Aziende: IMET, radio remote control
Dalle gru edili alle navi e agli yacht. Ovunque ci sia bisogno di un controllo remoto, Imet ha la sua soluzione.
Ce lo spiega Paolo De Pellegrin, quality manager.
“Questa volta a destare stupore fra chi stava mangiando un cacciucco, una pizza o un gelato in via Coppino è stato un Benetti da 40 metri (per 15 di altezza) che ha sfiorato i dehors dei locali e i balconi delle case. Non c’è pericolo, perché chi effettua queste manovre è un vero artista e riesce a far muovere bestioni di questo calibro senza far danno.”
Così si leggeva nella cronaca viareggina della Nazione del 27 giugno scorso, che riferiva di un enorme rimorchio con a bordo un altrettanto enorme superyacht che attraversava le strade del centro di Viareggio.
Ma l’articolo non specificava che “il vero artista” che muoveva il bestione con precisione millimetrica lo faceva azionando un radiocomando IMET. Perché dove c’è movimento c’è IMET, verrebbe da dire guardando la varietà di applicazioni dei radiocomandi prodotti dall’azienda friulana, per la precisione localizzata a Sacile in provincia di Pordenone.
Un’azienda che dal 1988 produce comandi da remoto per le più svariate applicazioni: gru edili e carriponte; macchine agricole di tutti tipi; carrelli elevatori; piattaforme aeree; autocarri per il soccorso stradale. Per arrivare anche al settore nautico e navale, con radiocomandi per gru portuali e di bordo, travel lift, portelloni e qualsiasi altro tipo di movimentazione.
Un’esperienza più che trentennale per un prodotto che può apparire semplice e persino banale, ma che non lo è affatto. Un radiocomando è – e deve essere – semplice da usare, infatti. Sono invece necessariamente sofisticati e complessi i contenuti tecnologici che permettono di gestire in sicurezza operazioni potenzialmente molto pericolose, con grandi e piccoli macchinari e cinematismi.
Per capire meglio come semplicità e complessità riescano a convivere in un radiocomando IMET, ci siamo rivolti a Paolo De Pellegrin, quality manager dell’azienda friulana.
Qual è il segreto, dottor De Pellegrin?
Nessun segreto. O meglio, il segreto è la struttura che c’è dietro al prodotto, la sua storia, l’esperienza del nostro personale altamente qualificato. Tutto questo permette la totale affidabilità dei nostri prodotti. Dietro ai nostri radiocomandi c’è, infatti, un’azienda con una storia di oltre 30 anni. Un’azienda strutturata che impiega circa 100 persone, tra cui 9 che lavorano a tempo pieno nell’ufficio di ricerca e sviluppo, altre 8 nell’ufficio tecnico, più una quindicina di commerciali.
Fondata dalla attuale proprietà nel 1988, la IMET ha sempre prodotto radiocomandi e continua oggi a farlo progettando e producendo tutto all’interno, dalle schede elettroniche alla loro programmazione, dall’assemblaggio alle verifiche di conformità, come il grado di protezione, la compatibilità elettromagnetica, la resistenza all’acqua e alle nebbie saline e molto altro. Si tratta di competenze in continua evoluzione e aggiornamento. Ad esempio, da poco abbiamo acquistato una camera anecoica con tutta una serie di strumenti e macchinari che ci permettono di certificare internamente, in autonomia, il nostro prodotto, in modo da non dover ricorrere a laboratori esterni.
Quali sono i campi applicazione dei radiocomandi IMET?
In realtà siamo in grado di “remotare” qualsiasi cosa, basta che ci siano dei servocomandi, degli attuatori di qualsiasi tipo. I nostri radiocomandi nascono per applicazioni terrestri, tipicamente gru da cantiere e carriponte, ma anche per automezzi da lavoro stradali, per macchine perforatrici eccetera.
Poi, con il passare del tempo, abbiamo ampliato il campo delle nostre applicazioni anche in settori completamente diversi, come le macchine robotizzate per la pulizia dei pannelli solari o sistemi antincendio robotizzati e controllati da remoto. Oppure sistemi per la raccolta della frutta, dalle mele e le pere all’uva.
E la nautica?
Con la sua storia e la sua esperienza, la nostra azienda ha negli anni riversato tutto il suo know-how anche nella nautica, creando un ramo specifico che produce radiocomandi che sono il nostro top di gamma. In questo ambito i prodotti per la nautica sono molteplici, a partire dal radiocomando con i comandi invertiti rispetto a quelli in plancia per facilitare e rendere intuitive le operazioni di ormeggio stando a poppa.
In questo modo, posso guardare indietro, verso la banchina, e posso controllare visivamente tutta la manovra con grande naturalezza e semplicità. Ai radiocomandi di bordo si aggiungono poi i prodotti per il cantiere o da banchina, dai travel lift per alare le imbarcazioni ai carrelli di movimentazione a terra delle barche. Poi abbiamo anche prodotti per piattaforme petrolifere, navi e porti, ma entriamo in un altro mondo.
Più specificatamente, quali sono le applicazioni di un radiocomando a bordo?
Come dicevo, per tutto ciò che si può controllare da remoto, per qualsiasi movimentazione che abbia degli attuatori, dei servocomandi di qualsiasi genere e tipo, IMET può realizzare un radiocomando ad hoc. Quindi, oltre al radiocomando per ormeggiare, è possibile avere un radiocomando per gestire la passerella, il portellone del garage, l’ancora, la gru di sollevamento del tender e tanto altro ancora. In pratica è possibile gestire e controllare tutte le movimentazioni che l’armatore desidera. Anche molto complesse e importanti.
Ad esempio, la movimentazione delle enormi vele del Black Pearl, uno yacht di oltre 100 metri di lunghezza con ben 2900 metri quadrati di tela su tre alberi, è gestita dai nostri radiocomandi. Così come sono nostri i radiocomandi a bordo di molti grandi yacht Benetti, Ferretti e altri ancora. C’è poi la parte a bordo delle navi, come le gru di ogni tipo e dimensione, per arrivare ai sistemi di varo delle scialuppe di salvataggio. Sono tutte applicazioni che possiamo realizzare su specifica richiesta del cliente.
È possibile remotare dei comandi nella fase di refit di un’imbarcazione? Oppure è necessario prevedere il tutto in fase di costruzione?
Si, è possibile installare un radiocomando anche in fase di refit. Non è necessario che la barca nasca con il radiocomando. Basta che la barca sia dotata di servocomandi di qualsiasi genere e tipo e possiamo intervenire. Generalmente riusciamo a installare radiocomandi su qualsiasi imbarcazione, anche datata. Ribadisco, tutto ciò è possibile grazie al know-how e alla competenza acquisiti negli anni sui sistemi terrestri.
Nel nostro caso, però, il radiocomando è pur sempre destinato all’ambiente marino. È necessaria una sua marinizzazione?
Tutti i nostri radiocomandi sono realizzati con componentistica industriale, quindi molto affidabile e robusta. Inoltre è previsto un adeguato grado di protezione da agenti esterni a seconda dell’uso: nel caso specifico dei radiocomandi nautici e navali, dall’ambiente marino e dalla nebbia salina. A tal fine, in azienda abbiamo delle speciali camere per verificare e controllare il processo di invecchiamento del radiocomando: camere a nebbia salina, per verificarne la resistenza alla corrosione, e camere ad acqua, per verificare il grado di impermeabilità.
È possibile avere un’idea dei costi di installazione, ad esempio in un eventuale intervento di refit?
Non è possibile dare dei numeri perché non abbiamo un prodotto standard. Ogni nostro prodotto, anche se fa parte di una linea di prodotti che potremmo definire di “serie”, va però personalizzato sulla base delle esigenze specifiche e della situazione in cui si opera. A differenza della concorrenza, noi non abbiamo un listino prezzi perché tutti i nostri prodotti sono personalizzati. Si tratta di una precisa scelta aziendale che garantisce un prodotto che sicuramente funziona e soddisfa le esigenze.
Su quale imbarcazioni inizia ad aver senso l’adozione di un sistema radiocomandato?
In realtà non ci sono limitazioni. Ovviamente su una piccola barca – diciamo di 4 metri – è estremamente raro avere necessità di un radiocomando. Ma, a mano a mano che si cresce di dimensioni, può effettivamente nascere questa necessità, a partire da funzioni estremamente semplici. Per esempio, nel caso dell’assistenza all’ormeggio, sarà un semplice joystick avanti-dietro e destra-sinistra. Ma per gli yacht più grandi, chiaramente, le applicazioni potranno essere molteplici, fino ad arrivare a quelle più complesse e sofisticate del veliero Black Pearl cui ho accennato prima.





