, sia dal punto di vista tecnico sia da quello, oggi imprescindibile, sanitario. Un’agenzia seria sarà garante sia dello stato dell’imbarcazione sia della sanificazione che precederà il nostro imbarco, soprattutto se abbiamo scelto una barca con equipaggio, o addirittura un grande yacht.
Quest’anno inoltre, un po’ per le restrizioni governative, un po’ per darci tutti una mano, anche le mete saranno ristrette, mantenendosi, senza troppi sacrifici, dentro i confini nazionali: l’Italia sembra essere stata progettata per il turismo nautico e con le sue migliaia di chilometri di coste a disposizione c’è solo l’imbarazzo della scelta. Tenete però presente un altro problemino: mai come quest’anno le rade saranno affollate.
Un po’ perché i porti – alcuni in maniera esagerata – hanno i loro costi e sono sempre pieni, ma soprattutto perché ogni ormeggio crea problemi di distanza sociale non facilmente superabili.
La scelta vera e propria della barca va inoltre fatta sia in base all’equipaggio previsto sia in base…al proprio portafoglio, ferma restando la drastica dicotomia tra vela e motore. La vela è soprattutto il paradiso del bareboating, piccoli gruppi di amici che si uniscono per una vacanza sportiva dividendosi le spese; il motore è invece prevalentemente riservato allo yachting d’alto livello, imbarcazioni (o navi) di grande prestigio dotate di tutti i comfort e di tutti i toys desiderabili o ordinabili su richiesta.
Qui il conto in banca dev’essere pesante, gli ospiti sono spesso di rappresentanza, l’equipaggio di bordo solleva da qualunque fatica. Però, forse, il contatto con il mare, distante dalla falchetta troppi metri, sfuma in un eccesso di comfort.
Ormai da alcuni anni, nel mondo delle flotte charter sono fortemente salite le quotazioni dei catamarani: la loro disponibilità di spazio e la stabilità soprattutto nelle soste in rada sono carte vincenti, anche perché non tutti apprezzano il piacere di una barca sbandata che naviga di bolina.
Quale che sia la vostra scelta, non sovraffollate la barca. I grandi cantieri realizzano versioni charter di molti modelli con moltiplicazione di bagni e posti letto ma, o siete un gruppo di ragazzi toda vida, o non esagerate: sarebbe come innescare una bomba! Tornando ai catamarani e alla loro grande comodità, non dimenticate i problemi di ormeggio in porto, che in estate indubbiamente si acuiscono. Perciò, essendo inevitabile qualche discesa a terra, assicuratevi che la barca abbia la disponibilità di un buon tender.
Ocean Indipendence
Fondata nel 2005 da Nicholas Dean e Peter Hürzeler, Ocean Independence è uno dei maggiori operatori del luxury charter a livello mondiale, con 15 sedi operanti nei cinque continenti. Grazie alla profonda conoscenza del settore è in grado di seguire il cliente dal primo contatto fino alla fine della vacanza, curando tutti gli aspetti relativi.

Alcune domande a Adelheid Chirco, Charter Director della socità.
Quali sono i tempi di noleggio e la tipologia di yacht più frequentemente richiesti dalla vostra clientela?
La durata media di un luxury charter è di una o due settimane, ma occasionalmente questi tempi possono anche raddoppiare e, in genere, la richiesta è più per il motore che per la vela. In primo luogo perché in questa fascia la disponibilità di barche a motore è decisamente superiore; poi, per quanto riguarda il Mediterraneo, anche perché in estate si tratta di un mare molto povero di vento.
Quando si parla di luxury charter – e in particolare di quello gestito da Ocean Indipendence – che cosa si intende esattamente? E quali possono essere i costi di questi yacht?
Attualmente la nostra barca più grande in assoluto – peraltro varata quest’anno – è il “Soaring”, un 68 metri costruito da A&R in grado di ospitare 12 persone con un equipaggio di 17. Il suo costo per settimana di 800-850.000 Euro. Tuttavia, in media, il nostro charter tratta barche fra i 30 e i 45 metri, con prezzi medi per settimana di circa 140.000 Euro più IVA, a cui sono da aggiungere le spese correnti. Abbiamo comunque barche più economiche, a partire da 25.000 Euro. Questi prezzi includono anche l’assicurazione, mentre altre spese come carburante, tasse di ormeggio, particolari tender e toys, cibo e bevande sono a carico degli ospiti. L’eventuale mancia per l’equipaggio (10-15{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8}) è a discrezione del cliente.
Cosa cercano i vostri clienti in una vacanza in barca?
La prima cosa è forse la libertà. Su un grande yacht si possono finalmente rilassare, godere di grande comfort, di un servizio inappuntabile e, soprattutto, della massima privacy. Il tutto a contatto diretto con la natura, mentre i ragazzi si possono divertire con i vari toys. Poi ci sono anche i più sportivi che, se hanno noleggiato una barca a vela, amano viverne le emozioni, o anche quelli per i quali il grande yacht fa parte di un certo “life style”, e allora le mete preferenziali diventano Ibiza, Saint Tropez, o Porto Cervo.
E le altre mete più richieste?
In realtà, da maggio a settembre il Mediterraneo è una delle mete più richieste, con Italia, Francia e Spagna in testa alla classifica. Anche la Croazia e soprattutto la Grecia sono molto richieste ma al momento gli yacht esteri hanno qualche problema di charter, mentre la Turchia per ragioni politiche è rimasta un po’ indietro. In estate vanno molto anche le mete del nord Europa e perfino l’Alaska. In inverno l’interesse si sposta ovviamente sulle mete tropicali, sia atlantiche come i Caraibi, con Antille e Bahamas fra le più gettonate, sia asiatiche come Maldive, Thailandia o Seychelles, o anche pacifiche come Tahiti.
Avete clienti italiani?
Certamente, e molti di questi amano le barche a vela o anche i motoryacht un po’ vintage. Sono sposata con un italiano, quindi parlo bene la lingua e questo è sicuramente un vantaggio perché fa sentire quei clienti più tranquilli e più compresi in certe richieste. Per molti, ad esempio, la cucina è parte importante del comfort e, in genere, chiedono la mia consulenza circa le qualità dello chef di bordo.
Come avete affrontato i problemi portati dal Covid-19 e come vi state preparando per prossimo futuro, tuttora così incerto?
È una situazione che ha sorpreso l’intero settore. L’anno era cominciato benissimo e già a febbraio e marzo avevamo moltissime prenotazioni. Poi, in poco tempo, c’è stata una forte inversione di tendenza. Abbiamo perciò studiato una formula che offre al cliente il totale rimborso in caso di rinuncia, oppure la possibilità di posticipare la prenotazione eventualmente anche alla prossima estate, com’è successo per molti che avevano prenotato in concomitanza con il Gran Premio di Monaco. Molti clienti sono in attesa di vedere gli sviluppi della situazione, ma per l’Italia non ci aspettiamo molto per i prossimi mesi. Le cose saranno forse meglio per Grecia e Croazia dove il Covid-19 è stato meno pesante.
Equinoxe
Fondata da Corrado Di Majo e Alessandro Ussi, Equinoxe è presente nel mondo del charter e del brokeraggio da oltre trent’anni assicurando la massima qualità e completezza del servizio, eventualmente curando come tour operator tutti gli aspetti del viaggio. Dalle barche senza equipaggio al charter a cinque stelle, Equinoxe offre quel valore aggiunto dell’italianità, sempre più ricercato da chi sceglie una vacanza di qualità in barca.

Alcune domande a Corrado di Majo, presidente e cofondatore di Equinoxe.
A prescindere dalla situazione attuale, considera il charter un’attività in crescita?
Sotto il profilo della domanda, il charter al momento sta sicuramente crescendo moltissimo, forse anche perché la gente non potendo andare al mare ha voglia di sognare e anche perché c’è un grande desiderio di fuga e di contatto con la natura. Aggiungiamo il fatto che la gente vede il mare come un ambiente assolutamente salubre e lontano da contaminazioni, e anche, soprattutto se parliamo di barche a vela, come una forma di vacanza green e attenta all’ambiente. Sull’altro piatto della bilancia ci sono gli effetti del Covid-19 che stanno creando un profondo solco fra il dire e il fare.
Approfondendo il tema, qual è oggi la situazione del charter in Italia e quanto pagherà lo scotto della pandemia?
È una situazione un po’ singolare, perché l’interesse sulla carta come detto è tanto e in costante crescita, ma in termini concreti siamo a tasso zero: da quando è scoppiato il Covid-19 abbiamo avuto solo cancellazioni, grane, litigi, scontri fra armatori e clienti. Conferme o nuovi contratti si contano sulle dita di una mano. In ogni caso a garanzia dei clienti abbiamo concordato con gli armatori una clausola assicurativa per la quale, se il cliente decide alla fine di non partire, può ottenere il rimborso. Naturalmente la situazione può variare quasi quotidianamente. Sarebbe perciò decisamente utile un protocollo che tracciasse le linee guida sia per le agenzie sia per i clienti. E ovviamente, quando presenti, anche per gli equipaggi.
Sulla base della vostra esperienza, quali sono le mete più gettonate?
Le destinazioni che sono cresciute di più negli ultimi tre anni sono state l’Italia, soprattutto il Meridione con un +25{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8}, e la Grecia. Questo anche per il calo di altre destinazioni: la Turchia ha perso molto appeal per ragioni politiche e di lontananza, la Croazia è ormai piena come un uovo e ha troppa domanda in relazione all’offerta, mentre altre mete preferenziali come Costa Azzurra e Baleari sono anch’esse molto affollate e, in più, sono carissime.
Andando sul pratico, qual è la tipologia di barca più richiesta a seconda delle varie fasce dimensionali?
Va necessariamente fatta una divisione fra bareboat e barche con equipaggio. Nel primo caso, dove in pratica troviamo solo barche a vela, negli ultimi anni si è avuto uno straordinario sviluppo e il 70{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} dell’interesse si è concentrato sui catamarani. Una situazione che crea un singolare risvolto per le compagnie armatrici, nel senso che in stagione le barche sono tutte in giro, ma in inverno, quando in qualche modo vanno rimessate, non c’è spazio utile per metterle in secco. È un problema sentito particolarmente in Grecia, dove il charter viaggia soprattutto per isole e dove è attività di primaria importanza. Nel luxury charter, dove parliamo di barche importanti con equipaggio, si lavora sia con le barche a vela sia con quelle a motore e l’interesse è per barche sempre più grandi e più costose.
Qual è l’età media della vostra clientela?
Nelle barche senza equipaggio partiamo dai 18 anni, che è l’età minima per avere la patente, e abbiamo spesso dei gruppi di ragazzi che magari scelgono la formula della flottiglia, che peraltro è molto richiesta anche dai gruppi familiari. All’estremo opposto abbiamo clienti di oltre settant’anni che, con la dovuta esperienza, non hanno alcun problema a farsi le vacanze in barca. Sulle barche con equipaggio la media si alza notevolmente. Abbiamo anche qualche cliente sui trent’anni, ma volendo tracciare un’età media direi che siamo sui cinquanta.
È possibile prendere la barca in una base e lasciarla in un’altra? E, se per ragioni meteo o comunque di forza maggiore non è possibile riportare la barca alla base nei tempi previsti dal contratto, come vi regolate?
Il noleggio one-way è più semplice nelle barche con equipaggio e con quelle agenzie che hanno più basi, dove magari si possono creare incroci di prenotazione favorevoli. In quel caso, in genere, non viene applicato alcun supplemento e, nel caso, il costo dipende da tempo e distanza del rientro alla base. Per quanto riguarda l’eventuale ritardo nella riconsegna, no problem se si tratta realmente di forza maggiore ma se la barca non torna in tempo per responsabilità del cliente si applica una penale.
Equinoxe non è solo charter. Quali altri servizi offrite agli appassionati di nautica?
Equinoxe è brokeraggio e charter, anche se per più di 20 anni abbiamo fatto dealership per importanti cantieri. Oggi abbiamo diviso la società fra la Equinoxe Yacht, che segue il charter, e la Equinoxe Yacht International che si occupa prevalentemente di brokeraggio con annessi e connessi. La nostra filosofia è sempre stata quella di offrire un prodotto completo facilitando al massimo le esigenze del cliente, quindi siamo anche tour operator e agenti di viaggio con tutti i servizi relativi. Nell’ottica dei servizi al cliente, inoltre, offriamo anche una copertura assicurativa contro tutti i vari inconvenienti che possono capitare prima e durante il noleggio. Questo ci ha portato ad avere una clientela che ci segue anche da più di 20 anni con un alto tasso di fidelizzazione. È la nostra garanzia contro la vendita on-line, che ha avuto un notevole sviluppo ma che riserva sempre molte incognite.
Nel luxury yacht il noleggio viene costruito a misura di cliente. Qual è stata la richiesta più strana che vi è mai capitata?
Sull’argomento potrei scrivere un libro, perché devo dire che di cose strane ne succedono molte, ma ovviamente la privacy è d’obbligo. Tanto per fare un esempio, senza fare né nomi né luoghi, potrei ricordare un cliente dell’Europa orientale che ha noleggiato per tre settimane una barca a motore di sessanta metri e un’altra a vela di 24 metri per far divertire il figlio di sei anni. Nessuna delle due barche ha mai lasciato la banchina, sono stati sempre chiusi all’interno con l’aria condizionata, a bere e quant’altro, salvo qualche rara uscita per andare a fare shopping con le tre limousine che avevano in banchina.
Il tutto finché le guardie del corpo, per vincere la noia, hanno cominciato a stringere rapporti amichevoli con le hostess dell’equipaggio… con conseguente e deciso intervento della polizia che li ha rispediti tutti a casa. L’onnipotenza della disponibilità economica a volte è veramente disdicevole. Preferisco ricordare noleggi originali, come ad esempio i nostri clienti della sezione “Expedition”, che cura mete un po’ avventurose come ad esempio le Galapagos, la Patagonia o l’Antartide che seguiamo anche con dei rompighiaccio, mentre è un po’ meno richiesta l’Artide, che è solo ghiaccio. Poi ci sono le destinazioni tropicali con una connotazione molto subacquea.
Volendo dare un’idea dei costi, magari considerando una situazione media come potrebbe essere quella di una bareboat di 12 metri?
Una barca di 12 metri in alta stagione senza equipaggio può costare intorno ai 4.000 Euro a settimana più assicurazioni, costo carburante e le varie spese legate al noleggio. Dividendola ad esempio per un equipaggio di 6 persone è una vacanza assolutamente accessibile.