Salone nautico di Cannes, le première: le Barche a vela, monoscafi
Andare al salone di Cannes equivale a prendere un appuntamento con il mondo della vela. O almeno con quella gran parte del settore che riflette l’andamento del mercato. Soprattutto da quando, nel 2019, l’organizzazione ha diviso in due il salone, spostando dall’altra parte della baia, a Port Canto, tutte le imbarcazioni a vela, l’esposizione è cresciuta in modo esponenziale.
E lo ha fatto mettendo in evidenza una caratteristica del mercato che va rafforzandosi: la forte diffusione dei multiscafi, che anche quest’anno hanno rappresentato il 50{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} del numero di barche esposte.
Il palcoscenico costruito sulla Croisette non solo è scelto dai marchi francesi per portare in scena tutte le loro anteprime mondiali, ma anche il mercato internazionale del comparto vela lo ha eletto come vetrina privilegiata. E non solo per un dato cronologico, visto che si tratta del primo salone della stagione, ma anche, e forse soprattutto, per la qualità della struttura espositiva.
Beneteau

Tre le anteprime mondiali griffate Beneteau, la prima, in ordine di grandezza, è l’Oceanis Yacht 60. Per tracciare le linee d’acqua e disegnare gli interni e la coperta, il cantiere francese si è rivolto a due italiani, rispettivamente Roberto Biscontini e Luca Argento.
Numerosi i riferimenti stilistici ai due progetti precedenti della coppia di designer, come il First yacht 53 e l’Oceanis 54, di cui riprende la tuga molto bassa e quasi integrata alla coperta. In pozzetto, oltre all’organizzazione delle manovre concentrate verso la postazione del timoniere, risalta la presenza del rollbar che, oltre ad ancorare il punto di scotta, collegandosi allo sprayhood e al bimini realizza una zona completamente riparata.
Gli interni sono proposti nella versione standard con tre cabine più quella per il marinaio. All’estrema poppa, infine, la doppia pala del timone ha permesso di realizzare un comodo garage.

Più sportivo e con qualche bella velleità agonistica, ecco il First 44, la cui progettazione è stata affidata ancora una volta al duo Biscontini/Argento. Per questa barca il cantiere ha previsto due allestimenti, quello standard e quello performance, con una netta differenza in termini di specifiche tecniche e organizzazione degli spazi. Il primo, più croceristico, prevede un pozzetto comodo e protetto, quattro winch per le manovre, un piano velico generoso ma non esasperato. Molto diversa l’ergonomia del pozzetto nella versione performance, studiata per far muovere in più spazio un equipaggio in regata. I winch diventano sei e albero e deriva sono maggiorati. Tre cabine e una grande dinette sono la configurazione standard di interni eleganti e luminosi.

Per realizzare il più piccolo, First 36, dei componenti della triade di anteprime mondiali, Beneteau ha separato la coppia di italiani, affiancando ad Argento Sam Manuard, che si è occupato dell’architettura navale. Ne è venuto fuori un cruiser/racer molto performante, con l’appeal tipico delle barche più contenute nelle misure, più semplici ma scattanti e reattive, e nello stesso tempo capaci, negli undici metri di questo esemplare, di accogliere nel confort gli ospiti orientati a godersi una crociera veloce. Disponibilità di volumi resa possibile soprattutto dalla larghezza che sfiora, al baglio massimo molto arretrato, i quattro metri.
Le classiche tre cabine definiscono il layout per gli interni, in cui si è fatto ricorso a un escamotage per dare più spazio alla dinette: quello di ridurre lo spazio destinato alla toilette installando un lavandino abbattibile quando non in uso.
Cantiere del Pardo

Matteo Polli e il team di Nauta Design si sono occupati della progettazione delle due novità di Cantiere del Pardo. La prima, il Grand Soleil 72, ne inaugura la linea custom. Dopo un tentativo realizzato con un 80 piedi, che ben poco aveva a che fare con lo stile del Pardo, dal quartier generale di Forlì è stato chiamato, in veste di project manager, Franco Corazza, uno che le barche le pensa dal punto di vista di chi naviga.
Confronto aspro, litigate, comunione di intenti, capacità progettuali e creatività, sono gli ingredienti che Corazza, Polli e il team di Nauta Design hanno messo insieme per dare vita a una barca semplicemente bella e molto marina. Per evitare compromessi che snaturassero il progetto, sono state pensate due versioni, la Performance, decisamente sportiva, e la LC, ossia long cruise.
Lo scafo e i criteri costruttivi sono identici, cambiano le attrezzature di coperta e il dislocamento che aumenta di 500 chilogrammi nella versione croceristica. Lo scafo è realizzato con le strutture in composito vinilestere e poliestere e rinforzi in carbonio, e gli interni in composito con legni alleggeriti.

Anche la seconda anteprima mondiale di del Pardo, il Grand Soleil 40, è stata progettata nelle due versioni Performance e Long Cruise. Stessi progettisti del 72, diverso il papà putativo. Nel carattere di questa barca, infatti, c’è molto dell’esperienza velica di Gigi Servidati, insieme con Fabio Planamente ai vertici del cantiere. Il grande risultato raggiunto realizzando la barca più piccola di gamma è quello di avere ricavato spazi interni inimmaginabili per un 40 piedi, senza mortificare le linee d’acqua – e quindi le performance sportive – e senza discostarsi dalla cifra stilistica del cantiere. Lo scafo, con le sezioni di prua fini e la poppa svasata, richiama i criteri adottati per progettare il GS 44. Come nel caso del fratello maggiore, la posizione dell’albero è stata arretrata per avere vele di prua con una base maggiore. Due le opzioni per gli interni: tre cabine e un bagno per la standard e tre cabine e due bagni come opzione alternativa.
Dufour Yachts

Costruttore francese e progettista italiano anche per l’anteprima del cantiere Dufour Yachts che, con il nuovo 37 piedi, propone una barca che, pur rimanendo nel segmento dei natanti, guarda agli orizzonti oceanici. Umberto Felci questa volta si è discostato in modo netto dalle linee che hanno caratterizzato le barche del cantiere di La Rochelle, disegnando uno scafo con maggiori volumi a prua, un baglio massimo arretrato sino allo specchio di poppa, un bordo libero basso. Rispetto al modello che va a sostituire, il 360, il pozzetto ha una maggiore lunghezza e il piano velico conquista qualche metro quadrato in più. Due le versioni proposte per gli interni, a due o tre cabine, con quella armatoriale di prua che spicca per lo spazio lasciato libero per il calpestio ai lati del letto matrimoniale.
Elan Yachts

Una novità molto interessante è quella proposta da Elan Yachts con l’E6, per la progettazione del quale, oltre all’opera di Rob Humphreys, storico progettista per Elan, è stato chiesto il contributo di Pininfarina, che ha curato il design di interni e coperta.
Quello che abbiamo visto a Cannes è un performance cruiser dalle linee molto sportive, che ha tutti gli elementi per potersi mettere in gioco fra le boe. Dal punto di vista costruttivo, leggerezza e rigidità sono garantite dalla laminazione con sistema di infusione sottovuoto e dalla realizzazione, sul fondo dello scafo, di un ragno strutturale che arriva fin quasi allo specchio di poppa.
La deriva, a “T”, raggiunge i 2,80 metri di pescaggio e il governo è affidato a un timone a due pale. In coperta troviamo un’organizzazione delle manovre che può servire a un equipaggio ridotto in crociera ma anche a un team più esperto in regata. Gli interni sono disponibili a tre o quattro cabine e due bagni.
Hanse

C’è chi la definisce la svolta stilistica del cantiere. Certo è che l’Hanse 460 rappresenta una forte virata rispetto alla rotta seguita sin qui dal marchio tedesco.
E non poteva essere altrimenti, visto il cambio al tavolo da disegno, con l’esordio in casa Hanse dei due francesi Berret/Racoupeau che hanno scalzato la storica coppia di designer Judel/Vrolijk. Lo stacco rispetto al design precedente è immediatamente percepibile dal disegno della prua inversa e dalle sezioni di poppa molto larghe.
I bordi liberi sono più bassi e nel complesso la barca ha una fisionomia più slanciata rispetto ai modelli precedenti. Significativa la scelta di adottare una sola pala del timone, in controtendenza alle due che solitamente vengono installate su poppe così larghe. Gli interni sono proposti in quattro versioni diverse, tutte caratterizzate dalla presenza di una cabina armatoriale molto grande.
Ice Yachts

Con l’Ice 62 Targa si entra nel fantastico mondo del full carbon. L’anteprima mondiale di Ice Yachts è un’evoluzione del 60 e ripropone le qualità marine e le performance delle linee d’acqua disegnate da Umberto Felci.
Sono i numeri che parlano per lei: 220 metri quadrati di vela nelle andature di bolina che diventano 450 nelle portanti, per uno scafo che sfiora le 19 tonnellate, ovvero circa il 25{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} in meno della media delle barche dello stesso tipo.
È il risultato ottenuto da una ricerca ossessiva sulle tecniche di costruzione e sui materiali. Due le versioni per gli interni, la cui realizzazione è coerente con i processi produttivi di scafo e coperta: qualità, leggerezza e molta eleganza.
Italia Yachts

Maurizio Cossutti per l’architettura navale e Mirco Arbore per gli interni sono le firme del nuovo progetto di Italia Yachts, IY12.98. Lo stile della nuova barca ricalca quello impresso dal cantiere negli ultimi anni. Anche in questo caso sono state previste due versioni: Bellissima, con soluzioni di arredo più orientate alla crociera, e Fuoriserie, per la quale si è lavorato a una riduzione dei pesi pur riprendendo gli stessi canoni della versione cruiser.
Identiche le linee d’acqua per entrambe le versioni, alla cui definizione si è arrivati dopo una lunga serie di simulazioni idrodinamiche su diverse carene alla ricerca del massimo equilibrio dei volumi.
In coperta e pozzetto tanto spazio libero e superfici pulite, mentre gli interni, evidente evoluzione di quelli dell’11.98, risultano più semplici, con alcune soluzioni che hanno reso più fluidi i passaggi intorno al tavolo da pranzo e nella comunicazione fra i diversi ambienti rispetto al 14.98.
Jeanneau Yachts

Due le novità per il cantiere francese Jeanneau, ed entrambe appartenenti alla gamma luxury.
La prima è un 60 piedi che porta la prestigiosa firma di Philippe Briand, che ha messo in acqua un cruiser puro con tanta superficie libera in coperta e una buona organizzazione degli spazi di manovra ben separati da quelli destinati agli ospiti.
L’abbiamo visto in banchina a Cannes ma, soprattutto, l’avevamo testato in mare qualche mese prima, scoprendo un buon equilibrio in tutte le andature e un buon livello di prestazioni, con 11,4 nodi di velocità con 16 nodi di vento. Molto alta la possibilità di personalizzazione degli interni, dalla versione armatoriale con tre cabine, fino a quella a sei. Una scelta inedita per Jeanneau è la collocazione della cucina, che viene inserita, per la prima volta, a prua a ridosso della paratia dell’albero.

Si sale di misura, superando la soglia dei 20 metri fuori tutto, con la seconda novità del cantiere francese. Si tratta dello Jeanneau Yachts 65, anch’esso firmato da Philippe Briand per le linee d’acqua e da Andrew Winch per gli interni.
Molto simile al 60 piedi, ma con spazi ancora più grandi, propone una visione di barca da crociera destinata alle lunghe navigazioni in una dimensione di comfort al massimo livello.
Anche il 65 lo abbiamo provato in mare cogliendone l’equilibrio e la capacità, seppure con le inerzie di un grande yacht, di rispondere in modo brillante alle correzioni.
Negli interni, anche questi con molte possibilità di personalizzazione, spicca la cabina armatoriale a poppa e la zona pranzo rialzata, che permette di avere tanta luce e una visuale esterna tipica di un raised saloon.
Nautor

Un blue water cruiser capace di correre anche fra le boe. È il nuovo progetto di Nautor che va a sostituire il 54 piedi. German Frers ha realizzato uno scafo che raggiunge la massima lunghezza dinamica al galleggiamento e la minore resistenza all’avanzamento con la barca leggermente sbandata.
Ed è lo stesso progettista a raccontare come le sezioni di prua con un angolo di entrata acuto facilitino la conduzione sugli angoli di bolina. Una progettazione raffinata e attentissima e una costruzione di eccellente qualità caratterizzano il nuovo progetto che offre quattro opzioni di deriva, dalla standard da 2,50 metri, fino alla performance da 3,40 metri. La versione standard degli interni prevede due cabine doppie matrimoniali, con quella armatoriale a prua, e una con due letti separati.
Oyster Yachts

C’è la firma di Rob Humphreys sotto l’atteso nuovo progetto che il cantiere Oyster Yachts ha portato in anteprima a Cannes. La misura, 15 metri, rappresenta forse l’aspetto che desta maggiore curiosità, visto che il cantiere inglese ci ha abituati a lunghezze di scafo ben maggiori. I numeri ci parlano di una barca nata per le lunghe crociere senza alcuna preoccupazione di fare in fretta: 120 metri quadrati di superficie velica, 21 tonnellate da spostare, una deriva a 2,28 metri. Anche il pozzetto centrale ci parla di lunghi viaggi nel comfort e nell’eleganza. I quasi 5 metri di larghezza massima hanno permesso di realizzare interni spaziosi e accoglienti, in cui la cabina armatoriale spicca per dimensioni ed eleganza.
Solaris Yachts

Un’importante azione di rinnovamento è quella compiuta da Solaris Yachts.
Il cantiere di Aquileia, dopo l’ammodernamento del suo sito produttivo, ha messo mano al suo 50 piedi, barca che ha avuto un grande successo, aggiornando il design generale e aumentando i volumi interni. Una barca nuova, insomma, quella vista in esposizione, che ha mantenuto le tradizionali caratteristiche di eleganza e pulizia delle linee tipiche di Solaris.
La coperta è completamente sgombra dalle manovre mentre in pozzetto le ruote del timone sono state collocate in posizione molto laterale. La scelta permette maggiore possibilità di movimento e un’ottima visuale sulle vele.
All’esterno è ben visibile lo spigolo che a prua, sopra la linea di galleggiamento, permette di aumentare i volumi interni della zona prodiera dove è stata allestita una suite armatoriale. Tanto spazio anche a poppa, dove i 4,78 metri di larghezza testimoniano un incremento di 23 centimetri rispetto al vecchio 50 piedi. Tre cabine e due o tre bagni sono i layout disponibili.
X-Yachts

L’anteprima di X-Yachts a Cannes è l’evoluzione di una barca nata nel 2016 all’esordio della gamma Pure X. Si tratta dell’X4 alla terza, il cui scafo è stato completamente ridisegnato nella zona poppiera con un evidente aumento dei volumi.
Anche il baglio massimo è stato arretrato, con un conseguente aumento di spazio sia in pozzetto sia nelle cabine di poppa e maggiori prestazioni nelle andature portanti. A prua è stato integrato il bompresso, che permette di aumentare le dimensioni di gennaker e code 0.
Per il fiocco è stato introdotto il recesso nel caso si opti per l’autovirante. Infine, sono stati introdotti numerosi elementi di rinnovo del design, dalle finestrature più grandi ai paramare che degradano verso poppa. Interni standard a tre cabine spaziose come è nella tradizione del cantiere danese.
Y Yachts

Il cantiere tedesco Y Yachts è ulteriormente salito di misura presentando come novità la nuova ammiraglia, l’Y9. Oltre 27 metri di tecnologia chiamata al servizio di una costruzione tutta in carbonio. La barca si distingue in banchina per uno stile minimalista, con un immenso ponte completamente sgombro dalle manovre e un pozzetto di tali dimensioni da affermarsi come una seconda dinette all’aperto.
Dislocamento leggero, considerando le dimensioni, molto rigida con un piano velico tutto in carbonio, l’Y9 promette lunghe percorrenze ad alte velocità.
Il progetto è firmato da Bill Tripp per le linee d’acqua, mentre Andrew Winch si è occupato degli interni, proponendo sei diverse possibilità di scelta per numero di cabine e loro disposizione che ruota intorno alla collocazione, a prua o a poppa, della cabina armatoriale.
