Prova di navigazione del MAR.CO R-Evolution26
Abbiamo provato l’R-Evolution26 di Mar.Co
CONDIZIONI – Vento: forza 3 – Mare: 2 – Carichi liquidi: Acqua 50% – Carburante 45% – Persone: 2 – Stato dell’opera viva: ottimo.
RILEVAZIONI – Velocità minima di planata (trim a zero): 16 nodi – Velocità minima di planata (trim-in): 17 nodi – Velocità massima: 47 nodi – Velocità al 90% del numero di giri massimo: 37 nodi – Fattore di planata: 2,9 (elevato).
Descrizione della barca
Un design moderno, una struttura robusta, tanta libertà di movimento. Disegnato da Federico Gerna, questo otto metri del cantiere lombardo trova nella cura del dettaglio uno dei suoi punti di forza.
Impressione di navigazione n. 1882
La dominante del colore bianco interrotto dalla striscia rossa centrale, il contorno nero del bottazzo, il posizionamento dei tientibene e l’equilibrio dei volumi rappresentano alcuni dei dettagli che riflettono l’estrema cura con cui è stato concepito questo battello.
La si apprezza, ancora prima di prendere in considerazione ogni singolo elemento, grazie alla decisa sensazione di libertà e sicurezza di movimento che si ottiene salendo a bordo. Un walkaround che vede al centro la plancia di comando ben concepita, di impronta sportiva, da cui si gode un’ottima visuale esterna.
Il T-Top
Molto apprezzato, anche se non di serie, il T-Top che, oltre a riparare la postazione di guida e parte del pozzetto, rappresenta un ulteriore elemento di sicurezza negli spostamenti.
Dal punto di vista costruttivo, la scelta di integrare e rendere strutturali sia il musone a prua sia le plancette poppiere, conferisce al gommone una rigidità che si apprezza in navigazione, soprattutto quando si affrontano i passaggi sull’onda.
Molto ampie, le plancette di poppa hanno una doppia funzione: quella di permettere l’accesso a bordo e di contenere (quella di sinistra) una scaletta a scomparsa e (quella di dritta) un gavone per pinne e maschere.
La dinette può contare sulla presenza di un frigorifero e un lavello, mentre a prua il classico prendisole è fronteggiato da una seduta collocata a ridosso della console al cui interno c’è spazio per un wc e attrezzature varie. E visto che il Mar.Co 26 può imbarcare fino a 14 persone, il fatto che ci sia tanto volume di stivaggio a disposizione è un ulteriore prova della cura con cui sono stati pensati gli spazi.
Guarda caso, ben 14 sono i gavoni a disposizione per accogliere attrezzature e materiali vari.
Oltre all’estetica e alla funzionalità, alla qualità dei materiali e al livello delle rifiniture, c’è di più. E sono le qualità marine.
Motorizzato con un Mercury 450 Racing, il Mar.Co 26 in acqua dimostra quel carattere sportivo riflesso dalle sue linee. Trim negativo e siamo entrati facilmente in planata per poi divertirci a cercare il miglior assetto possibile alleggerendo la prua nell’incremento della velocità che si è attestata sui 47 nodi di massima. A
gile, reattivo, con una bella riserva di potenza garantita dalla sua motorizzazione, lo scafo ci ha regato una navigazione divertente e sicura anche perché le condizioni meteo molto favorevoli ci hanno spinto a cercare il passaggio sulle onde generate da altre barche o a intercettare la nostra scia in virate strette e veloci.
La carena non ha mai sbattuto, il passaggio è sempre stato morbido e la derapata è risultata sempre contenuta nei limiti fisiologici.






