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Il terzo occhio: un ecoscandaglio per l’estate

ecoscandaglio

Quello che oggi, per chi si avventura in mare, è uno strumento di ordinaria amministrazione, nasce da una scienza assai recente e in continua evoluzione. Il tutto miscelato in un mercato ricco e variegato in cui spesso non è facile orientarsi.

Ecoscandaglio
La moderna tecnologia ha reso i moderni ecoscandagli non solo molto efficienti ma indubbiamente anche seducenti. La visione tridimensionale, ottenuta con particolari trasduttori ed elaborata dalle funzioni dello strumento, offre una spettacolare immagine di quanto si trova sotto la nostra barca, includendo la morfologia del fondale e anche la presenza di eventuali banchi di pesce.

In attesa che l’intelligenza artificiale prenda il controllo totale delle nostre barche, lasciandoci come unici compiti quello di dettare la meta e di ammirare il mare, lo sviluppo dell’elettronica con la sua costante e pirotecnica evoluzione continua ad affascinare.

Ed è indubbio che, se la strumentistica nautica colpisce per le sue prestazioni sempre più sofisticate, a sedurre è con altrettanta efficacia il gioco grafico che trasforma i display degli strumenti in una sorta di videogioco, spesso troppo complesso da seguire.

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Tanto che spesso i diportisti si limitano a sfruttare il cinquanta per cento, se non meno, delle sempre più incredibili funzioni dei loro strumenti, affascinanti ma spesso un po’ troppo specialistiche.

Oggi che sulle nostre barche tutto è sempre più racchiuso nel ristretto spazio di un display, dai controlli del motore alle telecamere di ormeggio, dalla cartografia all’analisi del fondale, è facile limitarsi a un controllo un po’ superficiale degli strumenti. E se certo non si può fare a meno di avere costantemente sott’occhio gli indicatori del motore, più facile limitarsi, ad esempio, a conoscere solo le indicazioni base del proprio ecoscandaglio oltre cui, in realtà, si spingono per lo più solo i pescatori.

La possibilità di suddividere lo schermo in più settori, come si vede nella foto sopra, consente al pescatore di controllare e mirare al meglio l’azione di pesca.

Tuttavia, nella scelta di un multifunzione, le caratteristiche dell’ecoscandaglio, che chiameremo più amichevolmente “eco”, sono forse le più determinanti in quanto oltre ad incidere sui costi richiedono scelte che non si limitano all’installazione dello strumento in plancia, ma coinvolgono soluzioni “invasive, come ad esempio il posizionamento del trasduttore.

Qui sopra, la possibilità di scegliere fra modelli di varia dimensione, sia su staffa sia a incasso, permettere di adattare lo strumento alla struttura della plancia o della console.

Per questo la scelta di un MFD (Multi Functional Display) è fortemente influenzata da quella dell’eco, e per questo spesso nell’affrontare le vacanze estive, purtroppo quasi sempre l’unica occasione per vivere a fondo la propria barca, ci si trova a riflettere sulle caratteristiche del proprio strumento e sull’esigenza o meno di cambiarlo per un modello più adatto alle proprie necessità.

Prima di approfondire il discorso è tuttavia importante un chiarimento terminologico, dovuto principalmente a una certa superficialità con cui i brand giapponesi e anglosassoni hanno unificato il termine sonar, creando un po’ di confusione.

Per la dovuta precisione, infatti, nonostante quanto si legge su tante brochure, il sonar vero e proprio è esclusivamente un apparato ad uso professionale o di chi può permetterselo, ed è in grado di emettere un segnale omnidirezionale a bassa frequenza di grande potenza capace di marcare ciò che avviene anche a diverse centinaia di metri intorno al trasduttore nell’arco di 360°, sia in orizzontale sia in verticale. Parliamo di un giochino da non meno di 8-9000 euro, che richiede un’installazione piuttosto invasiva e ha il suo cuore in una black box esterna.

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Parametri primari

Tralasciando per un attimo le esigenze specifiche dei pescatori, che ovviamente concentrano sulle prestazioni dell’eco il loro maggior interesse, proviamo allora ad analizzare i criteri di scelta di uno strumento che anche al normale diportista può offrire dati importanti ai fini della navigazione e soprattutto della sicurezza.

Se il nostro Mediterraneo è costellato di antichi relitti, per la gioia degli archeologi subacquei, oltre che per la scarsa manovrabilità delle antiche navi è anche per la mancanza all’epoca di un adeguato strumento in grado di misurare la profondità.

Per secoli, infatti, l’unico scandaglio (in questo caso senza eco) di cui si poteva disporre era un pezzo di piombo sagomato legato a una sagola. L’estremità del piombo era generalmente concava, e se veniva riempita di sego battendo sul fondo poteva dare utili indicazioni sulla sua natura e soprattutto sulla profondità.

Il sistema non era ovviamente molto preciso, ma soprattutto era lento, tanto da richiedere uno specialista che durante la navigazione veniva messo a prua per lanciare lo scandaglio in avanti e poter determinare con la migliore approssimazione possibile la profondità del fondo al passaggio della chiglia della nave. Se consideriamo che barche e navi dell’antichità non potevano fermarsi in pochi metri agendo sulla manetta, come faremmo noi oggi con le nostre barche, facile capire come finire su un basso fondale o peggio sulla sommità di una secca, era tutt’altro che raro.

La prima indicazione utile che un eco deve dare al diportista è quindi l’indicazione della profondità, senza dimenticare, soprattutto sulle barche a vela, che questa profondità è data dal segnale trasmesso dal trasduttore, e che un’apposita funzione consente di specificare se il segnale deve o meno tener conto dell’altezza della chiglia. In altre parole, avventurandosi su un basso fondale, l’eco posizionato in carena potrebbe segnalare 2,5 metri non tenendo conto che già la nostra deriva di metri ne misura magari due dandoci quindi un’ingiustificata sicurezza.

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Grazie all’evoluzione dell’elettronica, anche i modelli più economici dei vari brand sono dotati di sofisticate funzioni. Da notare che i comandi a pulsantiera, soprattutto per i pescatori, sono una comoda alternativa ai controlli touchscreen. Qui sopra, un potente trasduttore passante in bronzo con accanto il relativo fairing block.

La determinazione della profondità e della natura del fondo è di grande importanza anche negli ancoraggi, quando c’è da tener conto non solo della giustezza del calumo da calare, ma anche della morfologia del fondale al fine di assicurare la tenuta dell’ancora, ma anche di evitare incagli non sempre disincagliabili (chi scrive si è trovato a dover liberare in apnea un’ancora intanata peggio di una cernia).

Tuttavia, prima di ancorare, è sempre consigliabile dare un’occhiata anche alle profondità circostanti calcolate sul giro del calumo, dato che un cambio di vento o di corrente potrebbe spostare la barca e magari portarla a tallonare se non addirittura a finire sugli scogli. Ai fini dell’ancoraggio è bene anche ricordare che la maggior parte degli ecoscandagli è dotata di allarmi in grado di segnalare gli esuberi di bassa o alta profondità, per evitare appunto di toccare il fondo… o anche di ritrovarsi in mezzo al mare dopo aver disancorato. Magari tenendo presente che vento e risacca, oltre alla profondità di un sonno ristoratore dopo una giornata di mare, potrebbero oscurare il cicalino dell’allarme.

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Dragonfly 5 and 7 Pro hero image

Scandagliando…

Se queste sono le funzioni base di un ecoscandaglio, quelle di cui nessun diportista potrebbe fare a meno, vale la pena di ricordare che l’evoluzione dell’elettronica ha dotato questi strumenti di ulteriori e più specifiche funzioni utili, in fondo, non solo ai pescatori.

Premesso che, pur denominate in modo differente dai vari brand, molte di queste funzioni hanno lo stesso scopo, vediamo ad esempio che ormai anche gli eco di fascia media dispongono della scansione laterale, o SideScan o SideVision.

Questa funzione, che necessita di un trasduttore particolare ad elevata frequenza, emette un segnale a 180° (più o meno di 90° a destra e 90° a sinistra della barca) da cui si ottiene una straordinaria visione grafica del fondale e di eventuali strutture sommerse. Data la potenza assorbita dal segnale, tuttavia, la portata è limitata a circa 50-60 metri per lato con le sonde più performanti, e a profondità massime di circa 50 metri ma soprattutto, come del resto molte altre informazioni fornite dall’eco, è visibile unicamente con la barca in movimento in linea retta. A barca ferma o in scarroccio, in altre parole, il segnale sarà pressoché nullo.

Più ancora della scansione laterale può essere utile, soprattutto quando ci si avventura in zone poco conosciute, la Forward Vision, ovvero la funzione che consente la visione in 3D di tutto ciò che sta di fronte alla barca entro un raggio dipendente dalle caratteristiche dello strumento, ma che può arrivare fino ai 180-200 metri nei modelli più potenti.

Un ecoscandaglio piccolo ma efficiente può essere utilizzato su qualunque tipo di imbarcazione, kayak inclusi, e volendo risparmiare si possono scegliere modelli, come nella foto sopra, che seppur sul mercato da molti anni sono stati aggiornati con le più recenti funzioni.

A pesca con l’eco

Se molti diportisti più o meno giustamente non vanno oltre determinate funzioni, per il pescatore una buona conoscenza delle funzioni più fishing dello strumento può essere determinante ai fini del risultato. L’immagine base del display è apparentemente di facile lettura, ma capirne e carpirne i segreti non è poi così semplice, anche perché l’immagine può essere modificata agendo su diversi parametri, come ad esempio il gain, la frequenza, la scala di visione, la velocità di scorrimento, la potenza di uscita e via dicendo, mentre a monte restano importanti, anzi fondamentali, la scelta del trasduttore e il suo posizionamento. Entrare nei meandri più specifici di questi argomenti richiederebbe mezza rivista, ma nei limiti del possibile cercheremo di tracciare seppur in modo sintetico un quadro delle cose più importanti da sapere per arrivare alla giusta scelta dello strumento e al suo controllo.

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Il trasduttore

Anche se molti MFD vengono venduti già completi di trasduttore, operare una scelta mirata è sempre meglio. Il trasduttore è il vero e proprio cuore pulsante dello strumento, e non solo metaforicamente, perché è da qui che parte l’impulso sonoro che una volta colpito il target e rimbalzato al ricevitore del nostro eco ci darà tutte le informazioni.

Potenza e posizionamento sono i primari parametri di scelta, tenendo presente che per chi pesca su fondali medio bassi sono già sufficienti potenze nell’ordine di 5-600W, mentre scendendo a profondità più elevate servirà maggior potenza fino ad arrivare, ad esempio per gli appassionati del bolentino di profondità, a potenze nell’ordine di 1kW, oggi molto diffusa, o addirittura di 3kW.

Altrettanto importante il posizionamento, non solo perché un montaggio sbagliato del trasduttore potrebbe generare un pessimo segnale, ma anche perché una posizione è sicuramente più performante di un’altra. Se non avete problemi a fare, o meglio a far fare dal cantiere, un buco in carena (per alcuni è un dolore fisico) un trasduttore passante in bronzo in genere posizionato a mezzabarca è in assoluto la scelta migliore, tenendo presente di assecondare l’inclinazione della carena per assicurare la direzionalità dell’impulso.

E se non vi accontentate di un trasduttore a filo, in plastica, per il top dei top potete montare un trasduttore in bronzo con relativa barchetta di protezione idrodinamica (fairing-block). Soluzioni più semplici e meno costose prevedono, soprattutto sulle barche medio-piccole e soprattutto su quelle carrellabili, il montaggio sullo specchio di poppa con apposita staffa, centrando bene l’altezza perché la poppa della barca in dislocamento ha un’altezza, ma quando entra in planata ne ha un’altra, e tenendo il trasduttore lontano dalla turbolenza delle eliche.

Infine volendo potrete montare il trasduttore internamente allo scafo, generalmente a poppa, purché in un punto di vetroresina piena, e con un’apposita vaschetta che lo tenga immerso in olio di vaselina (ma alle brutte va bene anche l’acqua). In questa posizione il trasduttore perde circa il 10{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} della sua potenza, ma per chi non ha particolari esigenze il problema è relativo.

Le frequenze

Anche se sono ancora apprezzati ecoscandagli con una gamma determinata di frequenze, come la classica 50/200 kHz modulabile sulla classica profondità operativa (200kHz più dettaglio meno profondità, 50 kHz l’esatto contrario), l’evoluzione dell’eco ha sviluppato negli ultimi anni la tecnologia CHIRP (Compressed High-Intensity Radar Pulse), ovvero per dirla in parole povere un trasduttore multifrequenza in grado di offrire migliore penetrazione della colonna d’acqua, migliore definizione e separazione dei bersagli e minore influenza dei disturbi nella lettura dell’eco. Oggi la quasi totalità degli ecoscandagli lavora con questa tecnologia, che tuttavia può essere utilizzata anche con una singola frequenza monotono.

La potenza

Il problema, come anticipato, riguarda prevalentemente i pescatori, che per profondità che non superino i 150-200 metri potranno già accontentarsi di una potenza di 5-600W, mentre il diportista interessato ovviamente a fondali più bassi potrà scegliere potenze inferiori, anche di soli 300W, con un buon risparmio di costi. Quando il gioco si fa duro, ad esempio nel bolentino di profondità che opera a quote anche superiori ai 500 metri, occorre un’iniezione di potenza che nella media si aggira intorno ad 1kW, ma con la possibilità di black box che possono spingerla fino ai 3 kW.

Attenzione però nel leggere in modo corretto la potenza del modello in oggetto, perché negli ecoscandagli vengono spesso fornite due diverse potenze. Quella di picco è quella che ha normalmente il valore più alto ed indica la potenza che il trasmettitore invia al trasduttore, mentre la potenza RMS (Root Mean Square), che è quella più usata e significativa, è il dato reale riferito all’emissione del trasduttore. Il rapporto fra i due valori è di 1:8, per cui un ecoscandaglio con una potenza di picco di 3200 W avrà una potenza RSM di 400 W. Da notare che nei modelli più sofisticati il trasduttore può offrire altre funzionalità come ad esempio la misurazione della temperatura dell’acqua e quindi la profondità del termoclino, e la velocità della barca.

Le funzioni

Premesso che i vari brand tendono a rendere sempre più intuitivo l’uso dello strumento, le potenzialità di certe funzioni frutto delle più moderne tecnologie sono prevalentemente dedicate ai pescatori. Fra queste la possibilità di suddividere lo schermo in più riquadri per tenere contemporaneamente sotto controllo più funzioni.

Tenendo presente che spesso si ritrovano le stesse caratteristiche sotto nomi diversi a seconda del brand, abbiamo già accennato alla scansione laterale e a quella frontale, ma bisogna anche citare l’affascinante marcatura in 3D che consente una visione tridimensionale del fondo marino e di eventuali strutture sommerse, offrendo una confortante sicurezza, anche ai diportisti, quando ci si avventura sui fondali poco conosciuti. Alcune funzioni consentono di seguire con grande dettaglio il movimento dei pesci in tempo reale, anche se su profondità limitate, arrivando a mostrare il percorso dell’esca, ma interessante anche la possibilità di realizzare mappature personalizzate in tempo reale, ovvero quelle tracciate sul display seguendo il percorso della barca segnando batimetriche fino ai 30 cm, funzione – sotto vari nomi – propria di molti strumenti.

Un’altra funzione utile ma senza esagerare può essere lo Zoom, in grado di…zoommare su una porzione di fondale esaltandone le caratteristiche, mentre i vari allarmi possono avvertire in caso di cambiamento di profondità, leggi disancoraggio, ma anche allertare per la presenza di un pesce che entra nel raggio d’azione dell’eco. A questo proposito spendiamo due parole per ricordare che se un gruppo di piccoli pesci apparirà come una nuvoletta con un centro più corposo e rosso (ma la palette colori può essere modificata), il singolo pesce appare in genere come un piccolo arco che lascia perplessi i meno esperti. La spiegazione, in due parole, è che quando il pesce entra nel cono marginale di lettura dell’eco ha un segnale basso, quando si trova al centro offre la massima riflessione e si “ingobbisce”, per poi proseguire verso l’estremo opposto tornando ad abbassarsi. Il tutto con le dovute varianti date, in primis, dalla velocità della barca (o del pesce).

Funzioni accessorie ma utili possono essere il controllo della velocità di scorrimento dell’immagine, come sui vecchi scriventi, quella di rileggere la strisciata di un passaggio, o di fotografare la schermata registrandola su una cartuccia SD per una successiva e più accurata lettura. Aggiungiamo che alcuni strumenti sono in grado di determinare la natura del fondo, ma che in linea di massima, una fascia spessa e di solito gialla indicherà un fondo duro e roccioso, mentre uno strato sottile indicherà un morbido strato di fango o sabbia.

Utile, per i meno esperti, anche la funzione che trasferisce sul display la presenza di pesci con una simpatica immagine di piccole icone a forma appunto…di pesce, che in alcuni casi possono essere accompagnate dalla profondità di rilevamento, o possono anche variare la loro dimensione a seconda della loro mole. Per chi si avvicina al mondo dell’ecoscandaglio può essere utile per facilitare la lettura della situazione, ma poiché in questo modo si perde qualche dettaglio dell’informazione, i pescatori più esperti finiscono per farne a meno ed osservare il fondale con le classiche informazioni del display.

Un comando importante

Un controllo base dell’eco è indubbiamente il gain, ovvero il comando grazie a cui è possibile regolare la sensibilità del segnale. Diciamo che è una specie di acceleratore della sensibilità, e l’idea comune è sempre quella di spingere il gain al massimo pensando di avere così una lettura potenziata, mentre al contrario si finisce solo per “sporcare” inutilmente lo schermo rendendolo meno leggibile. Importante tuttavia ricordare che a rendere meno leggibile il segnale, o per essere più esatti a inficiare le prestazioni dell’eco, possono concorrere altri fattori indipendenti dalla nostra volontà come la temperatura dell’acqua, la sua limpidezza, o anche la salinità. Poiché molte impostazioni lavorano in automatico, gain incluso, se non si è sufficientemente esperti meglio lasciare la scelta allo strumento.

Il display

Se è vero che esistono e in qualche modo hanno un loro perché anche i display di pochi pollici, è altrettanto vero che per avere una buona lettura dei dati, non escludendo quelli cartografici che hanno la loro importanza anche nell’azione di pesca, bisogna partire da un minimo di 7”, trovando un optimum intorno ai 12” e una situazione ottimale plancia e portafoglio permettendo intorno ai 16”. Da tenere presente che, mentre le funzioni proprie dell’eco sono ben visibili anche su un display di piccole dimensioni, per avere un quadro cartografico ben leggibile, intuitivamente, più grande è lo schermo meglio è.

Tre problemi storici, come quello della lettura angolare, quello dei riflessi del sole e quello degli occhiali polarizzati con i quali il display appariva nero se non piegando la testa per neutralizzare l’effetto polarizzante, sono stati oggi quasi del tutto risolti. Resta però da fare una considerazione importante sulla tendenza alla tecnologia touchscreen, oggi molto di moda, che ha però le sue controindicazioni.

Può infatti essere difficile intervenire sui controlli dello schermo con la barca in velocità, magari su un mare formato, e altrettanto dicasi se in azione di pesca le mani, come spesso accade, sono sporche di pesce…magari le puzzolenti sardine della pastura. La soluzione migliore sembra quindi essere quella duplice degli strumenti che lavorano in touchscreen, ma presentano anche in alternativa una tastiera comandi. Last but not least: non trascurate di proteggere il vostro MFD con l’apposita copertura, perché il sole alla lunga lascia il segno.

Una scelta mirata

Considerando che quanto sopra è solo una sintesi del complesso mondo degli ecoscandagli, per i non addetti ai lavori può sorgere il problema di una scelta in linea con le proprie esigenze, non escluse quelle del proprio portafoglio.

Tenendo presente che a inizio stagione sono in genere attive diverse promozioni, la spesa deve naturalmente essere giustificata dall’utilizzo. Se la pesca non vi interessa, o vi interessa solo marginalmente, e non vi interessa narcisisticamente integrare l’eco nella megaplancia del vostro yacht, potete accontentarvi di un MFD di fascia medio-bassa, che magari non avrà il touchscreen ma offrirà comunque tutta la necessaria affidabilità per la vostra navigazione.

Sono anche strumenti in grado di offrire buone prestazioni in pesca fino a profondità di 50-80 metri, in genere privi delle funzioni più specifiche, ma che ben si prestano anche sulle console di gommoni di piccole dimensioni, come quelli, per capirci, normalmente usati dai pescatori subacquei.

Dai 9” in su possiamo parlare di eco (leggi MFD) di fascia media, in genere con una potenza intorno ai 600W, dove volendo rinunciare alla cartografia (ma sarebbe un errore), si può risparmiare qualcosa. Questi strumenti sono in genere dotati delle principali funzioni fishing, ma altre possono essere aggiunte nel tempo; vengono anch’essi in genere venduti completi di trasduttore, sono in grado di offrire buone marcature fino a 180-200 metri, e sono spesso dotati di Wi-Fi con cui è possibile connettersi alla rete mobile. In questa fascia è possibile trovare, o installare, trasduttori a 1kW o anche da 3 kW, e sono in genere installate o installabili tutte le più sofisticate funzioni pro fishing.

Quando arriviamo ai 15”-16” entriamo nell’olimpo della categoria, anche perché parliamo di strumenti che necessitano di una plancia di adeguate dimensioni essendo necessariamente strumenti a incasso, e dove c’è una grande plancia c’è sotto una grande barca, ovvero pochi problemi di spesa. Oltre all’indubbia scenografia offerta da questi strumenti, a volte addirittura accoppiati, si gode di una grande potenza di dettaglio, di cartografia ampiamente leggibile a larga scala, e di tutte le possibili diavolerie a supporto di una tecnologia in continua evoluzione.

Furuno

Da sempre al vertice della tecnologia degli ecoscandagli, tanto da avere una serie di display con funzione unicamente eco, il settore MFD dell’azienda giapponese si basa principalmente sulla serie dei multifunzione NavNet TZ Touch. La gamma va dal 9” al 19” con step al 12” e al 16” tutti dotati di tecnologia TimeZero che assicura grande velocità e massima accuratezza. Da notare che il 9” e il 12” hanno controlli ibridi touch+tastiera, solo touch invece per il 16” e il 19”. Interessante anche l’abbinamento con una bussola satellitare come l’SCX-20, che consente di stabilizzare la lettura dell’eco anche in presenza di moto ondoso, una funzione particolarmente utile sulle piccole imbarcazioni. Per la stessa ragione gli MFD Furuno utilizzano comandi ibridi touchscreen+ tastiera, che facilitano notevolmente i controlli dello strumento soprattutto in fase di pesca. Il modulo eco CHIRP da 1kW assicura massime prestazioni anche ad alta profondità, e squisitamente dedicate ai pescatori sono alcune funzioni del tutto innovative come ad esempio la possibilità di annotare le caratteristiche di un mark con relative catture tramite l’app TZ First Mate, il software TZ PC o TZ iBoat, o la funzione Fish-It, mentre utilizzando il modulo esterno DFF-3D da 800W la scansione laterale arriva a coprire 120° da dritta a sinistra fino ad oltre 200 m. di profondità, ed è resa stabile da un sensore antirollio. La rappresentazione tridimensionale del fondo marino offre inoltre un’ulteriore possibilità d’indagine al pescatore. Il modulo DFF-3D viene fornito sia con traduttore passante in bronzo e relativo fairing-block o per montaggio sullo specchio di poppa.

NavNet TZT3 Da € 3.342,80 per il 9” (IVA incl., no trasduttore) a € 9.747,80 per il 19” (IVA incl., no trasduttore)
Modulo DFF-3D € 2.549,80 (IVA inclusa)

www.furuno.it

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Garmin

Gli MFD ecodotati Garmin, azienda impegnata fin dal 1989 nel settore dell’elettronica, presentano cinque linee di prodotto.

La gamma Striker nella sua nuova versione Vivid è l’entry level, e non solo presenta una nuova e ricca palette cromatica, ma è anche una delle poche ad avere una misura mini da 4” con 300 W di potenza, completa di staffa, trasduttore CHIRP, e GPS. Presenti con altri tagli da 5”, 7” e 9” gli Striker Plus dispongono delle più moderne tecnologie come ClearVü e CHIRP SideVü per la scansione laterale e del QuickDraw Contour per disegnare le proprie mappe personalizzate, e sono dotate di trasduttore fino a 500W.

La linea Echomap, con un entry level da 5” è lo step successivo, che comprende anche display da 6”, 7”, e 9”, implementa le funzioni della serie Striker, mantiene la potenza del trasduttore a 500W ma nel modello da 9” può gestire trasduttori particolari come il Livescope e il Panoptix con possibilità del FrontVü Forward-Looking.

I GPSMAP rappresentano la serie più esclusiva, partono dai 10” e supportano una quantità di funzioni interessanti fra cui la possibilità di rilevare tutti i dati motore e di potersi connettere alla rete Garmin di bordo.

Non manca una funzione Sailassist dedicata a chi naviga a vela, mentre l’eco è affidato a un modulo esterno che può gestire anche Livescope e Panoptix. Nella particolare serie 8400/8600 i GPSMAP pur partendo da un display da 10” arrivano con cinque step successivi fino al 24” dedicato ai grandi yacht, e ovviamente aumentano proporzionalmente le funzioni disponibili. Sono inoltre potenziabili con una black box esterna (GPSMAP 8700)

Striker/Striker Vivid Da € 149,99 per il 4” a € 699,00 per il 9” (Trasduttore incluso)
Echomap UHD2/Echomap Ultra Da € 549,00 per l’UHD2 5” a € 3.419,00 per il 12” Ultra Series (Trasduttore incluso)
GPSMAP x3 Da € 1.049,00 per il 7” a € 3.259,00 per il 12” (no trasduttore)
GPSMAP 8400/8600 Da € 2.939,00 per il 10” a € 15,399,00 per il 24” (no trasduttore)
GPSMAP 8700 (black box) € 4.999,00

www.garmin

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Lowrance

Il brand che la casa madre Navico dedica ai pescatori è articolato su tre linee in grado di soddisfare sia i pescatori esperti sia quelli alle prime armi. La gamma Hook Reveal, articolata nei formati da 5”, 7” e 9”, dispone anche di cartografia C-Map e della Genesis Live, ovvero la possibilità di elaborare mappe personalizzate. Grazie alla combinazione della tecnologia CHIRP e del DownScan Imaging la funzione Fishreveal offre una perfetta separazione dei bersagli. Le opzioni dei trasduttori a 83/200 e 50/200 consentono di marcare target fino a circa 200m. di profondità.
La serie di media gamma, l’Elite FS, che sta per Fishing System, amplia le caratteristiche dell’Hook Reveal presentando uno schermo multi-touch ad alta risoluzione e antiriflesso. L’Elite FS è disponibile nei modelli da 7” e da 9”, ha la possibilità di sfruttare la rete Ethernet, e prestazioni elevate grazie al trasduttore Active Imaging, mentre con l’Active Target montato sul motore elettrico di prua è possibile vedere immagini in tempo reale. Il nuovo HDS Pro è il top di gamma ed esalta tutte le funzioni dei modelli precedenti disponendo oltre al SideScan e al DownScan Imaging anche dell’Active Target 2 e dell’Active Imaging HD ad alta risoluzione. Il display ha sia il controllo touchscreen sia tramite tastiera, ed è compatibile con varie cartografie.

Hook Reveal Da € 390,39 per il 5” a € 792,99 per il 9” (IVA inclusa, trasduttore TripleShot)
Elite FS Da € 1035,78 per il 7” a € 1.157,78 per il 9” (IVA inclusa, no trasduttore)
HDS Pro Da € 2.316,78 per il 9” a € 5.793,78 per il 16” (IVA inclusa, no trasduttore)

www.lowrance.com

Raymarine

Tre le linee base degli MFD targati Raymarine anche se per il Dragonfly, ormai sulla breccia da oltre dieci anni, si prevede una futura uscita di scena. Il che, date le ottime caratteristiche del prodotto, ne fa ancora tuttavia un ottimo acquisto entry level anche per la sua facilità di installazione. L’ultima versione del Dragonfly prevede un trasduttore CHIRP Downvision a due canali, con cui battere fondali fino a 180 metri, cartografia Navionics e una connessione Wi-Fi. Il display può essere da 5” o da 7”, e il trasduttore è incluso. La linea degli Element è articolata su display da 7”, 9” e 12”, lavora sul sistema operativo dedicato Lighthouse Sport dispone, e presenta funzioni più sofisticate come Hypervision, RealVision 3D, e un accesso rapido con tre tasti alle pagine preferite. Gli Axiom rappresentano il top di gamma Raymarine, non solo per le loro sofisticate caratteristiche, ma anche per arrivare con la serie XL fino al formato da 24” che con un display glass bridge è destinato ai grandi yacht. Le caratteristiche dei nuovi Axiom 2 Pro S sono rilevanti e comuni anche ai modelli di più piccolo formato come il 9”, che già dispone di un velocissimo processore quadcore, mentre il controllo dello strumento può essere touchscreen oppure con tastiera separata. In grado di gestire qualunque altro strumento presente a bordo, dal radar alle telecamere, l’Axiom 2 Pro nella sua ultima versione può gestire anche vari trasduttori fino alla potenza di 2kW, nonché i vari moduli eco montabili in remoto presenti nel catalogo Raymarine e dotati di eccezionali caratteristiche.

Dragonfly Da € 415,00 per il 5” + IVA a € 645,00 per il 7” + IVA (Trasduttore incluso)
Element S Da € 495,00 per il 7” + IVA a € 1.395,00 per il 12” + IVA (Trasduttore escluso)
Element HV Da € 625,00 per il 7” + IVA (Trasduttore escluso) a € 1.695,00 per il 12” + IVA (Trasduttore incluso)
Axiom+ RV Da € 1.045,00 per il 7” + IVA (Trasduttore escluso) a € 3.295,00 per il 12” + IVA (Trasduttore incluso)
Axiom 2 Pro S Da € 2.495,00 +IVA per il 9” (Trasduttore escluso) a € 14.995,00 per il 24” XL +IVA (Modulo e Trasduttore esclusi)

www.raymarine.com

ecoscandaglio

Simrad

Il marchio che Navico dedica al diporto include anche MFD dotati di ecoscandaglio, che in linea di massima condividono, personalizzandole, tecnologie di casa Lowrance come ad esempio il trasduttore CHIRP Active Imaging che offre SideScan e DownScan Imaging, nonché il FishReveal. Cinque le linee di prodotto, tutte dotate di cartografia, e con una gestione molto intuitiva dei comandi: dall’entry level Cruise (5”, 7”, 9”) con comandi a tastiera ai GO7XSR con comandi touchscreen e connettività wireless (7”e 9”), dalla nuova serie NSX (7”, 9”, 12”) che con l’aggiornamento appena rilasciato supporta nuove sofisticate funzioni agli NSSevo3S (9”, 12”, 16”) con controlli ibridi touch+tastiera, un processore ultraveloce, ed un potente trasduttore integrato da 1kW in grado di operare in 3D. La serie NSOevo3S rappresenta il top di gamma, ed è basata su una blackbox esterna che contiene due processori a sei core in grado di integrare il sistema con tutte le funzioni della barca creando un sistema di navigazione completo ed efficace.

Cruise Da € 503,25 per il 5” a € 859,09 per il 9” (IVA inclusa, trasduttore 83/200 kH)
GO Da € 768,60 per il 7” a € 1.443,83 per il 9” (IVA inclusa, no trasduttore)
NSX Da € 1279,78 per il 7” a € 3.353,78 per il 16” (IVA inclusa, no trasduttore)
NSSevo3S Da € 3.048 per il 9” a € 6.708,78 per il 16” (IVA inclusa, no trasduttore)
NSOevo3S Da € 7.401,07 per il 9” a € 12.229,52 per il 24” (IVA inclusa, no trasduttore)

www.simrad-yachting.com

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