Le anteprime presentate al Salone di Dusseldorf 2023
Dopo gli anni di stop imposti dal Covid, il grande salone tedesco è tornato inaugurando il nuovo anno solare della nautica mondiale. Un mix di première assolute e di novità 2022-2023 che i diportisti mediterranei hanno già visto in anteprima ai saloni di autunno, ma in questo caso all’interno di una fiera che più ampia, articolata e vivace non potrebbe essere. Tanto da non far sentire l’assenza del mare.
Mettiamola così: se un marziano, avendo solo un giorno da trascorrere sulla Terra, volesse capire che cos’è la nautica da diporto in tutta la sua complessità, non potrebbe trovare occasione migliore del salone di Düsseldorf.

Infatti, un po’ paradossalmente, è proprio qui, nel land della Renania Settentrionale-Vestfalia, sulle rive del Reno, che è possibile avere lo sguardo più ampio che si possa immaginare su tutto quel che direttamente o indirettamente riguarda il mondo delle barche; anzi meglio, tutto il mondo acquatico.
Ovviamente, quello dell’ampiezza espositiva è un primato che è maturato nel tempo. Risale al 1969 il primo salone nautico organizzato dalla “Nowea” – nome originario della fiera di Düsseldorf, che nel 1969 ospitò 116 espositori attirando 34.000 visitatori – e, fino al 2020, la sua crescita su tutti i piani è stata pressoché continua. Poi, lo stop imposto dal Covid.

Saltate le edizioni del 2021 e del 2022, il Boot ha finalmente riaperto i battenti quest’anno, costretto a leccarsi qualche ferita che, seppure non particolarmente profonda, deve comunque aver assai infastidito i peraltro ottimi organizzatori dell’evento, i quali, con un fair play che dovrebbe essere imitato dai loro omologhi sparsi per il mondo, hanno dichiarato onestamente la lievissima flessione. Ottimi organizzatori, dicevamo.

In effetti, anche confrontandoci con alcuni colleghi della stampa internazionale – oltre 2.000 i giornalisti accreditati – possiamo affermare che il meccanismo del Boot è decisamente il migliore del mondo, ancor più se si tiene conto delle enormi difficoltà di movimentazione degli yacht. L’ultimo a entrare in fiera – attenzione: ben nove giorni prima dell’inaugurazione – uno sloop Hallberg-Rassy, tirato su dal Reno e messo sulle selle del padiglione 16 dall’ormai leggendario “Big Willi”, il potente carroponte che, dal 1980, sposta con insospettabile agilità unità fino a 100 tonnellate.
Per non parlare poi, perdonate la nota di parte, dell’impeccabile sala stampa che ci mette nelle condizioni di lavorare al meglio, a tutto vantaggio di chi ha la bontà di leggerci.
Entriamo ora nei dettagli di questo immenso repertorio, concentrandoci sui nomi più “pesanti” e sulle novità più attese.
Barche a motore
Primo dell’imparziale sequenza alfabetica, il cantiere Absolute ha esposto cinque modelli – tra i quali il 56 Fly e il 60 Fly, per la prima volta a Düsseldorf – che, soprattutto grazie alla pragmatica presentazione del top manager Cesare Mastroianni, hanno permesso di toccare con mano le peculiarità di una filosofia progettuale che, battezzata “charisma” dalla stessa azienda piacentina, offre quelle soluzioni tecniche di assoluta avanguardia che ritroviamo puntualmente nella nuova ammiraglia Navetta 75, non presente al Boot ma della quale proponiamo la prova in mare in altra parte di questo stesso fascicolo della rivista.

Première assoluta, invece, quella dell’Azimut S7, disegnato da Alberto Mancini. Superleggero e altamente efficiente, grazie all’uso esteso della fibra di carbonio in combinazione con la carena ad alta efficienza firmata da Pier Luigi Ausonio, questo sport yacht offre alte prestazioni e consumi/emissioni ridotti fino al 30{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8}. Oltre che garantire tali performance, la sua tripla motorizzazione Volvo Penta IPS – già sperimentata con successo sul 55S e sul 77S e, in questo caso, per complessivi 2.400 HP – ha permesso di ottimizzare gli spazi a bordo e offrire alla divisione Yachtique – stesso Gruppo Azimut Benetti – ottimi volumi per allestire con gran classe gli interni che prevedono, tra l’altro, quattro cabine.

World première in grande stile per il Bavaria SR33, nuovo modello per la SR-LINE disegnata da Marco Casali.
Sebbene questa serie abbia il suo tradizionale punto di forza nell’organizzazione degli spazi esterni, stavolta il 33 impressiona per l’ottima disposizione degli spazi sottocoperta, studiati per quattro persone. Lo scafo, lungo 11,40 e largo 3,46, conta su una carena ottimizzata dallo studio di architettura navale Micad per ottenere grande agilità di manovra e consumi ridotti. La propulsione può essere affidata a duna coppia di motori Volvo Penta o Mercruiser da 500 a 700 HP, oppure a un singolo motore Volvo Penta da 380 HP.

Capoforte SQ240i è il primo modello elettrico del marchio di proprietà Invictus. L’unità presentata al Boot è stata dotata di motore Molabo ISCAD V50, un entrobordo in linea d’asse da 50kW, caratterizzato dal peso contenuto in appena 45 kg e dai componenti a basso voltaggio che assicurano un’elevata resa in rapporto all’utilizzo della batteria. In alternativa, questo raffinato open può essere motorizzato con l’avanzatissimo fuoribordo elettrico Yamaha HARMO da 3,7 kW, un propulsore che, oltretutto, garantisce un’estrema facilità di manovra anche in poco spazio.

Come sempre ricco il repertorio di novità del Gruppo Ferretti, riguardante praticamente tutti i suoi brand. Particolarmente interessante la nuova gamma InFYnito per il marchio Ferretti Yachts, ispirata agli explorer vessel e debuttante con il primo modello InFYnito 90. Lungo fuori tutto 26,97 metri, ma rientrante per omologazione nella categoria imbarcazioni, esso nasce dalla collaborazione tra il Comitato Strategico di Prodotto, presieduto dall’ingegnere Piero Ferrari, e il Dipartimento Engineering del gruppo.
L’exterior design è firmato dall’architetto Filippo Salvetti, mentre la progettazione degli interni è dello studio Ideaeitalia che è riuscito a fondere gli ambienti esterni e interni in un suggestivo continuum, nel quale gli spazi sono ampiamente customizzabili, così come la scelta della potenza nell’ambito della motorizzazione MAN V12 fino al massimo di 1800 HP. In tal caso, la top speed è di 22 nodi e, grazie all’efficienza della carena, alla velocità di crociera economica di 12 nodi l’autonomia è di ben 1.200 miglia.

Stesso staff di progettisti per il Ferretti Yachts 580, lungo fuori tutto 18,24 metri. Ipertecnologico, a partire dal complesso sistema di insonorizzazione che coinvolge la particolare collocazione dei serbatoi, il nuovo modello è dotato di sistemi Xenta per la regolazione dell’assetto, per la timoneria elettroidraulica con joystick opzionale e per l’assistenza all’ormeggio. Non manca, ovviamente, un efficace sistema di stabilizzazione giroscopica. Così come per i layout, è possibile scegliere tra la motorizzazione standard, costituita da una coppia di Volvo Penta D13 da 900 HP, e la optional con le stesse unità termiche ma con rating da 1000 HP che permette di raggiungere una velocità massima di 32 nodi e una di crociera di 26 nodi.

Novità molto importanti anche per Riva. Nel corso dell’articolata conferenza stampa del gruppo è stato rivelato il nome del nuovo progetto per la gamma flybridge del cantiere di Sarnico: si chiama Riva 82’ Diva e affiancherà il nuovo Riva 102’ Corsaro Super che, evoluzione del best seller 100’ Corsaro, è un 30 metri nato dalla collaborazione tra Mauro Micheli e Sergio Beretta, fondatori di Officina Italiana Design, e il prestigioso staff interno del gruppo. I suoi elementi esteticamente più innovativi, con decisivi riflessi sul comfort di bordo, sono costituiti dalla sovrastruttura, diventata più generosa nelle dimensioni, e dalla poppa che ora si presenta con un beach club di ben 35 metri quadrati.
Ventisei nodi in condizioni full electric è una prestazione davvero notevole, soprattutto se, mantenendo la manetta a fondo, l’autonomia è di 18 miglia. È quanto promette di fare il Frauscher 740 Mirage che, spinto da un motore Torqeedo da 110 kW alimentato da due batterie BMW i3 da 40 kWh, riesce comunque a garantire 60 miglia di range alla più ben tranquilla andatura di 5 nodi. In alternativa, l’elegante scafo prodotto del cantiere austriaco può comunque essere dotato della più “leggera” motorizzazione costituita da un Torqeedo da 60 kW alimentato da un’unica batteria, sempre BMW i3 da 40 kWh.

Con il TT420 la gamma Invictus, firmata Christian Grande, è cresciuta con un modello che presenta soluzioni davvero inusuali per la sua taglia, come per esempio il garage per un tender da 2,10 metri. Le linee esterne sono quelle che ormai caratterizzano tutta la produzione del cantiere calabrese ma, stavolta, il designer che le ha concepite si è concentrato particolarmente sugli interni, articolando un open space che mette in risalto la zona living, dotata di divani a “U” trasformabili in un comodo letto matrimoniale, e dà accesso a un vano di poppa con letti separati. Molto comoda la toilette che, dotata di vano doccia separato, si avvantaggia della notevole altezza sottocoperta. Per la motorizzazione, si è optato per due Volvo Penta D6 da 440 HP con piede poppiero.

Dopo il successo ottenuto recentemente con il DB43, la linea dayboat di Jeanneau si è ampliata con il debutto del DB37, anch’esso disegnato con maestria da Camillo Garroni, che ha dato grande importanza al disegno della coperta, conferendole allo stesso tempo grande transitabilità per tutta la lunghezza e un elevato grado di protezione, cui si può in un certo senso rinunciare abbassando le sponde elettriche del pozzetto per formare, quando si sta alla fonda, una godibilissima terrazza sull’acqua.
La carena, di Michael Peters Yacht Design, è stata concepita per la propulsione con piedi poppieri – quella del modello visto a Düsseldorf – o con fuoribordo, in quest’ultimo caso perdendo un po’ della bella superficie balneare.

Secondo modello per la gamma Endurance di Pardo Yachts: parliamo dell’Endurance 72 che, seguendo la stessa filosofia del suo predecessore 60, si basa su una carena studiata in CFD (Computational Fluid Dynamics) per lunghe navigazioni a regime eco-speed sotto la spinta della propulsione Volvo Penta IPS (1050 standard; 1200 o 1350 optional). Scafo e carena, per una lunghezza fuori tutto di 22 metri, sono opera di Davide Leone.
Il design degli interni è stato invece affidato alle competenze di Burdissocapponi Yachts&Design, con due diverse opzioni di layout degli interni: la prima con cucina sul ponte principale, quattro cabine e cinque bagni; la seconda con cucina, tre cabine e quattro bagni tutti posizionati sottocoperta, a favore di un maggiore spazio sul ponte principale. La prima unità sarà varata nella primavera del 2024.
Interessante per la firma di Bill Dixon, che cura l’architettura navale della gamma prodotta da Pearl Yachts, il nuovo Pearl 72 ha raccolto al Boot un notevole interesse soprattutto per le notevoli soluzioni orientate al comfort. Purtroppo, la prudenza del costruttore britannico nell’entrare sul mercato italiano, fa sì che il nostro pubblico conosca assai poco le sue barche.

Nuova ammiraglia della serie di catamarani M-Line di Prestige, l’M8 è costruito presso il cantiere Groupe Beneteau Italia a Monfalcone. Giustamente, per il suo concept è stato chiamato Garroni Design, lo studio che ha creato l’identità di Prestige fin dal suo esordio, oltre 30 anni fa, mentre per le carene ci si è affidati al team di Marc Lombard. Concepito e progettato espressamente per la propulsione a motore, questo multiscafo è di larghezza relativamente contenuta, pur essendo capace di offrire superfici impressionanti. È equipaggiato con due motori Volvo Penta D8 da 600 HP.

World Première per l’ultimo nato della linea S Class di Princess Yachts. Si tratta dell’S72, progettato dal Princess Design Studio in collaborazione con Olesinski e Pininfarina. Come vuole il DNA della serie, questo nuovo modello, spiccatamente slanciato ed elegante, offre prestazioni davvero notevoli in rapporto ai suoi 23 metri abbondanti di lunghezza fuori tutto: con due motori MAN V12 da 1800 HP, la sua carena a V profonda scivola sull’acqua a 36 nodi, rendendo più che ragionevole anche la scelta dell’alternativa 2 x 1650 HP. Sempre apprezzabile la qualità generale della costruzione, che prevede l’infusione sottovuoto.
Nuovo entry level per la gamma del cantiere turco con solida diramazione in Florida, il Sirena 48 offre due layout alternativi per lo spazioso pozzetto di poppa, una rarità per una barca che ha una lunghezza scafo di “appena” 13,79 metri: in sostanza, l’armatore può scegliere tra una soluzione sostanzialmente aperta e un ponte più tradizionale, comunque ben collegato con la piattaforma da bagno. Importante il disegno delle linee d’acqua rispetto al peso complessivo, ciò che permette allo scafo una navigazione stabile e assai economica in dislocamento ma anche, all’occorrenza, la possibilità di accelerare fino alla ragguardevole velocità di 26 nodi con la doppia motorizzazione Volvo Penta 2 x 550 HP.

Una presentazione spettacolare, quella organizzata da Sunseeker per il suo SuperHawk 55 che, in un certo senso, rappresenta una piccola rivoluzione per il cantiere britannico in quanto introduce per la prima volta il connubio tra la configurazione walkaround e il parabrezza a tutto baglio. Negli interni è la luce – sia quella naturale che attraversa le ampie vetrate oscurabili elettronicamente, sia quella artificiale che è frutto di una raffinata progettazione illuminotecnica – a giocare un gioco fondamentale nel esaltare il senso di comfort e modernità offerto dal prezioso arredamento, nel quale spiccano il legno della boiserie e le perfette laccature. Come sempre, importanti le prestazioni: con due Volvo Penta IPS 950, la velocità massima è di 38 nodi.

Non può essere considerato come una novità assoluta, essendo nato nel gennaio del 2021, tuttavia, vuoi per la parsimonia con la quale Nautor Swan lo espone, vuoi perché ciascuna unità è praticamente un one-off, lo Swan Shadow presentato a Düsseldorf ha esercitato lo stesso richiamo di una world première. Il nome suggerisce l’impiego di questo raffinato motoscafo di 13 metri abbondanti come battello-ombra di un superyacht, ma tali sono le possibilità di allestirlo in base alle proprie esigenze – da open integrale a cabinato, addirittura con cabina marinaio separata – che qualsiasi funzione può essere immaginata, grazie anche alla solida architettura navale basata su una carena a V profonda con due step, pensata per tre motori fuoribordo fino a 350 HP ciascuno.
Considerate spiccatamente nordiche, benché improntate a una versatilità che non stona affatto nel Mediterraneo, le barche del cantiere finlandese Targa – da decenni importate in Italia da Giaroli/Passepartout Yachting di Orbetello – hanno giocato al Boot quasi in casa. Nel corso del salone è stato presentato il nuovo 41, studiato da Robert Carpelan per esaltare in chiave custom uno scafo dalle prestazioni impressionanti, soprattutto in termini di agilità di manovra, grazie anche alla propulsione entrofuoribordo Volvo Penta che, in questo caso, può essere sostituita dai piedi azimutali IPS. La consegna delle prime unità è prevista per gennaio 2024.
Barche a vela

Primo modello di serie costruito interamente con resina Elium (Arkema) riciclabile al 100{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8}, ma dalle caratteristiche meccaniche, di resistenza e di prestazioni pari a quelle delle resine convenzionali, il Beneteau First 44e è finalmente entrato in linea di produzione dopo tre anni di ricerca e sviluppo. Diversamente da quanto si è abituati a fare per una barca a vela, in questo caso uno sloop, l’attenzione si concentra pure sul sistema di propulsione meccanica, affidato a due Cruise pod Torqeedo 12.
Sul piano strettamente pratico, questo significa avere una manovrabilità e un’efficienza di spinta eccezionali, unite a una totale silenziosità, mentre dal punto di vista energetico, grazie alla dotazione di batterie al litio, significa poter procedere per tre ore alla velocità di 5,5 nodi senza emissioni. Nella sala macchine, al posto dell’unità termica altrimenti destinata alla propulsione, c’è un gruppo elettrogeno Fischer-Panda da 13,5 Kilowatt ad alta efficienza che provvede alla ricarica. Altra scelta interessante del cantiere francese, quella utilizzare per la superficie della coperta l’iroko al posto del sempre più raro teak: un’ essenza resinosa che ha caratteristiche molto simili, prima tra tutte quella di non marcire con l’umidità e con l’acqua.

Secondo modello della gamma oltre i 60 piedi di Grand Soleil Yachts e disponibile nelle versioni Performance e Long Cruise, il Grand Soleil 65 è stato curato e perfezionato sotto la guida esperta di Franco Corazza: regatante di lunga data e campione affermato con 12 titoli italiani, 2 titoli europei e un titolo mondiale all’attivo. Lo hanno affiancato altri nomi importanti della vela internazionale, come Marco Lostuzzi per il design strutturale, Nauta Design per il layout generale e il campione ORC Matteo Polli per l’architettura navale. Spiega quest’ultimo: “La forma dello scafo mantiene la V pronunciata a prua e la stessa superficie bagnata ridotta del Grand Soleil 72 per assicurare una minore resistenza, una maggiore stabilità dinamica a barca sbandata e prestazioni migliori con venti leggeri.
Tuttavia, la geometria complessiva è stata totalmente rivisitata per garantire una distribuzione equilibrata dei pesi indipendentemente dai diversi layout interni. La carena è progettata per regalare grandi prestazioni in ogni condizione di dislocamento, sia che la barca venga alleggerita per la regata o sia a pieno carico in crociera”. La prima, in versione Long Cruise, debutterà in anteprima mondiale al Cannes Yachting Festival 2023.

Umberto Felci è stato capace di reinventare il concetto di performance e abitabilità su una barca di “appena” 10 metri: il nuovo Dufour 37. Proprio come nel già noto 470, di maggiori dimensioni, in questo natante sono state introdotte importanti innovazioni, come la disposizione della delfiniera, le grandi finestrature a scafo e della tuga, la distribuzione degli spazi esterni che agevolano gli spostamenti in coperta, aspetto quest’ultimo che costituisce il DNA del cantiere francese. Sei i posti letto disponibili nella versione standard, considerando la dinette trasformabile, ma nella versione con tre cabine, i posti letto a bordo diventano addirittura 8. In entrambi i casi resta a prua la cabina armatoriale che, per volume e altezza, rappresenta una vera rarità in rapporto alle dimensioni dello scafo. Comoda la doppia timoneria a ruota che governa una sola pala centrale.

Dice lo slogan che il nuovissimo Jeanneau 55 offre un mondo costruito attorno all’armatore. Bene, una volta tanto, il copywriting ha centrato con precisione l’impressione che si ha nel visitare questo modello per molti versi rivoluzionario, che non a caso è frutto dell’enorme esperienza di Philippe Briand, designer velista che possiede un’invidiabile esperienza nel campo dei superyacht a motore. Si tratta infatti di una barca estremamente originale in ogni sua parte; complessa nella sapiente suddivisione dei volumi interni e ricca di soluzioni che la rendono ideale per la crociera di un gruppo che rifugga da quella promiscuità cui spesso si è costretti in una barca a vela. Basti pensare ai tre tambucci che conducono in ambienti completamente separati e che, appunto, sembrano indicare i confini di quel “mondo” che è stato costruito attorno all’armatore. La lunghezza fuori tutto è di 17,93 metri e il baglio massimo di 4,99, molto spostato verso poppa, dà allo scafo una pronunciata forma a cuneo.

Il sogno di qualsiasi velista di razza: una barca da crociera capace di vincere le regate. È quanto promette il nuovo Swan 55, sloop di gran classe che, presentato in anteprima mondiale a Cannes, rappresenta l’apice di un’evoluzione incominciata oltre cinquant’anni fa con il primo scafo di questa misura disegnato da Sparkman & Stephens. Stavolta è a German Frers che si devono le linee d’acqua, frutto di due anni di sperimentazione in tutte le possibili condizioni. Dice il celebre designer argentino: “Nella progettazione delle sezioni di prua, ben arrotondate trasversalmente e con un angolo di entrata acuto, abbiamo privilegiato la condizione di navigazione e il controllo della barca sotto vari angoli di sbandamento. Il dislocamento dello scafo è il risultato di un attento studio del peso e della posizione delle attrezzature che, su queste barche, devono essere numerose per garantire il comfort delle persone che vogliono godersi la vita a bordo”.
Per raggiungere questo stesso fine, gli interni – articolati in tre cabine, due bagni e una cabina da destinare secondo le necessità dell’armatore – sono stati affidati alla celebre designer d’interni Misa Poggi.
Gommoni

Grazie ad Anvera, a dare spettacolo al Boot è stata una barca che non c’era. Il cantiere di Misano Adriatico ha infatti esposto alcuni moke-up del suo maxirib 58 che, in combinazione con l’attrezzatura allestita dallo specialista Antonio Grassi per un’impressionante “Mixed Reality Experience”, hanno permesso al pubblico di svolgere una visita virtuale a bordo, non soltanto usando il senso della vista ma anche quello del tatto, potendo cioè passare le mani su poltrone, sedili, mobili eccetera.
Insomma, per molti, un tuffo in un futuro che è già presente e che stimola la fantasia nell’immaginare l’utilizzo di questa raffinata tecnologia per mostrare cose che, per motivi vari (nel caso di Düsseldorf, per esempio, non è possibile esporre barche al di sopra di una certa grandezza) non sono fisicamente presenti. Il Boot è anche questo.
In partnership con Mercury, che ha fornito tre Verado V10 da 350 HP, Lomac ha esposto il suo GranTurismo 12.0 potendolo fregiare dello slogan “il più veloce di sempre”. Firmato da Federico Fiorentino, il battello ha infatti recentemente fatto registrare il suo record “personale” di velocità, superando i 60 nodi: un risultato che dimostra l’efficienza delle linee d’acqua tracciate dal designer milanese e la solidità di una struttura capace di sopportare sollecitazioni di gran lunga superiori a quelle di un normale utilizzo. D’altra parte, come indica il suo stesso nome, il GranTurismo 12.0 è un battello studiato per brevi crociere da vivere nel comfort di un allestimento particolarmente protettivo.
Prima conferenza stampa ufficiale, in occasione di un salone internazionale, per Sacs Tecnorib, società nata nel dicembre del 2021 dall’integrazione di due aziende che, separatamente, sono state protagoniste del mondo rib. Il CEO Gianni De Bonis ha commentato: “È stata un’idea vincente. Siamo riusciti a valorizzare il momento di mercato particolarmente positivo del 2022, incrementando la produzione per soddisfare la crescente domanda del mercato. Questo si è tradotto in un aumento del fatturato e della redditività e in una netta crescita occupazionale”.

In attesa che il piano di investimenti realizzi l’ampliamento dell’area produttiva di Roncello, da dedicare alle unità di lunghezza superiore ai 42 piedi, la società ha colto l’occasione del Boot per presentare in anteprima il Pirelli 30, new entry della linea Speedboats, disegnato dallo specialista Ted Mannerfelt , e la completa rivisitazione del Rebel 47 ad opera di Christian Grande, un modello che nell’arco di cinque anni è stato venduto in oltre 60 unità.

Presenza in grande stile a Düsseldorf per Zar Formenti, che ha portato al primo Boot del dopo-pandemia l’ammiraglia firmata da Carlos Vidal con la quale ha raccolto un grande successo prima a Cannes poi a Genova.
Lo Zar 130 Image, che abbiamo presentato ampiamente nel fascicolo del mese scorso, è qualcosa di più di un battello pneumatico cabinato, trattandosi di un vero e proprio cruiser di 13 metri che grazie a una carena ad alta efficienza – dotata di pattini, step e tunnel laterali – riesce a sfruttare appieno, anche in condizioni di mare difficili, la poderosa spinta di due Mercury Verado da 600 HP. Basti pensare che alla velocità di crociera di 40 nodi, ce ne sono – volendo – ancora 17 da guadagnare, spingendo a fondo le manette. Due le cabine doppie, separate da una comoda toilette con box doccia. E non manca neppure l’hangar per il tender.
Motori

Finalmente in moto, sulle acque del Reno, l’apripista della linea di fuoribordo elettrici che Mercury Marine aveva annunciato poco più di un anno fa a Las Vegas. Parliamo dell’Avator 7.5e che, già molto apprezzato per il raffinato design, a Düsseldorf è stato messo a disposizione dei giornalisti tester. Facilissimo da utilizzare, silenzioso e leggero (appena 26,6 kg), questo propulsore ha mostrato di poter garantire prestazioni analoghe – in termini di spinta e accelerazione – a quelle di un 3,5 HP quattro tempi a benzina, ma a zero emissioni. L’autonomia è affidata a una batteria agli ioni di litio integrata e sostituibile da 1 kWh che, sviluppata in collaborazione con Mastervolt, è costantemente monitorata da un’apparecchiatura digitale sia durante il normale uso sia in fase di ricarica e tutti i dati possono essere riportati in tempo reale sul telefono cellulare mediante l’apposita app. Nel corso di quest’anno seguiranno i più potenti modelli 20e e 35e.

Nella sua instancabile ricerca di innovazione, Volvo Penta ha annunciato al Boot l’imminente avvio di un interessante programma di sviluppo e sperimentazione nel campo della propulsione ibrida, in collaborazione con Beneteau.
In sostanza, basandosi sull’esperienza già accumulata dalla casa svedese nel corso del 2022 con un’unità elettrica commerciale in servizio nelle Svalbard, verrà realizzata una sorta di barca laboratorio che, presso la base nautica di Krossholmen, sarà messa a disposizione di un’ampia rosa di utenti/tester – non necessariamente professionali – al fine di sperimentare tutte le soluzioni possibili da introdurre nelle barche di domani. “Una delle filosofie fondamentali di Volvo Penta è quella di imparare facendo – ha dichiarato Johan Inden, capo del Marine Business – e i feedback che riceveremo nel corso di questa esperienza saranno utilizzati nel nostro processo di sviluppo in corso”.
L’unità utilizzata come base per questo esperimento è il Jeanneau NC 37, con propulsione ibrida-elettrica Volvo Penta D4-320 DPI Aquamatic assistita dal già noto joystick di manovra che consente il posizionamento dinamico e che ha già dimostrato di funzionare perfettamente in modalità elettrica. L’avvio di questo interessante programma è previsto per questa primavera.

Saranno invece disponibili a partire dalla seconda metà dell’anno i nuovi fuoribordo presentati da Yamaha. All’apice c’è l’XTO aspirato da 450 HP, evoluzione del già ben noto e apprezzato 425, con un rapporto potenza/peso ancor più vantaggioso. Segue a ruota il 200 HP del segmento High Power, un motore da 2,8 litri di cilindrata, 4 cilindri e 14 valvole, dotato di sistema elettronico EFI per il continuo controllo del rapporto carburante/aria, alla base della sua dichiarata economicità di esercizio.

Forte del grande interesse suscitato lo scorso autunno con i suoi nuovi propulsori, Suzuki ha esposto tutta la sua gamma quasi a fare da cornice al 300 BMD e al 350 AMD, i fuoribordo che hanno introdotto una nuova architettura del piede – ora “smagrito” del 4{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} e perciò più idrodinamico – e il sistema di brandeggio Steer by Wire, che ha permesso di eliminare le classiche tubazioni del comando idraulico. Avendo notato nello stand praticamente tutto lo stato maggiore della casa giapponese, abbiamo cercato di farci dire da Paolo Ilariuzzi, direttore della divisione Moto e Marine di Suzuki Italia, che cosa bolle in pentola. Il video è su nautica.it.
Gli altri settori

Sempre interessante tanto agli occhi del pubblico quanto a quelli dei cantieri, Besenzoni ha presentato l’hard top con doghe orientabili BeElectric, un accessorio importante che può essere richiesto in differenti misure per adattarlo praticamente a qualsiasi imbarcazione. La struttura e le guide di scorrimento sono in alluminio verniciato, particolarmente resistente agli agenti atmosferici, e il movimento del tettuccio è elettrico anche se può essere fornito in versione fissa, con le doghe che mantengono un determinato orientamento. Queste ultime sono disponibili anche in vetro, con pellicola di protezione ai raggi UV.

Fin dal 2005 assidua partecipante dei saloni internazionali, CMC Marine ha portato a Düsseldorf alcuni dei suoi prodotti di punta. In particolare, le pinne stabilizzatrici HS160 della linea Stabilis Electra, movimentate da motori elettrici brushless, e l’intera gamma Waveless che, progettata per yacht tra i 12 e i 35 metri di lunghezza, è caratterizzata da grande compattezza, silenziosità, basso consumo, modeste esigenze di manutenzione.

Lo scorso anno, HP Watermakers aveva presentato il sistema di addolcimento e nanofiltrazione delle acque denominato MWT Basic (acronimo di Marina Water Treatment). Sulla scia del suo rapido successo commerciale, l’azienda milanese ha realizzato – e fatto debuttare al Boot – il Sea0spot, un apparecchio che alle caratteristiche del MWT aggiunge quelle di un dissalatore, consentendo un trattamento completo dell’acqua di mare, compresa quella dei porti. “Tramite un pulsante dedicato si può passare dalla dissalazione alla funzione di trattamento dell’acqua della marina quando l’impianto è in standby, il tutto grazie a un’elettrovalvola che apre la linea di arrivo dell’acqua di banchina che può differire da porto a porto”, spiega il CEO Gianni Zucco. Il sistema è applicabile a tutti i dissalatori anche in retrofit.

Magonis, cantiere spagnolo specializzato nella progettazione e nella costruzione di barche full-electric, ha esposto due novità che, nei propositi del CEO François Jozic, potrebbero rapidamente diventare punti di riferimento per la nautica sostenibile.
La prima è rappresentata dalla MAGBuoy, apparentemente una normale boa da tonneggio che, però, dotata di una batteria integrata e collegata mediante un cavo sottomarino con la rete elettrica di terra, permette di rifornire con estrema semplicità qualsiasi barca elettrica, rivelandosi estremamente utile soprattutto nelle aree che non dispongono ancora delle apposite stazioni di ricarica.
L’altra è una tenda a pannelli solari, pieghevole e flessibile, che oltre a offrire una gradevole ombra in pozzetto è in grado di produrre fino a 1kWh. Installata a bordo del Magonis Wave e-550, un agile motoscafo elettrico di 5,50 metri che alla velocità di 4 nodi consuma appunto 1 kWh, consente in pratica una piena autosufficienza.
Il Gruppo Marinedi, primo network di marina nel Mediterraneo, con 5.500 posti barca in 14 porti solo in Italia, ha partecipato per la prima volta al Boot per promuovere l’eccellenza della sua rete. “Siamo a Düsseldorf perché consapevoli che la nostra offerta è matura e di alto livello e, infatti, abbiamo ricevuto riscontri molto positivi dal mercato di riferimento” ha dichiarato il fondatore e CEO Renato Marconi.

Debutto assai atteso per tre nuovi generatori Mase: il VS 22 LOW da 20 kW con motore Yanmar a giri variabili; il VS 13.5 LOW da 12.5 kW con motore Kubota a giri variabili; l’IS 6.05i da 6 kW con motore Yanmar a 3200 giri/min. Estremamente interessanti le caratteristiche comuni: l’inverter installato all’interno della cassa; la predisposizione per l’abbinamento con un apparato gemello, al fine di raddoppiare la potenza in una sola linea di alimentazione, semplificando così l’impianto di bordo; la silenziosità, misurata in appena 50 dBA a 7 metri; la compattezza della costruzione e la facilità di manutenzione.

Ben tre diversi stand per Quick, che ha esposto gran parte del suo repertorio più recente, a partire dall’MC² Seacentric System, un sistema di stabilizzazione composto dalle pinne stabilizzatrici Viator, i correttori di assetto Intercepta e il già noto Quick Gyro, stabilizzatore giroscopico ad asse orizzontale e dissipazione naturale.
Il suo obiettivo è quello di garantire una stabilizzazione a 360 gradi, sia in navigazione sia all’ancora, mediante un’integrazione che, attraverso un software proprietario, ottimizza gli algoritmi attivi che coordinano le risposte dinamiche di ogni singolo componente.
Importante la possibilità di installare sistemi multipli più piccoli, sommando la coppia sviluppata da ogni dispositivo, al fine di ottenere una maggiore efficienza sui rendimenti idrodinamici, sulla distribuzione dei pesi e più in generale sui consumi dell’imbarcazione: cosa meno facile da raggiungere con quei sistemi stand-alone che non comunicano tra di loro.

Strettamente collegata a Quick per marchio QS Seamaster, la Saim Marine ha presentato l’ultima generazione di eliche di manovra. Una gamma davvero impressionante per varietà ed estensione, tenuto conto che si va da 40 a 1400 Kgf di spinta, con alimentazioni DC o AC trifase, motori elettrici brushless o a trasmissione idraulica, con struttura fissa o retrattile, comandi analogici o digitali, on/off o proporzionali. Grande interesse anche per il nuovo gruppo elettrogeno Dynamica Mini 150V da 15 kW su base Kubota a tre cilindri.

Nell’era dell’ibrido e del full-electric, un’azienda con oltre 15 anni di esperienza nel fotovoltaico sa bene come muoversi. È il caso di Solbian Solar, che al Boot ha esposto la sua gamma di pannelli che, grazie a ingegnose soluzioni, non conoscono limiti di installazione. Per dimostrarne l’efficacia, l’azienda di Avigliana fa un semplice esempio: un frigorifero da 100 litri ha una potenza di 40 W e, perciò, in 24 ore, assumendo che il compressore funzioni per la metà del tempo, consuma circa 480 Wh, ottenibili, in una giornata estiva, da 2 pannelli SP 50 o da 1 pannello SP 100.

Vetus ha svelato una nuova gamma di tre sistemi di propulsione elettrica raffreddati ad aria, soluzione che, a quanto pare, porta numerosi vantaggi. Dedicati a scafi fino a circa 8 metri di lunghezza, l’EAIR04024, l’EAIR040 e l’EAIR060 non temono dunque il funzionamento in acque che potrebbero provocare ostruzioni nei circuiti di raffreddamento, senza contare che il meccanismo risulta assai più semplice e perciò meno soggetto a manutenzione rispetto a quello di una pompa idraulica. Le dimensioni compatte e il peso a secco di 65 kg facilitano l’installazione anche in caso di refitting.

Presente a Düsseldorf attraverso la sua branch tedesca, Yacht Controller ha mostrato attraverso vari video di che cosa sono capaci le ultime versioni dei suoi radiocomandi Evo, Sport, Ips, Dualband Plus, Fusion Plus e Supremo. Nei modelli più complessi, lontano dalla plancia di comando e, al limite, persino dalla banchina, un solo operatore può svolgere qualsiasi manovra agendo al tempo stesso da pilota e da ormeggiatore. Quasi elementari i procedimenti stabilire i collegamenti con le manette elettroniche dei motori, le eliche di prua/poppa e, eventualmente, il verricello salpancora. Altrettanto semplice l’accoppiamento con i display multifunzione e gli smartphone.
COMFORT SOSTENIBILE
Le tendenze della nautica del secondo decennio del secolo, dove dominano le proposte sostenibili per il miglioramento dell’ambiente, e la ricerca di un confort senza limiti in tutti i segmenti, in particolare nella vela.
di Roberto Franzoni
Nel decennio precedente, gli Anni Dieci del secolo, avevamo assistito all’affermazione di due mantra impostisi trasversalmente a tutte le tipologie di imbarcazioni: la massimizzazione del “rapporto interni/esterni”, con l’obbiettivo di “far vivere il mare e l’ambiente circostante” il più e al meglio possibile; e sempre su quest’onda di “contatto” col mare e con l’ambiente, di prendere quelle poppe, che fino al secolo precedente al massimo nascondevano un garage, e trasformarle in beach area, beach club, piattaforme le più ampie possibili, ottenute mediante portelloni e ali pieghevoli.

Oggi, 2023, nuovi mantra sono apparsi all’orizzonte dal boot di Düsseldorf, il più grande megastore nautico d’Europa, anzi si può dire del mondo, perché nemmeno nei colossali States si trova un salone con la completezza merceologica, tipologica e dimensionale – escludendo i megayacht che non risalgono agilmente il Reno – come il boot della capitale renana.
Il primo e più condiviso mantra, dilagante, seppur ancora carico di incertezze, è quello della sostenibilità. La sensibilità verso l’ambiente – sarà stata Greta, sarà che si cresce di responsabilità, sarà che il mare che ci ospita tutti, sandolini e gigayacht, è l’elemento in cui e per cui navighiamo e deve rimanere un ambiente sano e accogliente – si sta crescentemente rafforzando e tutti i cantieri stanno studiando e già in parte adottando misure di riduzione della carbon print.
La via più risonante, pure nel silenzio della soluzione, è l’applicazione dilagante di motori elettrici. Le proposte si sono moltiplicate, sia da parte dei costruttori degli impianti sia da parte di cantieri che li applicano. Due esempi tra i molti. Capoforte, branca del più noto cantiere calabrese Invictus, presentava il primo modello elettrico con motorizzazione entrobordo Molabo Iscad V50, l’SQ240i, di 7,38 metri, disponibile anche con fuoribordo elettrico Yamaha Harmo.
Il progetto è di Christian Grande, che ha pensato a forme appositamente disegnate per la motorizzazione elettrica e ha dichiarato: “Le linee non devono esprimere velocità, ma devono essere armoniose, molto legate a un tipo di navigazione rilassata e rilassante. Capoforte è stata capace di interpretare anche l’animo di questo armatore, che non cerca velocità”. Il motore elettrico Molabo Iscad V50, è un entrobordo in linea d’asse di 50 kW, caratterizzato da un peso contenuto in soli 45 kg. I componenti a bassa tensione, 48V, sfruttano al meglio l’energia della batteria, raggiungendo un’efficienza del sistema superiore al 95{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8}. Il sistema di propulsione fuoribordo Yamaha HARMO di 3,7 kW, già presentato a Genova 2022, utilizza lo statore posizionato nel bordo esterno dell’elica, consentendo una maggiore spinta a velocità inferiori rispetto agli equivalenti motori tradizionali. Tutto funziona molto bene per navigazioni diurne entro le quattro ore. Unico neo il prezzo ancora alto a causa dei componenti, aggirantesi intorno ai 150mila euro.
Nel campo della vela l’avanguardia è rappresentata da Bénéteau che propone l’applicazione di una propulsione elettrica al suo modello medio di gamma First 44, denominato “e”. First 44e è dotato di un sistema di propulsione ibrido costituito da due pod, che incorporano i motori elettrici che azionano le eliche abbattibili, alimentati da un banco batterie da 20 kWh.
Le batterie possono essere ricaricate sia in porto sia in mare da un generatore Diesel, offrendo così maggiore autonomia e comfort. La soluzione offre due possibili modalità di navigazione: “Silent-Yachting”, per navigare a motore in silenzio; “Silent Motor Sailing” per navigare a vela anche con vento molto leggero grazie al motore elettrico che contribuisce a creare vento apparente, ma nel silenzio sacro della vela.
First 44e è il primo modello di serie costruito interamente con resina riciclabile al 100{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} che può essere riutilizzata alla fine del ciclo di vita della barca per realizzare nuove parti di infusione per nuovi prodotti. Ciò riduce quindi al minimo la necessità di materie prime e riduce gli sprechi. Il suo impiego in una linea di produzione ha richiesto tre anni di ricerca e sviluppo e una profonda revisione dei processi produttivi.
Groupe Bénéteau, che si impegna inoltre a utilizzare fibre di origine naturale (canapa e lino) e resine di origine biologica, ove possibile, in particolare per la produzione di parti composite non strutturali, guida pure l’avanguardia tipologica nella vela, col marchio Jeanneau, che lancia Yacht 55, sloop di 16,93 metri, sintesi di eleganza, prestazioni e comfort. Lo yacht presenta un layout innovativo e originale, elaborato da Philippe Briand e decorato dallo studio inglese Andrew Winch Design. L’originalità consiste nell’aver combinato elementi da catamarano e soluzioni da motoryacht in una barca a vela d’altura che offre un livello di comfort e di spazi finora inesplorati.
Il tambuccio principale fornisce un accesso privato alla suite armatoriale, che si apre sulla cabina di prua e occupa i due terzi degli interni, concepita come un vero e proprio appartamento privato. Alle due cabine ospiti di poppa con bagno privato si accede dal pozzetto tramite due discese separate chiuse con porte ad ali di gabbiano. L’esterno propone un layout di coperta rivoluzionario che include un doppio pozzetto. La poppa è dedicata al relax, con due zone salotto, trasformabili ciascuna in prendisole, e una gigantesca plancetta idraulica.
Le due timonerie sono posizionate in avanti e dispongono di un tavolo da carteggio esterno con schermo GPS e controlli dell’autopilota dietro un parabrezza avvolgente, e una copertura rigida, di tela in opzione, che permette di navigare in tutte le stagioni e latitudini. L’altra grande caratteristica del pozzetto è l’enorme – per una barca a vela –prendisole a poppa di stile appunto motonautico.
“Penso che sia un’evoluzione che esiste già in altri settori – ci ha dichiarato Philippe Briand, da noi intervistato a fine presentazione – come i catamarani e le barche a motore. Credo che i monoscafi, che sono un settore più conservativo, debbano allinearsi a questa tendenza verso il comfort e che questo sia il futuro della vela. Occorre combinare il piacere della vela con il massimo della comodità. Abbiamo moltissimi clienti che non sono regatanti e che cercano una villa sull’acqua, con grandi terrazze, accesso all’acqua molto facile e una solida protezione dal mare e dalle onde.
Tutto ciò non esisteva nella vela. Il significato di questo progetto sta nella combinazione di tutti questi elementi. La forma dello scafo, imposta dalla ricerca di prestazioni, non ci ha limitato. Io, in quanto architetto navale e velista, ho ottimizzato le linee d’acqua e la forma della carena per conservare buone prestazioni – e il piacere del navigare a vela – e allo stesso tempo offrire spazi inusitati su una barca a vela da crociera”.
Nell’ambito del motore Ferretti Yachts propone una nuova gamma, denominata InFYnito – nel cui nome è evidenziata l’appartenenza al marchio – che esalta ancora di più e in maniera dirompente la concezione di “villa sull’acqua” che è diventata il leitmotiv della proposta nel motoryacht di medie dimensioni e nel superyacht.
La principale innovazione riguarda la realizzazione di una continuità visiva tra interno ed esterno, che connette come mai prima la barca e l’orizzonte per un’infinita visuale che spazia lontano per 360 gradi.
Primo modello della nuova gamma a debuttare nel 2023 è InFYnito 90, che offre oltre 100 mq di aree dedicate alla vita all’aperto e oltre 140 mq di spazi interni. Tra le soluzioni significative per l’ambiente, un’ampia superficie di pannelli solari capace di ricaricare le batterie dedicate ai servizi di bordo, per permettere di vivere in “hotel mode”, con emissioni zero. “Abbiamo esplorato nuove forme e funzioni innovative – spiega Filippo Salvetti, responsabile del progetto – inventato nuovi spazi e nuovi modi per vivere lo yacht: il paradigma comprende esaltazione della luce, eliminazione delle barriere visive e di diaframmi tra interno ed esterno, spazi aperti ma comunque protetti e intimi”.
Dalla Gran Bretagna sbarca a Düsseldorf in anteprima mondiale la rinnovata visione di un best seller della Sunseeker, il SuperHawk 55, erede di uno dei maggiori best seller del marchio. Primo walkaround della casa di Poole, Dorset, SH 55 introduce un’innovazione dirompente nella tipologia, studiata da Centrostiledesign: il walkaround semi-wide body, che lascia tutta la zona poppiera a tutta larghezza e consente da mezza nave di accedere ai passavanti tramite due porte a compasso in perfetto stile motoryacht, consentendo così di proteggere tutta la zona timoneria che rimane chiusa e riparata se necessario.
Lo stile è caratterizzato dalle superfici che rimangono decisamente scolpite come su tutta la gamma Sunseeker e gli elementi stilistici innovativi sono innumerevoli. Il posteriore è dominato da due elementi evocativi che integrano il tonneggio di poppa e lo specchio di poppa integra in maniera fluida i gradini di accesso rivelando un design inedito. Negli interni la luce gioca un gioco fondamentale con una lettura inedita di comfort e modernità che conferisce al salone la vivibilità dell’interno, ma con la luce che trovereste sul ponte di coperta.
L’organizzazione del salone stesso si è sensibilizzato sui temi dell’ambiente allestendo il Blue Innovation Dock sostenuto da sponsor di prim’ordine come il Group Beneteau, Performance Partner, che ha presentato le soluzioni sul First 44e e Sanlorenzo, Project Partner, in prima linea con la sua strategia di sostenibilità nella costruzione di superyacht. Pool Partner erano Azimut, Bavaria, Brunswick, DMarin, ePropulsion, Fabiani Yachts, Greenline, Princess, Sunreef e Torqeedo. Attorno al tema caldo del momento, costituito dai “carburanti del futuro”, si è discusso dello sviluppo e dell’integrazione di carburanti alternativi, dal biodiesel agli e-Fuels e di quali infrastrutture saranno necessarie nei porti turistici europei per mettere rapidamente in atto questi carburanti e infrastrutture di ricarica.