François Gabart, 1000 miglia al giorno
A 39 anni, François Gabart è uno dei navigatori di maggior talento della sua generazione. Ha iniziato sull’Optimist, poi è passato sul Tornado, quindi sul Figaro e finalmente sull’Imoca per arrivare al trimarano.
Ora è lo skipper di una delle “macchine” oceaniche più avanzate: il trimarano volante a foil SVR-Lazartigue, con cui vuole superare nuovi limiti, nuovi record. L’intervista.
Il suo eccezionale palmarès sportivo è costellato di numerosi successi in tutti gli oceani del pianeta.
Ha vinto la Vendée Globe 2012-13 in 78 giorni 2 ore 16 minuti a bordo di IMOCA Macif, stabilendo un nuovo record della regata. Nel 2017 ha stabilito il record di velocità per la navigazione intorno al mondo in 42 giorni 16 ore 40 minuti e 35 secondi, navigando in solitario a bordo del trimarano di 30 metri Macif. Nel 2018 è arrivato secondo alla Route du Rhum.
Nel 2021 con l’avanzatissimo trimarano a foil SVR-Lazartigue, progettato dallo studio VPLP Design di Marc Van Peteghem e Vincent Lauriot Prévost, costruito a Concarneau in Bretagna dagli esperti di MerConcept e sostenuto dal Gruppo Kresk, ha iniziato un nuovo capitolo della sua storia: far volare questo multiscafo gigante attorno al pianeta, alzando sempre di più i limiti della performance e trasmettendo contemporaneamente un messaggio ambientale e sociale.
Il Gruppo Kresk riunisce marchi di bellezza animati dalla volontà di prendersi cura degli esseri umani e degli organismi viventi. SVR è un laboratorio francese di dermocosmesi, creato nel 1962 da una coppia di farmacisti, Simone e Robert Véret, per sviluppare soluzioni dermatologiche con una super concentrazione di attivi e straordinariamente tollerabili da tutti i tipi di pelle sensibile.
Il marchio Lazartigue è da 56 anni espressione di naturalezza e rispetto per l’ambiente. Jean-François Lazartigue, un hair-stylist e colorista visionario, ha da subito inserito degli ingredienti attivi botanici nei suoi prodotti.
Dal 1978 i Laboratoires Fillmed, pionieri della medicina estetica, sono esperti di acido ialuronico, una molecola naturalmente presente nel corpo umano e un attivo essenziale sia in medicina estetica sia in cosmetica.
A fianco di queste attività industriali, il Gruppo Kresk finanzia Kresk4Oceans per contribuire al Decennio delle Scienze Oceaniche, un programma definito dall’UNESCO per il periodo 2021- 2030, focalizzandosi sulla sfida principale: comprendere e cartografare le fonti terrestri e marine di sostanze inquinanti e contaminanti e il loro impatto sull’ecosistema per un oceano pulito.
Kresk4Oceans affronta questo approccio con tre sfide e tre missioni.
Sulla terra, con Recycle4Oceans per intervenire affinché la plastica non raggiunga mai l’oceano. In mare, con Sail4Oceansper contribuire a migliorare la conoscenza delle sostanze inquinanti e contaminanti. Per gli esseri umani, con Educate4Oceans per sensibilizzare ed educare le future generazioni e il pubblico in generale riguardo alla tutela del nostro bene comune.
La visibilità di Kresk4Oceans sul trimarano SVR-Lazartigue consentirà di valorizzare tutte le iniziative intraprese e i progetti sostenuti con tutto il supporto del suo ambasciatore, proprio François Gabart. Lo skipper incarna infatti i valori che sono specifici dei marchi SVR, Lazartigue e Fillmed: progresso e performance tenendo conto del sociale e dell’ambiente.
Varato nel 2021, SVR Lazartigue ha svelato forme e aerodinamica altamente sviluppate. Il ponte del gigantesco trimarano – 32 metri per 23 – è interamente aerodinamico, con solo le due postazioni di comando sporgenti, a loro volta protette da cupolette che ricordano le cabine di pilotaggio degli aerei da combattimento.
Situate su entrambi i lati del boma, offrono una visione senza ostacoli della prua e del piano velico.
Il supporto aerodinamico di SVR Lazartigue è assicurato dalle carenature dei bracci, realizzate in tessuto molto resistente. Questo lavoro sulla forma consente di limitare la resistenza aerodinamica e di aumentare la portanza, migliorando così il volo.
Anche il ponte di prua è progettato per limitare la resistenza aerodinamica, essendo molto esposto al flusso. Gli avvolgitori di J2 e di J3 sono sotto il livello della coperta e protetti da una struttura in cui vengono riposte le vele non utilizzate, poiché solo il J1 è costantemente in servizio.
L’accesso alla cabina di pilotaggio richiede un po’ di agilità, poiché l’ingresso avviene attraverso la cupoletta di plexiglas scorrevole. La postazione di pilotaggio è occupata da un piccolo volante, che non agisce direttamente sul settore di governo, ma sull’unità di controllo dell’autopilota, un sistema capace di dare al timoniere la sensazione della virata. Le principali impostazioni sono accessibili anche direttamente sul volante, per mezzo di alcuni pulsanti.
L’area di manovra è composta da quattro winch, due dei quali sono situati a prua della zona di manovra e due a poppa, per le scotte della vela di prua.
Questa zona di manovra non è a tenuta stagna. L’acqua entra attraverso i passaggi delle varie manovre che arrivano al piano e le bolle delle postazioni di comando non sono a tenuta stagna, per cui sono previsti degli ombrinali a livello del ponte di coperta.
Questa filosofia del pozzetto ultra-protetto è già stata sperimentata con un certo successo nella classe Imoca (in particolare su Hugo Boss 2 e su Corum). E continua a essere emulata nella classe, dato che diversi progetti attualmente in costruzione utilizzano questa scelta.
Una ventina di cilindri idraulici sono distribuiti in tutto il trimarano per assorbire le elevate forze a cui sono sottoposti i principali organi da regolare, da 5 a 18 tonnellate: cunningham, paterazzo, tensione delle sartie, stralli delle vele di prua e appendici volanti. La loro azione è regolata unicamente dalla forza fisica dell’equipaggio (o del marinaio solitario!), il cui lavoro sul macinacaffè alimenta il cilindro scelto.
Il computer di bordo è installato nell’area di manovra. Lo skipper ha accesso a diversi schermi che gli mostrano tutti i dati del trimarano e il suo software di navigazione. Un’interfaccia consente inoltre di accedere a tutte le telecamere di bordo, che monitorano sia il trimarano sia l’acqua.

Intervista esclusiva di François Gabart, a bordo di SVR Lazartigue
Hai già preso confidenza con il “mostro”?
Beh sai, ha solo un anno… è ancora un bebè! Stiamo ancora imparando un sacco di cose sulla barca. Ogni navigazione è una scoperta!
Che differenza c’è col tuo precedente trimarano?
Questa è una barca volante con due grandi ali laterali, sul timone e sulla deriva. Normalmente usiamo l’ala grande sottovento, quella sul timone e sulla deriva centrale.
A che velocità decolla?
Decolliamo intorno ai 10-12 nodi, poi lui si costruisce la sua velocità e il suo vento apparente.
Qual è l’angolo ottimale per un trimarano come questo?
L’angolo ottimale col vento reale è intorno ai 110-130 gradi, ma riesce comunque a bolinare molto bene. A 40 nodi stringe fino a 75, anche 70 gradi col vento reale.
A che velocità soffia il vento apparente allora?
Con questi angoli e queste velocità il vento apparente è molto forte, fino a 60-65 nodi. Per questo la barca è stata ottimizzata anche dal punto di vista aerodinamico.
Come produci l’energia a bordo?
Abbiamo sedici pannelli solari e dei generatori eolici. Questa produzione di energia è sufficiente per tutte le funzioni della navigazione a vela. Per il motore elettrico, invece, necessario per le entrate e uscite dai porti e per il regolamento di sicurezza che impone un impiego del motore per 8 ore a 8 nodi, dobbiamo ricorrere a un generatore diesel. Naturalmente durante le regate il motore è sigillato.
Qual è il tuo programma a breve?
Partecipare alla Route du Rhum, che parte da Saint Malo e arriva in Guadalupa in novembre, e successivamente a diverse regate oceaniche come il Trofeo Jules Verne, regata intorno al mondo. Ma intendo anche stabilire dei record. Questa barca è stata concepita anche per questo scopo. Poi c’è in Mediterraneo la Marsiglia – Cartagine.
Che velocità hai già raggiunto?
La massima è di circa 50 nodi, ma il nostro interesse non è quello di raggiungere velocità di punta. Piuttosto vogliamo mantenere alte velocità per un lungo tempo, per ore, per giorni. Appena dopo il varo, durante le prime prove abbiamo mantenuto 42 nodi per più di un’ora. L’obiettivo è mantenerli per un giorno, in modo da superare le 1.000 miglia giornaliere. Oggi il record è di 910 miglia a 38 nodi.
Come controlli l’acqua intorno a te a queste velocità?
Ho una telecamera in testa d’albero, anche termica per la notte. Tutti i comandi e i controlli sono rinviati all’interno e sui due volanti ci sono pulsanti per lascare rapidamente le vele.
Quanti siete al massimo in equipaggio?
Siamo tra sei e sette. Le guardie sono di quattro con cui si controlla bene la barca. Due per la conduzione, uno alla navigazione e meteo e uno pronto a intervenire in caso di necessità.
Come fate a cambiare le vele di prua?
C’è uno strallo fisso per il J1. Le altre sono rollate. I cambi sono gli unici momenti in cui usciamo dalla cabina all’esterno e rallentiamo l’andatura della barca.
Come ti alimenti nelle lunghe navigazioni?
Per l’alimentazione in solitario ci sono 200–250 chili di cibi liofilizzati, vegetali e frutta fresca. In un giro del mondo di 40 giorni i cibi freschi, come arance, pompelmi, mele o patate, durano anche 20 giorni, metà del tempo. La difficoltà è quando si passano le zone molto calde! In equipaggio la situazione è più complessa.
E per l’acqua?
Abbiamo un dissalatore e un piccolo serbatoio di 10 litri per il consumo istantaneo, più bottiglie e una tanica di scorta.
Scheda tecnica SVR LAZARTIGUE
Lunghezza fuori tutto m 32
Larghezza massima m 23
Dislocamento kg 15.000
Peso di un foil kg 400
Pescaggio m 4,50
Altezza dell’albero m 33
Altezza totale dall’acqua m 37
Superficie velica di prua m² 425
Superficie velica di poppa m² 645
Progetto Studio VPLP Design di Marc Van Peteghem e Vincent Lauriot Prévost
Costruzione MerConcept, Concarneau
Sponsor Gruppo Kresk, SVR, Lazartigue, Fillmed<p style=”text-align: center;”></p>




