Prova di navigazione del Whally WHY 200
Prezzo base Euro 8.500.000 Iva esclusa
- Impressione di navigazione n. 1827
Scheda tecnica
| Lunghezza massima f.t. | m 27,03 |
| Lunghezza di omologazione (classificata imbarcazione) | m 23,98 |
| Larghezza massima | m 7,66 |
| Immersione alle eliche | m 2,00 |
| Dislocamento a vuoto (stimato) | kg 100.000 |
| Dislocamento a mezzo carico | kg 118.000 |
| Portata omologata persone | 20 |
| Totale posti letto ospiti | 8 in 4 cabine (standard) 10-12 in 5 cabine (optional) |
| Totale posti letto equipaggio | 5 in 3 cabine |
| Motorizzazione della prova | Volvo Penta IPS 1350 |
| Potenza | 4 x 1000 HP |
| Tipo di trasmissione | IPS |
| Peso motori con invertitori | kg 4 x 2.458 |
| Rapporto dislocamento a vuoto dell’imbarcazione/potenza motori installati | 25:01 |
| Prestazioni dichiarate: | |
| Velocità massima | 23 nodi |
| Velocità di crociera | 14-18 nodi |
| Autonomia a velocità di crociera | 800-390 miglia |
| Capacità serbatoio carburante | 12.000 litri |
| Capacità serbatoio acqua potabile | 2.200 litri |
| Capacità serbatoio acque nere | 900 litri |
| Capacità serbatoio acque grigie | 900 litri |
| Altre motorizzazioni | Volvo Penta IPS 1200 4 x 900 HP |
| Categoria di progettazione CE | A |
| Progetto | Team Wally/Luca Bassani e Ferretti Group Engineering Department – Studio Laurent Giles NA (architettura navale) – Vallicelli (interni) |
MOTORI: Volvo Penta IPS 1350
Dati rilevati con strumentazione di bordo multifunzione Simrad; variazioni possono occorrere in funzione della pulizia dell’opera viva, dell’entità e della distribuzione del carico imbarcato, della messa a punto e dello stato dei motori, delle condizioni meteomarine.
La gallery
La prova
CONDIZIONI – Vento: forza 1 – Mare: 2 – Carichi liquidi: 1/3 – Persone: 22 – Pulizia dell’opera viva: buona.
RILEVAZIONI – Velocità massima: 23,2 nodi – Velocità al 90{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} del numero di giri massimo: 20,5 nodi.
MISURAZIONI – Area totale interni: mq 200 – Area totale esterni: mq 144 – Area pozzetto: mq 46 (arredi compresi); spiaggetta aperta mq 39 – Area beach club: mq 32 – Area salone: mq 61 – Area suite armatoriale: mq 37 – Area flying-bridge: mq 49.
Costruzione e allestimento
Materiali: scafo in vetroresina; sovrastrutture in fibra di carbonio (compresa la scala strutturale al centro del salone) – Tipo di stratificazione: infusione sottovuoto – Geometria della carena: round bildge a V (deadrise 9 gradi) – Elementi di ventilazione: no – Stabilizzatori e piani mobili: 2 Seakeeper giroscopici, pinne Zero Speed, interceptor Humphree – Attrezzature di prua: sistema di ancoraggio a scomparsa assistito da telecamere e sensori e, sul ponte superiore, 4 bitte due ampi passacavi nell’impavesata e un verricello centrale – Attrezzature laterali: bitte e passacavi a mezzanave – Attrezzature di poppa: bitte e passacavi a scomparsa; 2 garage laterali con sbarco/imbarco dalle murate abbattibili – Plancetta poppiera: strutturale con settore centrale sommergibile dotato di scala a gradini.
Descrizione della barca provata
Molte cose le dice lo stesso nome: WHY, per Wally Hybrid Yacht, con specifico riferimento alla carena round bildge; 200, per le tonnellate di stazza lorda che costituiscono un record per un modello registrato come imbarcazione.
Se non fosse per il possibile fraintendimento, verrebbe da dire “ecco il solito Wally”. Già perché, in questo caso specifico, quel “solito” indica l’inesauribile capacità di Luca Bassani – padre del celebre marchio, dal 2019 nell’orbita del Gruppo Ferretti – di meravigliare e sorprendere tutte le volte che propone una sua invenzione. Ciò è talmente vero che, anche stavolta, è praticamente impossibile collocare il Wally Why200 all’interno di una categoria preesistente. Per non parlare del gusto: bello? Brutto? No, come già in passato, nome e aggettivo coincidono: è semplicemente “Wally”.
Video originale del cantiere
Dunque, quello che abbiamo di fronte è uno yacht radicale. Lungo fuori tutto poco più di 27 metri ma pur sempre rientrante nella categoria delle imbarcazioni, lo scafo mostra una sostanziale continuità verticale tra murate e sovrastruttura, fatto, questo, che trasferisce sul ponte superiore alcune di quelle funzioni che normalmente appartengono al ponte di coperta: per esempio, il fondamentale collegamento tra le estremità esterne – pozzetto e vertice di prua – che, anziché essere costituito dai classici passavanti laterali, avviene all’interno di una struttura full-wide-body; o anche l’attrezzatura prodiera di ormeggio che, costituita da quattro bitte attorno a un semplice verricello centrale, è raccolta appunto sul ponte superiore. Se osservando meglio venisse il sospetto che la nutrita squadra di grandi progettisti si è dimenticata un solido sistema di ancoraggio, basta guardare all’interno dell’imponente prua per scoprire un complesso meccanismo a scomparsa, assistito da telecamere.
Restando a ciò che non si vede, una nota importante riguarda l’opera viva, disegnata dallo specialista inglese Laurent Giles e ampiamente sperimentata nella vasca navale di Southampton: una carena round bildge con spigolo nella parte poppiera, studiata per scivolare nell’acqua con il minimo sforzo in dislocamento e in semidislocamento, coprendo un range di velocità che trova il suo apice negli ottimi 23 nodi abbondanti consentiti da quattro Volvo Penta IPS 1350 da 1000 HP.
Se il dato delle circa 200 tonnellate di stazza lorda non dovesse rendere bene l’idea del volume eccezionale per un’unità registrata come imbarcazione, basti pensare che 200 sono anche i metri quadrati di superficie utile interna distribuita su tre ponti. Di questi 200, ben 37 sono dedicati a quella che, nell’unità da noi provata, è la suite armatoriale, posta all’estrema prua del ponte principale. Tre sono le cose assolutamente da dire a proposito di questo spettacolare alloggio.
Secondo noi, la prima in ordine di importanza è strettamente legata alla stabilità dello scafo: in una posizione nella quale il beccheggio naturale è più accentuato, l’effetto combinato del sistema giroscopico Seakeeper, delle pinne e degli interceptor è letteralmente sorprendente. Lo abbiamo potuto apprezzare conversando in piedi, senza tenerci, per circa mezz’ora, mentre lo scafo filava 20 nodi su un mare niente affatto piatto. La seconda è costituita dall’incredibile visuale consentita dalla finestratura: ben 270 gradi in avanti, standosene comodamente sdraiati nel letto matrimoniale centrale. La terza è data dai circa 20 metri che, filtrati da un ponte e da una decina di paratie fonoassorbenti, separano questo ambiente dalla sala macchine, con il risultato che, nelle condizioni di cui sopra, si può davvero conversare sottovoce.
Tutto il resto dell’allestimento è stilisticamente e tecnologicamente coerente, quale che sia la formula di allestimento scelta dall’armatore all’interno di una rosa di proposte talmente articolata da rendere il risultato finale sostanzialmente custom. Da sottolineare che, mediante la rete wireless 5G, gli ospiti possono gestire tutta la domotica da qualsiasi punto dell’imbarcazione usando i device mobili personali, così come, attraverso il sistema integrato della Naviop, possono accedere anche ai dati relativi alla navigazione.
Parlando di sensazioni ai comandi, siamo di nuovo portati a dire “è il solito Wally”, in quanto, fatte le debite proporzioni, il comportamento del WHY200 ripropone una caratteristica comune un po’ a tutte le barche di Bassani: il netto contenimento dello slamming, cioè la tendenza della carena, soprattutto della sua parte prodiera, a “battere” sul mare formato. Anche in questo caso, dunque, pur disattivando il sistema di stabilizzazione, lo scafo preferisce attraversare l’onda piuttosto che salirvi sopra e ricaderne. Con grande vantaggio sul comfort. Per il resto, ottima manovrabilità a tutte le velocità e fedele risposta al joystick quando si tratta di destreggiarsi all’interno del porto.
Valutazioni sulla barca provata
Allestimento tecnico della coperta: ottimo per ingegnerizzazione e praticità.
Allestimento del pozzetto: ben articolato in più zone, con un eccellente collegamento con la plancetta poppiera e con le murate ribaltate.
Sistemazione zattere autogonfiabili: in vani dedicati.
Garage: due ambienti a murata, capaci di ospitare un tender da 4,05 metri, wave runner, seabob, paddleboard e ogni tipo di water toy.
Trattamento antisdrucciolo: a filarotti di teak, elegante ed efficace.
Vani di carico: numerosi e capienti, sono collocati esattamente dove occorre.
Ergonomia della plancia: ottima.
Visuale dalla plancia: eccellente in tutte le direzioni, risulta inevitabilmente limitata verso poppa ma solo a ridosso dello scafo.
Flying-bridge: ampio, ben attrezzato.
Articolazione degli interni: lineare, razionale, con ottimi collegamenti.
Finitura: eccellente ovunque.
Cucina: a vista, nel salone principale, funge ottimamente da bar.
Toilette: tutte assai comode e ben attrezzate, con l’originalità – nel caso dell’allestimento considerato – di due bagni sia per la suite armatoriale sia per la cabina Vip.
Locali equipaggio: ben separati dall’area privata e in collegamento diretto con la sala macchine, sono comodi e assolutamente autosufficienti.
Sala macchine (ambiente): eccellente per volume e per libertà di movimenti al suo interno, nonostante la presenza di quattro motori.
Sala macchine (allestimento tecnico): ottimo per qualità e collocazione delle varie componenti.
Rumorosità e vibrazioni: estremamente contenuta la prima, soprattutto nella metà prodiera dello scafo; pressoché inesistenti, ovunque, le seconde.
Risposta timone: pronta ed efficace a tutte le velocità.
Risposta correttori d’assetto: immediata ed efficace.
Stabilità direzionale: eccellente.
Raggio di accostata: estremamente contenuto.
Stabilità in accostata: eccellente.
Manovrabilità in acque ristrette: ottima, grazie al sempre provvidenziale joystick Volvo Penta.






