Quanto è caldo il mare, la mostra fotografica a Venezia di Redazione Nautica il 30 Mag 2022 Al Salone Nautico di Venezia (in corso all’Arsenale fino al 5 giugno), è aperta al pubblico la mostra fotografica “Oceani e Clima: come quantificare i cambiamenti in corso”. Greenpeace, attraverso un percorso di dieci fotografie subacquee e aeree, racconta come i cambiamenti climatici interessino il mare e gli organismi che lo abitano a varie profondità, e dei contenuti dell’Ocean&Climate Village, la prima mostra interattiva ed educativa dedicata a oceano e clima realizzata dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa di UNESCO, con il patrocinio del Comune di Venezia. La mostra, ospitata presso l’istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISMAR), presso l’Arsenale (Tesa 102), dalle ore 10:30 alle ore 17:30, con ingresso gratuito, è arricchita da moltissime attività collaterali come dibattiti, conferenze, approfondimenti per riflettere su tematiche attuali legate alla salvaguardia dell’oceano, il cui programma integrale è disponibile sul sito del Salone Nautico 2022. Nel bacino del Mediterraneo le temperature superficiali sono aumentate di oltre un grado e mezzo negli ultimi quarant’anni. Le osservazioni satellitari rivelano per esempio che nelle acque di Portofino e dell’Isola d’Elba l’incremento delle temperature è stato di ben 1,7-1,8°C. Per monitorare cosa succede anche sotto la superficie del mare e studiare l’impatto dei cambiamenti climatici lungo le nostre coste, nel 2019 Greenpeace ha inoltre lanciato il Progetto “Mare caldo”, in collaborazione con il DiSTAV dell’Università di Genova e ElbaTech. Seri gli impatti sulla biodiversità, con la morte di alcune specie chiave e l’invasione di altre che meglio si adattano a un mare sempre più caldo. “Con questa mostra auspichiamo che si prenda coscienza dell’importanza di agire in difesa del mare. Cambiando le nostre politiche energetiche e proteggendo le aree più sensibili possiamo permettere a un ecosistema fondamentale per la vita sul nostro pianeta di adattarsi, evitando gli impatti peggiori”, dichiara Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!
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