Puglia: Gargano e Isole Tremiti, le meraviglie dello Sperone
Foto di ARET Pugliapromozione
Crociera in barca a vela dalla frastagliata costa garganica all’incantevole arcipelago delle Tremiti – Area Marina Protetta dal 1989 – tra calette di acqua cristallina, faraglioni scolpiti dal vento, scogliere a picco e ridenti borghi marinari.
Splendide spiagge all’ombra di candide falesie coronate da verdi boschi di pini d’Aleppo, articolate grotte marine dai riflessi iridescenti, antiche torri di avvistamento e pittoresche cittadine punteggiano la costa del Promontorio del Gargano lambita dalle azzurre acque dell’Adriatico dove al largo sono adagiate le isole Tremiti. Un itinerario di circa un centinaio di miglia alla scoperta di uno degli “angoli” più belli della Puglia.

Vieste
Punto di imbarco privilegiato per visitare il Gargano è Vieste, il cui borgo medievale, arroccato sulla rupe rocciosa di San Francesco protesa verso il mare, sembra un bastimento in procinto di prendere il largo. Ne è il “Ponte di comando” l’imponente castello a pianta triangolare che vi sorge sopra, fatto costruire da Federico II nel 1242 e rimaneggiato dagli Spagnoli nel 1500.

I suoi bastioni pentagonali sovrastano l’abitato, di poco più alti della vicina e altrettanto imponente Cattedrale dell’Assunta dell’XI sec., costruita in stile romanico-pugliese, mentre il resto del centro storico è un intrigo di viuzze, archi rampanti, scalinate e casette bianche, animato d’estate da bazar e negozi di artigianato.
La parte ottocentesca e moderna della città, si estende dabbasso, accanto al lungomare della baia di Marina Piccola, ombreggiato da palme e protetto dall’isoletta di Sant’Eufemia su cui spicca la torre in pietra chiara del bel faro costruito nel 1867, l’ultima costruzione a scomparire a poppa una volta lasciato il porto per fare rotta verso le isole Tremiti, 30 miglia a Nord-Ovest.

Le Isole Tremiti
Con una piacevole veleggiata si arriva in poche ore in vista dell’arcipelago, le cui isole di San Domino, San Nicola, Capraia, Cretaccio e la più discosta Pianosa, tutte in chiara pietra calcarea, sembrano brillare di luce propria sullo sfondo azzurro del cielo. La prima a catturare lo sguardo è San Domino, la più grande e popolosa, ricoperta da un mantello di profumate pinete fin sulle scogliere frastagliate che si gettano a picco nell’acqua smeraldina.

Il periplo dell’isola si rivela una continua scoperta di piccole e grandi insenature dove tuffarsi, – come le bellissime Cala Matano, Cala delle Arene, Cala del Pigno e Cala Spido – oltre che di misteriosi anfratti e cavità nascoste. Ne è l’emblema la Grotta del Bue Marino, che i raggi del sole tingono di un azzurro irreale, nascosta tra le pendici della scoscesa Ripa dei Falconi, sulla cui sommità si librano nell’aria il falco della regina, il falco pellegrino e le diomedee (o berte), il cui triste canto, secondo la leggenda, rievoca il lamento funebre dei compagni d’arme dell’eroe acheo Diomede, fondatore dell’arcipelago (da cui l’antico nome delle Tremiti, Insulae Diomedeae), che qui seppellirono, per poi continuare a piangerlo trasformati da Venere in uccelli marini.

Ancora un bagno sul versante orientale dell’isola tra le falesie di Punta del Diamante e i Pagliai, suggestivi scogli monolitici, e si ormeggia nella “piscina” turchese che si apre davanti alla Punta dello Straccione di Capraia.
L’isola è una disabitata zolla granitica punteggiata di piante di cappero, ginepro e lentisco, un paesaggio in apparenza brullo che nasconde angoli deliziosi come Cala Pietra di Fucile, con due spiaggette di ciottoli sotto la scogliera, e la grande e sinuosa Cala dei Turchi, protetta dai venti prevalenti, entrambe due piacevoli ancoraggi.

Si naviga poi verso il centro storico e amministrativo dell’arcipelago, l’isola di San Nicola, un altopiano roccioso fasciato da inaccessibili e bianche falesie su cui sembrano scolpiti, piuttosto che costruiti, i bastioni e il castello di epoca angioina e la maestosa Abbazia di Santa Maria a Mare, fondata nel IX sec. dai benedettini, così solida da resistere agli attacchi della flotta di Solimano il Magnifico nel 1500 come ai cannoni inglesi “puntati” sui murattiani seguaci di Napoleone che vi si erano rifugiati. Lasciato il suo porticciolo che fronteggia quello dell’isola di San Nicola, solo a poche centinaia di metri, si costeggia l’isolotto dorato del Cretaccio, falce di friabile natura argillosa, ripiegata su una graziosa spiaggia e contornata da un corollario di scoglietti di cui La Vecchia, tutto nero, è il maggiore.

Si volge quindi la prua verso la “lontana” Pianosa – a 11 miglia –, che in superficie è una bassa pietraia sormontata da un faro e spazzata dai marosi, abitata soltanto dai gabbiani reali, mentre sott’acqua cela splendidi fondali ricchi di vita da esplorare con i diving center autorizzati. L’isola è, infatti, una riserva integrale da circumnavigare tenendosi a debita distanza (500 metri) per poi tornare a San Domino e gettare l’ancora nell’accogliente Baia degli Inglesi, dove il sole tramonta tra mille sfumature di colore, ultima tappa nell’arcipelago.

La costa del Gargano
Ripreso il mare si torna sul Gargano, puntando verso Rodi Garganico, riconoscibile dalle sue abitazioni bianche abbarbicate sulle pendici del promontorio roccioso che separa le due lunghe spiagge di Levante e Ponente, dritte come un righello che hanno alle spalle una distesa di pini, olivi e alberi di agrumi i cui fiori, le zagare, riempiono l’aria di un inconfondibile profumo.

Si sbarca nel nuovo porto turistico per una visita al pittoresco borgo medievale cinto da mura e si riparte per Peschici, che domina superba il paesaggio, disposta com’è ad anfiteatro su una rupe carsica alta sul mare circa cento metri. La cittadina, con un bel centro storico medievale coronato dal Castello Angioino, segna l’inizio di una costa quanto mai frastagliata, con decine di baie, calette e grotte per lo più incastonate tra dita rocciose dove qua e là si aggrappano i trabucchi, antiche macchine da pesca in legno con lunghissime “antenne” volte a sorreggere una rete, il trabocchetto, che va immersa in mare, in gran parte trasformati in ristoranti di pesce. In ogni insenatura si vorrebbe gettare l’ancora.

Memorabili le acque turchesi e le spiagge di sabbia impalpabile di Baia Zaiana, Baia Manaccora e Cala Lunga tra punte scoscese dove fermarsi per bagni e snorkeling. Di nuovo a Vieste, superata la soffice spiaggia dorata che si stende ai piedi del Pizzomunno – un enorme dente di calcare alto 26 metri diventato l’emblema della città –, si transita nella splendida Baia di San Felice con il celebre “Architiello”, un monumentale arco di roccia puntato verso il largo, che precede l’altrettanto attraente Baia dei Campi cinta da oliveti e pinete.
La Grotta Sfondata, una delle più belle per i suoi riflessi blu elettrico è proprio lì vicino e vale la pena di esplorarla in tender prima di raggiungere l’azzurra Baia di Pugnochiuso tra due promontori boscosi e la scenografica Baia delle Zagare, fasciata da una delle spiagge più belle della Puglia tra la falesia strapiombante con le floride chiome dei pini d’Aleppo piegate verso il mare azzurro dove sono piantati i due faraglioni più fotografati della Puglia, l’Arco di Diomede e La Finestrella dei Sogni. Un paradiso da esplorare maschera e pinne. Dopodiché, si può dare fondo, poco più a Nord, nell’incantevole Baia di Vignanotica, presidiata da candide scogliere che cadono a picco sulla spiaggia di ghiaia accarezzata dall’acqua turchese, dove si può decidere di trascorrere una notte sotto le stelle, prima di iniziare la rotta di ritorno per Vieste.
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