Il 10 luglio 2024 nella Sala Auditorium dell’INAPP di Roma

Il 10 luglio 2024, nella Sala Auditorium dell’INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) in Roma, verrà presentata la XVI edizione del Rapporto della Società Geografica Italiana dal titolo “Territori in transizione. Geografie delle aree marginali tra permanenze e cambiamenti”. Curato da Stefania Cerutti, Stefano de Falco e Teresa Graziano, rispettivamente Univ. del Piemonte Orientale, Univ. Federico II di Napoli e Univ. di Catania, questo studio costituisce un’importante occasione di riflessione e di spunto sul concetto di territorio in transizione.

Nell’ambito delle dinamiche relative alle azioni per la riduzione della marginalità, un ruolo cruciale gioca la risorsa blu e con essa il mondo della logistica portuale, della diportistica e della nautica in generale. Basta ricordare, infatti, che – secondo dati Unioncamere – il peso della nautica nell’economia del Paese e la sua capacità di creare occupazione è da correlare soprattutto al suo sviluppo costiero. Con circa 7.500 km di litorale, di cui circa la metà appartenenti alle isole, l’Italia occupa il secondo posto nel bacino del Mediterraneo per estensione costiera, dietro solo alla Grecia (con 14.000 km) che, però, detiene solo l’11,3% dei porti contro il 40% dell’Italia (il numero più  alto del Mediterraneo), seconda la Croazia (28%). Nell’ambito del Rapporto sono presi in esame territori in transizione, laddove questa va vista in modo bidirezionale: sia in termini di iperboli di sviluppo sia in relazione a casi di inviluppo. Con riferimento a tali duplici orientamenti, sono valutati fattori antagonisti e fattori di meta-facilitazione. Tra questi ultimi, il settore della nautica sicuramente viene a collocarsi come coalescenza di scenari positivi di miglioramento del sistema-Paese.

Può sembrare paradossale, ma la rilevanza dei fenomeni geopolitici a scala sovranazionale che sta caratterizzando gli scenari di tensione relativi a questi ultimi mesi invece di oscurare dinamiche a scala locale sta disvelando il nuovo ruolo cruciale a cui territori, soprattutto costieri, finora marginali sono chiamati. Le perturbazioni nei mercati energetici globali hanno infatti comportato l’imperativo di ridurre la dipendenza dalle forniture di combustibili fossili. In questa cornice, gli attori e gli stakeholders del mondo della nautica stanno assumendo un ruolo attivo nell’essere crocevia di infrastrutture energetiche e reti di commercio.

La risorsa blu, pertanto, sta divenendo sempre più fondamentale nel valorizzare aree finora marginali

Le aree costiere, senza stravolgere la propria identità e natura, a vocazione portuale, diportistica, legata alla itticoltura e turistica, possono e in parte devono, tuttavia, divenire nuovi hub di snodi logistici e commerciali. Si tratta di ragionare in termini di un gioco a somma positiva tra poli geografici primari e centri, finora, secondari, riducendo quell’effetto gravitazionale di polarizzazione gerarchica che ha caratterizzato i pattern di sviluppo del Paese.

Stefano de Falco

Dipartimento Scienze Politiche, Università degli Studi di Napoli Federico II