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Cannes Yachting Festival, il vantaggio del calendario

Cannes

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Con il solito innegabile vantaggio di essere l’apripista dell’anno fiscale della nautica internazionale, il salone francese è tornato dopo due anni di attesa forzata. Un buon successo ben testimoniato dal Ministro del mare, quello sì invidiabile.

Un po’ come accade per l’indice dei personaggi e interpreti che apre o chiude la proiezione di un’opera cinematografica, l’ordine di apparizione ha premiato ancora una volta, puntualmente, il salone della Costa Azzurra.

“A prescindere”, avrebbe detto il principe de Curtis. Infatti, dopo il suo stop del 2020 imposto dalla pandemia, lo Yachting Festival si è ripresentato quest’anno, dal 7 al 12 settembre, con le stesse luci e ombre di sempre.

Cannes Yachting Festival

Le prime, costituite dall’innegabile quantità/qualità di première che, guarda caso, sono tali proprio perché legate al dato anagrafico dell’esposizione; le seconde, rappresentate dalla sempre difficoltosa mobilità interna del Vieux Port, imposta soprattutto da quel micidiale ponte mobile che, ciclicamente e spesso a sorpresa (alla faccia della tabella oraria ufficiale), divide in due l’area espositiva principale per almeno venti minuti, per lasciar libero il passaggio in uscita e in entrata alle unità in prova e alle non poche barche residenti. Una caratteristica, questa del collegamento con il mare, che per quanto sia poco fluida e non sempre possibile, resta comunque assolutamente irrinunciabile per una mostra che ne ha fatto uno dei suoi maggiori punti di forza.

Ancora più marcata poi, in quanto strutturale, la separazione tra questo bacino e quello di Port Canto che, sul piano pratico, sono distanti assai più dei tre quarti di miglio nautico che separano le relative imboccature e che vengono percorsi da apposite navette, spesso troppo affollate: il primo sostanzialmente dedicato alle barche a motore (quest’anno per un totale di 480 unità) e all’accessoristica, il secondo dedicato alla vela (per un totale di 113 unità) e ai broker.

Insomma, seppure sotto la stessa egida, si tratta praticamente di due saloni: entrambi sicuramente interessanti – soprattutto per gli operatori, in chiave business-to-business – ma decisamente faticosi per il pubblico che, infatti, quest’anno più che nel passato, sembra aver deciso preventivamente di visitare l’uno o l’altro, a seconda dell’appartenenza al mondo del motore o a quello della vela. Non a caso, ci è venuto spontaneo il paragone con Miami, dove – mutatis mutandis – lo Yacht Show e il Boat Show sono due saloni simultanei profondamente diversi, fisicamente separati (poco meno di 3 miglia) e ciascuno con un suo specifico pubblico che difficilmente si mescola con l’altro.

Una spartizione che nel caso di Cannes sarebbe interessante misurare con precisione ma che, almeno per il momento, si confonde nel novero dei dati complessivi. A dichiararli con soddisfazione, subito dopo la chiusura, è stata Sylvie Ernoult, direttrice del salone per conto di Reed Exposition France: “Se il numero totale di espositori e di barche è diminuito leggermente rispetto al 2019 (rispettivamente del 7{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} e del 4{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} – ndr), la quantità di modelli presentati in anteprima mondiale è aumentata del 10{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8}, mentre il numero complessivo di visitatori è rimasto lo stesso.

Un risultato che ci rende davvero orgogliosi”. Va aggiunto che, sul piano più strettamente tematico, un successo di quest’ultima edizione è stato indubbiamente quello di aver dato grande spazio e risalto al tema della transizione ecologica in campo nautico, già affrontato più in sordina nel 2019 con la mostra didattica “Energy Observer”, basata sull’esperienza della barca-laboratorio che aveva attraversato l’Atlantico in modo totalmente green. Stavolta, il salone è riuscito a raccogliere ben 80 imbarcazioni ecosostenibili e a creare un’area dedicata specificamente a 11 unità tra ibride e full-electric.

Il tutto con la benedizione di Annick Girardin, ministra francese del mare, per la prima volta a Cannes essendo stata nominata il 6 luglio 2020, in piena emergenza Covid. Già, perché la Francia, dopo una gestazione durata trent’anni, quel giorno si è finalmente dotata di una figura governativa completamente dedicata all’industria navale, alle infrastrutture portuali, al turismo e ai trasporti marittimi, alla pesca, all’acquacoltura, all’energia e alla biotecnologia marina. Abbiamo l’impressione che farebbe molto comodo anche all’Italia.

Cannes in cifre

  • 54.400 visitatori
  • 575 espositori
  • 620 unità da 3 a 50 metri (507 a motore, 113 a vela)di cui 141 anteprime
  • 480 a Vieux Port, 140 a Port Canto
  • 518 in acqua, 102 a terra
  • 29 unità usate nello Spazio Broker

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