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Didattica: meteorologia. I venti, ecco come prevederli

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La visione delle carte sinottiche ci offre una previsione molto precisa della provenienza dei venti.  Alte e basse pressioni sono dei grandi ventilatori.
A seconda della loro posizione possiamo scegliere la nostra rotta e decidere se salpare o restare.

Pensare al Mediterraneo come a un mare facile, a un “grande lago”, come qualcuno lo definisce paragonando la sua dimensione a quella degli oceani, significa sottovalutarne la forza e il carattere. A differenza di quanto accade negli oceani, dove, a parte le condizioni estreme delle alte latitudini Nord e Sud, i venti sono regolari e stagionali, i groppi passano veloci, le depressioni hanno un ciclo e un percorso piuttosto prevedibile, il Mare Nostrum è capace di mille diverse espressioni. Stretto fra le terre che lo circondano, spesso ingabbia a lungo le depressioni prima di farle fuggire; in poche ore, a volte in una manciata di minuti, può passare da calme equatoriali a burrasche violente.

Le condizioni ideali per la formazione di venti da Nord-Ovest si hanno con un’alta pressione sulla penisola iberica e una bassa pressione a Nord dei Balcani.

Un carattere aspro ma non imprevedibile. Al netto delle variabili locali, causate soprattutto dalla morfologia delle coste, i venti che spirano sulle nostre acque si generano in condizioni precise, ben leggibili sulle carte sinottiche che rappresentano la distribuzione delle zone di diversa pressione sui mari che ci interessano. Il gioco sta nell’immaginare la nostra barca che si muove nello scenario rappresentato dalla carta, che si sposta fra le alte e basse pressioni per scegliere la rotta meteorologica più conveniente che non sempre coincide con quella diretta. E non solo nel caso di una navigazione a vela, dove questa condizione è molto probabile, ma anche nelle navigazioni a motore, durante le quali si deve tenere ugualmente conto dell’intensità e della direzione del vento e delle conseguenti condizioni del mare.

Spesso, nel caso di venti da Nord-Ovest, si creano delle depressioni locali sottovento alle Alpi.

Il Maestrale

Soprattutto in estate, il Maestrale è un vento capace di portare un po’ di refrigerio proprio perché proviene da Nord. Si tratta infatti di un flusso di aria che si incanala fra i Pirenei e le Alpi, raccoglie tutto il freddo disponibile e lo scarica sul Tirreno attraverso il grande imbuto rappresentato dal golfo del Leone. La condizione tipica, affinchè si generi questo vento, è data dalla presenza di una depressione posizionata a Nord/Est dell’Italia settentrionale e da una zona di alta pressione centrata sulla penisola iberica.

Com’è noto, nell’emisfero Nord, la circolazione dell’aria intorno ai centri di bassa pressione è in senso antiorario mentre è in senso orario intorno alle alte pressioni. In questo modo si uniscono le due circolazioni opposte creando un potente flusso che si incanala tra la Francia e la Spagna ed esce sul Tirreno aprendosi a ventaglio.

Alta pressione nel nord Europa e bassa sul nord Africa, ecco le condizioni per i venti dal primo quadrante.

La forza del Maestrale dipende molto dalla posizione della depressione e dalla sua profondità. Più sono forti le differenze di pressione fra le due zone di alta e bassa, più forte sarà il vento. Un altro elemento che condiziona l’intensità (non solo del Maestrale ma di tutti i venti cosiddetti di gradiente, ossia generati da differenze di pressione) è la vicinanza delle isobare, ossia di quelle linee di uguale pressione atmosferica tracciate sulla carta sinottica. Più sono strette, più intenso sarà il vento nella zona interessata.

Il Maestrale, o Mistral come lo chiamano i francesi, è temuto, a seconda delle zone in cui ci troviamo a navigare, per la sua intensità e per la velocità con cui si instaura. Oltretutto, nei canali che si creano fra le isole, è capace di accelerare notevolmente, come nelle Bocche di Bonifacio, dove oltre ad essere più intenso, assume una direzione da Ovest orientandosi lungo il profilo del canale creato dalla costa della Sardegna del Nord e della Corsica del Sud.
In inverno e in primavera, quando sulle Azzorre si crea una forte alta pressione che si spinge fin sulla Spagna mentre sull’Europa centrale si ha una forte depressione molto estesa, il Maestrale dura diversi giorni e può trasformarsi in burrasche forti e persistenti.

venti

In estate è più frequente il cosiddetto “Maestrale bianco”, tipico delle giornate terse, con l’aria secca e fresca. In queste condizioni, se navighiamo lungo coste sabbiose, dove l’irraggiamento termico diurno è piuttosto forte, al vento si somma anche la termica che genera la brezza di mare, che ha la stessa direzione del vento da Nord-Ovest. Accade così che il vento aumenti avvicinandoci a terra e diminuisca prendendo rotte verso il largo.

Contrapposto a quello bianco, c’è il “Maestrale nero”, creato dal passaggio di fronti freddi, ossia di aria fredda che si infila sotto masse di aria calda innalzandole violentemente e generando fenomeni anche violenti di piogge e vento. È un flusso che arriva dalle regioni polari, viene accelerato dalla presenza di depressioni sul Nord Europa e si sposta da Nord-Ovest verso Sud-Est.
Spesso si assiste, in queste condizioni, alla creazione di una depressione locale sul Tirreno settentrionale sottovento alle Alpi che fanno da sbarramento al Maestrale. In pratica si creano due zone, una a Ovest di Tolone, nel golfo del Leone, dove sale la pressione mentre diminuiscono temperatura e umidità, e una a Est, dove invece umidità e temperatura salgono mentre la pressione diminuisce. La depressione, in queste condizioni, generalmente si approfondisce nel golfo di Genova, con una circolazione dei venti e il conseguente stato del mare, che condizionano decisamente la scelta di una rotta meteorologica in tutto l’alto Tirreno.

scirocco
Con la depressione sulla penisola iberica, lo Scirocco soffia nella parte Ovest del Tirreno.

La creazione di questa depressione locale è molto veloce e, a volte, non è nemmeno prevista dalle carte sinottiche. Per questo motivo, se ci troviamo a navigare in questo tratto di mare, è bene tenere d’occhio l’andamento della pressione per verificare una sua repentina diminuzione. È questa una situazione meteo in cui, anche con una previsione di Maestrale, localmente potremmo avere venti freschi da Sud nella parte bassa e orientale del mar Ligure, e da Nord–Nord-Est nella zona occidentale.

venti

Il Grecale…

È un vento che soffia normalmente durante giornate di bel tempo. Di solito è generato da una situazione barica che vede un’alta pressione sui Balcani e una bassa sul Nord Africa. In questi casi è più probabile che soffi sul mar Jonio, mentre sul Tirreno è più frequente se l’alta pressione è spostata più a Ovest, sull’Europa centrale e la depressione sulle Baleari. Il Grecale è spesso inatteso e crea problemi soprattutto in estate durante le nostre crociere in Sardegna e Corsica, proprio in quelle baie ridossate dai venti che normalmente temiamo maggiormente, ossia quelli dal terzo e quarto quadrante.

Oltre alla visione della carta sinottica, la cui lettura ci deve allertare se vediamo centri di alta pressione a Nord e di bassa sull’Africa settentrionale, un segnale premonitore è una repentina diminuzione dell’umidità. In estate, soprattutto di notte, l’umidità raggiunge livelli vicini all’80{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8}, ben visibile sulla coperta della barca, ricoperta di “guazza”. Un’improvvisa secchezza dell’aria, misurabile con l’igrometro oppure attraverso l’osservazione del ponte, insolitamente asciutto, è il presagio di venti dal primo quadrante, probabilmente da Grecale.

Libeccio
Il Libeccio genera onde molto formate a causa del fetch, ossia della grande superficie di mare su cui agisce liberamente.

…e la sorella maggiore, la Bora

È uno dei venti che in Mediterraneo possono manifestarsi in modo più violento. Soprattutto nella parte settentrionale dell’Adriatico, dove si sono spesso registrate raffiche fino a 70 nodi. La situazione barica perché si crei la bora è ben rappresentata dalla carta sinottica quando un’alta pressione è posizionata sul Nord Europa e una profonda bassa pressione nel Sud del Tirreno.

Quando le isobare si schiacciano e si avvicinano, e le differenze di pressione fra i due centri sono accentuate, la Bora può raggiungere notevoli intensità. Come nel caso del Maestrale, si distingue la Bora “scura” da quella “chiara”. Nel primo caso, anche sulle coste occidentali dell’Adriatico, si inizia ad avvertire una diminuzione della temperatura e a scorgere sull’orizzonte, verso Nord-Est, la formazione di cumuli scuri. Quando ci raggiunge, l’intensità del vento è notevole ed è associata a pioggia intensa e, soprattutto in estate, a grandine. La Bora chiara si manifesta con vento da Nord-Est intenso ma con bel tempo, preannunciata dalla formazione di cumuli sui rilievi, generati da aria calda spinta in alto dal vento, e cielo sereno sul mare.

Scirocco
Con il centro depressionario a ridosso delle coste meridionali italiane, lo Scirocco si fa sentire in Adriatico.

La Tramontana

La stessa situazione barica che genera il Grecale, ma con una collocazione dell’alta e della bassa pressione più simmetriche sull’asse Nord-Sud, dà origine alla Tramontana. Anche questo vento da Nord può presentarsi in condizioni di tempo buono (chiara) oppure associato a un sistema perturbato (scura). In tutti i casi, oltre alla presa di visione della carta sinottica, una previsione piuttosto precisa è a carico dei nostri sensi. La Tramontana può arrivare rapidamente ed è anticipata da un brusco calo della temperatura e, durante il giorno, dall’improvviso blocco della brezza di mare.
La situazione barica che dà origine alla Tramontana, nella sua evoluzione, con lo spostamento a Est della depressione, facilmente provoca – soprattutto in Adriatico – un flusso da Grecale che localmente può diventare Bora sostenuta.

Il Libeccio

Quando le carte meteorologiche prevedono l’instaurarsi nel Mediterraneo di una bella depressione di provenienza atlantica, è il momento di aspettarsi delle forti libecciate. Il vento da Sud-Ovest è molto insidioso perché ha molto fetch, ossia soffia su una grande superficie di mare libero prima di raggiungere le coste della penisola e delle isole maggiori. Normalmente è il vento che crea le onde più alte del Tirreno.

Nel Tirreno settentrionale, il vento da Sud-Ovest è quasi sempre preceduto dallo Scirocco. Un “movimento” dovuto al cammino della depressione che, spostandosi da Nord-Ovest verso Sud-Est, porta con sé anche la rotazione dei flussi d’aria. Oltre ad essere rappresentato chiaramente sulla carta sinottica da un minimo che si piazza bene al centro del Mediterraneo, il Libeccio invia numerosi segnali premonitori. Prima di tutto l’onda lunga da Sud-Ovest, poi l’aumento della risacca nei porti della costa tirrenica, quindi i primi frangenti sui fondali che diminuiscono.

A peggiorare le cose, spesso ci si mette il passaggio del fronte freddo che ha preceduto il Libeccio, con un vento da Nord-Ovest che ha soffiato per ore o giorni al passaggio della perturbazione. In questo caso, al largo, all’onda viva da Sud si somma quella alzata dal Maestrale, con il risultato di creare un mare incrociato e disordinato, molto più difficile da navigare.

Se la lettura della carta sinottica e dei bollettini, con il conforto dei segni premonitori, annunciano Libeccio, per chi naviga lungo le coste tirreniche è il momento di programmare bene la navigazione e soprattutto valutare se il porto di atterraggio sia praticabile o meno.

Lo Scirocco

Umidità, temperature in salita, pioggia. È questa la carta d’identità dello Scirocco. È un vento da Sud-Est che si genera quando si instaura una bassa pressione sul Mediterraneo. Il flusso d’aria scivola sulla parte orientale della depressione, la cui posizione determina anche la zona, se a Est oppure a Ovest della Penisola, in cui lo scirocco fa sentire la sua azione.

Se il centro depressionario si colloca a ridosso delle coste calabresi, la zona più interessata sarà quella dell’Adriatico, con un flusso che si rafforza se sui Balcani si è collocata una zona anticiclonica intorno alla quale si ha una circolazione oraria dei venti. Sardegna, il canale con le Baleari e il golfo del Leone, saranno invece le aree maggiormente colpite dal vento umido e caldo se la depressione ha fissato la sua posizione sulla penisola iberica.

Le manifestazioni che accompagnano questo vento sono identiche, con piogge, spesso cariche di sabbia, umidità e temperature in salita. Nel caso di uno scirocco che soffi forte in Adriatico, le cose si complicano nella laguna di Venezia – dove, Mose permettendo, si verifica il famoso fenomeno dell’acqua alta – e in numerosi porti della costa italiana, dove le imboccature saranno interessate da pericolosi frangenti.

Non a caso abbiamo fatto riferimento più volte alle carte sinottiche, ossia a quelle carte che offrono una rappresentazione d’insieme della situazione meteorologica. La loro consultazione, seppure oggi esistano innumerevoli fonti di previsione meteorologica, contribuisce a orientare il diportista verso un approccio più attivo nella consultazione delle previsioni e nella scelta della rotta, soprattutto se questa è di medio o lungo raggio. Allenarsi alla loro lettura genera più consapevolezza che, in mare, significa sempre maggiore sicurezza.<p style=”text-align: center;”></p>

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