Immancabile tester
Uno degli strumenti che a bordo non dovrebbero mai mancare è il tester o multimetro. Si tratta di un piccolo apparecchio che nelle versioni base misura i Volt (tensione V), gli Ampere (intensità di corrente A) e gli Ohm (resistenza Ω). Di semplice utilizzo e anche economico (dai 10 Euro a salire) può risolvere numerose problematiche molto comuni. Vediamo a cosa può servire:
1) La basilare e più semplice funzione del tester è quella di misurare i Volt, anche di una batteria. Per far ciò posizioniamo il commutatore sulla indicazione “V” in corrente continua CC o DC (talvolta il simbolo è anche formato da una V e da una lineetta affiancata da tre linee più corte o puntini) nel range di misura adeguato, per esempio fino a 50 V, e connettiamo i punti di misura con i puntali isolati in dotazione dell’apparecchio verificando le polarità. In tale tipologia di misurazione, collegando lo strumento con i due poli della batteria possiamo stabilirne lo stato di carica. Infatti se il quadrante indica una tensione di circa 12,8 V (con impianti a 12 volt) e 25,2 V (con impianti a 24 volt) significa che abbiamo le batterie potenzialmente cariche. Ma tale indicazione potrebbe variare con alcune batterie particolari (come le Optima o similari) dove la tensione di massima carica può essere maggiore di circa 1 Volt, con impianti a 12 V, e di circa 2 V, con impianti a 24 V. Comunque non sempre è sufficiente misurare la tensione per conoscere l’efficienza di una batteria, poiché può capitare che tra le celle interne dell’accumulatore vi siano collegamenti degradati che, pur consentendo la lettura di una tensione corretta, non permettono comunque il corretto flusso di corrente (l’amperaggio) necessario alle nostre richieste.
2) Sempre utilizzando il tester in posizione “Volt in CC” nell’opportuno range di misura, possiamo controllare il funzionamento degli alternatori: stabiliamo i collegamenti come al punto 1 e accendiamo i motori – tenendoli un po’ su di giri – verificando se la tensione sulla batteria sale a circa 14 o 28 Volt, a seconda dell’impianto. Possiamo eseguire un controllo similare anche per accertarci del funzionamento del caricabatterie, che preliminarmente collegheremo alla rete di terra (a motori spenti e con prudenza), verificando poi la corretta tensione sulle batterie. Se corretti, i valori indicati saranno rispettivamente di circa 14 e 28 Volt (leggermente diversi in base alle fasi di ricarica o al tipo di batteria) e comunque sempre superiori rispetto alla tensione in assenza di ricarica.
3) Ancora con il tester impostato su “Volt in CC”, possiamo capire se un apparato di bordo non funzionante è rotto o se, più semplicemente, non gli arriva la corretta alimentazione. Accendiamo dunque il relativo interruttore (con batterie e magnetotermici attaccati) e verifichiamo che ai cavi di alimentazione, alla loro prima giunzione (normalmente sono i cavi di maggiore spessore: rosso per il positivo e nero per il negativo), arrivi la giusta tensione. Diciamo “giusta tensione” poiché, soprattutto sugli apparati elettronici, un basso voltaggio equivale al non funzionamento dell’utenza. Pertanto, una caduta di tensione importante (quella che sul tester risulterebbe inferiore rispettivamente a 11 V e 22 V) può far pensare erroneamente al guasto del plotter o del bow thruster o anche solo di un led. In questo caso, invece, dopo aver controllato lo stato delle batterie, dobbiamo verificare se vi siano ossidazioni o piccole rotture sui cavi o negli interruttori e, con l’occasione, accertare che non vi siano surriscaldamenti che potrebbero anche trasformarsi in inneschi di incendio. Nei casi sospetti, si impone una sostituzione.
4) Stesse prove di funzionamento le possiamo eseguire sull’impianto a 230 Volt in corrente alternata, dove però dovremo prestare molta attenzione a non toccare mai i cavi scoperti. Dopo aver connesso l’impianto alla banchina e attivato i vari interruttori della 230 V, posizioniamo il tester sulla adeguata scala di Volt, impostiamolo in corrente alternata CA o AC (~) e tocchiamo con i puntali isolati il punto di arrivo dell’apparato che vogliamo verificare. Qualora la tensione risultasse al di sotto dei 210/230 V potrebbe risultarne un malfunzionamento o addirittura il non funzionamento totale. Spesso, una bassa tensione è dovuta a un errato dimensionamento dell’impianto di banchina o a un affollamento di imbarcazioni collegate sulla stessa linea. Tuttavia, può anche trattarsi di un guasto del cavo di collegamento bordo-terra – il più delle volte per schiacciamento – o anche di sporcizia o ossidazione dei contatti.
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