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Come applicare da soli il teak sintetico

teak sintetico

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Il fascino di una coperta rivestita in teak è indiscutibile. Tuttavia, il reale costo complessivo, in termini di prezzo d’acquisto, di costo ecologico, di cura e di manutenzione, per molti può essere inaccettabile. Una soluzione – peraltro gestibile anche direttamente da un armatore dotato di voglia e capacità – è quella di montare o sostituire il rivestimento della coperta con il cosiddetto teak sintetico.

Tratto di filarotto sintetico con finta gommatura

Questo materiale è realizzato da vari produttori con risultati anche molto differenti. Innanzi tutto dobbiamo ben documentarci sulla sua qualità, sia presso la fabbrica sia chiedendo il parere di chi lo installa e di chi già lo utilizza. Questo perché, nel tempo, alcuni di questi prodotti hanno mostrato alcuni limiti, come il surriscaldamento sotto il sole, bollature e rigonfiamenti, distacchi degli incollaggi eccetera.

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Due tipi di teak sintetico

Resta il fatto che un grande elemento a suo favore, soprattutto nel caso di coperte a doghe lineari, è che possiamo lavorarlo comodamente senza particolari attrezzature, semplicemente costruendo in situ delle dime di cartone e poi fabbricando su tali sagome un “tappeto” di teak sintetico che poi provvederemo a incollare. I vantaggi, oltre che in termini di costo, sono anche nella resistenza agli urti e alle macchie da liquidi (oli compresi), pensando soprattutto alle aree più sensibili, come nel caso delle plancette poppiere.

Inoltre, sulle coperte bombate, il prodotto è in grado di seguire senza problemi la curvatura del bolzone, a differenza del compensato di teak o del teak massello che, al contrario, devono essere forzati (sempre che vi si riesca).

filarotto
Filarotto in rotolo

Vediamo dunque come procedere.
1. Acquistiamo nella giusta misura il teak sintetico giudicato adatto per tipo e colore.

2. Prepariamo l’attrezzatura necessaria: cartone di buona qualità, forbici normali, forbici per materiali gommosi, nastro biadesivo, pesi, riga metallica, taglierino affilato, spatola, nastro-carta adesivo, pennarello indelebile, matite, carta vetrata, stracci.

3. Smontiamo gli accessori facilmente rimovibili dalle zone interessate e, dopo aver rimosso eventuali rivestimenti precedenti, lasciando una superficie perfettamente levigata, puliamo con sgrassante le zone di applicazione.

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La faccia inferiore

4. Prepariamo la sagoma di cartone del pannello che vogliamo realizzare. Se la superficie è grande procediamo a realizzare più sagome di misure ridotte. Queste (tranne che nei lati di eventuale unione) devono prevedere una doga di margine di larghezza maggiore (45/60mm). All’interno di tale doga, che delimita la sagoma, andiamo a disegnare le doghe successive con la relativa striscia di giunzione, a simulare la tipica gommatura (che potremmo scegliere tra vari colori, a partire dal classico nero). Prepariamo tutte le sagome con i disegni delle doghe e delle fasce di coronamento e con gli angoli di incrocio a 45 gradi, quindi provvediamo a riposizionarle sulle parti da rivestire per verificarne la precisione e, eventualmente, apportare le necessarie correzioni. Molto importante è stabilire la doga di riferimento per l’allineamento di tutte le altre: normalmente è quella centrale dell’intero pannello da realizzare.

5. Una volta sicuri delle sagome e del disegno, prendiamo il materiale in rotolo e svolgiamolo attendendo che si distenda in modo naturale (motivo per il quale la temperatura non deve essere eccessivamente fredda). A questo punto incominciamo a tagliare a misura la doga di riferimento, che diventerà la doga di partenza. Fissata questa con biadesivo, tagliamo le altre doghe posizionandole sulla dima. Se alle doghe diamo un po’ di lunghezza in più, potremo tagliarle successivamente con il taglierino, utilizzando come supporto una riga metallica al fine di ottenere una misura perfetta e omogenea.

6. Completate tutte le parti lineari e verificati gli allineamenti, possiamo incominciare a incollare tra di loro (utilizzando il collante adeguato) le varie doghe, sul solo bordino laterale, mantenendole sempre posizionate sulla dima. In presenza di curve sulla dima, tagliamo le doghe un po’ più lunghe del disegno e, una volta incollate tutte, procediamo al taglio seguendo la curvatura con la guida di una striscia metallica opportunamente sagomata o curvata e poi incolliamo la doga di margine (quella curva, appunto).

7. A incollaggio delle doghe (tra loro) avvenuto, eliminiamo tutti i residui con uno straccio, procediamo con una leggera scartavetratura del fondo del “tappeto” seguendo il senso della venatura, e presentiamolo in loco. Se combacia come si deve, è giunto il momento di incollarlo sulla superficie, evitando bolle d’aria e rigonfiamenti. Soprattutto nei punti che riteniamo critici, applichiamo più pesi possibile, lasciandoli in posizione per tutta la fase di tiraggio. Terminata questa, non ci rimane altro da fare che ammirare il risultato.<p style=”text-align: center;”></p>

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