Vai al contenuto

Il comparto navale de la Guardia di Finanza: Fiamme Gialle sul mare

Unica forza di polizia sulle nostre acque, la GdF svolge una grande quantità di funzioni fondamentali per la nostra sicurezza, che vanno dal contrasto alle organizzazioni criminali al fondamentale concorso nell’attività di salvaguardia della vita umana in mare.

Si chiamava “Guardia Doganale”, quella che l’8 aprile 1881 prese la denominazione di Corpo della Regia Guardia di Finanza e che, cinque anni dopo, dette vita al suo servizio Navale, potendo contare su dieci torpediniere ereditate dalla Marina Militare.

Oggi, a 136 anni dalla nascita di quella flottiglia, il Comparto navale della Guardia di Finanza dispone di 390 mezzi e circa 5000 uomini.

La percezione che ne hanno i diportisti italiani origina da diverse esperienze: per esempio, ci sono le imprese sportive delle Fiamme Gialle in tutte le specialità che si svolgono in acqua e sull’acqua; ci sono i salvataggi in mare riportati dalle cronache; ci sono i controlli fiscali, anch’essi spesso riportati dai media, soprattutto quando riguardano personaggi di un certo rilievo.

Ma soprattutto c’è la storia, spesso silenziosamente eroica, di un Corpo che, operando per la legalità a tutto tondo, ha impresso nella memoria della gente immagini indelebili, talvolta con sfumature pittoresche. Come quelle, per esempio, che riguardano il traffico illecito di sigarette, fiorito sul Mediterraneo subito dopo il secondo conflitto mondiale e in profonda evoluzione nel corso dei decenni successivi.

PATTUGLIATORE CLASSE “MONTI”
Materiale scafo: acciaio
Lunghezza: m 55,00
Larghezza: m 9,50
Immersione: m 3,45
Dislocamento: 470 t. s.l.
Velocità max: 28,2 nodi
Autonomia: circa 2.000 miglia a 18 nodi
Equipaggio: n.30 (al comando di un Ufficiale)

Parliamo dei cosiddetti “motoscafi blu” – definizione dovuta alla loro colorazione mimetica – che, carichi di centinaia di scatoloni di sigarette, facevano soprattutto nottetempo la spola tra le navi contrabbandiere e la costa napoletana, inseguite dalle vedette in compensato marino classe “Drago”, tra le prime a montare eliche di superficie super cavitanti. Vinta questa vera e propria battaglia sulle acque campane, le unità del Corpo hanno dovuto affrontare i trafficanti di sigarette che avevano stabilito le proprie basi in Montenegro.

PATTUGLIATORE VELOCE CLASSE “PETRUCCI”

Materiale scafo: vetroresina rinforzata
Lunghezza: m 44,00
Larghezza: m 8,68
Immersione: m 1,60
Dislocamento: 201 t. s.l.
Velocità max: 43 nodi
Autonomia: 800 miglia a 27 nodi: 1.500 miglia a 13,5 nodi
Equipaggio: n.22 (al comando di un Ufficiale)Gli inseguimenti nell’Adriatico Meridionale e nel Canale di Otranto sono stati una vera e propria epopea, durante la quale la Guardia di Finanza ha dovuto colmare con professionalità e tecnologia la distanza costituita dalla capacità delle organizzazioni criminali di adottare strategie estremamente azzardate e di dotarsi di mezzi sempre più veloci. A questo periodo risale infatti l’acquisizione della prima vedetta della classe 6000: un vero e proprio offshore da inseguimento in grado di superare i 60 nodi e, perciò, di competere ad armi pari con gli scafi contrabbandieri.


VEDETTA COSTIERA CLASSE “V.800”
Materiale scafo: vetroresina rinforzata
Lunghezza: m 15,80
Larghezza: m 4,20
Immersione: m 1,14
Dislocamento: 20 t.s.l.
Velocità max: 53 nodi
Autonomia: 360 miglia a 30 nodi
Equipaggio: n.4

Come se non bastasse, il Canale di Otranto è poi diventato in pochissimo tempo teatro di un’altra pericolosa sfida: quella della prima immigrazione clandestina proveniente dall’Albania. Si pensi che, fino ai primi anni Duemila, non era raro che, nella stessa serata, una vedetta inseguisse un motoscafo carico di sigarette e, subito dopo, un gommone carico di migranti irregolari.

Ovviamente, il dispositivo navale del Corpo ha dovuto progressivamente adattarsi all’evoluzione anche di questo fenomeno, con il preciso obiettivo di sottrarre alle organizzazioni criminali le loro risorse strumentali e umane.


VEDETTA VELOCISSIMA CLASSE “V.1300 RHIB”
Materiale scafo: alluminio e tubolari in schiuma
Lunghezza: m 13,14
Larghezza: m 3,64
Immersione: m 1,00
Dislocamento: 10,3 t. s.l.
Velocità max: 60 nodi
Autonomia: 350 miglia a 30 nodi
Equipaggio: n.4

Forse meno appariscente ma altrettanto fondamentale è l’attività che i finanzieri di mare hanno continuato a svolgere in tutti gli scenari nei quali si è reso necessario affermare la sovranità e gli interessi dello Stato italiano e dell’Unione europea, soprattutto dopo che il decreto legislativo 68 del 2001 ha attribuito alla Guardia di Finanza il ruolo esclusivo di polizia economico-finanziaria anche in mare: un enorme ampliamento degli ambiti di competenza e di azione per tutti i reparti del Corpo, se si pensa che all’istituzione nel suo complesso è stata affidata la tutela delle entrate, della spesa pubblica, dei mercati dei beni e dei servizi e dei capitali. Fondamentale, quindi, è stato il raggiungimento di una piena osmosi investigativa e operativa tra i reparti territoriali e navali.

VEDETTA VELOCISSIMA CLASSE “V.7000”
Materiale scafo: vetroresina rinforzata
Lunghezza: m 18,96
Larghezza: m 4,40
Immersione: m 1,21
Dislocamento: 30,41 t. s.l.
Velocità max: 54,7 nodi
Autonomia: 427 miglia a 40 nodi
Equipaggio: n.6

Un passo successivo altrettanto importante è stato quello del 15 agosto 2017, quando, nell’ambito della riforma di razionalizzazione delle funzioni di polizia, un decreto del Ministro dell’Interno ha affidato al Corpo il comparto della “sicurezza del mare”, individuando la Guardia di Finanza quale unica Forza di polizia deputata ad assicurare i servizi di Ordine e Sicurezza Pubblica in ambiente marino: un’attribuzione che ha costituito il riconoscimento formale e normativo di quelle prerogative che il Corpo già esercitava di fatto, anche in virtù di una consolidata esperienza operativa mirata a fronteggiare varie tipologie di minacce e di una costante attenzione all’aggiornamento delle professionalità, dei mezzi e delle tecnologie.

Tuttavia, questo passaggio ha determinato la necessità di adattare la gestione dei reparti aeronavali, esaltando le capacità di prevenzione generale per il mantenimento dell’ordine pubblico, della sicurezza e dell’incolumità dei cittadini, la tutela della proprietà, il controllo sull’osservanza delle leggi e dei regolamenti. Sul piano concreto, si è deciso di adottare una nuova filosofia di intervento complessivo, coniugando al tradizionale approccio del vedere senza essere visti, tipico del contrasto repressivo verso fenomeni illeciti particolarmente insidiosi, quello dell’essere chiaramente percepiti, quale misura tipica della cosiddetta “polizia di prossimità” che, già per il semplice fatto di essere presente e visibile, offre al cittadino una percezione di sicurezza e lo induce al rispetto delle regole.

VEDETTA VELOCISSIMA CLASSE “V.8000”
Materiale scafo: vetroresina rinforzata
Lunghezza: m 16,40
Larghezza: m 3,45
Dislocamento: 10,5 t. s.l.
Velocità max: 68 nodi
Autonomia: 464 miglia a 35 nodi o 283
miglia alla velocità massima
Equipaggio: n.4

Si tratta di un ruolo determinante se si considera come sia aumentato, soprattutto negli ultimi anni, il bisogno della collettività di sentirsi più sicura e tutelata. Un bisogno cui corrispondono quegli indicatori di percezione che sono diventati parametri fondamentali per valutare le potenzialità di sviluppo sociale ed economico di uno specifico territorio e, perciò, elementi utili sui quali basare scelte politiche e di investimento. Per questo motivo, per poter svolgere le sue molteplici funzioni, il Corpo deve avere la più completa consapevolezza dello scenario in cui opera. In concreto, deve conoscere in anticipo il potenziale pericolo per poter valutare in modo adeguato le azioni da mettere in campo.

VEDETTA CLASSE “V.A.I. 310” A PROPULSIONE IBRIDA
Materiale scafo: vetroresina rinforzata
Lunghezza: m 8,00
Larghezza: m 2,45
Immersione: m 0,80
Dislocamento: 3,10 t.s.l.
Velocità max: 37 nodi endotermico; 8 nodi modalità elettrica
Autonomia: 8,5 ore a 3 nodi (elettrico)
Equipaggio: n.3

Nel settore del contrasto ai traffici illeciti, tra le aree di maggiore interesse c’è il canale di Sicilia, dove sono particolarmente intensi gli sforzi per arginare il traffico di hashish proveniente dal Marocco, il contrabbando di sigarette e l’immigrazione irregolare in tutte le sue forme. Nell’Adriatico meridionale e nello Ionio settentrionale, l’obiettivo primario è l’individuazione delle imbarcazioni veloci impiegate per il trasporto delle sostanze stupefacenti, mentre resta una delle attività più rilevanti il sequestro delle imbarcazioni a vela condotte da skipper dell’Est europeo, quasi sempre provenienti dal Mediterraneo orientale, che una volta sbarcati i migranti tentano di rientrare nei luoghi di provenienza.

Complessivamente, nel corso del 2021 e nei primi 5 mesi del 2022, sono stati arrestati oltre 170 scafisti e sequestrate oltre 700 unità.

L’ampiezza dello scenario in cui opera la Guardia di Finanza rende fondamentale la collaborazione con le diverse organizzazioni internazionali. A partire dal 2007, il Corpo offre supporto all’Agenzia della Guardia di Frontiera e Costiera FRONTEX e oggi coordina, attraverso l’International Coordination Centre presso il Comando Operativo Aeronavale di Pomezia, l’operazione “THEMIS 2022”, finalizzata al contrasto dell’immigrazione irregolare e dei crimini transfrontalieri via mare diretti verso il territorio italiano. Sta, inoltre, prendendo parte alle operazioni organizzate in Francia, Spagna, Grecia, Albania e Montenegro.

Ovviamente, per un’organizzazione moderna e funzionale in grado di cooperare a qualsiasi livello, la formazione costituisce un’esigenza di primaria importanza. L’addestramento dei finanzieri di mare trova il suo punto di riferimento nella Scuola Nautica di Gaeta che, nel 1948, ha raccolto l’eredità dei primi istituti di formazione marinaresca che erano stati istituiti nella città di Messina, fino al terremoto del 1908, e successivamente a Pola, nell’attuale Croazia.

Dalla pratica della più tradizionale voga e della navigazione a vela, fino alla capacità di ingaggiare acrobatici inseguimenti a velocità da competizioni offshore, la Scuola Nautica garantisce il raggiungimento di uno standard assai elevato, grazie alla disponibilità di unità analoghe a quelle impiegate nelle operazioni e, soprattutto, alla capacità di istruttori che hanno maturato una profonda esperienza presso i reparti di prima linea.

L’assolvimento del ruolo di unica forza di polizia in mare ha richiesto, immancabilmente, anche un sensibile ammodernamento della flotta e una razionalizzazione delle classi di unità, assegnando a ciascuna di esse un segmento dell’attività istituzionale sul mare. A tal fine, è stato pianificato – ed è già in fase di attuazione – un progetto di medio periodo che assicurerà al Corpo una flotta sempre più aggiornata e versatile.

Tra le unità più recenti e innovative ci sono: il pattugliatore multiruolo della classe “bandiera”, lungo 61 metri, con una motorizzazione diesel-elettrica, caratterizzato da una prua ad ascia “axe bow” che garantisce eccellenti doti di tenuta al mare; le vedette rib della classe “1300” che, lunghe oltre 13 metri e dotate di quattro motori fuoribordo da 425 HP, sono in grado di superare i 60 nodi; le vedette della classe “8000” che, dotate di quattro motori a benzina entrofuoribordo da 436 HP sono in grado di raggiungere una velocità di punta di 68 nodi, garantendo al contempo un’eccezionale manovrabilità; le vedette acque interne della serie “310” a propulsione ibrida, che in assetto elettrico hanno un’autonomia fino a 8 ore continuative e, pertanto, sono impiegate principalmente nella laguna di Venezia per l’assenza di fumi di scarico, di emissioni acustiche, oltre che per la riduzione del moto ondoso garantita dalla peculiare forma di carena.

Essendo ogni unità navale considerata una pattuglia in servizio di polizia, imbarca le più moderne tecnologie che le consentono di essere – nel vero senso della parola – un “occhio” sul mare al servizio dell’utenza nautica. Per esempio, l’osservazione giorno/notte viene garantita da una telecamera full-HD a colori a zoom continuo e da una termocamera a infrarossi che possono essere interfacciate con il radar e gli apparati di comunicazione, così da consentire anche la trasmissione diretta e in tempo reale delle immagini alle Sale Operative.

Per una maggiore riconoscibilità da parte dei diportisti, e più in generale dei cittadini, le unità costiere hanno una nuova livrea che si caratterizza per la presenza di una banda longitudinale di colore giallo–verde su entrambe le fiancate, del tipico grifone stilizzato, della sigla G. di F. oltre al simbolo del servizio di pubblica utilità “117” e all’indirizzo del sito internet istituzionale, www.gdf.gov.it

Intervista al Generale Giuseppe Arbore, Capo del III Reparto Operazioni del Comando Generale

Il Generale Giuseppe Arbore, Capo del III Reparto Operazioni del Comando Generale

“FARSI VEDERE PER ESSERE PERCEPITI”

Da numerose mail ricevute in redazione, registriamo che il grande rispetto che i diportisti nutrono nei confronti della Guardia di Finanza si accompagna a un certo timore. Al centro della questione, severità e tempistica dei controlli. Quali sono le disposizioni di carattere generale in merito?
Negli ultimi cinquant’anni, il rapporto con il mare è cambiato in maniera sostanziale e non mi riferisco soltanto al traffico marittimo e all’attività di pesca. Quello che più emerge è la rapida evoluzione del diporto nautico che ha condotto sempre più cittadini ad essere marinai. Ritengo che il rispetto dei diportisti nei nostri confronti sia riconducibile alla diffusa consapevolezza che essi hanno delle attività che da decenni il Corpo svolge in mare. Ad esempio, fa parte dell’immaginario collettivo il contrasto al contrabbando di sigarette e al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

La Guardia di Finanza è però soprattutto polizia economico-finanziaria e pertanto, così come sulla terraferma, i reparti navali assicurano in mare la tutela degli interessi dello Stato e dell’Unione Europea. Il timore per la severità e la tempistica dei controlli, cui lei fa cenno, fa probabilmente anch’esso parte dell’immaginario collettivo e deriva dalla considerazione generale del cittadino, abituato a immaginare il Corpo come un’istituzione con funzioni ispettive svolte in maniera rigorosa e puntuale. In ogni caso gli equipaggi sanno di dover operare con professionalità e rispetto per il diportista, considerando come obiettivo primario quello di garantire la sicurezza pubblica e la tutela delle norme che disciplinano la fruizione del mare da parte dei cittadini.

In che modo la Guardia di Finanza garantisce la sicurezza degli utenti del mare?
Quando si parla di sicurezza pubblica in mare si intende la tutela dei diritti e la garanzia dell’ordinato svolgimento delle relazioni sociali e dell’incolumità dei cittadini. Per il Corpo è pertanto irrinunciabile essere quanto più possibile presente sul mare e sulla costa, vicino alla comunità che quel territorio vive, divenendone punto di riferimento istituzionale.
La priorità è il presidio efficace e costante dei centri costieri di maggiore afflusso e frequentazione turistica, così come quelli di particolare concentrazione di attività produttive e commerciali. Il nuovo approccio operativo è basato sul principio del “farsi vedere per essere percepiti”.

Che cosa vuol dire in termini pratici?
Si intende la messa a disposizione del diporto nautico e delle imprese presenti lungo la fascia litoranea di un presidio certo, costante e diffuso, che sia di riferimento per tutti coloro che operano nel rispetto della legalità. Si attua grazie a un dispositivo di prevenzione, pronto a intervenire in presenza di situazioni di pericolo o di allarme che possano turbare l’ordinato e sicuro svolgimento della vita privata, sociale ed economica in mare. La “sicurezza percepita” rappresenta quindi il livello di sicurezza avvertito da parte della collettività proprio in funzione della quotidiana attività di controllo e presidio degli spazi marini e del litorale.

Quanto ha influito sulla nautica da diporto la pandemia di Coronavirus?
Credo che abbia influito in maniera decisamente importante. Le limitazioni imposte alla libertà di movimento e di circolazione hanno condotto l’utenza italiana, soprattutto durante il periodo estivo, a prediligere le mete nazionali e la ricerca di contesti sicuri.

Di fatto la necessità di isolamento ha orientato numerosi italiani verso il settore delle barche di piccole e medie dimensioni determinando una sensibile crescita del relativo mercato. La barca è diventata la nuova frontiera del turismo, per quanto in passato fosse considerata alla portata di pochi. Questo ha anche comportato che, in relazione alla funzione di tutela dell’ordine e sicurezza pubblica in mare, si sia sensibilmente ampliata la platea dei cittadini con i quali si rapporta il finanziere di mare. Rappresenta quindi una responsabilità primaria rafforzare la fiducia da parte del diportista, consolidando la certezza che il Corpo è sempre presente ove e quando necessario.

E per quanto riguarda il flusso migratorio?
A causa delle caratteristiche geografiche di penisola protesa verso il centro del Mediterraneo, l’Italia è il principale Paese di destinazione di flussi migratori irregolari via mare, soprattutto provenienti da Libia, Algeria, Tunisia e Turchia.

La Guardia di Finanza è in grado di intervenire in tutti gli scenari, potendo agevolmente modulare la propria risposta operativa. Ciò è reso possibile sia da una componente aeronavale in grado di adattarsi ai diversi contesti operativi, in base alle evidenze informative e alle risultanze operative, sia dall’unitarietà del dispositivo terrestre e aeronavale capace di operare senza soluzione di continuità in mare e sulla terraferma.

Un argomento inevitabile per la sua stringente attualità: in che modo la situazione russo-ucraina sta impegnando il Corpo?
A partire dal 23 febbraio scorso, il Consiglio dell’Unione Europea ha varato una serie di pacchetti di misure restrittive, concernenti, tra l’altro, il congelamento dei beni riferiti a soggetti ed entità che hanno contribuito a compromettere o minacciare l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina.

I provvedimenti emanati dal comitato di sicurezza finanziaria eseguiti dai reparti navali del Corpo in supporto al Nucleo Speciale Polizia Valutaria, hanno riguardato numerosi yacht di grandi dimensioni ormeggiati presso i principali porti italiani. La Guardia di Finanza ha inoltre contribuito, nell’ambito del Comitato Operativo in seno al Dipartimento della Protezione Civile, alla gestione dell’emergenza umanitaria in atto, assicurando soccorso e assistenza alla popolazione ucraina, mediante l’impiego di aeromobili ATR 72 dedicati al trasporto sanitario dalla Polonia e dalla Romania verso l’Italia.

In occasione del 248° anniversario della fondazione

MEDAGLIA DI BRONZO AL VALORE DELLA GUARDIA DI FINANZA

CONCESSA DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
ALL’EQUIPAGGIO DEL PATTUGLIATORE MULTIRUOLO P.01 “MONTE SPERONE”

“che si prodigava, in tempo di notte, per prestare soccorso alla motonave di linea italiana “Euroferry Olympia”, il cui comandante aveva ordinato l’“abbandono nave” a causa di un disastroso incendio divampato a bordo che esponeva i passeggeri e l’equipaggio a un imminente e concreto pericolo di vita.
Confermando elevatissima professionalità e consolidata esperienza marinaresca, veniva fornito, con particolare coraggio e straordinaria abnegazione, determinante apporto all’intervento di salvataggio di 278 persone, di cui 243 accolte dall’unità navale del Corpo.
L’operazione di soccorso costituiva mirabile esempio di incondizionato altruismo, eccezionale determinazione ed esemplare perizia nautica e riscuoteva in Italia e all’estero unanime ammirazione e riconoscenza nei confronti del Corpo della Guardia di Finanza.

Acque di Corfù, 18 febbraio 2022”.

Leggi anche