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Liberi di navigare purché contrassegnati, “Ma il natante resta natante”

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Qualcuno si era preoccupato, ma inutilmente.
Perché l’esperienza dei contrassegni identificativi per le piccole unità in navigazione sul Lago Maggiore e sul Lago di Lugano dimostra che la natura giuridica dell’unità non immatricolata resta immutata.
Un modello che potrebbe essere replicato sul mare.

di Lamberto Ballerini

Come i frequentatori delle acque interne del Nord ben sanno, da quando Italia e Svizzera hanno stipulato la convenzione accolta dalla Legge 2011/203, la navigazione dei natanti non immatricolati sui nostri laghi internazionali non rappresenta più alcun problema territoriale. Basta essere in possesso del contrassegno che, apposto sulla prua dell’unità, ne certifica l’iscrizione in un elenco gestito dalle autorità che lo rilasciano: le Province di Novara e del Verbano Cusio Ossola, per il Verbano (il lago Maggiore) della sponda piemontese; l’Autorità del bacino lacuale dei laghi Maggiore, Canobbio, Monate e Varese, per il Verbano della sponda lombarda; l’Autorità di bacino lacuale Ceresio Piano e Ghirla, per il Ceresio (Lago di Lugano).

È importante sottolineare che il suddetto elenco attesta esclusivamente la detenzione e la conduzione – assolutamente non la proprietà – nel rispetto delle norme di navigazione locali, con particolare riferimento a quelle relative alla sicurezza. Che questo meccanismo stia funzionando molto bene lo testimoniano soprattutto gli utenti.

Alla luce di ciò, a noi interessa capire se esso possa diventare un modello da adattare alle esigenze della navigazione dei natanti non immatricolati in quelle zone di mare che, come in passato avveniva sui nostri laghi internazionali, possono essere soggette alle diverse normative degli stati confinanti. L’esempio più recente ci viene dalla Slovenia che, a partire dal 15 luglio scorso, applica sanzioni da 160 a 500 Euro a chiunque incroci le sue acque territoriali con unità non immatricolate, pure se in transito per raggiungere la Croazia.

A fare chiarezza ci aiuta Maurizio Tumbiolo, direttore dell’Autorità di Bacino lacuale Ceresio Piano e Ghirla, che è stato proprio uno degli inventori del famoso contrassegno.

Dottor Tumbiolo, come giudica l’idea di adottare il sistema dell’elenco e dei contrassegni anche in mare?
Innanzi tutto, noto l’esigenza di risolvere un problema. Se la Slovenia rimanda indietro i nostri natanti in quanto non identificabili, un po’ come fece la Francia qualche anno fa, che li respinse poiché non si sapeva se avevano l’assicurazione, credo che, attraverso un apposito iter giuridico, magari ispirato a quanto abbiamo fatto noi a suo tempo, si potrebbe tranquillamente trasferire sul mare il sistema dell’elenco e dei contrassegni per i natanti non immatricolati.

Ovviamente rendendolo obbligatorio solo per accedere a determinate zone.
Certo. Ma le faccio proprio il nostro esempio. Un tempo, l’obbligo del contrassegno riguardava soltanto l’accesso alle acque svizzere, proprio perché da noi il natante non aveva l’identificazione. Ma c’erano comunque grossi problemi, poiché in mancanza del plotter o del radar, capitava di finire involontariamente in zone vietate. Decidendo per l’obbligatorietà del contrassegno sul Ceresio e sul Verbano, indipendentemente dal punto nave, li abbiamo risolti tutti in un colpo solo. Potrebbe essere più o meno la stessa cosa per chi va per mare nelle zone di confine.

Ma mettersi d’accordo tra stati confinanti potrebbe non essere tanto facile.
Ma guardi che non si tratta di teoria. Il modello è reale. Quella che abbiamo creato sui laghi è una normativa internazionale basata su una convenzione tra stati. E il risultato è sotto gli occhi di tutti: pratiche immediate, modulistica semplicissima, costi molto bassi e benefici enormi.

Qualcuno, però, teme che l’iscrizione del natante in un qualsiasi elenco potrebbe in qualche modo alterarne la stessa natura giuridica.
Ma è proprio questo il punto fondamentale della nostra visione: abbiamo inventato un procedimento nel quale, a livello giuridico, l’unità resta natante a tutti gli effetti. Non fa induttivo fiscale; non è una proprietà ma una detenzione; è un bene mobile non registrato. L’importante è che, comunque, in questo modo, soddisfi pienamente quelle esigenze di identificabilità e sicurezza che alcune autorità richiedono.

Ma in termini burocratici non risulta comunque una complicazione per l’utenza?
Io non posso far altro che riportare l’esperienza ormai consolidata sui nostri laghi. Abbiamo costruito un pacchetto che ha entusiasmato gli utenti, i quali adesso hanno addirittura la possibilità di accedere online a un sistema elettronico di contrassegni, di iscriversi da casa, di pagare con la carta di credito e di ricevere immediatamente il numero di identificazione che, in attesa del cartaceo e dell’adesivo, risulta perfettamente valido tramite una semplice applicazione per smartphone. Più semplice di così…

E per quanto riguarda la durata?
Per chi ha una concessione demaniale o un posto barca affittato, il contrassegno non ha scadenza. Chi non ha un posto barca ma, per esempio, traina l’unità su carrello, ha un contrassegno turistico che dura un anno: le sue caratteristiche di identificabilità sono le stesse, tuttavia, sempre per rendere più facile e immediato il riconoscimento, cambia il suo colore a seconda dell’anno. Adesso è arancione, l’anno prossimo sarà rosso, poi sarà azzurro. In questo modo, le autorità preposte al controllo fanno presto a individuare chi non è in regola.

Quali sono i costi per l’utente?
Il costo è di 30 Euro, sia per il contrassegno permanente sia per quello turistico, con l’unica eccezione per l’autorità di bacino di Laveno Mombello che, avendo un po’ complicato la parte amministrativa, per esempio introducendo anche la fotografia, costa circa il doppio. Come vede, in ogni caso si parla di cifre assolutamente accettabili, tanto è vero che, solo a partire dallo scorso mese di giugno, l’autorità che dirigo ha già iscritto parecchie centinaia di natanti. Ci tengo a precisare che il contrassegno rilasciato sul Ceresio, distinto dalla lettera “C”, vale anche sul Verbano, così come quelli rilasciati sul Verbano – lettera “V” per la parte lombarda e lettera “P” per quella piemontese – valgono sul Ceresio. Ecco che l’utente “carrellato” cui accennavo prima con il suo contrassegno turistico fa tutta la stagione sul lago che preferisce.

Vantaggi sul piano pratico per chi gestisce questo traffico?
Sono molti, a partire dal fatto che in pratica non abbiamo più un’occupazione demaniale abusiva, poiché tutte le unità sono contrassegnate. Inoltre, quando vediamo un’unità ormeggiata a una boa, capiamo subito chi è, se è nelle regole o se è un abusivo. Chi si muove senza contrassegno viene individuato subito dalla Guardia di Finanza o dalle forze di Polizia o da noi stessi, che siamo comunque autorità di vigilanza.

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