Raffaele Lettieri, fondatore e CEO di Coastal Boat, il gusto per il bello
In un settore dove l’omologazione stilistica è imperante, il cantiere napoletano è riuscito a darsi una fisionomia propria, immediatamente riconoscibile.
Circa quindici anni fa, all’esordio del marchio Coastal, chiedemmo al suo fondatore quale fosse il concept sul quale avrebbe basato lo sviluppo della sua gamma. Ci rispose “battelli votati ai bagni di sole e di mare”.
Intervista a Raffaele Lettieri, fondatore e CEO di Coastal Boat.
È ancora così, Lettieri?
Assolutamente sì. Il concept dei Coastal rimane sempre lo stesso, anche per i modelli più grandi che ormai raggiungono quasi i 20 metri di lunghezza. “Pleasure boats” eleganti e sportive dalla gestione non impegnativa, con cui raggiungere velocemente le insenature più belle. Il tag-line scelto a suo tempo da Antonio Di Pace, che si occupa della comunicazione per l’azienda, fin dall’inizio è non a caso “tender to you”.
In questo caso lo slogan racchiude lo spirito con cui è nato il progetto Coastal: oggetti belli, sportivi e con spiccati doti marine ma dalla gestione non impegnativa. Quello che non avevo previsto era che avrei attratto un pubblico sofisticato, spesso proveniente da esperienze precedenti su imbarcazioni dei marchi più blasonati. Ricordo una vecchia pubblicità che, riferita a un brand automobilistico di alta classe, recitava “piace alla gente che piace”. Ecco, voglio pensare che sia così anche per i Coastal.

Quale è stato e qual è tuttora il contributo di Francesco Guida?
Grazie a Francesco Guida, il concept iniziale si è tradotto in qualcosa di unico all’interno del frastagliato panorama di cantieri che, visto il trend positivo degli ultimi anni, hanno presentato e continuano a presentare battelli pneumatici per lo più anonimi o sgraziati.
Il design di Guida, minimalista e “lietch”, termine tedesco per definire qualcosa di esteticamente leggero e garbato, ha consentito ai Coastal di distinguersi, finendo per piacere a un pubblico di persone che, probabilmente, fino a qualche tempo fa, mai avrebbero scelto come imbarcazione un “canotto”.
Dunque, il contributo di Guida è stato ed è tutt’oggi fondamentale nell’affermare una longevità stilistica capace addirittura di precorrere i trend estetici dell’immediato futuro. Non a caso, per esempio, la particolare impostazione della coperta del 10 metri, con il suo T-top minimalista, è stata negli anni imitata da vari cantieri.

Parla di persone che mai avrebbero pensato di acquistare un canotto. Molto interessante. Persone provenienti da quali esperienze?
Per esempio, penso a quei miei armatori meno giovani che, già possessori di un Magnum, di un Itama o di un Riva, a un certo punto hanno optato per una maggiore praticità di utilizzo e per più bassi costi di esercizio, senza voler rinunciare a sentirsi sempre su qualcosa di appagante, di esteticamente armonioso.
Quanto spazio c’è per la customizzazione dei suoi modelli?
Lo spazio è davvero molto ampio e, infatti, il lavoro più impegnativo è quello di realizzare ogni singolo battello secondo le esigenze del suo armatore. Dal colore dello scafo a quello dei tubolari, passando per la cuscineria, esistono infatti molteplici possibilità di personalizzazione. Ogni modello Coastal deve essere frutto di un progetto a sé, dotato di forte personalità.
Quante unità l’anno produce?
Coastal è un piccolo cantiere artigianale e, perciò, almeno per il momento, rimaniamo su 10-15 unità al massimo. Considerando che, di queste, 2-3 sono ormai vere e proprie imbarcazioni, andare oltre questi numeri diventerebbe troppo impegnativo.
Coastal è stato in partnership con nomi di eventi e di aziende molto importanti: Rolex Cup, America’s Cup, Marinella. Qualcuno dice – ma è un complimento – che i suoi battelli sono un po’ snob. Li riconosce in questa definizione?
Snob è un termine che a molti piace ma non è una mia scelta. In realtà, essere riuscito a collaborare con marchi blasonati e a partecipare a eventi così importanti ha una spiegazione abbastanza semplice: il gusto per il bello. Una ricerca non fine a sé stessa, poiché stiamo parlando pur sempre di mezzi che devono poter affrontare condizioni meteomarine anche molto impegnative, ma lo fanno mantenendo un’armonia d’insieme che, probabilmente, costituisce il motivo per cui, oltre che piacere ad armatori esigenti, vengono scelti per partnership importanti.
Portare fotografi professionisti sui campi di regata, correndo da un punto all’altro – spesso con mare formato – per immortalare giri di boa al cardiopalmo e virate al limite, o, come durante le World Series dell’America’s Cup, seguire multiscafi che navigano oltre i 30 nodi, richiede tender con un’eccellente tenuta di mare, non soltanto belli da vedere.
A tale proposito, il suo cantiere fa anche molta sperimentazione: carene, motorizzazioni, foil, materiali.
Da qualche anno, in collaborazione con l’ingegnere Oreste Caputi, abbiamo portato avanti alcuni progetti finanziati dalla comunità europea per lo sviluppo di alimentazione alternativa e per l’applicazione in carena di foil, anche su barche di altre aziende, per un’ottimizzazione idrodinamica e una maggiore ecosostenibilità. Tutto ciò per continuare a diminuire i consumi e i costi di manutenzione, attraverso anche una maggiore durata delle parti meccaniche.
Lei è la persona che accompagna attivamente lo sviluppo di ogni singola unità fino al collaudo e, addirittura, fino alla consegna all’armatore.
Non a caso i miei armatori mi chiamano ironicamente “Mr. Coastal”. Da me si aspettano un aiuto a 360 gradi, dalla scelta dei colori e dei tessuti fino alla motorizzazione.
Questo porta a vivere insieme tutte le fasi della pre-consegna, che sono particolarmente importanti e impegnative soprattutto quando si tratta di verificare gli aspetti prestazionali.
Basti pensare che, in alcuni casi, dobbiamo accertare che tutto funzioni alla perfezione su un battello che supera i 60 nodi. Oltre che bella, divertente, affascinante, la partecipazione dell’armatore a ogni fase della realizzazione, affrontando insieme le varie difficolta che possono presentarsi, significa per lui acquisire piena coscienza e conoscenza del mezzo unico sul quale trascorrerà con i suoi cari tra i momenti più belli, divertenti e rilassanti della sua vita.

