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Caraibi, Isole Vergini Britanniche, Il Paradiso della Vela

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Alisei costanti, clima caldo tutto l’anno, tranquille calette di acqua turchese, spiagge di abbagliante sabbia bianca, fondali marini ricchi di vita e accoglienti marine caratterizzano le BVI, un arcipelago di 36 isole e isolette vicine tra loro, perfette per una crociera in tutto relax.

Situato tra il Mar dei Caraibi e l’Oceano Atlantico settentrionale, 50 miglia a Est di Porto Rico, l’arcipelago delle Isole Vergini – politicamente ripartito tra Gran Bretagna (BVI) e Stati Uniti (USVI) – si estende tra le Piccole e Grandi Antille comprendendo 500 chilometri quadrati di terre emerse tra isole, isolette e cay. Le Vergini Britanniche (BVI) ne occupano la parte orientale (153 kmq) con 36 isole – 20 disabitate e 16 abitate –, tra cui le quattro maggiori, Tortola, Virgin Gorda, Jost Van Dyke – di origine vulcanica – e la corallina Anegada, più a Nord.

George Town e il suo grande harbour, Tortola

Un po’ di storia

Conosciute già nel 1500 a.C. dai popoli amerindi che vi praticavano una pesca stagionale, i primi a insediarsi stabilmente alle BVI furono intorno al 100 a.C. gli indiani Arawak, provenienti dal Sud America. La loro presenza è testimoniata da ceramiche e altri manufatti trovati in varie località di Tortola, ma non si sa molto di loro; certo è che quando gli Europei approdarono alle BVI le trovarono disabitate, non c’erano neanche gli aggressivi Caribi, una tribù delle Piccole Antille che li aveva scalzati nel XV sec. stabilendosi anche in altre isole caraibiche.

Ebbero però la “fortuna” di incontrare questi ultimi, ben dotati di frecce avvelenate, le due dozzine di uomini armati che nel novembre del 1493 Cristoforo Colombo – al secondo viaggio nel Nuovo Mondo – aveva inviato a terra alla ricerca di acqua dolce dopo aver ancorato al largo di Salt River bay nell’isola di St Croix (USVI) con una flotta di 17 vascelli e 1.500 uomini. La ritirata fu veloce, ma l’esploratore genovese – primo europeo ad avvistare queste isole – fece in tempo a rimanere colpito dalla bellezza e vastità dell’arcipelago, tanto da volerlo battezzare col nome di “Santa Ursula y las Once Mil Vírgenes” (diventato poi solo “Las Virgines”), richiamandosi a Sant’Orsola, la figlia di un re bretone che venne barbaramente uccisa dagli Unni di Attila insieme alle 11.000 nobili fanciulle che la accompagnavano in pellegrinaggio a Roma. Rende omaggio alla leggenda la bandiera del Paese, dove figura in campo blu lo stemma con l’immagine di Sant’Orsola tra 11 lampade, mentre in alto a sinistra spicca la Union Jack, a far presente che le BVI sono un territorio britannico d’oltremare.

L’Inghilterra ne assunse il controllo nel 1672, al termine di una centenaria contesa tra olandesi, spagnoli, danesi e francesi, durante la quale le isole – rivendicate dalla Spagna ma mai colonizzate – erano diventate un covo di famigerati pirati.

Brewers Bay, isola di Tortola

Tortola, Road Town

Tortola, l‘isola più grande e popolata delle BVI, ospita, in un profondo porto naturale nel cuore del versante meridionale, la capitale Road Town, che accoglie nell’Inner Harbour – da cui prende avvio il nostro itinerario – le flotte di svariate società di charter, tra cui The Moorings, la prima a essere fondata qui nel 1969 con solo tre barche a disposizione (oggi alle BVI si contano circa 14 compagnie di noleggio e oltre 800 barche). Prima di mollare gli ormeggi vale la pena di fare un giretto in questa vivace cittadina dove passeggiare tra gli edifici coloniali color pastello della Main Street, piena di ristoranti, caffè e negozi, visitare il Virgin Island Folk Museum, ambientato in una bella casa in legno dei primi del 900, e rilassarsi nella frescura dei J.R. O’Neal Botanic Gardens, splendidi giardini con piante tropicali, fontane e un laghetto di ninfee. Volendo si può raggiungere in auto il non lontano Sage Mountain National Park, parco nazionale che prende il nome dalla vetta più alta dell’isola (523 m) – da cui la vista spazia su tutto l’arcipelago – e custodisce quanto rimane dell’originaria foresta pluviale.

The Baths, isola di Virgin Gorda

Virgin Gorda

Lasciata Road Town, si fa rotta verso la sinuosa isola di Virgin Gorda, ossia “Vergine Grassa”, nome affibbiatole da Colombo per il suo skyline di opulente curve verdeggianti. La prima tappa è il The Baths National Park, all’estremità Sud-Occidentale, una vera meraviglia geologica di ciclopici massi di granito lisciati dal tempo che si affastellano l’uno sull’altro creando angusti passaggi, grotte e piscine di acqua turchese dove è paradisiaco stare a mollo.

I ciclopici massi di granito di The Baths, Virgin Gorda.

Scalette e tientibene di corda sui liscioni portano poi ad altre due notevoli baie, la deliziosa Devil’s bay, caletta di sabbia a Sud, e Spring bay, candida mezzaluna a poche miglia da Spanish Town, cittadina ben munita di negozi e boutique per lo shopping, dove si ormeggia per la notte nello Yacht Harbour Marina. Continuando a navigare lungo la costa occidentale dell’isola si incontrano insenature fantastiche, come l’interminabile Savannah bay, prima di infilarsi nel Gorda Sound, una sorta di meraviglioso mare interno – perfetto per snorkeling, kayaking e sport acquatici vari – protetto da barriere coralline e una quantità di isolette tra cui le Dogs Islands, con baie, spiagge e grotte da esplorare, e l’amena Prikly Pear Island, che offre sul versante Ovest un ancoraggio perfetto per una romantica serata sotto le stelle.

Loblolly beach, isola di Anegada

Anegada

15 miglia a Nord del Gorda Sound si allunga Anegada, l’isola “sommersa”, un nome appropriato per questo sabbioso atollo corallino che si eleva di soli 8 metri sopra il livello del mare. Invisibile dal largo e situato lungo l’Horseshoe Reef, la più lunga barriera corallina dei Caraibi (15 miglia), non stupisce che nelle sue acque turchesi si trovino circa 300 relitti (gioia dei sub). L’unico approdo – preferibilmente alle boe – è a Setting Point, davanti alla costa Sud-Ovest. Una volta a terra con un’auto a noleggio si raggiungono gli highlight dell’isola: l’accecante distesa di sabbia bianca di Loblolly Beach protetta dalla barriera corallina, lo stagno salmastro di Flamingo Pond, popolato da fenicotteri rosa, e uno dei pittoreschi ristorantini pied dans l’eau dove assaggiare la prelibata aragosta di Anegada.

I fenicotteri rosa che popolano Flamingo Pond ad Anegada.

Da Anegada a Jost Van Dyke

Di nuovo in mare, ci vogliono sei ore per percorrere le 19 miglia che separano Anegada da Trellis bay, situata sulla costa Nord di Beef Island (collegata a Tortola da un ponte e sede dell’aeroporto internazionale). Una baia famosa per i Full Moon Party, le feste mensili della luna piena con spettacoli dal vivo e fuochi pirotecnici sull’acqua. In alternativa, si può ormeggiare nello Scrub Island Marina dell’omonima isola, per trascorrere una serata glamour, o nelle acque limpide di White bay nell’isola di Guana per godersi un fantastico tramonto.

White Bay, isola di Jost Van Dyke.

Il versante settentrionale di Tortola è subito a Sud. Seguendone il profilo si incontrano le attraenti Brewers bay, un buon break per un tuffo, e Cane Garden bay, un ottimo ancoraggio anche per la notte, dove visitare la storica Callwood Rum Distillery che da 200 anni produce nello stesso modo l’Arundel Cane Rum.

Monkey Point, Guana Island

5 miglia a Nord-Ovest si staglia il profilo montuoso di Jost Van Dyke, una delle isole più incontaminate dell’arcipelago, anticipata a Levante dalla più piccola Little Jost Van Dyke e dall’isola di Green Cay contigua al delizioso banco di sabbia di Sandy Spit, dove sbarcare è un must.

Sandy Spit, isolotto di sabbia corallina.

Si raggiunge poi il versante meridionale di JVD per dare fondo a White bay, una lunga fascia di sabbia corallina tra verdi colline immacolate e l’ipnotico turchese dell’acqua del mare. Qui, nascosto tra le palme, c’è il famigerato Soggy Dollar Bar (bar del dollaro “zuppo d’acqua”), celebre dagli anni ’70 per il cocktail “antidolorifico” Painkiller – una miscela di rum scuro, crema di cocco, ananas, succo d’arancia e noce moscata, da provare – pagato dai diportisti, soliti arrivarvi a nuoto, con banconote bagnate.
Gli fa concorrenza nella vicina Great bay, il coevo Foxy’s Bar, dove il must – oltre ai cocktail e i succulenti barbeque – è costituito dalle feste con musica dal vivo, DJ e balli fino all’alba.

Vista dall’alto di Scrub Island, Beef Island, Marina Cay, Guana Island e Tortola

Da Jost Van Dyke a Road Town

Vele al vento, da JVD si entra nel canale The Narrows, che separa Tortola (BVI) da St. John (USVI), al cui termine, dopo una piacevole sosta lungo la rotta per snorkeling o diving nelle acque ricche di pesci di un piccolo arcipelago di isolotti chiamati The Indians, si ormeggia alle boe poste nella profonda insenatura di The Bight, sulla sponda Nord della frastagliata Norman Island, incisa da baie riparate e grotte nascoste che sembra siano state fonte di ispirazione per Robert Louis Stevenson nello scrivere il suo famoso romanzo “L’isola del tesoro”.

The Caves a Norman Island

Il luogo migliore per cercare forzieri nascosti è The Caves, una serie di antri e caverne marine che punteggiano Treasure Point a cavallo tra The Bight bay e Manchioneel bay, una delle insenature più belle delle BVI, dove si trascorre l’ultima notte della crociera prima di rientrare a Road Town, situata 6 miglia a Nord.

Trellis Bay a Beef Island

Notizie Utili

Come arrivare
Le BVI riaprono le porte al turismo internazionale. Dal I dicembre 2020 è nuovamente operativo il Terrence B. Lettsome (EIS) Airport – l’aeroporto internazionale delle BVI – situato a Beef Island, collegata dal ponte Queen Elizabeth a Tortola, l’isola maggiore. (Per info aggiornate e protocolli relativi al Covid-19 consultare i siti: Travel.state.gov e bvi.gov.vg). Per raggiungere le BVI dall’Italia – non essendo disponibili voli diretti –, si può fare scalo in uno degli altri aeroporti dei Caraibi, quali San Juan (Puerto Rico), St. Thomas (USVI), Antigua o St. Maarten/St Martin. Le BVI distano dal nostro Paese circa 10 ore di volo.

Info generali
Formalità d’ingresso: per accedere alle BVI – territorio d’oltremare del Regno Unito – non è richiesto visto d’ingresso, basta esibire un passaporto con validità residua di almeno sei mesi dalla data del viaggio e un biglietto di ritorno – Fuso orario: 5 ore in meno rispetto all’Italia, 6 ore quando vige l’ora legale – Lingua: inglese. Valuta: Dollaro USA.

Clima
Il clima è tropicale, caldo tutto l’anno e influenzato dagli Alisei. Durante i mesi invernali (da novembre a gennaio) il vento soffia da Nord-Est a 15-20 nodi e può arrivare a 25-30 nodi nel periodo natalizio. A febbraio i venti ruotano a Est ed entro giugno a Sud-Est, calando a 10-15 nodi. La stagione degli uragani va da giugno a novembre, i mesi più a rischio sono settembre e ottobre. Il periodo ideale per una crociera va da dicembre a maggio.

Charter

Dream Yacht Charter (Scrub Island Resort, Spa & Marina; www.dreamyachtcharter.com). Società di charter con basi in tutto il mondo dispone alle BVI di una moderna flotta composta da 57 catamarani e 19 monoscafi a vela da noleggiare bareboat, alla cabina e con equipaggio.
The Moorings (Wickhams Cay II, Road Town, Tortola; www.moorings.com). Società di charter internazionale offre pluripremiati catamarani a vela e a motore del loro produttore esclusivo Robertson & Caine e i migliori monoscafi Beneteau. Si trova nella capitale Road Town e comprende servizi come coffee shop, bar, ristoranti, spa e Mariner Yacht Club Hotel.
Sunsail (Road Town, Tortola; www.sunsail.com). Altra prestigiosa società di charter, dispone nelle BVI di una flotta di oltre 40 barche dai 32 ai 52 piedi, costruite su misura, composta da catamarani Robertson & Caine e Lagoon e da monoscafi Jeanneau e Beneteau. Oltre al noleggio di yacht a scafo nudo e con skipper, Sunsail propone crociere in flottiglia, corsi di scuola di vela RYA e ASA, sport acquatici.

Porti Turistici
Le BVI offrono porti turistici ben attrezzati che spesso comprendono anche strutture ricettive di pregio, parchi boe e una grande quantità di baie dove ancorare.
Bitter End Yacht Club Marina (Virgin Gorda; www.beyc.com). Prestigioso yacht club con marina e strutture ricettive la cui riapertura è prevista entro la fine dell’anno, al termine dei lavori di ricostruzione iniziati dopo gli uragani Irma e Maria.
Soper’s Hole Marina (West End, Tortola; www.sopersholemarina.com). Pittoresco porto turistico a Ovest di Tortola al largo di Frenchman’s Cay. Ricostruito all’80 {2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} dopo l’uragano Irma, ospita anche ristoranti, negozi e vari servizi.
Scrub Island Resort & Marina (Scrub Island; www.scrubisland.com). Abbracciato da un lussuoso resort panoramico posizionato sulla costa Ovest di Scrub Island, questo porto turistico dispone di 55 ormeggi, di cui 5 per superyacht fino a 160 piedi. Nel Marina Village si trovano ristoranti, boutique, negozi, spa, fitness center, scuola di vela e diving.
Nanny Cay Marina (Nanny Cay, Tortola; www.nannycay.com). Moderno porto turistico riparato da una penisola naturale sulla costa Sud-Ovest di Tortola. Offre 320 posti barca e dispone anche di un lussuoso hotel, ristoranti, due banchine carburante e vari servizi nautici.

The British Virgin Islands

Tourist Board – c/o Aviareps
Piazza della Repubblica 32, Milano
Tel. 02 45438332 – www.bvitourism.it

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