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Manutenzione della barca: la coperta a prova d’inverno

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Acciai, verricelli, cime e gavoni. E poi ancora oblò, bozzelli e parabordi.

Ecco tutti i lavori da fare sul ponte per resistere alla cattiva stagione e uscire dal letargo in piena forma.

Soprattutto se la barca rimane ferma all’ormeggio per tutto il periodo invernale, è indispensabile realizzare a bordo alcuni interventi di preparazione e manutenzione.

La coperta è la parte della barca che accoglie la maggior parte degli elementi più esposti alle condizioni meteo più dure e alla possibilità di accumulare sporcizia e principi di ossidazione. La prima azione da compiere è un’accurata ispezione per verificare che non esistano situazioni di emergenza, come fessurazioni o delaminazioni, che richiedano l’intervento urgente di un cantiere.

Una volta verificato che il pericolo sia scongiurato, si può iniziare il lavoro di ordinaria manutenzione partendo dagli oblò, passi uomo, boccaporti. Una priorità che ci permette di mettere al riparo gli interni della barca da infiltrazioni d’acqua che, con l’alternanza fra il freddo intenso della notte e le temperature più miti del giorno, soprattutto in presenza di sole, incrementano di molto la formazione della condensa molto dannosa per tutto ciò che è contenuto all’interno dello scafo.

manutenzione della barca d'inverno-la coperta

Oblò e boccaporti

Anche se è molto probabile che, se presente, un’eventuale infiltrazione d’acqua da cerniere e guarnizioni si sarebbe già manifestata, è comunque opportuno verificare la tenuta di oblò e boccaporti simulando con la manichetta dell’acqua una sorta di inondazione della coperta. Se non ci sono brutte sorprese, che potrebbero comportare la sostituzione di qualche componente, possiamo procedere a una semplice manutenzione.

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Prima di tutto verificando il corretto serraggio di viti e brugole delle cerniere e se necessario lubrificarle con del grasso al litio. Quindi si passa alla verifica delle guarnizioni in gomma. La sporcizia accumulata è il minore dei problemi, e si risolve con un lavaggio approfondito con spugna o panno e acqua calda. Ciò che danneggia la gomma è soprattutto l’esposizione al sole che può indurirla e ridurne la tenuta. Una volta lavate, tutte le guarnizioni devono essere passate con della vaselina che si trova anche in confezione spray. Questa operazione sarà da ripetere all’inizio della stagione successiva prima di riprendere a navigare.

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Gli oblò vanno controllati e puliti, serrando le viti delle cerniere e maniglie e lubrificando le guarnizioni con vaselina dopo averle lavate con acqua calda.

Bicarbonato contro la ruggine

Tutte le attrezzature di metallo della coperta hanno un grande nemico: l’ossidazione. Si tratta di una reazione chimica fra l’ossigeno e il metallo. La sua manifestazione e diversa a seconda del tipo di metallo e si traduce in ruggine sul ferro e acciaio (anche inossidabile se non è di ottima qualità), in verderame sul rame, patine di diverso colore su ottone e alluminio. La ruggine è l’elemento più dannoso, perché può corrodere l’oggetto o bloccare meccanismi.

Nel caso piuttosto frequente in cui ci siano bulloni d’acciaio a contatto con parti in alluminio, se si innesca un processo di corrosione, l’alluminio si trasforma in un collante che blocca il dado avvitato sul bullone, impedendone la rotazione con tutte le complicazioni nel caso in cui si dovesse smontare l’attrezzatura.

Quindi prevenire significa sostanzialmente lavare con tanta acqua le ferramenta della coperta – anche per rimuove sale e sporcizia – saggiare la capacità di rotazione dei dadi, e rimuovere punti di ruggine che si sono già manifestati per evitare che, con la complicità dell’inattività e del cattivo tempo, si estendano. Come? Esistono in commercio tanti prodotti specifici, ma si può intervenire efficacemente in modo meno dispendioso.

Innanzitutto, si devono rimuovere i depositi in eccesso di ruggine spazzolando leggermente. Quindi si deve applicare un po’ di bicarbonato di sodio strofinandolo con un panno inumidito con aceto bianco. A operazione conclusa, se si ha pazienza e tempo, si possono rivestire le parti in acciaio della coperta con cera reperibile in qualsiasi negozio di ferramenta ben fornito.

Meccanismi in movimento: acqua a volontà

La coperta di una barca a vela è il regno dei meccanismi in movimento e, di conseguenza, il paradiso di tutte quelle sostanze che possono “incriccarli”. Bozzelli, pastecche, stopper, rotaie e trasti, winch, tutti temono la sporcizia, il sale, la sabbia. Per queste attrezzature e la loro manutenzione è indispensabile ricorrere a frequenti lavaggi con acqua dolce. A maggior ragione prima di affrontare un periodo prolungato di fermo, quando, oltre al lavaggio, è bene effettuare anche un trattamento con uno spray lubrificante.

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I bozzelli vanno smontati e lavati, così come vanno lavati con abbondante acqua dolce tutti i meccanismi in movimento come le rotaie, i carrelli, gli stopper.

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I bozzelli vanno invece smontati e dopo essere stati lavati e lubrificati sarebbe molto opportuno alloggiali in qualche luogo asciutto. Un caso particolare sono i verricelli, che periodicamente vanno smontati, controllati e puliti. Un’operazione non complessa – vedi box – che mostra qualche differenza a seconda delle marche ma che generalmente consiste nell’estrazione della campana e nello smontaggio di tutti i componenti che devono essere lasciati a bagno nella nafta per diverse ore.

Una volta puliti e asciugati, vanno rimontati e ingrassati. Ma attenzione, il grasso deve essere utilizzato solo in alcune parti, come le ghiere e gli ingranaggi e in modica quantità, mentre non deve essere assolutamente utilizzato per i nottolini e le molle, che vanno lubrificati con un olio apposito.

L’ancora, il suo gavone… e tutti gli altri

Rimuovere tutta la linea d’ancoraggio per il rimessaggio invernale offre un duplice risultato: quello di pulire il gavone e quello di verificare lo stato della linea d’ancoraggio. Soprattutto se non si vuole ricoverare ancora e catena in un magazzino, non è necessario sbarcare il tutto in banchina, ma è sufficiente addugliare la catena sul ponte in modo da controllare lo stato delle cosiddette false maglie, ossia quelle giunzioni che sono state eventualmente applicate per aumentare la lunghezza della catena stessa, e darle una bella lavata con tanta acqua dolce.

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L’estrazione di tutta la catena, oltre a al lavaggio e al controllo delle maglie, permette una profonda pulizia del gavone e il controllo dello stroppino che collega l’ultima maglia al golfare interno.

manutenzione della barca d'inverno-la coperta manutenzione della barca d'inverno-la copertaA questo punto ci si deve immergere nel lavoro sporco, quello di rimozione di detriti, alghe e sabbia che si troveranno sul fondo del gavone e liberare bene gli ombrinali. Una volta lavato fondo e pareti, si può ricollocare all’interno tutta la catena e magari sostituire lo stroppino che collega l’ultima maglia al golfare all’interno del gavone.

Se si ha invece disponibilità di spazio a terra, è questa una buona occasione per sbarcare tutta la linea e rimarcare, con pittura o con gli appositi inserti di plastica, le diverse lunghezze in modo che siano ben visibili nelle fasi di ancoraggio. Ma non è solo del gavone dell’ancora che ci si deve preoccupare.

Tutti le altre zone di stivaggio in coperta devono essere svuotate, ripulite, e lasciate asciugare bene prima di ricollocare al loro interno i materiali che normalmente custodiscono. Anche in questo caso, se si dispone di un magazzino, sarebbe molto opportuno sbarcare quanto possibile, e conservarlo in un luogo asciutto.

Cime e parabordi

L’ideale sarebbe quello di sfilare anche tutte le drizze lasciando al loro posto un testimone. Ma se questo ci appare come un lavoro che va ben oltre nostre forze e il tempo a disposizione, fatta eccezione per i cavi di ormeggio, tutto il resto del cordame va sbarcato e lavato, compresa la scotta della randa che può essere sostituita con una vecchia scotta la cui funzione sarà solo quella di tenere fermo il boma sempre che non lo si voglia poggiare in coperta.

Il lavaggio delle cime è di estrema semplicità: le si immerge per qualche ora in acqua e ammorbidente (se si vive in appartamento di solito si sacrifica la pace famigliare utilizzando la vasca da bagno), per poi farle asciugare al sole abisciandole possibilmente belle larghe su un terrazzo. Una volta asciutte, vanno adugliate e conservate in un luogo asciutto, possibilmente non a bordo.
Anche i parabordi, anche se resteranno in gran parte al loro posto, meritano un po’ di cure di fine stagione. Per togliere le macchie esistono detergenti specifici ma il più delle volte, per quelle di catrame, è sufficiente l’olio di oliva (di scarsa qualità va benissimo), mentre per quelle più ostinate si po’ utilizzare pasta abrasiva per carrozzieri o il famoso prodotto in crema che igienizza i nostri bagni.

Ridurre le tensioni

Premesso che dopo qualche stagione è sempre opportuno far dare una controllata allo stato del sartiame da tecnici specializzati, il momento del rimessaggio è un’occasione per eseguire un controllo almeno alla base di sartie e stralli. Un giro in coperta a occhi bassi, ci permette di controllare lo stato degli arridatoi e la presenza di tutte le copiglie (operazione da ripetere a inizio stagione), e magari di nastrarle in modo da essere sicuri che non vadano perdute.

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Si può alleggerire la compressione dell’albero sulla coperta allentando paterazzo e arridatoi delle sartie, segnando con nastro adesivo il punto in cui ripristinate i giri originari.

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In questa fase si può alleggerire un po’ il carico dell’albero sulla coperta, togliendo un po’ di tensione al paterazzo e qualche giro agli arridatoi delle sartie. La cosa importante è segnare, magari con del nastro isolante, il punto in cui si dovranno riportare i giri per dare la giusta tensione alle manovre fisse.

Vele a riposo

Si tratta probabilmente del lavoro fisicamente più impegnativo, soprattutto se si è armatori di barche sopra i 12 metri di lunghezza, armate con vele che molto facilmente possono arrivare a pesare alcune decine di chili. Ma è un lavoro che va fatto senza nessuna deroga se non si vuole accorciare la vita al propulsore principale della barca. La condizione ideale è quella di potere disarmare le vele e avere a disposizione, presso la barca, un’area pulita a terra dove aprirle e procedere alla loro pulizia. La superficie deve essere perfettamente pulita e priva di detriti che potrebbero danneggiare la vela.

Quindi si procede al lavaggio usando quei detergenti che il velaio potrà consigliarci e uno spazzolone con fibre morbide per non graffiare i tessuti. Lavata e risciacquata, la vela deve asciugare perfettamente prima di essere piegata e riposta all’interno del suo sacco. Un buon sistema è quello incocciare la drizza nella penna e issarla in testa d’albero senza inferirla. A seconda della giornata, in un paio d’ore il gioco è fatto. Destinazione finale? Possibilmente un luogo asciutto, lontano da fonti di umidità.
E visto che di tela parliamo, non dimentichiamoci di quelle di cui sono fatti bimini e spray hood. Anche queste attrezzature vanno smontate dai telai, lavate, asciugate e riposte in luoghi asciutti. Quando sarà il momento di rimontarle, nel caso avessero accennato a qualche infiltrazione nell’estate precedente, si potranno trattare con prodotti impermealizzanti.

IL WINCH IN POCHE MOSSE

Smontare e pulire un wich, con le dovute attenzioni visti i tanti elementi di cui si compone, è un’operazione alla portata di tutti. Occorre organizzarsi con gli attrezzi giusti a portata di mano, una superficie libera dove appoggiare i vari componenti e contenitori dove riporli per il lavaggio.
Ecco nella sequenza fotografica quali azioni sono necessarie per smontare un winch per poi procedere al lavaggio di tutti i componenti con un bagno di nafta. Una volta asciugati, si devono ingrassare con moderazione gli ingranaggi e lubrificare con lo spray i nottolini.

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Prima di iniziare lo smontaggio è opportuno disporre su una superficie piana gli strumenti necessari. Di solito sono sufficienti due cacciaviti spaccati (a testa piatta) di diversa dimensione e delle brugole.
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Si toglie il self tail facendo attenzione a non perdere la relativa molla.
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Con un cacciavite spaccato si svita il fermo al centro della campana.
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A questo punto si può sfilare la campana facendo attenzione – soprattutto con alcuni winch – a non perdere i nottolini già in vista.
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Si sfilano tutti i cuscinetti.
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Con la chiave a brugola si rimovono i bulloni alla base del winch.
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Ora si possono rimuovere tutti gli ingranaggi, facendo attenzione ai nottolini che facilmente vanno perduti, per poi immergere tutto in un bagno di nafta per alcune ore. Ogni fase di smontaggio è bene che sia fotografata per non confondersi nella fase di rimontaggio.

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