Incrocio magico: il nodo di bitta
Il nodo di bitta, il migliore nodo per assicurare un cavo d’ormeggio alle bitte di bordo. Ecco come eseguirlo correttamente in poche mosse.
L’avvicinamento alla banchina è ormai concluso, l’ormeggiatore è pronto a lanciare la cima e un membro dell’equipaggio o, spesso, lo stesso comandante, è in posizione a poppa per riceverla ed eseguire velocemente un nodo alla bitta per concludere l’operazione di ormeggio e assicurare la barca.

Nella realtà dei fatti, quello che accade spesso, è l’esecuzione forsennata di ripetuti giri e incroci intorno alla ferramenta nel tentativo di realizzare qualcosa che assomigli a quel nodo che qualcuno ci aveva mostrato durante qualche corso.

Nelle prossime calde settimane di luglio e agosto, avremo modo di metterci alla prova durante gli ormeggi in cui saremo impegnati nel corso delle nostre crociere. Ecco, quindi, una breve sequenza fotografica utile a ripassare le fasi di realizzazione di quello che formalmente non è nemmeno un nodo ma un semplice “dare volta” alla bitta.

Appena ricevuta la cima dalla banchina la si fa passare davanti alla bitta (foto1) e si realizza uno “0” intorno alla base (foto 2) in modo da bloccare la barca.

La parte della cima con cui stiamo realizzando il nodo, che si chiama corrente, deve incrociare la bitta due volte in modo da realizzare un “8” (foto 3 e 4).

A questo punto, il corrente viene disteso parallelamente alla bitta e, con una torsione, viene girato su sé stesso (foto 5 e 6) e poi ritirato per assuccare il nodo (foto 7).


N.B.: L’elemento della ferramenta di coperta ritratto in queste foto viene molto spesso chiamato galloccia, ma non sempre correttamente. Infatti, quando la sua funzione non si riferisce a drizze e scotte, bensì ai cavi d’ormeggio, il suo nome è bitta, proprio come quelle massicce “colonne” che si trovano sulle banchine dei porti.