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Prova di navigazione del Pershing 6X

Pershing_6X

Prezzo base Euro 2.150.000 Iva esclusa

  • Impressione di navigazione n. 1837

Scheda tecnica


La gallery

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La prova

CONDIZIONI – Vento: forza 1 – Mare: 1 – Carichi liquidi: 3/4 – Persone: 10 – Stato dell’opera viva: buono.
RILEVAZIONI – Velocità minima di planata (flap & trim a zero): 17 nodi – Velocità minima di planata (flap & trim estesi): 16 nodi – Velocità massima: 48,7 nodi (stabilizzatore disattivato) – Velocità al 90{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} del numero di giri massimo: 45 nodi – Fattore di planata: 2,86 (elevato).
MISURAZIONI – Area pozzetto: mq 13,00 – Altezza massima interna (zone transitabili): m 2,00 – Altezza minima interna (zone transitabili): m 1,92 – Altezza alla timoneria interna: m 1,91 – Altezza sala macchine: m 1,69 – Larghezza minima passavanti: m 0,33.


Costruzione e allestimento

Materiali: vetroresina e fibra di carbonio – Tipo di stratificazione: sottovuoto – Geometria della carena: V variabile (deadrise 19 gradi) – Elementi di ventilazione: pattini longitudinali – Piani mobili: flap – Stabilizzatore: Seakeeper 6 (optional) – Attrezzature di prua: salpancora Quick; musone con ancora Trefoil 30; 2 bitte; 2 bitte a mezzanave – Attrezzature di poppa: 2 verricelli da tonneggio; 2 bitte; 2 passacavi; 2 bitte a scomparsa sulla plancetta. – Plancetta poppiera: inclinabile per facilitare il varo e l’alaggio del tender (nella fattispecie, un 325 Williams).


Descrizione della barca provata

Con questa sua ultima creatura, il cantiere di Mondolfo continua a meravigliare persino il più esigente dei piloti, unendo prestazioni da record con un comfort da manuale.

Tutte le barche hanno un’anima, tanto è vero che molto spesso si finisce per umanizzarle e rivolgersi loro, magari sottovoce o anche solo con il pensiero, soprattutto quando il mare tira qualche brutto scherzo. Alcune di queste, addirittura, rispondono.

Video originale del cantiere

Pershing, per esempio. Attenzione perché non è uno slancio poetico: pochi motoscafi, come quelli che escono dal cantiere di Mondolfo, hanno la capacità di dialogare con il loro pilota in un reciproco gioco di domanda/risposta che rende particolarmente eccitante il compito di governarli. Ed è a causa di questa consapevolezza, basata sull’esperienza dei modelli già provati e perciò sulle notevoli attese che ne derivano, che ci costringiamo a trattenere l’impulso di mettere subito in moto questo nuovo 6X e, senza indugio, prendere il largo per divertirci.

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Dunque, ci concediamo tutto il tempo necessario per visitare una barca che, oltre alle prestazioni, ha parecchio altro da mostrare. Innanzi tutto, in ordine di apparizione, l’inconfondibile impronta estetica impressa da Fulvio De Simoni.

Qui, senza cadere nella retorica del bello o dell’aggressivo o dell’esclusivo, basta evidenziare come la sovrastruttura, quasi compressa sulla linea di coperta, dia risalto a uno scafo che, a parte quegli eleganti dettagli che costituiscono la necessaria risposta a esigenze tipicamente crocieristiche (finestrature, plancetta di poppa eccetera), è di chiara impostazione offshore, come comprovato dal disegno della carena – che con i suoi 19 gradi di deadrise ha il pieno diritto di definirsi a V profonda – e da quella coppia di trasmissioni Top System a eliche di superficie che è capace di sopportare una coppia di ben 9000 Newton per metro.

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Appena a bordo si apprezza la versatilità di uno spazio che, a seconda delle situazioni, può essere suddiviso in modo convenzionale, tra pozzetto/esterno e salone/interno, oppure integrato in un unico ambiente articolato: a fare la differenza, in una manciata di secondi, sono i pannelli di cristallo a scomparsa totale che, movimentati da un servocomando elettrico, offrono un ottimo isolamento termoacustico.

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Particolarmente ampio e luminoso il passaggio che conduce al ponte intermedio, laddove un andito ospita una comoda cucina a vista e conduce alla cabina Vip con toilette en suite, a prua, e a alla cabina con letti gemelli a dritta, dotata di servizi con doppio ingresso. Quest’ultima può essere sostituita da un living, assumendo un’impostazione particolarmente gradita al mercato americano. Ancora quattro gradini e si scende all’armatoriale, a tutto baglio, perfettamente a mezzanave: un ambiente assai accogliente, con la toilette che si sviluppa lungo il lato dritto e con ampie finestrature laterali costituite, tra l’altro, da una coppia di raffinati oblò apribili, di forma rettangolare.

Bene, è il momento di uscire in mare. La manovra in porto è dir poco elementare grazie all’estrema precisione del joystick Xenta, posto tra le due preziose poltrone di guida firmate Frau. Gli strumenti sono tutti sott’occhio e la visuale sull’esterno è molto buona, anche se privilegia i piloti alti. Per la prima “sfogata”, con i due Man da 1550 HP ben caldi, lasciamo fare al controllo automatico Easy Set e ne seguiamo l’azione per tutto l’arco delle velocità.

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Grazie anche al mare sostanzialmente calmo, scopriamo così che gli interventi sull’assetto si protraggono fino ai 24-25 nodi, dopodiché – per usare un termine tipicamente aeronautico riferito alle ali – la carena diventa perfettamente “pulita”, cioè con i flap e i trim a zero, offrendo la minore resistenza possibile alla poderosa spinta delle eliche di superficie. Il risultato si legge sugli strumenti e si vede sull’acqua, perché quei 48,7 nodi (e siamo in condizioni pesanti) filano via con una dolcezza incredibile.

Inutili i tentativi di battere gli automatismi prendendo in mano la regolazione degli assetti e l’altezza delle eliche: l’Easy Set tira fuori dal complesso scafo-propulsione già tutto il possibile. Piuttosto, il controllo manuale diventa interessante – ma niente affatto irrinunciabile – alle medie velocità, quando lo scafo è più incline ad ampliare la gamma dei suoi assetti. Impossibile mettere in crisi lo scafo agendo in maniera acrobatica sul timone e sulle leve, perché corre come un treno sui binari. Con un vantaggio: lo sbandamento che assume, grazie soprattutto alla forte stellatura dell’opera viva, sembra fatto apposta per compensare la forza centrifuga. Davvero un gran bel risultato.


Valutazioni sulla barca provata

Allestimento tecnico della coperta: eccellente.
Allestimento del pozzetto: razionale, comodo, ben attrezzato.
Sistemazione zattera autogonfiabile: alloggiamento dedicato, sotto un divano del pozzetto.
Trattamento antisdrucciolo: teak a filarotti, elegante ed efficace.
Vani di carico: capienti e ben distribuiti.
Ergonomia della plancia: molto buona anche se risulta più adatta a un pilota di statura elevata. Bella e comoda la ruota di carbonio con inserti in pelle.
Visuale dalla plancia: discreta nella fascia di velocità critica (per il naturale appoppamento), molto buona in assetto. Anche in questo caso, migliore per piloti di statura elevata.
Articolazione degli interni: semplice, razionale.
Finitura: ottima ovunque.
Cucina: sottocoperta, ben proporzionata e perfettamente attrezzata.
Toilette: bella e molto comoda l’armatoriale; discrete quelle della vip e della doppia; quest’ultima in funzione anche di day toilet.
Locale equipaggio: adatto a un marinaio agile e, possibilmente, magro.
Sala macchine (ambiente): ottima, nonostante il notevole ingombro dei due Man 1550.
Sala macchine (allestimento tecnico): esemplare per la qualità e la disposizione dei vari elementi.
Rumorosità e vibrazioni: atmosfera relativamente ovattata fino a 30 nodi.
Risposta timone: eccellente.
Risposta flap: buona.
Stabilità direzionale: eccellente.
Raggio di accostata: estremamente contenuto.
Stabilità in accostata: eccellente, con sbandamento accentuato.
Manovrabilità in acque ristrette: ottima anche usando solo le leve degli invertitori ma eccellente per precisione e semplicità con il joystick Xenta, capace di assistere alla perfezione quando la manovra è resa più difficile dal vento e dalla corrente.

Tutte le prove di navigazione di Pershing

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