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Un nodo di bozza per togliersi dai guai

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Non molto utilizzato fra i diportisti, il nodo di bozza è in realtà utilissimo. Ecco come si esegue e quando è necessario.

La scotta del fiocco che si incattiva nel self-tail e la necessità di scaricare tutta la tensione a monte del winch. Questo è solo uno dei casi in cui saper eseguire un nodo di bozza si rivela estremamente utile.

Foto 1

Gli esempi sono infiniti: un corpo morto da accorciare, una cima incastrata, una linea d’ancoraggio da alleggerire per poterci lavorare senza dover salpare l’ancora e tanti altri ancora. In tutte queste situazioni, il nodo di bozza ci permette di esercitare una trazione sulla cima principale, quella impegnata, per poterla scaricare dalla tensione cui è sottoposta oppure, al contrario, per metterla in tensione oltre il limite cui siamo arrivati, come ad esempio nel caso di un corpo morto che non riusciamo più a cazzare e, in assenza di un verricello di tonneggio, portiamo una cima più piccola legata al corpo morto fino al winch in pozzetto.

Foto 2

La condizione per eseguirlo correttamente è che la cima con cui si realizza il nodo sia di diametro più piccolo di quella su cui si deve agire.

Nella foto numero 1 vediamo come si utilizza una cima più piccola per eseguire un nodo di bozza su un cavo di ormeggio da cui vogliamo alleggerire la tensione verso la bitta.
Quindi (foto 2 e 3), con il corrente, ossia la parte di cima che utilizziamo per eseguire il nodo, eseguiamo tre mezzi colli intorno al cavo d’ormeggio.

Foto 3

A questo punto (foto 4), facciamo passare il corrente sopra i mezzi colli e sotto il dormiente. Il nodo è realizzato (foto 5).
Tirando la cima, si assuccherà, stringendosi intorno all’ormeggio.

Foto 4

Questo nodo ha un’origine antichissima, e viene dall’uso che ne facevano i marinai che dovevano salpare a mano grandi gomene di ancore che potevano raggiungere diametri superiori ai 20 centimetri. In questi casi facevano ricorso a cime più piccole e più maneggevoli legate, provvisoriamente, alla gomena. Pare che da questa provvisorietà sia derivato il modo di dire ancora in uso oggi: quando si fa riferimento a qualcosa di non definitivo, si dice appunto che si “abbozza” qualcosa.

Foto 5
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