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Tutti i lavori in barca prima dell’estate, elenco dalla A alla Z

lavori estivi

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Per l’armatore “stagionale” è giunto il momento di preparare la propria barca in vista dell’imminente stagione diportistica. Ecco le operazioni principali in ordine alfabetico.

Nel mese di giugno, quasi tutti i diportisti tipicamente estivi – quelli cioè che per tutto l’arco della stagione invernale tendono a dimenticare le loro incombenze di armatori – si pongono il problema di quando e come rimettere in perfetta efficienza la barca. Se questa, alcuni mesi fa, era stata opportunamente preparata per affrontare l’inverno, quasi tutte le operazioni possono essere svolte senza dover necessariamente ricorrere all’aiuto di uno specialista. Con il vantaggio di un notevole risparmio economico e il beneficio di una più intensa ripresa di contatto con i vari sistemi di bordo.

Albero

Albero

Se tutto quel che riguarda l’albero (manovre fisse e volanti, segnavento, antenne, luci eccetera) non accusa problemi di sorta, è bene lasciarlo lì dov’è. In tal caso, l’unica operazione da fare è quella ristabilire la tensione del sartiame (se giustamente era stato allentato) agendo sugli arridatoi.

Se invece ci sono riparazioni da fare, è bene stabilire subito se, per eseguirle correttamente, sia il caso di disalberare, operazione che comunque sarebbe bene eseguire ogni tre anni. Fino a certe dimensioni (indicativamente 10-12 metri di albero), l’operazione può essere compiuta agevolmente da quattro persone robuste, con l’aiuto di un verricello di bordo.

Albero

Al di sopra di questa taglia – e comunque in tutti i casi dubbi – conviene chiedere l’ausilio di una gru. Una volta che l’albero è ben appoggiato sui cavalletti, posti a una distanza di due-tre metri l’uno dall’altro, tutte le operazioni di manutenzione/riparazione risultano quasi elementari.

Ancora e catena

Ancora e catena

L’insieme formato da ancora e catena deve essere smontato. Il motivo è duplice: solo filando completamente la catena fuoribordo è possibile verificarne lo stato, lavarla con acqua dolce e verniciarne un tratto di un metro ogni dieci per facilitare la valutazione della lunghezza del calumo in fase di ancoraggio; solo vuotando completamente il gavone dell’ancora, è possibile eseguire una pulizia approfondita, utile a eliminarne la sporcizia e, soprattutto, i detriti che tendono a otturarne gli ombrinali di drenaggio.
Non a caso, stiamo parlando di un punto della barca dal quale originano quei cattivi odori che, talvolta, si propagano anche all’interno dello scafo.

Antivegetativa

Antivegetativa

Uno dei lavori più tipici del fai-da-te nautico è quello dell’applicazione di antivegetativa. Il classico dilemma tra il farlo o non farlo è sostanzialmente psicologico, poiché, dal punto di vista tecnico, soprattutto se la barca ha svernato sull’invasatura, è senz’altro consigliabile farlo.

Si può cedere (con riserva) alla pigrizia se lo scafo è rimasto in acqua con un’antivegetativa di ottima qualità passata l’anno prima (non oltre) e se non presenta i segni evidenti di un massiccio attacco biologico. In tal caso, le uniche conseguenze – peraltro difficilmente apprezzabili nell’arco di una semplice crociera – possono essere una lieve perdita di velocità e un altrettanto lieve aumento del consumo di carburante. Manco a dirlo, il dilemma non sussiste nel caso di scafi da competizione.

Batterie

Batterie

Se prima del letargo tutte le batterie (avviamento e servizi) erano state correttamente caricate secondo le istruzioni di fabbrica, utilizzando un caricabatterie di alta qualità, e poi scollegate ricoprendo i contatti con l’apposito grasso bianco di vaselina, in questa fase di riarmo basta sottoporle a un nuovo ciclo di carica, pulire i morsetti, ristabilire i contatti e proteggerli nuovamente con l’apposito grasso.

carta nautica

Carta

Tutto ciò che di cartaceo era stato sbarcato (carte nautiche, portolani, libri eccetera) per evitare che assorbisse umidità rovinandosi, può essere rimesso al suo posto. Sul libro di bordo vanno annotate tutte le operazioni eseguite o da eseguire, le visite di controllo, gli accordi con il cantiere eccetera.

Cime

Cime

Se la sporcizia non è eccessiva e la flessibilità è buona, la semplice immersione dei cavi in acqua e ammorbidente per qualche ora in un grosso catino è più che sufficiente. Se invece si nota una fastidiosa rigidità, unita alla sensazione di una superficie vetrosa, allora è bene smontarli, metterli in lavatrice e impostare un lavaggio in acqua fredda con ammorbidente, seguito da una moderata centrifugazione.
Quale che sia il metodo utilizzato, per l’asciugatura conviene abbisciare i cavi ed esporli al sole.

Coperta
Minolta DSC

Coperta

Se si tratta di una raffinata distesa di filarotti di teak, il lavaggio con un prodotto dedicato – per esempio il Teak Wonder o il Teak Cleaner – deve essere svolto con l’aiuto di una spazzola a setole medie rigorosamente passata controvena, per evitare che le setole scavino la parte morbida del legno.

Inoltre, ricordare sempre che i lavaggi successivi vanno eseguiti con l’acqua di mare che, grazie alla sua elevata percentuale di sale, garantisce il mantenimento della corretta umidità. Al contrario, se si tratta di vetroresina, l’uso di un detergente dedicato e della spazzola a setole medie va accompagnato a un abbondante lavaggio con acqua dolce.

Dotazioni

Dotazioni di sicurezza

La zattera, i salvagente, i razzi e i segnali di soccorso devono essere sottoposti a un’accurata pulizia e a un controllo complessivo. Come per le medicine della cassetta di pronto soccorso, è necessario prestare attenzione alle date di scadenza e revisione. Agli estintori è dedicata una voce a parte.

Elettronica

Elettronica

Tutte le apparecchiature che possono essere facilmente controllate nelle varie connessioni (praticamente tutte quelle su staffa, quelle su pannello ribaltabile e, ovviamente, le portatili) devono essere pulite con cura e controllate nel loro corretto funzionamento. Sui vari contatti conviene spruzzare un velo di prodotto protettivo specifico, come il Crc 6-66 o l’H2Off. La stessa operazione va quindi eseguita sui connettori delle antenne (GPS, radar, VHF eccetera).

Estintori

Estintori

Poiché non c’è data di scadenza e la normativa del diporto non prevede la visita periodica, la loro funzionalità è comprovata dal loro stato di carica. Accertare quindi che la lancetta dell’indicatore sia nel pieno della zona verde.

Farmacia

Farmacia

Controllare la data la scadenza dei medicinali e, eventualmente, provvedere alla loro sostituzione. Se necessario, integrare il repertorio con i prodotti prescritti dal medico per la regolare assunzione.

Ferramenta

Ferramenta di coperta e metalli

A lavaggio esterno ultimato, è bene strofinare la ferramenta di coperta (bitte, gallocce, passacavi eccetera) con una spazzola e quindi passarvi un panno imbevuto di vaselina bianca (la stessa prevista per i morsetti delle batterie). Per cerniere, chiavistelli e altre parti soggette a scorrimento, si può completare l’opera con una leggera spruzzata di Crc 6-66.

Gli acciai cromati possono essere puliti con alcuni prodotti specifici che eliminano macchie, donano lucentezza e proteggono la superficie. Evitare che essi entrino accidentalmente in contatto con i prodotti a base di acido muriatico normalmente utilizzati per la pulizia della vetroresina: le macchie che ne conseguono sono indelebili.

Gas

Gas

Se correttamente erano state sbarcate, le bombole del gas (quella in uso più quella eventuale di rispetto) devono essere rimesse al loro posto a bordo, verificando la perfetta integrità delle tubazioni di raccordo con i fornelli che, alla benché minima traccia di usura, devono essere imperativamente sostituite.

Gomma

Gomma

Tutte le parti di gomma (bottacci, guarnizioni degli oblò eccetera) devono essere prima lavate con acqua e poi, una volta ben asciutte, passate con un velo di vaselina bianca (sempre la stessa che viene utilizzata per proteggere i contatti delle batterie).

Gommone

Gommone

La prima fase di riarmo del battello di servizio consiste nel suo lavaggio generale con acqua e spugna da cucina (di quelle che presentano una parte filamentosa, leggermente abrasiva) con i tubolari leggermente sgonfiati per poter raggiungere i punti più nascosti, che, nel caso dei modelli con carena rigida, sono quelli a diretto contatto con la vetroresina.

Per il lavaggio finale, più approfondito, bisogna usare un detergente specifico, mentre per l’asciugatura basta l’aria aperta. Pochi minuti sono sufficienti per il controllo dei golfari di sollevamento (serrandone eventualmente le viti passanti), dei tientibene perimetrali (facili da sostituire se sono del tipo a festone) e del serbatoio a tanica, che deve essere perfettamente pulito e asciugato.

Infine il gonfiaggio, utile a scoprire se ci sono perdite o parziali scollamenti. In caso affermativo, procedere senza incertezze alla riparazione fai-da-te o professionale e ripetere con attenzione il controllo della perfetta tenuta.

impianto elettrico

Impianto elettrico

Il primo elemento sul quale concentrare la propria attenzione è il quadro degli interruttori magnetotermici. Questi ultimi, infatti, a causa dei processi di ossidazione che proliferano al loro interno soprattutto quando non vengono utilizzati, devono essere puliti e trattati con un protettivo specifico.

Dunque, una volta staccate le batterie e l’alimentazione esterna per togliere tensione all’impianto, bisogna accedere alla parte posteriore del quadro e spruzzare sugli interruttori, sui fili e sui morsetti (in pratica su tutto) un prodotto speciale come i soliti CrC 6-66 o H2Off Electric.

Se a valle del quadro elettrico principale ci sono pannelli di distribuzione, bisogna trattarli nello stesso modo; altrimenti si può passare direttamente ai connettori che portano l’energia elettrica ai singoli strumenti. Basta sfilare questi spinotti (in alcuni casi ruotando una ghiera di fissaggio), pulirli e spruzzarli sempre con lo stesso prodotto.

ipianto idraulico

Impianto idraulico

Come si sa, l’acqua è un elemento vivo e, perciò, ricco di agenti che molto facilmente possono diventare gravemente patogeni.

Pertanto, si deve procedere all’esaurimento totale dell’impianto dopo aver aggiunto nel serbatoio – nelle corrette proporzioni – un disinfettante specifico come l’Aqua Clean o più generico come l’Amuchina. Nei casi sospetti – quasi sempre rivelati da un odore sgradevole – ripetere l’operazione.

Motore entrobordo

Motore entrobordo

Mettere le mani in un motore entrobordo, anche solo per prepararlo all’imminente stagione, non è cosa nella quale improvvisarsi. Perciò, se si ha anche solo il vago sospetto di un possibile malfunzionamento (magari ricordando qualche disfunzione riscontrata in passato), è gran lunga preferibile incaricare il meccanico di fiducia, facendosi spiegare nel dettaglio quali saranno le operazioni necessarie.

Possibilmente sarà bene assistervi, non tanto per assicurarsi che esse vengano effettivamente svolte come previsto, quanto piuttosto per imparare qualcosa che potrebbe tornare utile in un secondo tempo.

Motore fuoribordo

Motore fuoribordo

Se si tratta del piccolo motore del tender, smontarlo dallo specchio di poppa e installarlo sul supporto di trasporto (accessorio utilissimo che non dovrebbe mai mancare). Applicare alla presa a mare l’apposita cuffia che consente di alimentare il circuito di raffreddamento per mezzo di un normale tubo di gomma collegato a un rubinetto d’acqua corrente e mettere in moto, facendo funzionare a medio regime per una decina di minuti e verificando che il getto dell’acqua di raffreddamento sia regolare.

Una volta spento e sufficientemente raffreddato il motore, togliere la calandra e sostituire l’olio seguendo le istruzioni della casa costruttrice. Qualora ci fossero dubbi circa l’integrità della girante, affidare al meccanico la sua sostituzione (che comunque va eseguita almeno ogni due anni), operazione che, comunque, con un minimo di pratica, può essere tranquillamente eseguita da sé.

Passiamo alla trasmissione. Ponendo il motore in posizione di ribaltamento, procedere alla lubrificazione del piede. Utilizzando un normale cacciavite, svitare il tappo che si trova subito sotto l’asse dell’elica. Se l’olio non presenta tracce di limatura metallica (segno di usura meccanica), svitare anche il tappo superiore che libera il flusso del liquido esausto e, svuotato il piede, inserire il tubetto di lubrificante nel foro inferiore e comprimerlo per consentirne il travaso. Quando l’olio nuovo esce dal foro superiore senza formare bolle d’aria, si può richiudere il foro superiore e, subito dopo, quello inferiore.

Motore Fuoribordo

Tocca ora all’elica. Utilizzando una chiave chiusa, svitare il dado dell’asse e sfilarla. Passare una generosa quantità di lubrificante al Teflon lungo tutte le scanalature dell’asse, quindi rimontarla ripetendo la procedura al contrario. Con l’occasione, verificare lo stato dello zinco posto subito sotto la piastra anticavitazione. Se presenta importanti tracce di corrosione galvanica, sostituirlo. Infine, iniettare senza risparmio l’apposito lubrificante nelle valvole ingrassatrici degli sterzi e degli snodi.

Parabordi

Parabordi

Per far tornare i parabordi perfettamente puliti, si può ricorrere a un detergente specifico, come lo Sharky. Tuttavia, le tipiche macchie di catrame possono essere sciolte anche con semplice olio d’oliva, mentre le macchie più ostinate possono essere eliminate con la pasta abrasiva da carrozziere o con il più casalingo Cif in polvere. Da evitare i solventi chimici, che snervano la struttura del pvc.

Passerella

Passerella

Premesso che il passaggio terra-bordo-terra risulta tra le situazioni a maggior rischio di traumi, dispiace notare che, nella maggioranza dei casi, questo poco onorevole risultato va imputato alle passerelle economiche dedicate alle barche a vela, spesso poco durevoli nella loro stabilità strutturale.

Perciò può capitare che anche dopo una sola stagione di utilizzo, esse diventino ancora più instabili e delicate, costituendo un pericolo effettivo per l’incolumità delle persone. Ciò impone, all’inizio di stagione, la massima attenzione nel controllare che ogni elemento sia integro, soprattutto se si tratta dei modelli pieghevoli.

Pulizia interna

Pulizia interna

Sfruttando la maggiore comodità – e, soprattutto, la maggiore sicurezza – di uno sbarco delle varie suppellettili con la barca alla banchina, è necessario togliere di mezzo tutto quel che non fa parte strutturale della barca e che, pertanto, può essere asportato da armadi, frigoriferi, cassetti, gavoni, stipi, sentina eccetera e messo da parte: dunque vele, provviste alimentari, vestiario, attrezzature da pesca e da sub, materassi, lenzuola, cuscini, federe, tendine, dotazioni di sicurezza eccetera, senza dimenticare le sempre troppe cose da buttare direttamente nell’immondizia.

Riparazioni

Riparazioni

Sono poche le barche che, a inizio stagione, non abbiano qualche piccolo acciacco da riparare, vuoi nella meccanica, vuoi nello scafo. L’istinto – spesso cattivo consigliere – spingerebbe a rimandare ma ci sono alcuni buoni motivi per comportarsi diversamente, agendo immediatamente.

Questo perché, con il ritorno della bella stagione, i cantieri vedono aumentare vertiginosamente il loro carico di lavoro, con la conseguenza che gli ordini vengono evasi con forte ritardo e quindi, non di rado, pure in maniera approssimativa: è facile, quindi, che la barca resti inutilizzabile proprio quando si decide di mollare gli ormeggi.

In tutto ciò, si tenga conto che alcune riparazioni è preferibile farle con la barca in secco (per esempio quelle alle appendici e ai trasduttori), perciò è d’obbligo ordinarle prima di fissare la data del varo.

Ruota del timone

Ruota del timone

Il rivestimento in pelle della ruota del timone delle barche a vela è non soltanto esteticamente apprezzabile ma anche tecnicamente assai valido, soprattutto se non si fa soltanto vita di porto. Purtroppo però, la sua esposizione agli agenti atmosferici ne accorcia la vita rendendolo poco gradevole all’occhio e al tatto.

In commercio ci sono diversi kit che ne permettono la rapida sostituzione fai-da-te. Basta un minimo di dimestichezza con l’ago e il filo. L’occasione è utile per verificare che il meccanismo di collegamento tra ruota e pala funzioni correttamente, senza scatti e senza impedimenti.

Sala macchine e sentina

Sala macchine e sentina

Dopo la loro rimessa in uso, per far brillare i motori e i vari organi meccanici si può utilizzare petrolio rettificato (utile anche per le ghiotte) e, nei casi più ostinati, Creolina pura, arieggiando bene il locale durante e dopo l’applicazione. Per quanto riguarda la sentina – non soltanto quella della sala macchine – si tenga presente che è una delle prime parti della barca a dover essere pulite con energia, utilizzando un detergente specifico non schiumogeno e una spazzola a setole dure.

Molto probabilmente, nella fase di risciacquo sarà necessario usare un filo di ferro per sturare i fori di biscia che permettono all’acqua di attraversare i madieri e raccogliersi nel punto di aspirazione. Per l’esaurimento sarà bene evitare di usare le pompe di sentina, che potrebbero intasarsi. Meglio ricorrere a una pompa a mano portatile o un bidone aspiratutto adatto ai liquidi.

Serbatoi carburante

Serbatoi carburante

Anche se non tutti gli anni, l’ideale è svuotarli (trasferendo e filtrando la nafta o la benzina nelle taniche omologate) per poterli ispezionare attraverso le apposite aperture (non sempre presenti nella forma giusta) e liberarli dai micro-detriti solidi che si accumulano sempre sul loro fondo.

Piuttosto, una cosa da fare ciclicamente (meglio ancora, in combinazione con la pulizia di cui sopra) è il trattamento per l’eliminazione di quei batteri e funghi (spesso erroneamente chiamati alghe) che tendono a svilupparsi quando il gasolio è “fermo”. Le conseguenze più comuni di questo inquinamento sono la fumosità, l’aumento del consumo, la difficoltà all’avviamento, l’arresto del motore. In commercio esistono diversi additivi che offrono una buona prevenzione. Tra i più diffusi: Top Diesel Bardahl, X Cleaner Bolk, Diesel Anti-Bacteria, Big Diesel.

Topi

Attirati soprattutto dagli odori degli alimenti dimenticati negli armadietti e nei gavoni (persino di quelli che si trovano ancora nelle loro confezioni originali), i topi – per quanto possa sembrare incredibile – sono in grado di passare attraverso una fessura di appena 4-5 millimetri, in quanto le loro ossa sono dotate di un’elasticità eccezionale. Se ciò è malauguratamente avvenuto, evitare le tipiche trappole a molla. Rivolgersi al cantiere di rimessaggio che, quasi certamente, ha risolto il problema in mille altre occasioni.

Umidità

Umidità

Poiché uno dei più temibili nemici del rimessaggio invernale è rappresentato dall’umidità ristagnante, che è causa di muffe, marciume, funghi e ruggine, per risanare gli ambienti è necessario agire su due fronti. Il primo punta alla deumidificazione di tutto il volume interno, mediante la collocazione – sempre che il regolamento del cantiere la consenta – di un deumidificatore elettrico automatico che scarichi l’acqua raccolta attraverso una qualsiasi asola dell’opera viva (ovviamente se la barca è in secco).

Più alla portata e non meno importante è quello dell’aerazione, che possibilmente deve raggiungere qualsiasi punto della barca: ecco perché è bene togliere i paglioli, aprire armadi e cassetti e spalancare tutte le prese d’aria dopo averle opportunamente protette con delle reti (vedi la voce Topi). Ovviamente, a monte di tutto ciò, si deve fare in modo che la copertura dello scafo consenta un buon passaggio d’aria, soprattutto in senso longitudinale.

VaroVaro

Nella maggior parte dei casi, gli addetti del cantiere al quale è affidata l’operazione del varo sanno dove mettere le mani. Tuttavia, è sempre bene assistervi. Se alla fine della stagione precedente, per evitare il pericolo di flessioni in uno scafo “attempato”, erano stati prudentemente allentati tutti i bulloni che, attraverso le apposite flange, collegano gli invertitori con gli assi-elica, è giunto il momento di incaricare il meccanico di ricomporre l’assieme.

VeleVele

Se non sono particolarmente sporche e non necessitano di riparazioni (nel qual caso è sempre bene affidarle al velaio di fiducia per un trattamento completo), vanno prima lavate in acqua dolce abbondante (misure permettendo, l’ideale sarebbe un ammollo di dodici ore in una vasca) o sotto il getto di un tubo, poi pulite a mano con un detersivo apposito, che però deve essere adatto al tessuto specifico.

Il motivo di questa condizione risiede nella diversa sensibilità dei materiali al PH della soluzione pulente. Per esempio, se si vuole usare un normale sapone commerciale, sceglierne uno con un PH superiore a 7 (basico) per il Dacron e uno con un PH inferiore a 7 (acido) per il Nylon. Sempre in mancanza di un prodotto specifico, le macchie di catrame possono essere sciolte con l’olio di oliva e successivamente eliminate del tutto semplicemente strofinando la zona con un sapone per stoviglie.

Verricelli

Verricelli

Se esiste il sospetto che debbano essere lubrificati (cosa che comunque conviene fare ogni due-tre anni), è bene eseguire il lavoro subito per evitare malfunzionamenti durante la stagione, seguendo con attenzione le istruzioni dell’azienda produttrice. È un’operazione assolutamente alla portata di chi ha un minimo di manualità ma deve essere svolta con la massima attenzione, anche per evitare che qualche piccolo elemento del meccanismo si perda.

Vetroresina

Vetroresina

Le macchie del gelcoat rimaste dopo la pulizia generale vanno eliminate il più presto possibile usando un detergente apposito come il Quick Gloss o il Laser. Quest’ultimo è molto efficace anche con le incrostazioni di calcare e con la ruggine.

Se si vuole usare un prodotto da supermercato, scegliere l’acido muriatico (da utilizzare con guanti protettivi e occhiali), che va applicato con moderazione e che, successivamente, deve essere sciacquato con abbondante acqua corrente; fare attenzione che non finisca accidentalmente sulle cromature poiché potrebbe macchiarle in modo indelebile. Non usare mai l’acetone, che scioglie il gelcoat. Per quanto riguarda la linea di galleggiamento, si può ricorrere a un prodotto specifico come il Waterline Clean, strofinando con uno spazzolone o anche, per un risultato migliore, con una spugnetta ruvida da cucina.

WC

Per quanto riguarda il locale toilette e, più in particolare, il wc marino ci sono prodotti disinfettanti e disincrostanti di grande efficacia che, oltretutto, rispettano la salute delle guarnizioni, come lo Yachticon e il Biochem. Per la lubrificazione e la protezione delle parti meccaniche interne delle pompe (pistoni, guide, gomme, valvole eccetera) c’è l’ottimo WC Lub della Matt Chem.

Zinchi

Zinchi

Se consumati in eccesso, gli anodi di zinco (di magnesio se destinati alle acque dolci) devono essere subito sostituiti. Se invece non sono affatto consumati, la cosa va interpretata come un inquietante campanello d’allarme: può darsi, infatti, che a consumarsi sia stato un qualsiasi altro elemento di metallo (timone, assi, motore, serbatoio eccetera). In tal caso, si impone un attento controllo generale.

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