Zattera 24 metri, da un’idea di Renzo Piano
Non è la prima volta che Renzo Piano si cimenta con il progetto di una barca, sia essa una grande nave da crociera oppure una barca a vela.
Questa volta, per Zattera 24m, l’architetto genovese ha immaginato un mix intrigante di tradizione e innovazione, di stile marino e richiami terrestri che rendono questo yacht di 24 metri classico e innovativo allo stesso tempo.
A partire dal nome, Zattera, un nome evocativo per una barca semplice ed essenziale ma anche moderna e visionaria, una barca con evidenti richiami navali, a partire dalla lunga fila di oblò tondi sulle murate che tanto fanno nave di una volta, a cui si contrappongono gli alberi di bordo, quelli che servono per imbarcare e sbarcare i tender, per issare i tendalini e tende, che invece rompono con la tradizione navale per somigliare più ai pali dell’illuminazione che agli alberi di una nave.
Una barca caratterizzata da linee semplici e un bordo libero basso sull’acqua, cui si contrappone una tuga completamente vetrata dalle linee esplicitamente “terrestri”, una tuga leggera e trasparente per aprire la visuale sul paesaggio marino circostante e mettere in contatto diretto con la natura ma che, allo stesso tempo, non stonerebbe come veranda di un attico.
Ma su una barca? È funzionale e sicura? Così come fa pensare, in termini di sicurezza e marinità del mezzo, la totale mancanza di un’impavesata (il parapetto chiuso), anche parziale, sul ponte di coperta.
Inoltre, a questa tuga completamente vetrata si contrappone uno scafo molto chiuso e privo di tutte quelle aperture, vetrate, scale e spiaggette fisse e mobili che oggi caratterizzano una moderna imbarcazione da diporto. Insomma, un’unità che non passa inosservata e fa discutere, com’è giusto che sia quando un nome come quello di Renzo Piano si mette alla prova su un nuovo progetto.
Vediamo allora di scoprire qualcosa in più di questa “Zattera 24m” che è molto più di un semplice concept visto che è già stata impostata presso i cantieri Castagnola Yacht a Lavagna, dove è attualmente in fase di allestimento.
Il progetto, nato da un’idea del celebre architetto e dell’armatore, l’immobiliarista norvegese Olav Selvaag, è stato sviluppato da Francesco Rogantin, per quanto riguarda l’architettura navale, e Nauta Design, per quanto riguarda deck e interni.
La barca, relativamente leggera e con un baglio importante, ha una carena dislocante studiata per raggiungere i 12 nodi di velocità massima (10,5 nodi la velocità di crociera) con una potenza contenuta grazie al lavoro di ottimizzazione CFD svolto sulle forme dell’opera viva e, in particolare, su quella della prua, particolarmente affilata, e sulle uscite di poppa.
Il sistema di propulsione ibrido di Siemens Energy, scelto al fine minimizzare le emissioni, è alimentato da due generatori diesel Mase Generators da 180 kW a giri variabili e da un pacco di batterie a ioni di litio da 95 kWh, collegati a un sistema di distribuzione in corrente continua che alimenta sia la propulsione sia le altre utenze di bordo. La propulsione è affidata a due motori elettrici a magneti permanenti da 135kW collegati a due linee d’asse tradizionali. Diversi pannelli fotovoltaici consentiranno un ulteriore fonte energetica a costo e impatto zero. Il bilancio elettrico di bordo è stato studiato al fine di consentire quindi un’autonomia importante, sia per la propulsione sia per le altre utenze.
La costruzione dello scafo, della coperta e delle strutture è stata realizzata, come detto, dal cantiere Castagnola con legni masselli incollati con resina epossidica caricata di silice, per una migliore adesione delle superfici, e compensati marini. La particolare forma della carena ha poi richiesto l’utilizzo di una trave di chiglia e di una controchiglia in iroko lamellare, di dimensioni variabili, che aumentano nella zona della ruota di prua.
Data la forma molto particolare di quest’ultima, tutta la parte di fasciame in questa zona è stata realizzata in legno modellato, con cinque diversi strati disposti con fibre incrociate. Tutte le ossature sono in massello di frassino e il fasciame del fondo e i fianchi sono in compensato marino, come il ponte di coperta (quest’ultimo in okoumè, per renderlo più leggero).
Le paratie interne strutturali sono realizzate in legno con gomma e sughero per smorzare le vibrazioni e ridurre al massimo il rumore. Per raggiungere lo stesso obiettivo i generatori sono installati su una doppia serie di antivibranti, soluzione non comune su questa taglia di barca, così come sono stati studiati approfonditamente il sistema di insonorizzazione della sala macchine e un impianto di scarico sommerso ad hoc.
Il layout degli interni prevede la cabina dell’armatore e due cabine ospiti nella zona di prua, la cucina, l’area dedicata all’equipaggio e la sala macchine a poppa, con un arredamento dallo stile sobrio, dettagli semplici e puliti, altezze generose e costanti. Il salone nel lower deck è in immediato contatto con la tuga mediante una ampia doppia scala trasversale, mentre la luce naturale illumina tutti gli ambienti interni attraverso uno skylight generoso, posizionato sopra il salone stesso. Il pagliolo è stato volutamente tenuto all’altezza del galleggiamento, cioè allo stesso livello dell’acqua all’esterno dello scafo, quasi a dare la sensazione di camminare sull’acqua.
Per maggiori informazioni: www.nautadesign.com
Scheda tecnica
Lunghezza f.t.: 23,96 m – Larghezza: 7,20 m – Immersione scafo: 1,20 m – Motorizzazione elettrica: 2 x 135 kW – Capacità batterie: 95 kWh – Generatori: 2 x 180 kW – Velocità massima: 12 nodi – Velocità di crociera: 10,5 nodi.<p style=”text-align: center;”></p>



