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Campania trainante, tradizione e futuro della cantieristica piccola e media

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di Sergio Troise

All’ombra del Vesuvio, l’arte della costruzione nautica si fonda in un perfetto mix di tradizione e ricerca. Dunque nomi arcinoti e giovanissime startup convivono armoniosamente guardando al grande mercato. Non solo italiano.

Il diportismo nautico è rappresentato in Italia per il 53{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} da barche fino a 10 metri; per il 22,9{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} da 10 a 12 metri; per il 20,5{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} da 12 a 18 metri. Il 79,8{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} sono barche a motore e rappresentano lo “zoccolo duro” della cosiddetta piccola nautica, un comparto composto da circa 400 aziende produttrici che da 9 anni registrano rassicuranti risultati di mercato.

In questo contesto recita da sempre un ruolo importante il Made in Napoli, che può vantare una storia prestigiosa, scritta da nomi celebri come quelli degli Aprea, dei Gagliotta, dei Palermo & Amato (Partenautica), dei Capasso (Baia Yacht, purtroppo uscito di scena), dei Cimmino (Conam), dei Di Luggo (Ruggiero Di Luggo, fondatore della Fiart, è stato il primo a introdurre la vetroresina in Europa, negli anni 60, con la piccola Conchita) per non dire di Mimmo De Salvi, fondatore dei Cantieri Posillipo, che produssero motoscafi in legno non troppo diversi dai mitici Riva.

Gagliotta

Oggi questa scuola di talenti è ben rappresentata da capitani coraggiosi come i fratelli Mercurio, fondatori nel 2014 di EVO Yacht, il cantiere delle barche transformer, con le murate apribili, grazie alla geniale intuizione di Valerio Rivellini, designer napoletano che condivide con i concittadini Brunello Acampora (Victory Design) e Francesco Guida un ruolo di assoluto prestigio nella progettazione di barche di nuova generazione.

Evo R6

Ai vertici del comparto si sono guadagnati ruoli di rilievo anche altri esponenti del Made in Campania, come MV Marine, che alle falde del Vesuvio produce gommoni hi-tech di qualità eccelsa, o come Salpa, che in un’azienda a conduzione familiare ha introdotto tecnologie e sistemi produttivi di assoluta avanguardia affiancando alla produzione di barche in vtr anche una linea di gommoni cresciuta da 0 a 7 modelli in 5 anni! Tutto ciò ha alimentato, sull’esempio dei grandi, la nascita e la crescita di una miriade di cantieri di piccole dimensioni, ma sostenuti da grandi ambizioni.

MV Marine Mito 45

E la Campania è diventata infatti una sorta di “regione trainante” della piccola nautica italiana, con una crescita esponenziale di operatori – agiscono sul territorio un centinaio di aziende piccole e medie – in gran parte specializzatesi sui battelli pneumatici, ma non solo: purtroppo s’è perso per strada, vittima della crisi post 2008, qualche talento indiscusso come Genny Ingegno (Unica Yacht) dedicatosi poi al refitting, ma resistono gli artigiani dei gozzi e delle lance in vtr e legno e, grazie al contesto ambientale, si sono sviluppate attività della filiera come charter e noleggio; la portualità turistica può contare su 67 strutture e 15.553 posti barca, e ogni anno si svolgono sul territorio 4 eventi fieristici (Nauticsud, due edizioni di Navigare e Salerno Boat Show).

L’intera filiera raggruppa dunque circa 2000 aziende, con un fatturato complessivo che supera il miliardo di euro. Qui è nata, dalla ex ANRC (Associazione Nautica Regionale Campana) l’AFINA (Associazione Filiera Italiana della Nautica) e qui è nato il PNI (Polo Nautico Italiano), esempi di un associazionismo ambizioso che – tramite la neonata SNIDI (Saloni Nautici Internazionali d’Italia) – ha guardato oltre i propri confini, fino ad organizzare, dal 17 al 25 ottobre scorsi, il primo Salone Nautico di Bologna: un evento di matrice campana, ma di respiro nazionale, dedicato proprio alle barche di dimensioni comprese tra 5 e 18 metri.

In questa cornice era lecito attendersi a Bologna la presenza di un numero maggiore di aziende giovani e ancora poco conosciute. E invece, causa Covid, si sono contate tante assenze, ma nessuno ha smesso di credere in un futuro tutto da scrivere.

Naval Activity Alluminio

È il caso dei coraggiosi innovatori di Naval Activity, che stanno sperimentando l’uso dell’alluminio su un cabinato di 8,35 metri, il Sun 27: dopo l’anteprima “in casa” al Nauticsud 2019 era lecito aspettarsi di vederlo a Bologna, per aprirsi a nuovi mercati, ma il cantiere di Nola (Napoli) è stato uno dei tanti assenti tra le baby-aziende ansiose di crescere.

Do.Vi 10

Discorso simile tra i produttori di gommoni, il settore più attivo e dinamico, con una dozzina di aziende giovani, cresciute rapidamente, come Oromarine e Dovi Boat, due tra le più attive, insediatesi tra Castel Volturno e Agnano e rapidamente cresciute, o come la Novamares di Antonio Mercurio o la Starmar dei fratelli De Salvi.

Oromarine

Per non dire di Coastal Boat, piccolo cantiere in grande spolvero guidato da Lele Lettieri, che è riuscito ad assicurarsi la collaborazione di un guru del design come Francesco Guida, ha avviato ricerche sull’alimentazione a gas e sui foil e ha esportato un paio di unità su mercati prestigiosi come il Principato di Monaco e Miami.

Coastal 8

Ha invece colto l’occasione di farsi vedere fuori dei confini regionali 2.Bar, azienda a conduzione familiare (Pietro Barbieri con i figli Francesca e Mario) nata appena tre anni fa e specializzatasi in gommoni (non più di 50 l’anno) di misura compresa tra 5,70 e 6,20 metri (nel 2021 dovrebbero arrivare due novità di 7,5 e 8,5 metri). “Vogliamo cogliere tutte le opportunità per farci conoscere – dice Mauro Barbieri – e infatti a ottobre abbiamo esposto sia al Salerno Boat Show sia al Salone di Bologna. Certo, a causa della pandemia non abbiamo avuto il pubblico delle grandi occasioni, a Bologna però abbiamo avviato contatti con operatori non solo emiliani ma anche di altre regioni. È stata l’occasione giusta per incrementare la presenza sul mercato dei noleggiatori, che per noi rappresentano il 50{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} della clientela”.

2 Bar 62

Sul versante gommoni uno dei cantieri più dinamici è Italiamarine, che produce a Napoli una quindicina di modelli di misura compresa tra 6,70 e 12 metri e non smette di programmare aggiornamenti di gamma. “Per noi – ha dichiarato Carolina Amato, responsabile dei rapporti con il pubblico – il salone di Bologna è stato una scommessa vincente. Abbiamo venduto un esemplare del Vulcano, nuovo entry level del cantiere, ma a dire il vero non avevamo l’ansia di vendere, in quanto la nostra produzione per il 2021 è già sold out. Siamo una piccola azienda ma già affermata e pronta a occupare nuovi spazi di mercato, grazie anche ai contatti con gente proveniente dalla costiera adriatica, dal Veneto, dalla Lombardia, dalla Toscana. Saranno stati anche pochi, ma coloro che hanno visitato il nostro stand a Bologna hanno scoperto la qualità di prodotti progettati con il contributo di un designer d’avanguardia come Valerio Rivellini e si sono informati sulle prossime novità in arrivo, tra le quali la nuova ammiraglia di 38 piedi, un maxi-RIB che presenteremo al Nauticsud di Napoli a febbraio 2021”.

Italiamarine

Alcuni dei “piccoli” che hanno debuttato a Bologna hanno parlato tout court di “scommessa vinta”, c’è stato persino chi ha già prenotato lo stand per il 2021 e chi – sulla scorta dei riscontri registrati a Bologna – sta valutando investimenti per allargare la propria azienda e assumere nuovo personale.

È il caso di Esposito Mare, piccolo cantiere con sede a Castellammare di Stabia (Napoli), conquistatosi il suo quarto d’ora di notorietà un anno fa, quando espose a Genova il gozzo acquistato da Belen Rodriguez e Stefano De Martino (all’epoca ancora insieme). Il titolare, Stanislao Esposito, è un artigiano all’antica, lavora il legno (abbinato alla vetroresina) alla maniera dei maestri d’ascia d’una volta e non produce più di 25 barche l’anno, con 25 dipendenti.

Nautica Esposito Gozzo Positano

Ma dopo l’esperienza fatta a Bologna ha confessato: “Devo ingrandirmi. Non osavo immaginarlo, ma ho venduto un gozzo a un acquirente venuto da Levanto, provincia della Spezia, e ho avviato trattative concrete per il 38, con visitatori venuti da Mantova, Pavia, Piacenza, Venezia. Ho capito che ci sono le condizioni per affacciarsi in altre regioni, fuori dai nostri territori”.

Cantiere Mimì

Lo sa bene Mimmo Senese, titolare del cantiere Mimì, pure specializzato in gozzi Made in Napoli. La sua è un’azienda con 40 anni d’esperienza alle spalle, una gamma di 18 modelli tra i 7 e gli 11 metri e una produzione attestata su 120 unità l’anno (buona parte destinata all’export) forgiate su una matrice storica inequivocabile: la carena planante introdotta a suo tempo da Cataldo Aprea, nome storico del Made in Campania, anche se trasferitosi da tempo nelle Marche. “Ad Aprea dobbiamo tutti molto” ammette Senese, aggiungendo comunque di aver investito molto sull’innovazione, introducendo il metodo dell’infusione per gli scafi in vetroresina (meno peso e meno impatto ambientale), impreziositi comunque dalla presenza del legno e di finiture di lusso. Il cantiere ha tre nuovi modelli in fase di lancio, progettati con la collaborazione di Valerio Rivellini e presentati in anteprima già a Genova, con buoni riscontri. Perché dunque presentarsi anche a Bologna? “Non avevamo la necessità impellente di farci vedere, ma – spiega Senese – abbiamo voluto cogliere l’opportunità offerta da questa prima edizione sperimentale del Salone per verificarne le potenzialità, e devo dire che per quanto ci riguarda si è rivelato un successo al di là di ogni aspettativa. Abbiamo venduto 10 gozzi, compreso uno di quelli in esposizione, che è stato già consegnato sul lago Maggiore, per un cliente svizzero”.

Apreamare Gozzo (ph-BluePassion)

Se il gozzo conserva un fascino unico, legato all’abbondante uso del legno e alla storia che si porta dietro, più difficile risulta affermarsi tra produttori di barche in vtr, comparto in cui la concorrenza è serratissima. Ma anche in questo campo c’è chi è animato da spirito battagliero.

È il caso di Giupex, piccolo cantiere nato nel 2017 che produce, con la tradizionale lavorazione manuale, una gamma di 20 modelli tra 5 e 14 metri, fuoribordo e entrobordo, open, walkaround e cabinati, utilizzando gli stampi rilevati da Manò Marine (uscito di scena) e sottoponendoli ad aggiornamenti di stile.

Giupex RIB 34X

Il titolare è Giuseppe Petrucci, cimentatosi in una sfida non facile: conquistare spazio anche al di fuori del golfo di Napoli, dove naviga gran parte della produzione. “Con 25 persone tra dipendenti diretti e ditte esterne produciamo circa 50 unità l’anno nel capannone di Castel Volturno – dice l’imprenditore napoletano – ma speriamo di crescere, grazie al buon rapporto qualità/prezzo e a iniziative promozionali come la presenza al Salone di Bologna, dove abbiamo venduto due barche e avviato trattative per una terza, aprendoci sempre più al mercato fuori regione”.

NAUTICSUD E NAVIGARE

A Napoli è in programma per il 13-21 febbraio 2021 la 48ma edizione del Nauticsud, organizzato da AFINA (Associazione Filiera Italiana della Nautica) in collaborazione con l’Ente Mostra d’Oltremare. Le incertezze imposte dalla pandemia e difficoltà nel definire gli accordi con l’ente fieristico hanno imposto però una pausa di riflessione che potrebbe comportare un rinvio al 6-14 marzo o addirittura la cancellazione del salone. In compenso gli operatori locali hanno raggiunto un accordo con i gestori del Molo Sannazaro (meglio noto come Molo Luise), all’interno del porto di Mergellina, per raddoppiare gli spazi dedicati a Navigare, l’esposizione con prove in mare in programma dal 21 al 28 marzo.

L’edizione numero 34 non si svolgerà, dunque, esclusivamente nel porticciolo del Circolo Posillipo, ma anche lungo le banchine del molo Luise, lì dove tra il 2008 e il 2011 si svolsero alcune memorabili edizioni del Nauticsud, sdoppiato tra l’esposizione a terra, alla Mostra d’Oltremare, e quella in acqua, dedicata alle imbarcazioni di maggiori dimensioni. L’iniziativa assume particolare importanza per la suggestiva ambientazione, nel cuore del lungomare partenopeo e al centro di uno scenario dominato dal Vesuvio, la costiera sorrentina, Capri e Posillipo. Non per niente, nel comunicato stampa di AFINA che dà notizia del raddoppio dell’edizione numero 34 di Navigare, si sottolinea che “prende forma il sogno futuro di rendere Napoli capitale della nautica nel Mediterraneo”.

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