Design, tra moda e tecnologia: il Military Style
Quella delle imbarcazioni da diporto con un aspetto più o meno marziale è una tendenza che, negli ultimi anni, sta diffondendosi sempre di più.
Da sempre Wally ne ha fatto un suo carattere distintivo. Le linee essenziali e minimaliste che richiamano in modo esplicito le linee aggressive e severe delle unità militari sono, infatti, una caratteristica tipica dei Wally Power o Wally Tender che siano, fin da quando sono apparsi sulla scena.

A dire il vero, in passato, quando la velocità era prerogativa solo di una barca militare, o quasi, un motoscafo da diporto era molto simile, per certi versi uguale, a una motovedetta militare o un guardiacoste. Non a caso, negli anni ’60 e ’70, i cantieri che costruivano le veloci motovedette per la Guardia Costiera o la Guardia di Finanza producevano, con ben poche differenze, anche le versioni diporto.

È il caso del mitico Drago dei cantieri Italcraft, barca progettata da Renato Sonny Levi e caratterizzata dall’inconfondibile silhouette con insellatura rovescia, oppure delle varie motovedette progettate dai cantieri Baglietto, come le 57 della classe Meattini costruite a partire dal 1970. Parliamo di motovedette di 20 metri per la Guardia di Finanza che, nella versione diporto, differivano per il flying bridge che copriva parzialmente anche la poppa e pochi altri particolari. Ma, più che di una scelta, all’epoca si trattava di una naturale conseguenza.
Poi, pian piano, i due ambiti, il militare e il diporto, si sono sempre più differenziati. Anche se qualche eccezione non è mancata. Come, ad esempio, i gommoni superveloci che nel tempo hanno sempre mantenuto il loro tipico look aggressivo e military style.

Ma, da qualche anno, ispirarsi a un look militare sta diventando una moda, una scelta esplicita e non più una scelta obbligata o una naturale conseguenza di una realtà produttiva. Con varie declinazioni, certo: dal semplice hard top stile battello da combattimento montato sul motoscafo o sul gommone che, per il resto, lascia praticamente inalterato il look e le caratteristiche della barca, a proposte che, invece, stravolgono la normale percezione di yacht.
Proposte davvero estreme di ogni ordine e grado, spesso elaborate nel tentativo di trovare design originali, suggestioni nuove, magari rielaborando stilemi del passato o linee caratteristiche di mezzi che ben poco hanno a che fare con uno yacht, a volte anche con una barca. Per inciso, si tratta un fenomeno presente anche in altri campi del design, compreso quello dell’automotive dove il fenomeno affonda le sue radici in un passato lontano. Basti pensare agli odierni SUV che circolano sulle nostre strade, eredi dei vecchi fuoristrada la cui progenitrice fu la mitica Jeep Willys MB, costruita negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale per scopi militari di trasporto leggero.
Ma è sempre stato così? Decisamente no. In passato il look di una nave militare è sempre stato ben differenziato da quello delle altre tipologie di imbarcazioni, comprese quelle destinate a trasportare persone, come le navi da crociera o i traghetti. Oppure come gli yacht. Ovviamente con l’eccezione delle imbarcazioni veloci di cui abbiamo parlato prima. Ma, come abbiamo visto, allora si trattava di una scelta quasi obbligata. Al contrario, una classica nave da crociera con le sue balconate e passeggiate esterne, le sue mille finestre e terrazzamenti, è sempre stata ben diversa da una nave militare che ha sempre avuto tutti i suoi volumi interni ben chiusi e protetti verso i pericoli che arrivano dall’esterno. Nave militare dove le aperture che mettono in comunicazione il dentro con il fuori sono ridotte al minimo, sono solo quelle essenziali. Così come un piccolo yacht, pieno di spazi esterni dedicati al relax e di soluzioni per rendere agevole l’accesso all’acqua (spiaggette poppiere) è sempre stato ben diverso da una motovedetta i cui spazi esterni sono sgombri ed essenziali, concepiti per essere un ambiente di lavoro.
Torniamo ad oggi. Come dicevamo, la moda del design minimalista che si è affermata negli ultimi anni fa sì che oggi alcune barche somiglino, a volte anche senza volerlo espressamente, alle unità militari. È il caso dei Wally di cui abbiamo accennato all’inizio. Ma oggi ci sono anche alcuni cantieri che per i loro yacht si ispirano esplicitamente alle linee militari, ai loro stilemi tipici. Tanto che alcuni di questi cantieri costruiscono imbarcazioni sia per il settore militare sia per il diporto, travasando dall’uno all’altro la loro esperienza. Parliamo di cantieri come Baglietto, Fincantieri, Damen, Rodriquez, che costruiscono per entrambi i settori e che in questi ultimi tempi hanno proposto yacht con un look vistosamente military style nel tentativo di trovare nuovi stimoli e nuove strade nel design di uno yacht da diporto. Ovviamente ci stiamo riferendo solo al look esterno. Per gli interni, infatti, le differenze restano tutte. E non poteva essere altrimenti. D’altronde parliamo di utilizzi totalmente diversi.
Vediamo qualcuna di queste proposte.

Cantieri Damen
Più che un semplice cantiere, Damen è uno dei colossi mondiali delle costruzioni navali con oltre 50 siti produttivi sparsi nel mondo specializzati nella costruzione di navi ad alto contenuto tecnologico. Parliamo principalmente di navi militari di tutti i tipi, ma anche di navi per ricerche oceanografiche, navi supporto offshore e workboats in genere, pescherecci, traghetti veloci e tanto altro ancora.
Con il marchio Amels, poi, Damen produce degli splendidi yacht, anzi super e mega yacht che non hanno bisogno di presentazioni. Con questa realtà produttiva alle spalle, recentemente Damen ha proposto una linea di grandi yacht espressamente concepiti per la navigazione nelle acque incontaminate e difficili delle zone polari e sub polari dell’Artide e dell’Antartide.
Si tratta di yacht “Ice Class”, ovvero yacht progettati e costruiti secondo le specifiche del regolamento di sicurezza Ice Class che prevede delle norme molto stringenti al fine di rendere un’imbarcazione adatta e sicura a navigare in ambienti difficili, caratterizzati da temperature molto rigide e dal pericolo di incontrare ghiacci galleggianti. Quindi degli “explorer yacht” molto particolari concepiti per lunghe navigazioni in giro per il mondo, comprese le zone più difficili e meno accessibili dei poli, yacht caratterizzati da una carena dislocante, efficiente e dotata di una buona tenuta al mare, ma anche di grandi e confortevoli spazi interni adatti a consentire lunghi periodi di permanenza a bordo anche laddove il clima esterno è ostile.

Stiamo parlando della serie SeaXplorer, una linea di yacht “polari” dai 50 metri agli oltre 100 che si distinguono per un look molto particolare caratterizzato da una prua dritta e affinata e sovrastrutture spostate verso prua. Esattamente come alcuni pattugliatori militari costruiti dalla stessa Damen negli ultimi 10 anni. In questo caso, a differenza di altri, la scelta di questo particolare look ha una giustificazione funzionale, ovvero le zone di navigazione dei SeaXplorer yacht che, come i pattugliatori, sono destinati, almeno sulla carta, a incontrare mari e situazioni meteo ostili. Parliamo della prua dritta, alta e sottile, detta anche prua “wave pearcing” (letteralmente bucare le onde) che serve a migliorare sensibilmente le caratteristiche di tenuta al mare in condizioni meteo-marine difficili senza dover troppo limitare la velocità. Così come delle sovrastrutture, alte e spostate molto a prua, che hanno lo scopo di proteggere la metà posteriore della nave dal vento, dal freddo, dai colpi di mare.

Cantiere CPN di Ancona
Anche il nome dello yacht K 584, che viene ricordato sullo scafo stesso con una “K” rossa stilizzata che campeggia a prua, richiama esplicitamente le unità militari. Insieme al tipico colore grigio e un design decisamente non convenzionale “military style”. Parliamo di un explorer polivalente, moderno ed elegante, costruito dal cantiere CPN di Ancona di proprietà della famiglia Belardinelli per un armatore appassionato delle immersioni professionali. Proprio per svolgere questa attività in completa autonomia nei luoghi più remoti, K584 è dotata di grandi locali tecnici dedicati alle immersioni e dotati di tutta l’attrezzatura necessaria. Compreso, ovviamente, un grande tender gestito da una gru HS-Marine da 2,0 tonnellate.

Per il resto, gli interni sono estremamente confortevoli e accoglienti, a partire dal grande salone sul main deck. Il ponte superiore ospita, a poppa, la suite armatoriale, mentre per gli ospiti sono a disposizione tre cabine sul ponte inferiore e una Vip sul main deck. Per quanto riguarda gli aspetti più tecnici, K584 è un explorer purosangue con le tipiche caratteristiche di grande marinità e solidità (scafo in acciaio e sovrastrutture in alluminio), velocità massima modesta (poco superiore ai 14 nodi) e consumi ridottissimi (autonomia di 6000 miglia a 10 nodi). Al progetto di K584 hanno lavorato in tanti, a partire dal team di Yachting Expertise, guidato da Gianluca Fenucci e Antonio Longobardi, che si è occupato dello sviluppo generale del progetto e di tutti gli aspetti tecnici, mentre gli interni sono opera dell’architetto Pierluigi Floris e gli esterni dello studio Vallicelli.

Fincantieri
Fincantieri è sinonimo di grandi navi. Dalle più importanti navi militari alle gigantesche navi da crociera, passando per ogni tipologia di oggetto galleggiante. Compresi gli yacht. Dal 2005, infatti, Fincantieri, con la sua divisione yacht, si è affermata sul mercato come top player nella progettazione e realizzazione di yacht full custom da più di 100 metri, consegnando il 134 metri “Serene” e il 140 metri “Ocean Victory”.

Con queste premesse, al Monaco Yacht Show dello scorso anno, Fincantieri Yachts ha presentato “VIS”, un concept per una nuova generazione di yacht da 80 metri di lunghezza basato sulla metamorfosi di uno dei rami principali che compongono il dna di Fincantieri: le moderne navi militari. Anche per il nome è stato scelto un lemma latino spesso utilizzato proprio per i motti delle navi che il Gruppo realizza per la Marina Militare Italiana: “VIS”, proprio per richiamare la forza, la potenza, il vigore tipici di una nave militare.

Il concept, sviluppato da Fincantieri Yachts in collaborazione con lo studio del designer Italiano Francesco Paszkowski, presenta evidenti analogie con l’impostazione delle moderne navi militari costruite dal Gruppo, dai moderni Pattugliatori Polivalenti d’Altura (PPA) della classe Thaon di Revel – la nuova classe di unità navali multiruolo della Marina Militare – alla nuova generazione di fregate della classe FREMM (Fregate europee multi-missione). Oltre il look e la distribuzione dei volumi, anche altre soluzioni architettoniche adottate, come le terrazze ribaltabili, le ampie aree pubbliche panoramiche e i pannelli solari, sono comunque indirizzate per dare allo yacht un look non convenzionale, molto severo e decisamente militare.

Rodriquez
Il nome Rodriquez è celebre in tutto il mondo per aver dato vita nel 1956 al primo aliscafo commerciale, il “Freccia del Sole”, al quale seguirono numerose unità per la navigazione civile e militare destinate ai mercati internazionali europei e d’oltreoceano.
Al cantiere di Messina si deve dunque la nascita del concetto di “scafo volante”, un’idea ripresa oggi da Leopoldo Rodriquez, pronipote di quel Leopoldo Rodriquez che fondò gli omonimi cantieri nel 1887, oggi di proprietà del Gruppo IMMSI, che attraverso la sua Rodriquez Consulting e con la collaborazione di professionisti del calibro di Lorenzo Lucchini Gilera – pronipote del fondatore della Gilera – e gli architetti Daniele Natoli ed Eride Tanga, ha sviluppato e presentato lo scorso anno un progetto innovativo e rivoluzionario con il quale propone la tecnologia degli aliscafi per immaginare un grande yacht di quasi 40 metri. Si tratta dell’Hyper Yacht HSY38, un 38 metri che naviga con ali sommerse, una soluzione che rispetto ai classici aliscafi ad ali secanti o semi-sommerse permette un’efficienza molto maggiore.

Proprio come sperimentato sugli aliscafi missilistici della classe Sparviero della Marina Militare Italiana o sui Pegasus dell’US Navy. Ed anche il look che ne deriva sa molto di militare.
Questa scelta permette all’HSY38 di navigare a 40 nodi di velocità di crociera con consumi di carburante incomparabili con qualsiasi altro scafo di pari dimensioni, con un’autonomia di 700 miglia nautiche e offrendo un comfort unico anche con mare formato. Gli effetti della navigazione in volo con ali sommerse sono infatti radicalmente diversi da quelle degli aliscafi ad ali secanti (oltre il 95{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} degli aliscafi commerciali sono ad ali secanti o semi-sommerse). Con le ali sommerse alla velocità di crociera di 40 nodi i consumi stimati sono circa del 50{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} inferiori rispetto a quelli di mezzi di pari dimensioni alla medesima velocità.
38 metri di tecnologia e prestazioni davvero uniche, ma anche un progetto curato per garantire un comfort e una vivibilità di alto livello, con grandi spazi all’aperto e una enorme beach area poppiera. Ne deriva una nuova classe di yacht open dall’aspetto sportivo e slanciato che non siano solo SUPER (più grandi) ma HYPER, ovvero dotati di qualità che vanno oltre le apparenze. Con un tocco di military style sia dal punto di vista tecnologico sia da quello del look.
Codecasa
Chiudiamo questa nostra carrellata dedicata agli yacht con un look militare con la proposta più estrema: Codecasa Jet 2020. A guardarlo bene, questo concept di un grande yacht di ben 70 metri con il look delle barche ha poco a che fare, siano esse barche militari o no.
L’impressione che si ha, invece, è quella di trovarsi di fronte a una fusoliera di aeroplano, o meglio di un ekranoplano, quegli strani mezzi sviluppati nel secondo dopoguerra, soprattutto nell’ex URSS, e poi caduti nell’oblio sia per il dissolvimento dell’ex Unione Sovietica degli anni ’90 sia per una serie di problemi di gestione e sicurezza che comportava il farli volare. Infatti, gli ekranoplani si possono considerare l’anello di congiunzione tra l’idrovolante e l’aliscafo poiché si muovono volando a pochi metri dalla superficie (in genere sull’acqua), sfruttando l’effetto suolo per il sostentamento. In pratica, con la velocità, si sviluppa quello che può essere definito come un cuscino d’aria dinamico.

Per questo sono detti anche WIG, acronimo di Wing In Ground effect, ovvero ala a effetto suolo.
Il progetto di Codecasa Jet 2020 nasce dalla mano di Fulvio Codecasa che rompe completamente gli schemi e le linee tipiche della tradizione marinara e degli altri modelli del cantiere viareggino, un cantiere che ci ha abituato a yacht dal design senza tempo. Con Codecasa Jet 2020 scompare il modo con cui siamo abituati a vedere un grande yacht. Con la sua forma compatta e stondata, la prua ricorda, infatti, la cabina di pilotaggio di un grosso aereo.
E l’impressione di trovarsi di fronte a un velivolo permane andando verso poppa, dove troviamo la fusoliera sapientemente alleggerita nei volumi con lo svuotamento del corpo centrale che diventa un ponte sole dalle notevoli dimensioni (il progetto preliminare, indica una lunghezza complessiva di 20 metri circa, per una larghezza di 10 in cui è prevista anche una piscina incassata di 6 x 2 metri).
L’aereo continua infine a poppa dove lo yacht torna ad avere uno sviluppo verticale che richiama quello degli impennaggi grazie a una struttura che sorregge l’helipad. Altri elementi di evidente richiamo al mondo aeronautico sono le antenne radar che, nello stile dei velivoli da ricognizione e controllo AWACS, sono inglobate in un dome in fibra di carbonio, e le aperture per la doppia area tender posta sotto il ponte sole che ricordano le prese d’aria dei reattori di un caccia jet.
Per concludere, tornando al discorso iniziale della tendenza di questi ultimi anni di ispirarsi al military style per immaginare nuove imbarcazioni da diporto, è singolare che la proposta più estrema provenga da un cantiere come Codecasa, sinonimo di yacht che rispettano, o quantomeno rispecchiano, quella che è la tradizione marinara, tanto da avere una gamma chiamata Vintage che comprende yacht dal design senza tempo totalmente al di fuori di quelle che sono le mode del momento. Questo per dire che quando è necessario innovare si possono intraprendere strade inimmaginabili, anche quando ci si chiama Codecasa e si costruiscono yacht della serie Vintage.<p style=”text-align: center;”></p>








