La riparazione del bottaccio o bottazzo
Il bottaccio o bottazzo è quell’elemento che corre lungo le murate della nostra barca, normalmente all’ altezza del baglio massimo.
Su un’imbarcazione ha due funzioni principali: nascondere il collegamento tra la stampata dello scafo e quella della coperta; proteggere e irrigidire una parte dello scafo che è più soggetta a urti e compressioni, ripartendone i carichi. Ovviamente lo troviamo anche su gommoni, imbarcazioni di metallo o di legno, dove la funzione di protezione è predominante, ma è anche un elemento estetico di una certa importanza, sebbene la tendenza è quella di eliminarlo, in particolare dalle imbarcazioni a vela.
Fatto sta che, dopo qualche anno, il bottaccio presenta quasi sempre ammaccature, graffi, distacchi, scolorimenti, colature – a seconda i materiali con cui è realizzato – dovuti a urti, salsedine e raggi solari: difetti che, oltre a incidere negativamente sull’aspetto dell’imbarcazione, possono causare infiltrazioni d’acqua, spesso invisibili, e anche provocare danni alle barche vicine.
In tal caso dobbiamo intervenire per porre rimedio a tali inconvenienti, scoprendo che, facendo tutto da soli, il costo dell’operazione è assolutamente ragionevole
Innanzi tutto, nel caso di una imbarcazione in vtr, dobbiamo capire la tipologia del nostro elemento, che possiamo inquadrare in quattro categorie principali:

1. bottaccio in gomma avvitato e incastrato direttamente sulla vtr (predominante su vecchi incollaggi di scafi e coperte a labbro) e fissato con viti normalmente poste da sotto e con terminali in PVC o in acciaio;

2. bottaccio con profilo in gomma incastrato su profilato metallico (acciaio inox o alluminio) avvitato sulla vtr;

3. bottaccio con profilo in gomma o inox (di minimo spessore e facilmente curvabile) o misto incastrato su di un profilato formante una canalina (in PVC o metallica) a scomparsa avvitato direttamente sulla vtr, che in alcune tipologie non mostra esternamente le viti antiestetiche sulla superficie in acciaio inox o in gomma;

4. bottaccio in profilato metallico (acciaio inox o alluminio) avvitato direttamente sulla vtr.
Ovviamente i profili sono vari e differenti nelle sezioni e nel montaggio. Alcuni hanno dei terminali o curve, altri sono sagomati sullo scafo.
Il bottaccio in gomma avvitato e incastrato direttamente sulla vtr, ormai poco utilizzato, è presente su piccoli scafi o vecchie imbarcazioni e è facilmente sfilabile rimuovendo le viti o i rivetti posti nella parte che guarda l’acqua.
Ciò che di solito accomuna le tipologie 2 e 3 è che il profilo in gomma o pvc è sfilabile e sostituibile come anche la canalina che solitamente non supera i 4 metri di lunghezza. Relativamente alla tipologia 4, invece, il bottaccio è realizzato in più pezzi che sono singolarmente smontabili, sostituibili o raddrizzabili.
Come intervenire sul Bottaccio
Dopo aver verificato che con una buona pulitura e/o spazzolatura non otteniamo il miglioramento desiderato, individuiamo il tratto sul quale dobbiamo intervenire, sia per motivi estetici sia per le eventuali infiltrazioni d’acqua.
Come smontare bottaccio in profilato metallico
Nel caso si tratti della tipologia 4, allentiamo con cura tutte le viti (che potrebbero essere ossidate e/o piegate) e proviamo a staccare l’elemento, che potrebbe anche essere incollato mediante silicone o altri sigillanti. Se si tratta delle altre tipologie, smontiamo un terminale e sfiliamo il profilo, magari riscaldandolo moderatamente utilizzando una pistola ad aria calda.
Prendendo come modello il profilo smontato, acquistiamone uno nuovo possibilmente identico o comunque compatibile. Il prezzo di acquisto è generalmente ragionevole, con l’eccezione dell’acciaio inox che, peraltro, deve essere preventivamente sagomato. Attenzione bene alla qualità di quest’ultimo, poiché deve necessariamente trattarsi di Aisi 316L ben spazzolato, soprattutto nelle forature e nella parte posteriore, onde evitare successive colature di ossido.
Lista degli attrezzi necessari alla manutenzione del Bottaccio
Per procedere, procuriamoci gli attrezzi necessari:
- un avvitatore/trapano con punte di buona qualità;
- un frullino con disco per taglio inox;
- cacciaviti;
- seghetto ad archetto;
- martello di gomma;
- nastro adesivo;
- carta vetrata;
- stecca.
Verificato che siano state rimosse tutte le viti, comprese quelle eventualmente spezzate e rimaste nei loro alloggiamenti, eseguiamo una pulizia a fondo della vetroresina, utilizzando anche acetone, e sigilliamo tutti i fori (difficilmente troveremo lo stesso interasse sul nuovo bottaccio) con stucco epossidico o con un sigillante tixotropico monocomponente poliuretanico tipo Sikaflex 291 (che potremmo lasciare un po’ a riscaldare nell’ acqua calda per farlo uscire più facilmente dalla pistola erogatrice).
Verifichiamo altresì che non vi siano fessure tra le stampate né altre viti sporgenti o spezzate che, se presenti, provvederemo a sostituire.
Come montare il bottaccio
A questo punto si può passare al montaggio.
– Nel caso della tipologia 1 procediamo a incastrare il nuovo profilo a labbro aiutandoci con il martello di gomma e fissiamo di nuovo dalla parte inferiore le viti inox (di tipo aisi 316 o A4).
– Nel caso delle tipologie 2 e 3 abbiamo due opzioni: la sostituzione della sola parte esterna in gomma; la sostituzione della gomma e della canalina. Ovviamente, per sostituire la parte in gomma, dobbiamo averla sfilarla tutta.
Dopo aver ben pulito la canalina e verificato la corretta tenuta delle viti riscaldiamo la nuova gomma (per farlo, possiamo anche usare un pentolone di acqua calda) e, aiutandoci con acqua e sapone per renderla più scorrevole, incominciamo a infilarla nella canalina.
Se dobbiamo sostituire anche quest’ultima, procediamo a fissare le varie barre previa apposizione di sigillante, facendo molta attenzione che dove ci sono collegamenti tra barre il tutto sia perfettamente allineato, al fine di evitare intoppi nell’inserimento della gomma.
Per lo stesso motivo, può anche convenire addolcire i bordi delle giunzioni utilizzando una lima. In alcuni casi, risparmiando anche un po’ di denaro, si può pure provare a invertirle la gomma: ossia, dopo averla sfilata e pulita (magari anche carteggiandola con una grana 100 e poi 220) si può provare a reinserirla sottosopra, nascondendo in questo modo la parte più rovinata.
– La tipologia 4 è quella più complicata da sagomare in corrispondenza dei punti dove sono presenti curvature importanti (soprattutto a prua e in corrispondenza degli spigoli di poppa): un lavoro che deve necessariamente essere predisposto con molta cura prima del montaggio.
Molto meno problematica è l’applicazione sulle parti con poca curvatura, poiché il profilo si adatta da solo – elasticamente – grazie alla pressione delle viti, ben serrate in sequenza.
Ovviamente, per ogni tratto è necessario praticare le forature per le nuove viti (sempre del tipo aisi 316 o A4) inserendo del sigillante per evitare sia infiltrazioni in prossimità dei fori sia per scongiurare possibili colature di ruggine ove ristagna l’acqua e dove l’acciaio è meno spazzolato.
Ricordiamoci che, per agire sull’acciaio, è necessario usare punte al cobalto, raffreddandole continuamente con acqua.
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