Nauticontest, una opportunità per giovani progettisti
Partecipa inviando la tua tesi di laurea: il tuo elaborato potrebbe ESSERE pubblicato su Nautica o Superyacht
Un Contest “free access” finalizzato alla valorizzazione delle nuove idee provenienti da chi si prepara a diventare il progettista di domani. Tutti gli studenti d’Italia che frequentano un corso universitario o un master di formazione concernente il settore nautico e navale (Ingegneria Nautica, Ingegneria Navale, Architettura, Design, Disegno Industriale ecc.) possono partecipare alla realizzazione di un sogno: VEDERE LA PROPRIA TESI DI LAUREA SCELTA E PUBBLICATA DA NAUTICA EDITRICE
Per partecipare: www.nautica.it/nauticontest
una nuova iniziativa rivolta a tutti i giovani laureati/laureandi nelle discipline del settore nautico e navale promossa da Nautica Editrice
11 METRI PER BREVI E DIVERTENTI CROCIERE
Stand By Me
Progettista – Stefano Corda e Virginia Smaniotto
Università/Scuola di Specializzazione – Università di Genova
e Politecnico di Milano
Corso di Laurea/Master – Laurea magistrale in Design Navale e Nautico
Anno conseguimento titolo di studio – 2019
Un catamarano a motore open di 11 metri per fare charter giornaliero… e non solo.
Introduzione
Prima di diventare una tesi di laurea, il progetto “Stand by me” nasce per partecipare ad un concorso del Gruppo Beneteau finalizzato a individuare nuovi concept dai contenuti innovativi, non solo dal punto di vista del design ma anche e soprattutto dal punto di vista delle tecnologie, della sostenibilità ambientale e del modo di concepire gli spazi abitativi. Il tema del concorso era una barca di massimo 11 metri per uscite giornaliere o brevi crociere nei weekend. Sulla base di questo input nasce “Stand by me”.
L’idea: piattaforma per divertirsi
Una barca per il charter giornaliero deve essere, allo stesso tempo, bella, divertente, semplice da utilizzare. Ancora di più se parliamo di una barca a uso di strutture alberghiere di lusso o resort finalizzata a offrire ai propri clienti un servizio di charter.
Sulla base di questo input la coppia di progettisti che ha disegnato “Stand by me” ha optato per un catamarano che si trasforma in una piattaforma ludica, dove la gran parte degli spazi abitativi sono dedicati alla vita all’aperto, con zone prendisole, spiaggetta di poppa, murate apribili e gavone per lo stivaggio dei toys.

Tutto per accompagnare gli occupanti di bordo in piacevoli crociere alla scoperta di angoli di costa e baie esclusive.
Per quanto riguarda la semplicità, elemento essenziale per una barca utilizzata per il charter, i progettisti di “Stand by me” hanno optato per una funzionale propulsione fuoribordo, costituita da due motori da 300 HP che, secondo loro, possono spingere la barca fino a 24 nodi. Invece, la massima fruibilità degli spazi aperti a fini ludici è stata ottenuta anche con alcune scelte innovative e anticonvenzionali, delle quali alcune sono discutibili in termini di sicurezza e vivibilità della barca durante la navigazione.
Il design
Ispirato alle linee “luxury tender” che tanto stanno influenzando il design nautico di questi ultimi anni, “Stand by me” si presenta come un catamarano a motore atipico che, dal punto di vista formale, si avvicina maggiormente al mondo dei day cruiser più di quanto non si avvicini al mondo dei catamarani. Il concept minimalista che caratterizza “Stand by me” è, infatti, quello che ritroviamo sui tender di lusso, imbarcazioni totalmente open o con modeste sovrastrutture per fornire refrigerio e riparo dal sole.
Come per questi, il design e i contenuti di “Stand by me” sono sintetizzabili con poche ma significative caratteristiche. Inoltre, le linee tese e nette conferiscono al catamarano un senso di sportività riscontrabile anche nella configurazione di coperta, che prevede solo un hard top come sovrastruttura, in accordo con la concezione di pulizia formale a 360 gradi. Questo stile aggressivo e minimalista non è stato però mediato con l’esigenza di limitare gli spigoli a bordo.
Il layout
Come per tutti i catamarani, anche per il progetto “Stand by me” il layout di bordo è molto influenzato dalla morfologia stessa dell’oggetto. In questo contesto i giovani designer hanno applicato al meglio i principi dell’ergonomia, anche sottocoperta, dove le forme affusolate dei semi scafi limitano l’abitabilità.
Sottocoperta
Sottocoperta hanno ottenuto il massimo prevedendo, nella zona a centro barca di ciascun semi scafo, una cabina matrimoniale con annesso locale toilette. Nella zona poppiera trova posto un garage dove alloggiare un acquascooter, un seabob, un tender di salvataggio autogonfiabile e tutti quegli accessori connessi alla sicurezza che non devono mai mancare a bordo.

A proravia, invece, le forme estremamente strette dei semi scafi e la presenza dell’adiacente bagno non hanno permesso di prevedere altro se non una zona ripostiglio accessibile attraverso degli sportelli.
In coperta
In coperta, invece, emerge tutta la creatività che distingue questo progetto fondato sul divertimento. Un ampio prendisole posizionato a poppavia si integra con le murate abbattibili, rendendo ancor più evidente il concetto di apertura verso il mare. Stessa cosa a proravia, dove una ampia area relax permette di godere il sole e il mare. Certo, prevedere una scaletta di risalita a prora avrebbe permesso agli ospiti di tuffarsi e risalire agilmente in barca, invece che dover nuotare fino alla scaletta di poppa per poter risalire a bordo. Comoda la spiaggetta poppiera, dove trovano posto i motori fuoribordo, ma che consente comunque una comoda risalita dall’acqua.![]()
Sicuramente originale, ma forse non del tutto azzeccata, la scelta di posizionare la consolle di pilotaggio a proravia, in una zona non riparata sia dall’azione del mare (è molto facile essere raggiunti dagli sbruffi causati dall’impatto degli scafi con le onde, specialmente nella navigazione di prora) sia dall’azione del vento, che in taluni casi risulta essere più tagliente di quella del mare.
In conclusione, stile ricercato e soluzioni studiate su misura per permettere una convivialità di bordo di alto livello, queste sono le caratteristiche principali del progetto “Stand by me”.
Il progetto
Dal punto di vista più tecnico, il progetto si rileva essere stato troppo condizionato dall’input concorsuale che richiedeva l’elaborazione di concept più che un preliminare di progetto, come invece è richiesto per il Nauticontest. Di conseguenza è stato trascurato lo studio di alcuni aspetti tecnici che ha portato ad alcune ingenuità progettuali o scelte discutibili che, comunque, non riducono i contenuti innovativi e il valore del progetto stesso.
In tal senso, la prima cosa che salta all’occhio è la conformazione della prua, che certo non può definirsi marina, vista la completa assenza di avviamenti per deflettere le onde che si possono incontrare in navigazione. Se poi aggiungiamo che il timoniere e tutti gli altri ospiti a bordo sono privi di qualsiasi protezione, è evidente che basta un po’ di mare e di vento per far fare un bel bagno indesiderato a tutti.
E questo rappresenta un evidente limite: infatti, pur stando su un esclusivo catamarano di 11 metri, non si ha un luogo dove ripararsi dal vento e dagli spruzzi quando si torna a terra dopo una bella giornata trascorsa al largo. Tanto più se s’è alzato un po’ di vento e di mare. In pratica è come stare su un gommone. Ma, forse, si può ambire a qualcosa di meglio.
Per quanto riguarda la forma degli scafi del catamarano, lascia invece perplessi la forma di carena scelta caratterizzata dall’assenza di spigoli trasversali e volumi contenuti a poppa, forme che probabilmente determineranno un forte appoppamento nel regime idrodinamico di transizione tra dislocante e planante (per questa imbarcazione oltre gli 8/9 nodi, e prima dei 18/20 nodi in cui inizia a planare, si lascia il cosiddetto regime dislocante e la barca crea un’onda trasversale più lunga della carena stessa che la fa appoppare fortemente peggiorandone le prestazioni).
Inoltre, forme di carena a spigolo avrebbero consentito un più facile sfruttamento dei volumi interni e una più facile costruzione.
Anche altri aspetti tecnici sono stati trascurati o affrontati parzialmente: parliamo ad esempio delle strutture che, a fronte del previsto uso di un materiale composito innovativo, non sono state studiate nel loro insieme con un piano delle strutture.
Nonostante qualche trascuratezza tecnica e qualche ingenuità generale, il progetto “Stand by me” è molto curato e dettagliato in alcuni particolari che, alla fine, fanno la differenza. Parliamo delle bitte a scomparsa che, quando non utilizzate, possono essere chiuse per rendere la coperta dell’imbarcazione ancora più pulita, o delle murate abbattibili, dotate di un dispositivo appositamente studiato per aumentare la superficie ludica a bordo quando si è in rada all’ormeggio.
Molto interessanti sono poi le chaise longue estraibili incassate nel copertino di prua che, grazie all’ausilio di pistoni idraulici, possono sollevare lo schienale per adattarlo alle proprie esigenze.

Completano e valorizzano ulteriormente il progetto un attento studio dei colori e dei materiali per l’interno e l’esterno, così come delle luci.
Infine, vista la caratterizzazione ludica di “Stand by me”, è stato trovato uno spazio di stivaggio espressamente dedicato ai toys di bordo, un risultato non trascurabile visto che si parla di una barca di soli 11 metri. Parliamo di seabob e piccole moto d’acqua che è possibile stivare all’interno del gavone ricavato sotto il prendisole poppiero. Sfruttando la movimentazione idraulica dei portelloni del gavone è poi possibile anche l’alaggio meccanicamente assistito a bordo.
Il sandwich ecosostenibile
Kelvet-Eperan, con questo binomio di materiali innovativi è realizzato il sandwich strutturale che trova impiego nell’arredo degli interni del progetto “Stand by me”. Studiato e proposto dall’ingegnere Maria di Filippo della Surfcrest proprio per l’utilizzo in campo nautico, esso è stato ripreso dai giovani designer per progettare le articolate pannellature degli interni della barca. Questo connubio di materiali permette di ottenere un risparmio di peso fino all’80{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} in meno rispetto alle tradizionali costruzioni in legno o in materiali compositi come la vetroresina.
L’Eperan è un polipropilene espanso di ultima generazione impiegato come anima del sandwich. Il Kelvet invece è una resina di ultima generazione in grado di conferire robustezza e rigidità. Il sandwich in questione non solo risulta avere caratteristiche fisico-meccaniche notevoli come resistenza alla salinità dell’acqua di mare e agli agenti atmosferici, ma è anche totalmente riciclabile una volta giunto a fine esercizio. Esso infatti può essere triturato e reimpiegato nel settore edilizio come sostituto dell’argilla nel calcestruzzo.

Scheda tecnica
- Tipologia: Motor Yacht
- Lunghezza f.t.: 10,98 m
- Larghezza max: 4,30 m
- Immersione: 0,5 m
- Dislocamento: 9500 kg
- Motorizzazione FB: 2 x 300 hp
- Velocità di crociera: 16 nodi
- Velocità max: 24 nodi
La valutazione
Punti di forza Da approfondire
Exterior design Strutture
Interior design Impiantistica
Nuove soluzioni Materiali innovativi
Materiali innovativi Analisi dei costi
Stefano Corda e Virginia Smaniotto
Stefano Corda (Cagliari, classe 1993) e Virginia Smaniotto (Asti, classe 1994) sono due designer navali entrambi laureati presso il Polo Guglielmo Marconi di La Spezia. Ottimi amici da anni, condividono la passione per la nautica e questo li ha condotti a redigere la tesi di laurea insieme ed esporla nel marzo del 2019. La tesi ha vinto il concorso MUVE YACHT PROJECTS ed è stata presentata al Salone Nautico di Venezia (a giugno 2019) dai designer Nuvolari e Lenard. Oggi Stefano è designer presso De Wave Group nella sede di Genova, azienda che si occupa di allestimento interni nelle navi da crociera, mentre Virginia è designer presso il centro stile Riva a La Spezia.

